R: Re:[aha] Ventenni
franca.formenti3 at tin.it
franca.formenti3 at tin.it
Sat Oct 11 15:48:43 CEST 2008
adoro le sollecitazioni infelici ... ;-) pero da quel che so pare che
queste vaccate- adoro pure le vacche- siano anche scritte sui muri
nelle piramidi egiziane, di "vecchi e sfigati" quarantenni che si
lamentavano delle giovani generazioni.
forse ci stiamo ripetendo ?
l'ultima osservazione sui sessantenni mi piace...sarà che ho un debole
per la carne stagionata...
f
----Messaggio originale----
Da:
gadda1944 at libero.it
Data: 11-ott-2008 15.17
A: "aha"<aha at ecn.org>
Ogg:
Re:[aha] Ventenni
Mi stavo accingendo (con ritardo, lo so) ad
aggiungere il mio modestissimo report a quelli più corposi già emessi
da T_Bazz, xDxD e Penelope, quando mi trovo questa patata bollente
(be', proprio bollente no, tiepida), della querelle tra ventenni e
quarantenni innescata da una infelice sollecitazione (chiamiamola così)
di Franca.
Non ignoro che le diatribe su meriti e demeriti delle
diverse generazioni sono uno degli argomenti preferiti del dibattito
politico nazionale, che, più che nel Parlamento, ha le sue sedi
privilegiate nei bar d'Italia (in subordine, s'intende, rispetto ai più
centrali argomenti dello scudetto e dei culi delle veline).
Cionondimeno mi permetterete ugualmente di esprimere il mio giudizio, e
cioè che esse (quelle diatribe) siano vaccate belle e buone - senza
offesa per le vacche.
Vivendo da più di sei anni a contatto quasi
quotidiano con persone che hanno dai trenta ai quarant'anni meno di me,
ho sempre rifiutato con fastidio le sparate sulla passività dei
"giovani di oggi" così amate dai "giovani di ieri". Non posso
dimenticare che passai buona parte del mio tempo, negli anni Cinquanta,
a difendermi dalla retorica della generazione dei miei padri (e madri)
su "ordine, famiglia, civiltà, decenza, persone perbene, noi che
abbiamo fatto la guerra " e chi più ne ha più ne metta. E in questa
battaglia (come in altre, evidentemente) mi costruii come persona più o
meno adulta.
Le lamentazioni su quanto sono passive le giovani
generazioni non tengono conto della concreta situazione nella quale
esse vivono - e, addirittura, quella in cui sono nate. Chi ha vent'anni
oggi non può avere alcuna cognizione diretta del mondo prima della
rivoluzione mondiale degli anni Ottanta, quando parole come economia,
società (mi scuserà Canevacci se uso questo termine), comunicazione,
relazioni, esperienza, cambiarono radicalmente significato in meno di
dieci anni.
Giustamente ci ricorda Arianna che il mondo quale è stato
a essi consegnato rende obiettivamente difficile una qualche forma di
"impegno", di costruzione di alternative and so on. Un po' meno
giustamente, però, e un po' meccanicamente, Arianna ascrive agli hippy
l'avvento degli yuppy. Qui bisogna capirsi: è vero che gran parte
dell'armamentario del capitalismo cognitivo, o immateriale o
postfordista (lo si chiami cose si vuole) rimanda a rivendicazioni,
aspirazioni, utopie e stili di vita della generazione che fece le lotte
degli anni sessanta. Ma l'abilità del capitalismo, fra la metà dei
Settanta e l'inizio degli Ottanta, fu proprio questa: prendere le
parole d'ordine di uno dei più radicali cicli di lotte del Novecento e
assumerle (o "sussumerle", se è ancora lecito usare termini marxiani),
stravolgerle, piegarle a scopi opposti a quelli per cui erano nati - e
regalarci deregulation per i ricchi e iper-regulation per i poveri,
aumento della forbice della ricchezza, precariato per tutti.
Certo,
l'informatica aiutò: senza digitale non ci sarebbe postfordismo. Ma,
Arianna, guarda che questa operazione fu possibile perché "noi" fummo
sconfitti. Prima si trattò di battere, eliminare, marginalizzare,
criminalizzare, mettere in galera, impoverire, umiliare, ridicolizzare
tutta una generazioneò. Poi si potè passare ad applicare un programma
che era la caricatura dei nostri obiettivi e delle nostre parole
d'ordine. E allora, solo allora, resi inoffensivi e merginali, ai
sopravvissuti (hippy, militanti politici, dissidenti radicali) si potè
garantire qualche riserva indiana in cui abitare (per esempio, senza
fare nomi, l'Accademia di Brera - parlo per gli insegnanti, eh...). Sì,
forse gli hippy prepararono gli yuppy, ma dovettero prima morire, e non
sempre senza dolore.
Ultima osservazione. La generazione che fu
battuta, e sulle cui ceneri si instaurò la nuova società, non è certo
quella degli attuali quarantenni che si lamentano del'ignavia dei
ventenni. E' quella dei sessantenni o giù di lì...
Mi scuso (come
sempre) per la lunghezza,
gadda
---------- Initial Header
-----------
>From : aha-bounces at ecn.org
To : "List on
artistic activism and net culture" aha at ecn.org
Cc :
Date
: Sat, 11 Oct 2008 06:24:00 -0500
Subject : [aha] Ventenni
>
DéH!!!
>
> Ma voi quarantenni molto inkazzati con noi ventenni per la
nostra
> inattività (o meglio inattivismo) dov'eravate quando ci avete
consegnato
> un mondo preda dei fanatismi religiosi, delle mafie, del
surriscaldamento
> globale, e compagnia bella?
>
> Mai provato a
pensare alle correlazioni esistenti fra l'"I want it all"
> degli
yuppies e il "We want the world&we want it now" degli hippies??
>
>
Insomma si, rivoluzione socialculturale immensa 'sto benedetto '68 ma
in
> quanto a risultati?La crisi in cui siamo, sebbene inevitabile e
quasi
> auspicabile, è causata non dalle destre (che si sono limitate a
fare la
> loro parte, giustappunto, di destre) ma dalla mancanza di una
vera
> reazione (in italia dopo il 1980, nel resto del mondo più o meno
dal
> crollo del muro, a mio modestissimo avviso) efficace e pronta
delle
> sinistre europee ed internazionale, che hanno passato gli
ultimi 28 anni
> a riavvolgersi nei passati fasti, ad autoglorificarsi
per il fatto che
> "noi s'è fatto il '68"...
>
> forse sarà che vengo
dalla "rossissima" toscana, ma io più che
> attakkinare il "Manifesto
rave" per le strade del centro storico
> fiorentino a 16 anni, e a
ragionare di TAZ a 15, con un 11 settembre
> cascato sulle spalle a 14,
che cavolo potevo fare?????
>
> Insomma, senza voler attribuire
responsabilità personali a nessuno,
> sapendo bene che non tutti quelli
che erano a Valle Giulia a tirare
> sanpietrini son ora conduttori di
spietate battaglie antiabortiste,
> sapendo anche che è purtroppo vero
che granparte dei miei coetanei sono
> dei decerebrati che passano le
loro giornate davanti a Maria de Filippi
> (cosa per altro comune anche
a molti dei vostri coetanei), e che un'altra
> gran parte di quelli
nati invece col cervello connesso se lo son
> tranquillamente bruciato,
quell'esigua parte rimanente di noi che minkia
> altro poteva fare?
>
>
Non disconosco i meriti di quell'insieme di movimenti ed esperienze che
> hanno creato ciò che comunemente chiamiamo "il '68", primo fra tutti
la
> cosidetta liberazione sessuale, e l'evoluzione del movimento e del
> pensiero femminista, ma mi chiedo, per parafrasare, quanta acqua
sporca e
> quanti bambini ci fossero in quel crogiuolo di persone,
fatti, momenti...
>
> Scusate questa probabilmente irrilevante
digressione, ma son due giorni
> che mi sento dire che siamo una
generazione di nullafacenti asserviti al
> potere, e quanto sono fighi
i quarantenni che ancora scendono in piazza,
> e senza, ripeto, voler
attribuire responsabilità personali a nessuno,
> quindi mantenendo il
punto di vista su un piano puramente
> "generazionale", per usare un
termine assolutamente abusato e di
> conseguenza approssimativo, mi
trovo a chiedermi quali sono state le
> responsabilità della mia
generazione nella nascita di quelle che sono le
> istanze più urgenti
della modernità..
> Mi rendo conto di aver esulato dagli argomenti
principali di cui si
> occupa questa lista, ma non potevo nn abboccare
a quest'esca...
> Scusate ancora per il tempo rubato,
>
> un bacio
grosso a tutti voi
>
>
> Traum_A.
>
> :
>
> >>> ...io son quello a
cui corre dietro il portiere! :D
> >> ragazzaccio! :-)
> >
> > :-
) ...
> > la tua affermazione tuttavia mi fa riflettere sul fatto che
> dovrebbe esserci
> > una schiera di ventenni a pro/muovere
st'iniziativa e sta protesta,
> invece
> > qui saremo una schiera
di quarantenni: non và! non và... :^\
>
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