[aha] GIANFRANCO BARUCHELLO | UN ALTRO GIORNO UN ALTRO GIORNO UN
ALTRO GIORNO | FILMSTUDIO80 | 24 NOVEMBRE 2007
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Tue Nov 20 10:46:15 CET 2007
GIANFRANCO BARUCHELLO
UN ALTRO GIORNO UN ALTRO GIORNO UN ALTRO GIORNO
24 novembre 2007 | ore 18.30 | Filmstudio 80, Via degli Orti d¹Alibert
1/c, Roma
Presentano il film: Angiolo Marroni e Gianfranco Baruchello.
Il giorno 24 novembre 2007 alle ore 18.30, presso il Filmstudio 80, in Via
degli Orti d¹Alibert 1/c, Roma, sarà presentato in prima assoluta il
film di Gianfranco Baruchello Un altro giorno un altro giorno un altro
giorno, all¹interno della rassegna Il video d¹autore made in Italy, a
cura di Valentina Valentini e Americo Sbardella.
Fin dai primi anni Sessanta Baruchello ha sperimentato l¹uso di diversi
media, dalla pittura alla scrittura, dall¹activity al cinema e al
video. I primi film del 1963 Il grado zero del paesaggio e del 1964, lo
storico Verifica incerta, costituivano alcune delle prime espressioni
del cinema d¹artista in Italia. Per Baruchello l¹immagine in movimento è
stata dunque un campo di sperimentazione importante, che dalla cinepresa
lo ha portato all¹uso della telecamera e poi all¹uso delle tecnologie
digitali ad alta definizione.
Un altro giorno un altro giorno un altro giorno ( 2007, HDV, colore,
sonoro, 42¹) è un lavoro recente di Baruchello: un film sul tempo,
girato nei carceri romani e del Lazio, realizzato attraverso il solo uso
dell¹intervista, con argomenti semplici, a partire dalla vita
quotidiana, dalla memoria, dal sogno. La realizzazione del film è stata
possibile grazie al sostegno del Garante dei diritti dei detenuti della
Regione Lazio, Angiolo Marroni.
Dice Baruchello in una recente intervista: ³Questo film è stato girato
nello scorso inverno 2007 nei carceri romani di Rebibbia femminile,
Rebibbia penale maschile, Rebibbia nuovo complesso, e in quello di
Civitavecchia nuovo complesso. All¹offerta di essere ripresi in volto,
hanno aderito quaranta persone tra uomini donne e transessuali. Alcuni
degli uomini appartenevano al reparto-infermeria dei malati di AIDS. Uno
dei propositi iniziali era stato quello di legare alla parola anche il
gesto della o delle mani: di questo è rimasta traccia accanto alle
riprese in cui le persone sono ritratte frontalmente. Per il montaggio
definitivo solo la metà dei partecipanti è stata inserita con
l¹intervista mentre gli altri figurano con la sola immagine del volto
in una specie di galleria-foto ricordo che chiude il film. Non sono
state poste domande su reati, pene, permessi,vicende giudiziarie
lasciando invece la libertà di parlare di ogni argomento il soggetto
volesse affrontare. Dunque l¹abbondante materiale ottenuto superava le
ventiquattro ore di durata ed è stato necessariamente condensato
nell¹essenziale per non superare i tre quarti d¹ora di proiezione. Le
domande da me poste vertevano sul sogno e sui meccanismi
messi in atto per sopportare e sopravvivere alla lentezza del tempo
carcerario. L¹inizio del film e la struttura anomala degli intervalli
tra le interviste sono stati concepiti per far pensare appunto alla
insopportabile lentezza del tempo carcerario. La canzone dello zingaro
rumeno posta in apertura era stata la sua risposta sonora, non essendo
lui in grado di rispondere in italiano alle mie domande.. Il film è
stato girato con due telecamere HDV, una la mia per le riprese
frontali, l¹altra, del mio assistente, per le riprese delle sole mani. I
luoghi delle riprese, sordi o disturbati da rumori e grida non si sono
prestati certo per ottenerne registrazioni eccellenti. Il titolo, che
ripete tre volte ³un altro giorno ³ è la frase finale dell¹ultima
intervista di uno dei malati di AIDS².
In Un altro giorno un altro giorno un altro giorno il montaggio è usato
per costruire un percorso narrativo tra i personaggi. Le singole
storie, in tempo reale, raccontano ricordi, pensieri, vita: sofferenza,
dolore, desiderio, attesa. La narrazione tuttavia, travalica le singole
esperienze, e riguarda invece il tempo nel carcere, attraverso
un¹articolazione che, tra le parole degli intervistati, di età, genere,
paesi diversi, e i brevi inserti di Baruchello, tutti ideati e
realizzati per dialogare con quanto detto nelle interviste, produce una
escalation emotiva, fino alle parole dell¹ultima intervista e alla
canzone rom, con cui si chiude il film. Tra le parole, frammenti di
storie senza fine, che potrebbero ricominciare a partire da diverse
domande, e le clessidre, gli orologi, le oscillazioni di pendoli con cui
Baruchello sottolinea le caratteristiche di un tempo lento,
sempre uguale, ripetitivo tanto da dissolversi in una immobilità
temporale che nel carcere sembra non proceda in alcun senso, il film
presenta dunque non soltanto le storie personali di alcuni individui.
Attraverso le parole, il tema che viene trattato e considerato è quello
del tempo, legato alla vita quotidiana, alle attese e alla
consapevolezza straniante (anche da se stessi) di essere in sospeso,
senza possibilità di definire un divenire delle proprie azioni, bloccati
nell¹immobile realtà della condizione di vita nel carcere.
Con mezzi essenziali, senza aver trasferito nei luoghi dove le
interviste si sono realizzate, macchine e strumenti cinematografici
ingombranti, Baruchello ha voluto che i mezzi tecnici non invadessero
lo spazio emotivo, umano, affettivo e intimo degli intervistati. Le
storie sono dunque testimonianze in diretta di percorsi di pensiero e
esperienza personali.
Tuttavia, nella comune riflessione sul tempo, (a tutti sono state
rivolte le stesse domande, si sono toccati gli stessi argomenti) il
film si presenta come una riflessione a più voci, all¹interno della
quale la presenza di Baruchello si è inserita per commentare,
sottolineare e per, con discrezione, sollecitare il dialogo, il
desiderio di parlare e raccontare come nel carcere è pensato e vissuto
il tempo.
Il film è stato realizzato con il sostegno del Garante dei Diritti dei
Detenuti della Regione Lazio Angiolo Marroni nell¹ambito del progetto
³Arte e Politica² della Fondazione Baruchello.
comunicato stampa
Filmstudio 80, via degli Orti d¹Alibert, 1/c , Roma - tel. 06.45439775
e-mail ilfilmstudio at mclink.it www.ilfilmstudioroma.it
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