[aha] audio Storia e critica sociale del web 2.0
Antonio
in.an.autumn.garden at gmail.com
Mon Oct 20 14:09:06 CEST 2008
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>
> Ma credo che, se ci mettessimo a lavorare un po' in questa direzione, si
> potrebbe fare anche un passo più in là. Perché non pensare, in tempi meno
> rapidi ma non lunghissimi, anche a un libro? Su molti temi, certo, siamo
> solo all'inizio del dibattito, ma mi pare che la lista stia facendo grossi
> passi verso una precisazione e un arricchimento dei temi aperti al camping.
> Editori vicini al movimento ce ne sono, competenze editoriali nella lista
> non mancano. Certo, un libro non è lo strumento principale per una
> discussione, ma se ci fosse aiuterebbe sia ad andare avanti nella
> discussione che a rendere più visibile il nostro lavoro. Pensiamoci, a
> presto,
>
> gadda
>
>
Un libro si...ma non è troppo accademico, ridondante, insomma non rischia
di ricalcare i tempi e i modi di quelle stesse istituzioni di cui a ragione
ci si domanda se vadano coinvolte o meno direttamente (e non ) nel dibattito
e soprattutto nel lavoro della lista (in particolare dei suoi attivisiti),
lavoro che in realtà sembra configurarsi sotto molti aspetti in maniera del
tutto indipendente da queste? Non so, a tratti mi suona come "facciamo gli
atti del congresso e archiviamo", un libro è pur sempre un capitolo aperto e
chiuso allo stesso tempo. Pensavo a qualcosa di più leggero e rapido (in
entrambi casi invoco calvino) che non tralasci "il fulmineo percorso dei
circuiti mentali che catturano e collegano punti lontani dello spazio e del
tempo" e non cada vittima di una struttura formalizzante e\o sistematica. In
particolare l'anno scorso al SALE è stato presentato un indipendent art
magazine chiamato za!revue -> http://www.zarevue.org/ (che probabilmente
conoscerete benissimo), nel quale ritrovo perfettamente lo spirito e la
reificazione del networking, orientato alla produzione di
idee\chiacchere\arte che bucano lo schermo e diventano tangibili. Non so se
vi sia capitato di averne una copia tra le mani (sul wiki ci sono delle
versioni in pdf) e di notare quindi la non linearità, il cut up e la
ricchezza dei contenuti allo stesso tempo
grafici\concettual\critici\artistici spesso anonimi di cui è fatta ogni
singola pagina, di un'immediatezza unica e perchè no, accattivante. Eppure
in questo mare di frammenti non ci si perde, nel senso, si rintraccia ad
ogni pixel il filo rosso che li lega e ne costituisce una trama
porosa,dinamica in grado realmente di dialogare con la dimensione
spazio-temporale poietica della rete. Ancora una volta mi sento di insistere
sul breve termine, sulla sincronia di intenti ed eventi (e viceversa), sulla
loro costante reinterpretazione e che di questa ne resti traccia ben
visibile...mi rendo conto cm qui si vada un po' oltre, e non vorrei neanche
che il modello di za!revue fosse preso alla lettera, di fatto qui non ci si
occupa di design (anche se nn vuol dir molto) e gadda sembra aver fatto la
proposta più sensata...in fondo mi chiedevo soltanto se fosse la più
efficace o cmq l'unica possibile :D
scusate se ho osato :P
ciao
a.
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