[aha] Report AHA Camping 3-5 ottobre 08
xDxD
xdxd.vs.xdxd at gmail.com
Sat Oct 11 23:28:58 CEST 2008
EPTO EPTO ha scritto:
> Colgo l'occasione .....
>
> Volveo ricordare che c'è anche la piattaforma TOR
> http://tor.eff.org
>
è fico TOR e se diventasse una pratica più diffusa sarebbe un gran bene.
quando pensavo a netsukuku per s1/s2 pensavo a un altro punto di vista.
non tanto all'anonimato quanto proprio all'autonomia.
sostituendo la pila di protocolli costringi il provider o a farsi i
cazzi suoi o a adottare la tua pila (non foss'altro che per tentare di
monitorarti). e lì il discorso cambia.
poi, mi pare significativa l'idea di puntare al p2p
cito gadda che cita lovink
"dovremmo sviluppare una cultura di Internet che aiuti i dilettanti (che
spesso sono giovani) a diventare professionisti, cosa che non accade se
predichiamo loro che l'unica scelta che hanno è sbarcare il lunario
durante il giorno con un McJob in modo da poter celebrare la loro
‘libertà' durante le lunghe ore notturne passate sulla rete. È
necessaria una redistribuzione di denaro, risorse e potere: sinora il
Web 2.0 ha portato benefici soltanto ai ricchi, che sono diventati
ancora più ricchi."
in qusto senso il "riappropriarsi" dista anni luce dal "torvare un modo
paraculo di usare facebook". e assomiglia di più a un "riappropriarsi"
vero e proprio. diventare un nodo, non sfruttare la "casella" che ti
offrono (concedono) altri.
nell'ottica del p2p netsukuku offre un paio di caratteristiche fantastiche.
prima di tutto la compattezza e l'efficienza del modello di
indirizzamento, che rende fattibile la possibilità di realizzare un
sistema di ricerca e routing veramente distribuito e con poco dispendio
di banda e di potenza di calcolo, anche su reti p2p complesse. Secondo
me il modello di netsukuku qualche problema lo avrà sulla scalabilità:
il modello di tipo "frattale" che propone è elegantissimo, ma con
(forse) qualche problema di consistenza se dovesse diventare una cosa di
massa.
E' comunque una delle idee più valide (ed esteticamente belle) che mi
sia capitato di vedere.
E poi la predisposizione nativa al "multi-percorso", oltre che ad essere
un ottimo strumento contro la tracciabilità, è anche un buon meccanismo
di ottimizzazione sulle reti p2p.
C'è da dire che reti come netsukuku o chi per lui sono una base su cui,
però, occorre costruire.
e lì a me è venuto in mente s1/s2.
più ci penso meno mi convince, infatti, la costruzione di un social
network simile a quelli cui siamo abituati.
tanto che penso che non mi ci metterò.
quello che, invece, mi metterò a fare (e chi vuole partecipare è il
benvenuto) è un sistema che, costruito su una rete autonoma p2p (con una
base netsukuku o simile), consenta di "diventare il proprio servizio"
(un passo oltre il "become the media", quindi).
E in cui la rete non sia solo un'ammasso di cavi, antenne e protocolli,
ma il luogo che ospita una cosa che vien voglia di chiamare "welfare":
la possibilità di avere a disposizione risorse, funzionalità di base,
strumenti per l'interconnessione (di dati, conversazioni, discussioni,
processi...) e per la valorizzazione di quello che si mette sulla rete e
dell'uso che ne viene fatto.
che, poi, è quello che ho raccontato per s1/s2 :)
cito un dubbio che esprimeva anche gadda sull'articolo dell'unità:
"Come reagire? Costruire social networks 'alternativi' su reti autonome
e non controllabili, col rischio di staccarsi dalla grande massa dei
consumatori, o svolgere un lavoro critico all'interno dei social network
esistenti?"
questo dubbio ce l'ho anch'io, ovvio.
sono sbilanciato sulla prima ipotesi e ho idea che il "rischio di
staccarsi dalla grande massa dei consumatori" sia un rischio che si
possa risolvere proprio col design.
i "nostri" provider, con la cultura del "flat", del "servizio", fanno il
gioco "sporco" spostando sul "personale" le relazioni di tipo
consumistico: ti vendono un "lifestyle" non un oggetto.
in questo senso le uniche operazioni che vedo essere efficaci
nell'affermare qualcosa sono operazioni di design, che sono le uniche
che riescono a combattere sul piano del lifestyle.
il sistema (s1/s2, nel mio caso), per quello che riguarda la relazione
con le persone, lavorerà proprio sul design, che sarà il "luogo" per
proporre quel cambio di atteggiamento che, alla fine, è la base
dell'insediarsi di ogni innovazione.
E questo, però, è un iper-capitolo di tutto questo discorso, che forse è
meglio trattare a parte.
ecco: questo, forse, è il mio "report" dall'AHACamping.
ciaociao
xDxD
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