[aha] Io, Pippa, Giancarlo e Carlo....

mariopesceafore at lifegate.it mariopesceafore at lifegate.it
Thu May 8 23:52:36 CEST 2008


Non voglio creare polemiche e speculare sul vostro dolore, come il
Direttore Politi sostengo che dal punto di vista artistico la performance
di vostra sorella sia stata concepita come evento e spettacolo mediatico e
come un incidente diplomatico annunciato sotto i riflettori del grande
spettacolo mediatico sciacallo.
Mi dite che non vestiva di marca, penso che in piena globalizzazione del
logo e del simbolo, un abito Trussardi, avrebbe dato molto meno
nell'occhio di un vestito da sposa anche nei territori che vostra sorella
stava attraversando, qual è la differenza tra il messaggio di pace di
vostra sorella vestita da sposa in terre e territori sofferti e sofferenti
e Carlo Giuliani che con un passamontangna ed un estintore a Genova
cercava d'impedire che un carabiniere sparasse ingiustamente ad un
manifestante?
Incosciente il suo passamontagna così come il vestito da sposa di vostra
sorella, i simboli sono importanti e vanno usati con criterio, senso ed
oculatezza, altrimenti offendono e spaventano, un artista professionista
questo lo sa e non può ignorarlo.
Mi parlate di statistiche? Anche io penso che si può morire in autostop
così come a casa propria per l'esplosione di una caldaia o per una fuga di
gas, il vero problema è però che non stiamo parlando di un incidente ma di
segni e simboli forse non proprio puntuali in certi contesti.
Pippa non fosse vestita da sposa in questo contesto storico di scontro
culturale tra civiltà e religioni avrebbe suscitato la stessa emozione
mass mediatica partecipata collettiva?
Forse si, ma non si sarebbe parlato di arte e di performance artistica,
Pippa ha deliberatamente scelto di rischiare la vita, proprio come Carlo
Giuliani con estintore alla mano e passamontagna in volto davanti il
defender di Capranica a Genova (quanti manifestanti muoiono ad i social
forum ogni anno?), lo stesso viaggio Pippa avrebbe potuto farlo per
esigenza spirituale e di ricerca non vestita da sposa.
Pippa faceva l'artista mi dite, prendo atto di ciò, se voi la riconoscete
in quanto tale è un artista, ma io vi chiedo, provocatoriamente ed
addolorato per ciò che è successo, se stanotte mi scoppiasse la caldaia ed
io perissi per disgrazia statisticamente in quanto artista riconosciuto da
qualcuno (non da Politi come vostra sorella Pippa) susciterei la stessa
commozione?
Non confondiamo la lirica e struggente ricerca in cerca di verità ed
essenza, piena di tarli e dubbi, con la retorica dell'apparenza e
dell'apparire per essere, vostra sorella Pippa non deve diventare un
cattivo esempio da imitare, ma piuttosto fare riflettere su come sia
giusta lavorare.
Pippa ha pagato a caro prezzo un progetto di ricerca artistica, concepito
e strutturato male, nato per suscitare consensi e commozione, ma che
ritengo un cattivo ed effimero esempio per le generazioni artistiche a
venire.
Detto ciò, comprendo il vostro dolore ed avrei voluto che tutto ciò non
fosse mai successo, non avrei mai voluto argomentare una morte d'artista
così ingenua e disincantata nell'anno zero otto ed avrei voluto vedere
maturare la sua ricerca.
Esprimendovi il mio cordoglio, vi invito a riflettere su Roberto Saviano,
l'autore di Gomorra, che gira protetto e sotto scorta per avere
individuato i nodi malati e sciacalli radicati localmente ma globalmente
purificati della nostra economia malata, lo ha raccontato nel migliore dei
modi, lo ha fatto in maniera alta e poetica e per questo rischia di essere
ucciso e non di morire in un incidente; prima di lanciarsi in un progetto
artistico e rischiare la vita, un artista dovrebbe interrogarsi sul senso
profondo di quello che sta facendo, non lanciare un messaggio di pace
magari incompreso dai più, bensì lavorare per costruire la pace e creare
nuove sensibilità, magari rischiando la vita, ma non per un incidente.
Vi saluto con affetto, Domenico Di Caterino.




LETTERE AL DIRETTORE
In ricordo di Pippa Bacca
Caro Politi,
abbiamo scritto questa lettera sulla vicenda di Pippa Bacca (affrontata
nella Newsletter del 18 aprile 2008). Anche se forse non abbiamo davvero
analizzato l'aspetto artistico, speriamo comunque di trovare spazio nella
sua rubrica. Brava o non brava, Pippa faceva l'artista.
Ringraziandola anticipatamente porgiamo i nostri più cordiali saluti,
Rosie Anto Vale Mari
Caro Politi,
la mia lettera è rivolta al Sig. Di Caterino, ai suoi commenti su Pippa e
a tutti quelli che la pensano come lui. Avrei moltissime cose da dire, ma
cercherò di essere sintetica, come posso. Devo purtroppo rilevare
innanzitutto che il Sig. Di Caterino, prima di scrivere non ha fatto
quella cosa che le persone serie fanno prima di esprimere un giudizio:
informarsi. Evidentemente non ha visto le interviste fatte a Pippa prima
della partenza, non ha letto il comunicato stampa sul viaggio né i molti
messaggi dei tantissimi amici che Pippa aveva, non ha parlato con i
familiari, altrimenti le sue affermazioni non si spiegano (se non con la
cattiva fede, che voglio però qui escludere).
Non ci sono parole più lontane da Pippa quanto "viziata" e "annoiata"! Io
e le mie sorelle siamo cresciute in una casa piccola di metratura, anche
se grande per lo spirito di accoglienza e ospitalità che ci ha sempre
contraddistinto. Pippa ha iniziato a lavorare prima ancora di essere
maggiorenne. E negli ultimi anni lavorava in un call center, oltre a fare
l'artista. Girava in bici e non aveva quasi vestiti di marca. Non era snob
e non era radical chic. Frequentava gente di tutte le estrazini sociali,
di tutti i portafogli e di tutti i livelli culturali. Se c'era poi una
persona viva, con mille interessi e una vita intensa, questa era lei:
l'arte, ma anche la musica (era appassionata d'opera, nota a tutti i
loggionisti, ma anche di canti popolari e infatti cantava in un coro, e
ascoltava musica leggera); era sportiva, soprattutto nuotatrice; le
piacevano il cinema e la letteratura; aveva amici ovunque e con una
meticolosità straordinaria, sentiva e andava a trovare questo o quello.
Tantissime persone, anche nel mondo dell'arte, possono confermare quello
che qui sopra le ho accennato.
Non ritengo importante qui valutare se la performance di Pippa fosse
artisticamente interessante, così come i suoi precedenti lavori: Giancarlo
Politi pensa di no, altri del mondo dell'arte pensano di si (anche prima
del triste epilogo), ma ora lo trovo secondario.
Curiosa invece la Sua domanda: coraggio o incoscienza? In fondo nessuno
dei due. Pippa non aveva paura di fare l'autostop. Era da una vita che
viaggiava in autostop e così anche le altre sorelle e la mamma. Aveva
incontrato tantissime persone magnifiche in questa maniera e, come infatti
dichiarò alla partenza, pensava che "il mondo è pieno di gente bella".
Incoscienza? Caro Sig. Di Caterino, la invito a un lavoro statistico che
sono sicura avrà il tempo di fare: prenda i quotidiani degli ultimi 5
anni, in particolare le pagine di cronaca nera e ritagli tutte le vicende
in cui c'è un assassinio di mezzo. Vedrà che fare l'autostop è
statisticamente pericoloso quanto stare fermi a casa propria, passeggiare
in luoghi frequentati, prendere il metrò o il treno, uscire con gli amici
e in tutti i paesi del mondo.Spesso le persone piccole devono dare la
colpa alla vittima per sentirsi al sicuro, per continuare tranquilli
sapendo che a loro questo non succederà mai: Le devo dare allora, a Lei e
a quelli come Lei - due cattive notizie. La prima: esiste il male e può
capitare anche a chi vive chiuso di mente e di cuore di incontrare una
persona cattiva sulla strada. La seconda: migliaia di persone amano Pippa,
perché genuina, solare e speciale. Migliaia di persone l'hanno voluta
ricordare e salutare e ci sono state sinceramente vicine in questo momento
doloroso. Sono sicura che quelli come Lei, alla propria dipartita, non
potranno contare su tutto questo calore e affetto; il che dimostra quanto
Pippa avesse ragione.
Rosalia, Antonietta, Valeria e Maria Pasqualino di Marineo (le sorelle di
Pippa Bacca) rosaliapasqualino at gmail.com


PIPPA GRANDE ARTISTA? NON CREDO, MA CERTAMENTE ARTISTA
Care ragazze,
commovente il ricordo e la difesa di vostra sorella. Ed è fuori
discussione il suo forte desiderio di essere artista, seppure in modo un
po' primitivo e confuso. Anche se ritengo che la famiglia, voi sorelle e
la mamma, abbiate usato e spettacolarizzato in modo troppo personalistico
e narcisistico (cinico?) un evento doloroso e tragico.
È vero che è arte tutto ciò che noi vogliamo sia arte. Chiunque dipinga un
quadro o realizzi un'installazione o faccia una foto o compia un gesto con
il desiderio che sia arte, sta facendo arte. Dopo Marcel Duchamp tutto può
essere arte, anche il gesto quotidiano di una casalinga o di un cameriere
o di un politico o di un homeless: basta inserirlo in una volontà o
contesto artistico. Il quadretto di un pittore della domenica è un
prodotto d'arte. Seppure quasi sempre di qualità non eccelsa. Ecco, io
vorrei inserire la performace di Pippa Bacca proprio in questo contesto
amatoriale di chi cerca di diventare artista e magari, attraverso un
evento spettacolare e mediatico, di far risaltare l'evento. È un diritto
di tutti rendere visibile e spettacolare un proprio gesto. Ma si tratta
pur sempre di un dipinto e di un pittore della domenica o della
performance di un outsider che vuole sperimentare nuove forme di
espressione o vuole dare sfogo ai propri impulsi.
La stessa biografia di Pippa Bacca fa desumere che si possa paragonare a
un'artista della domenica. Niente di personale contro lei e tutti coloro
che cercano di fare arte per diletto (da qui il termine dilettanti, cioè
per diletto, per avere piacere). Si pensa che una fortissima percentuale
(90%?) di persone nel mondo faccia l'artista per diletto, per piacere, per
passatempo. Perché no? Sarebbe anche il mio sogno quello di poter usare un
giorno la pittura come terapia alla solitudine, alla malinconia, alla
noia.
Una mostra al Pac per Pippa Bacca? Speriamo di no
Ciò che invece mi soprende (mi fa inorridire?) è la notizia che Pippa
Bacca avrà una mostra al PAC. Sembra che Vittorio Sgarbi, in una sua
esternazione pubblica, l'abbia già annunciata. Ma vorrei chiedere alla
dirigenza del PAC (se c'è) quale sarà poi l'artista decente, che vorrà
esporre dopo Pippa Bacca. Anche se ormai il PAC è stato da Sgarbi
"de-artistizzato", cioè disinfestato nei confronti dell'arte che abita
sempre più lontano da lui.
E questa mostra sarebbe una ben triste indicazione per l'arte di oggi: e
cioè che l'arte avrebbe bisogno solo ed esclusivamente di
spettacolarizzazione e di scandalo.
Invece l'arte ha bisogno sempre di più anche di silenzio, di umiltà, di
interiorità, di approfondimenti.
Solo i dilettanti, gli sprovveduti, gli incolti hanno bisogno di gridare,
sbraitare, inveire, vomitare.
Ma per fortuna l'arte (che talvolta può anche diventare spettacolare o
trasgressiva) abita dall'altra parte. Dove gli Sgarbi e gli sprovveduti
non possono entrare.
Giancarlo Politi giancarlo.politi at tin.it





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