Re: R: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il prezzo del pane ?
kilroy
ndp at bastardi.net
Thu Oct 30 14:04:31 CET 2008
Il giorno 30/ott/08, alle ore 08:01, Luigi Pagliarini ha scritto:
>
> K, discorso interessante e costruttivo.
> Finalmente una reale ragion d'essere (per ciò che mi riguarda) di
> sta lista.
>
> Tre mie note:
>
> + il collezionismo, che è probabilmente una dis/funzione cognitiva e
> che
> ha, in termini evoluzionistici, una sua ragion d'essere - lo
> distinguerei
> dall'arte. si collezionano anche le figurine dei Gormiti nel mondo...
beh chiaro e limpido, io ad esempio colleziono dischi (si sono un
multinerd, ammetto), avrei voluto non essere un feticista delle
copertine, dell'etichetta giapponese esoterica, avrei voluto
fregarmene delle scritte "copia n° x di y", e comprare le musichine su
itunes, che mi costerebbero molto molto meno, ma è un fatto, e l'ho
dovuto ammettere a me stesso, che se va in fumo un hard disc con
decine di gb di mp3 mi dispiacicchia, ma se la mia vecchia gatta
piscia sopra un disco dei Rechenzentrum distruggendone peraltro solo
la confezione, non il supporto, io medito a fondo se non sia il caso
di stirarla, la stronza.
Con la musica i meccanismi del collezionismo sono simili, perché la
copia di un cd non ha lo stesso valore del cd originale? Non certo per
il fatto che l'autore non ha avuto le royalties. Preciso che non si
parla di valore di mercato, ma emotivo, feticistico, non è che mi
dispiace per il suddetto disco perchè adesso è invendibile, ne ho
venduto uno solo in vita mia (odio i Queen, a confronto preferisco
Apicella), credo che, ma è difficile da chiarire anche a se stessi,
una parte della questione sia proprio la vanità. Ovvero, tolto il
piacere dell'ascolto, rimane un aspetto sordido di autoincensamento
nel possedere una bella collezione, ti descrive per il gran fico che
sei, o così non puoi fare a meno di credere. Se lo facciano anche i
gormiti non lo so, lo stesso discorso non vale per i fumetti, so di
gente che se sta 3 giorni fuori casa costringe la moglie a tirare
fuori dalle buste di mylar tutti gli albi per arearli, e converrai che
questo non gioca a suo favore. In una fumetteria che bazzico, solo un
selezionatissimo gruppo di acquirenti è ammesso alla "cena dei nerd",
e il giorno che m'invitano li picchio senza pietà.
>
>
> + per ovvia normalizzazione statistica il dir che il mercato dell'arte
> rende il 6% (cifra a mio avviso discutibile, visto che una quantità di
> transazioni vengono effettuate sul mercato nero!) non rende
> esattamente
> l'idea: c'è sempre chi mangia l'intero pollo e chi nulla. A ciò va
> inevitabilmente aggiunto tutto quello che è indubbiamente
> incalcolabile, la
> cappella Sistina, la 9a, le poesie di Ungaretti, ecc). E per tutto
> il resto
> c'è mastercard :-) ...
>
> + ne consegue che, determinate estenzioni artistiche non possono esser
> calcolate in termini esclusivamente economici diretti. altrimenti
> che vor dì
> Arte? ;^)
chiaro, non c'è alcun dubbio, e infatti trovo interessanti coloro che
forzano tali meccanismi di valorizzazione artificiale, possibilmente
dall'interno, ma come ho detto è una battaglia, in un libro phaidon,
Arte concettuale, l'autore raccontava come, in molti casi, gli artisti
che brigavano per combattere i meccanismi economici dell'arte, per
questioni politiche, abbiano ottenuto solo di sparire. Kosuth poi, in
un suo saggio, chiarisce di voler trasformare il collezionista in una
specie di supporter, uno che sgancia per la sua bella faccia, con poco
più di un sentito grazie come tornaconto, ma sappiamo tutti che poi i
suoi statements li ha scritti col neon, in una maniera che più
fighetta non si potrebbe.
Quello che permette ad Hans Haacke di fare quello che ha fatto è una
cattedra, così per esempio Pietroiusti (un tipo strepitoso!), se non
ci fossero stati finanziamenti statali, borse di studio ecc ecc la
storia dell'arte del dopoguerra sarebbe stata sensibilmente diversa e
più piccola.
L'ultima cosa poi ammutolisco, promesso. Il nuovo fenomeno del
collezionismo è il design, iniziano ad essere frequenti le gallerie
specializzate, sulla falsariga della galerie Kreò di Parigi, che
commissiona pezzi speciali in edizioni limitate e fa mostre che alla
fin fine è capzioso definire mostre di design (è appena uscito un
libro skira, una guida per collezionisti di questo genere), i prezzi
sono molto più accessibili di quelli dell'arte, ma già esiste chi
batte all'asta poltrone Stealth di Newson per un milione e mezzo di
euro.
Succede perchè c'è una quantità enorme di designer, e molti di questi
hanno comportamenti quasi indistinguibili da quelli degli artisti, in
quanto veicolano significati indistinguibili da quelli dell'arte
contemporanea, così come succede il contrario, anche con
l'architettura. Poco tempo fa Alessandro Mendini, un tipo che è
architetto, ma è noto come designer e fa l'artista quando ha voglia, a
piacer suo, e va bene così, scrive una lettera aperta ad Abitare in
cui chiede che venga ritirato un certo pezzo proprio dalla Kreo, si
trattava di uno sgabello realizzato iniettando con della plastica la
carcassa di un vitello, opera di, posso sbagliare, Julia Lohmann.
La signora ha risposto che il vitello era già morto e che il motivo
che l'ha spinta a fare questa cosa era dimostrare come il nostro
vivere quotidiano sia supportato da un gran quantità di carcasse
animali, ma la loro trasformazione rende questo fatto accettabile,
mentre nel suo sgabello il rapporto tra materia viva e suppellettile è
reso manifesto, rendendolo invece disturbante, tale dichiarazione ha
fatto rientrare la polemica. [per chi non lo avesse visto chiarisco
che lo "sgabello" in questione, è un affare nero e fusiforme che non
avrebbe stonato sul set di alien, dove la traccia animale è data dalle
costole a vista sui fianchi, in questo senso l'unico motivo per cui
quello è uno sgabello è che fortunatamente, l'atto di sedersi consiste
nell'appoggiare il culo, per essere più chiari, quella è una scultura,
all'inverso salire in groppa al David non ne fa una seggiola da
arbitro di tennis.]
>
>
> Bhè, spero di non aver fatto casino!!
>
> :D
>
> Luigi
Spero vivamente altrettanto, con qualche dubbio, da ora per qualche
giorno mi metto in stand-by.
Kilroy.
p.s. madonnina! Il prezzo del pane è salito un casino! Forse è per
questo che preferisco parlare di circensi.
>
>
>
>> -----Messaggio originale-----
>> Da: aha-bounces at ecn.org [mailto:aha-bounces at ecn.org] Per
>> conto di kilroy
>> Inviato: mercoledì 29 ottobre 2008 19.18
>> A: List on artistic activism and net culture
>> Oggetto: Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto
>> che è aumentato il prezzo del pane ?
>>
>>
>> Il giorno 28/ott/08, alle ore 20:23, franca.formenti3 ha scritto:
>>
>>> beh non direi proprio troll e secondo me ciò che scrivi è
>> interessante
>>> perchè fa sorgere dei dubbi ,almeno a me.
>>
>> ti ringrazio.
>>>
>>>
>>> sono d'accordo sul concetto della qualità, ciò che mi
>> chiedo spesso è
>>> se alcuni generi d'arte riescano ad essere visti come una
>> garanzia sia
>>> per il collezionista che per il gallerista .
>>>
>>> non fraintendermi però non sto parlando della solita storia
>> dell'arte
>>> incompresa etc ,sto parlando di un linguaggio che ha grandi
>> difficoltà
>>> ad essere decifrato.
>>
>> Ti rispondo come posso, cioè scrivendo una paccata di roba,
>> mi dispiace, ma stiamo trattando una questione tosta, spero
>> che si capisca che io non sto avvallando le distorsioni del
>> mercato dell'arte, ma ritengo indispensabile capire come funziona.
>>
>> La Vettese in un suo saggio scrive (scusa se non cito, ma non
>> ho i miei libri) che il rendimento medio di un investimento
>> in arte è circa del 6%, a dimostrare che se una persona
>> normale volesse fare soldi l'ultima cosa che dovrebbe fare è
>> comprare lavori, gli conviene quasi fare conto arancio; il
>> suo discorso verte sul fatto che il motivo per cui un
>> collezionista compra non è spiegabile in termini
>> esclusivamente economici e dice anche una cosa estremamente
>> interessante per me, ovvero che quella del collezionista è
>> una malattia psicologica, con tanto di nome scientifico,
>> aggiunge anche che un collezionista come si deve compra anche
>> cose che gli piacciono, scommettendo su se stesso, sul suo gusto.
>> Per quanto ne so io, il modo migliore per investire in arte è
>> riconoscere un Guttuso al mercato delle pulci (cosa successa
>> a qualcuno che conosco), comprare un lavoro minore di un
>> morto, perchè la quotazione è stabile, o girare per gli studi
>> di quelli sfigati nella speranza di individuare qualcuno che
>> la sfiga non se la merita, come è successo a Saatchi, che
>> sarà brutto e cattivo ma l'occhio lungo ce l'ha, visto che ha
>> comprato dei Damien Hirst per poche centinaia di sterline in
>> un momento in cui lo studio nemmeno ce lo aveva e faceva
>> crescere le farfalle accanto al letto, per poi rivendergli
>> gli stessi lavori a centinaia di volte il prezzo due anni fa,
>> cioè quasi quindici anni dopo.
>> Se non si è capito, chi fa speculazione in arte non è certo
>> chi si può permettere spese umane, molto spesso sono le
>> stesse case d'asta a comprarsi da sole i lavori per alzare le
>> quotazioni con i loro propri buyer che fanno finta di essere
>> misteriosi spendaccioni venuti da lontano, e questo avviene
>> quasi sempre nel secondo mercato, cioè quando l'artista ha
>> già venduto; è proprio Hirst il tizio che ha cominciato a
>> farci qualcosa, il primo artista, che io sappia, che abbia
>> cercato di manipolare oltre che essere manipolato, compiendo
>> qualcosa che se mezzo mondo non stesse morendo di fame,
>> sarebbe anche divertente, mi riferisco al teschio, il famoso
>> gioiello in platino rivestito di diamanti di cui uno da 40
>> carati, che ha commissionato ai gioiellieri della corona e
>> che ha pagato 17 milioni di sterline, rivendendolo a 50, il
>> suo pensiero era chiaro, come fai a moltiplicare il prezzo di
>> qualcosa che di per se vale un vero sproposito, qualcosa che
>> da solo, durante la sua manifattura, ha alzato sensibilmente
>> il valore del diamante sul mercato? (Eppure c'erano tre
>> compratori in lizza, i loro conti in tasca se li saranno
>> fatti...) Quelli che comprano gli Staccolanana alla
>> televisione non fanno testo, così come non fa testo un
>> corniciaio che si trasforma in gallerista, quest'estate ho
>> assistito ad un vernissage in cui oltre al gallerista c'ero
>> solo io, in un posto provinciale, che vendeva appunto un
>> sacco di lavori minori di gente famosa e morta, il target era
>> ovviamente il piccolo, misero, dentista che vuole mettere in
>> studio un bozzetto di Merz fatto durante una sbronza, o uno
>> dei duecento miliardi di schifano che sono in circolazione
>> perchè marietto nostro, doveva dare da mangiare al King Kong
>> che portava perennemente in groppa.
>> Per rispondere più precisamente alla tua domanda, si, certo
>> che ci sono generi che offrono più garanzie di altri, è il
>> motivo per cui più girano soldi e persone interessate in un
>> ambiente, più un gallerista si può permettere di fare delle
>> cose lontane da quelle che ho appena descritto, più è
>> possibile per un artista proporre lavori di difficile
>> interpretazione, ma più che di difficile interpretazione io
>> direi difficile vendibilità.
>>
>> Molti lavori sono costosi in quanto hanno una fattura
>> complicata, molti altri possono essere venduti solo come
>> testimonianza fotografica di un lavoro invendibile, da qui la
>> proliferazione di stampe lambda, certo dai tempi di smithson
>> ne è passata d'acqua, ma rimane molto più facile vendere la
>> pittura, o gli studi, i bozzetti ecc ecc. ad esempio Christo
>> si è pagato "the gates" vendendo progetti e bozzetti ai
>> collezionisti per diversi milioni di dollari. Certe volte
>> questo materiale è volutamente concepito per essere venduto,
>> altre è cooptato con un processo di feticizzazione in cui,
>> cose appartenute ai pezzi grossi vengono trattate come opere
>> quando non erano intese come tali, chessò, conosco una che ha
>> riconosciuto la firma di Picasso su un fazzoletto
>> scarabocchiato, dato da Pablo come mancia in trattoria... o
>> ancora personaggi come Beuys, il cui atteggiamento faceva sì
>> che praticamente qualsiasi cosa che avesse mai maneggiato
>> fosse autenticabile. Ed è inevitabile che ci sia uno scontro
>> nei fatti, un incartamento, artisti furbi (senza dare al
>> termine accezione negativa) confezionano le loro cose in modo
>> da manifestare, combattere questo stato di cose, il quale
>> peraltro non ha solo a che fare con il mercato, ma anche con
>> la reificazione di se stessi e per me soprattutto con il
>> conferimento sociale dell'autorità, molti si lamentano del
>> fatto che l'arte parli troppo spesso di arte, che si stia
>> trasformando sempre più in un metalinguaggio, ma questo
>> succede da tempo, mi viene in mente "erased De Kooning
>> drawing" di Rauschemberg, il lavoro di Sherrie Levine e di
>> molti altri, ma non mi sogno nemmeno di pensare che questo
>> sia un esercizio sterile perchè quelli bravi possono, con un
>> unico gesto, fare la loro critica istituzionale e veicolare i
>> propri significati in modi stupefacenti,
>> penso a Felix Gonzales Torres. Una gallerista becera di Bologna,
>> che vende praticamente solo Transavanguardia mi disse che un
>> mucchio di caramelle non si vende e un quadro si, e io gli
>> risposi che se le caramelle fossero state fatte a mano
>> dall'artista sarebbe stato molto diverso, FGT le ordinava a
>> chili e sceglieva il colore della carta, e chi compra un suo
>> lavoro si paga il diritto di farlo a sua volta, le caramelle
>> sono lì per essere mangiate così non sono feticizzabili per
>> se stesse, invece è ciò che le caramelle significano a
>> contare, il significato eucaristico, la tragica perdita
>> dell'amato, una cosa davvero bellissima.
>> Tuttavia il caso più eclatante credo sia Tino Sehgal, che di
>> fatto vende autentiche... scrivo una nota per chi non sapesse chi è:
>>
>> Sehgal viene dal teatro, i suoi lavori sono quasi registici,
>> delle persone vengono ingaggiate per assumere comportamenti
>> vari secondo sue istruzioni, sono cose che hanno un certo
>> fascino, io ho assistito una volta. Ebbene Sehgal vieta la
>> riproduzione fotografica della performance, così si può solo
>> assistervi in galleria, oppure comprare un bel papier che
>> contiene le istruzioni per rieseguirla con altre persone e in
>> mancanza dell'autore, nel papier sono specificati anche i
>> modi di pagamento dei figuranti, che non devono essere pagati
>> meno di un tot, magari un tot collegato con il salario minimo
>> di un attore teatrale.
>>
>> Beh insomma questo signore è meglio non metterlo in vendita a
>> Mondovì o ad Ariccia o a Macerata, per intenderci, ma questo
>> fatto ha poco o nulla a che fare con la sua interpretabilità,
>> che è relativamente nulla, in quanto quello che fanno e
>> dicono i figuranti è piuttosto nonsensical, ha invece a che
>> fare con la sua immaterialità, perchè è molto difficile far
>> crepare d'invidia la zia Genoveffa con una pila di fogli
>> notarili, se la vuoi sbalordire devi imbastire uno spettacolo
>> a spese tue.
>>
>> Per questo io apprezzo questo tizio, dimostra di aver capito
>> come funziona il meccanismo alla perfezione, lo fotte alla
>> grande, e si gode gli articoli di pezzi grossi come Carboni
>> che prendono spunto dal suo lavoro per parlare di
>> immaterialità nell'arte. Per me, se siamo d'accordo che gli
>> Hacker sono quelli del MIT degli anni '50, quelli del libro
>> di Stephen Levy, e l'hack è slang per "soluzione elegante",
>> allora permettetemi, Tino Sehgal è un Hacker.
>>
>> mamma mia, sono spompato!
>>
>> K.
>>
>>>
>>> lascio perdere il mio recente interessamento al mondo dell'economia
>>> ,visto con occhi diffidenti però,perche mi sembra di essere fuori
>>> luogo.
>>> f
>>>
>>>
>>> ---------- Initial Header -----------
>>>
>>>> From : aha-bounces at ecn.org
>>> To : "List on artistic activism and net culture"
>> aha at ecn.org
>>> Cc :
>>> Date : Tue, 28 Oct 2008 19:50:23 +0100
>>> Subject : Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
>>> aumentato il prezzo del pane ?
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>> Adesso io comincio seriamente a sentirmi un troll, dato che sono
>>>> inscritto qui da anni, dall'inizio, e non mi sono mai
>> fatto sentire,
>>>> mentre in questo periodo scrivo due lettere al giorno. Ma non posso
>>>> fare a meno d'interloquire perchè effettivamente provo piacere nel
>>>> farlo e l'altra ipotesi consiste nel tornare all'altro pc e
>>>> continuare
>>>> a fare i simpatici tutorial di un simpatico cad meccanico, con
>>>> relativa sofferenza delle gonadi.
>>>>
>>>> prometto che sarò bre...
>>>>
>>>> Difficile trovare una definizione esaustiva di arte da
>> darti, come ha
>>>> chiarito Walburton (non ricordo il titolo, einaudi
>> grigio), ne clive
>>>> bell, ne teorie istituzionali, ne le somiglianze di famiglia di
>>>> Wittgenstein possono dirsi definizioni a prova di bomba,
>> sono tutte
>>>> fallaci e inesaustive, ma c'è un'espressione invece che per quanto
>>>> filosoficamente inaccettabile, a me è sempre servita più di tante
>>>> altre: "l'arte puzza di qualità" credo che sia stato
>> Lawrence Wiener,
>>>> che pure di filosofia se ne intende, o forse proprio per questo, a
>>>> dirlo.
>>>> Per me questa espressione è importante perchè spiega più di mille
>>>> parole tutto il fascino poetico che può assumere il lavoro di una
>>>> persona, il lavorio intellettuale che scatena, il contatto che crea
>>>> con l'osservatore, la capacità sintetica, mitopoietica e
>> mistica che
>>>> avviene ogni qual volta qualcuno di noi sedicenti artisti (se-
>>>> dicente,
>>>> che se lo dice da solo) realizza qualcosa e lo chiama lavoro, opus,
>>>> qualunque forma assuma.
>>>> Quello che è importante è la qualità, quello che conta è il lavoro
>>>> (dico lavoro perchè mi fa schifo il termine opera, gli
>> inglesi dicono
>>>> artwork, che ha la forma neutra che servirebbe), non conta un cazzo
>>>> nient'altro, tanto meno il sistema dell'arte, flash art, il white
>>>> cube, i curatori e quant'altro, al massimo sono situazioni
>> che si può
>>>> scegliere di sfruttare in funzione del lavoro.
>>>> Ci sono persone, artisti, che hanno fatto qualche cosa di grande
>>>> all'interno di questo sistema, altri che l'hanno lambito e vi sono
>>>> rimasti finchè ne hanno avuto voglia e anche altri che
>> l'hanno fatto
>>>> in manicomio, Wolfli per citare il caso più famoso. Per ognuno di
>>>> costoro, nei distinti ambiti, c'è una massa di gente che,
>> spiace per
>>>> loro, spiace per me se scoprissi di farne parte, non ha un cazzo da
>>>> dire, la loro roba non puzza! E badare, c'è un motivo ben
>> preciso
>>>> per
>>>> cui non si parla di profumo bensì di puzza.
>>>> Ho un amico, un artista bravissimo che invece usa dire "lui non ce
>>>> l'ha" ad indicare una mancanza di qualcosa di non specificato,
>>>> un'ellissi che non si può colmare, ma che tutti capiscono
>> benissimo
>>>> di
>>>> fronte a qualche lavoro schifoso. Un'ellissi peraltro,
>> circolare (!)
>>>> perchè se la potessimo colmare, rimarrebbe solo la
>> definizione senza
>>>> il soggetto, ovvero esiste l'arte finchè può sfuggire ad una
>>>> definizione, se il mio amico usasse un miracolo semantico per
>>>> riempire
>>>> i puntini, la borsa degli strumenti intellettuali e tecnici a
>>>> disposizione dell'arte sarebbe chiusa, e noi sappiamo che così non
>>>> sarà finchè esisterà un uomo con la sua parte destra del
>> cervello in
>>>> funzione.
>>>> Avevo promesso che sarei stato bre.. (si ma l'argomento è
>> una bomba,
>>>> quindi la brevità è relativa) quindi non vi annoierò con un'altra
>>>> storia che mi è sempre servita ad orientarmi, quella della
>> "sfida al
>>>> labirinto", di Calvino e anche di Alain Robbe-Grillet, mi
>> piacerebbe
>>>> essere sollecitato per questo, piuttosto faccio una chiosa sul
>>>> termine
>>>> "framed".
>>>> Nel momento in cui si dice che l'arte è tutto ciò che non
>> può essere
>>>> incasellato, si da una definizione semplicemente troppo larga e
>>>> permeabile, anche questa è inesaustiva, molte cose sono
>> indefinibili
>>>> senza essere arte necessariamente, ma quando si parla di frame,
>>>> l'ambiguità è ancora peggiore, perché è proprio il concetto di
>>>> framework a permetterci molto spesso un minimo di discernimento
>>>> (cercare conceptual framework su wikipedia per una
>> schiarita), ovvero
>>>> quella cosa, anch'essa misteriosa e profondamente ambigua che ha
>>>> permesso all'arte del '900 di essere quella che è stata, con i suoi
>>>> alti e bassi, a permettere quella sospensione del giudizio, che
>>>> trasforma una lattina in scultura, o concede ad una persona di
>>>> amputarsi in pubblico senza che venga chiamata immediatamente la
>>>> neuro.
>>>>
>>>> Ora posso venire in Scandinavia anch'io?
>>>>
>>>> kilroy
>>>>
>>>> Il giorno 28/ott/08, alle ore 17:08, Luigi Pagliarini ha scritto:
>>>>
>>>>> rientro ora dall'inverno danimarchese...
>>>>> peccato che non abbia più potuto seguire i threads della
>> rivoluzione
>>>>> studentesca...
>>>>> ma credo che nel pomeriggio, dovremmo arrivare ad una (pseudo)
>>>>> definizione.
>>>>> bello sto thread.
>>>>> mi piacerebbe partecipare con una delle mie "pillole di
>>>>> saggezza" (gadda
>>>>> 2008 :-).
>>>>> tradotto, una stronzata.
>>>>> ma insomma rigà: che cazzo è st'arte?
>>>>> parlo di quella con la A che quella con la a o con la T non
>>>>> m'interessano,
>>>>> nun me regge la pompa.
>>>>> è, a mio avviso, tutto ciò che non può essere inscatolato.
>>>>> e per "inscatolato" intendo intrappolato, framed, o quello che
>>>>> volete/emo.
>>>>> ma non vuole dì 'contenuto'.
>>>>> ora, se mai c'avessi preso, ne consegue che una buona
>> opera d'arte
>>>>> può
>>>>> essere tranquillamente recensita (o pubblicizzata?) in flashart (o
>>>>> altri
>>>>> editoriali più o meno lobbistici e più o meno leccaculi) ma,
>>>>> viceversa,
>>>>> quest'ultima non è tale per via del fatto che vi è apparsa.
>>>>> detto ciò, prometto che torno al più presto in scandinavia...
>>>>> :-)
>>>>> Luigi Pagliarini
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>> -----Messaggio originale-----
>>>>>> Da: aha-bounces at ecn.org [mailto:aha-bounces at ecn.org] Per
>>>>>> conto di kilroy
>>>>>> Inviato: martedì 28 ottobre 2008 15.40
>>>>>> A: List on artistic activism and net culture
>>>>>> Oggetto: Re: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che
>>>>>> è aumentato il prezzo del pane ?
>>>>>>
>>>>>> Mi fa piacere che ogni tanto qui si parli d'arte, perché è
>>>>>> uno dei miei argomenti preferiti. Sono un lettore di Flash
>>>>>> Art (mea culpa, mea maxima culpa), ma lo ero anche di Tema
>>>>>> Celeste prima che chiudesse, do un'occhiata a mousse, mi
>>>>>> piace parkett, e anche una rivista polacca che si chiama
>>>>>> piktogram, adesso con la cenere in testa non potrei scrivere,
>>>>>> quindi farò ammenda dopo. Quello che dimentica Mimmo di
>>>>>> Caterino è che Flash Art è una attività commerciale, e che
>>>>>> quindi accusare Flash Art di essere un'attività commerciale o
>>>>>> di trattare l'arte come un'attività commerciale risulta
>>>>>> piuttosto sterile. Mi sembra di non sostenere niente di grave
>>>>>> se dico che da che mondo è mondo fare l'artista è un lavoro e
>>>>>> che i primi speculatori risalgono all'ottocento, quando i
>>>>>> mercanti degli impressionisti tenevano nei depositi i quadri
>>>>>> per far aumentare la domanda e quindi il prezzo (cfr. il
>>>>>> sistema dell'arte, F. Poli, laterza), ora, prima che Di
>>>>>> Caterino dichiarasse "non pitto più" aveva già dichiarato "io
>>>>>> i miei quadri li regalo...", quando ho letto tale cosa ho
>>>>>> pensato di chiedergli un paio di decine di tele in regalo,
>>>>>> perchè (fatemi calare un attimo nei panni del bastardo,
>>>>>> richiederà 5 secondi : ), se 1) i quadri fossero buoni,
>>>>>> proverei a rivenderli, il che proietterebbe il suddetto nel
>>>>>> sistema suo malgrado e 2) se facessero schifo, come Politi
>>>>>> sostiene, basterebbe una bella mano di bianco, con quello che
>>>>>> costano le tele...
>>>>>>
>>>>>> Dunque, una volta un mio caro amico qui inscritto mi disse,
>>>>>> dopo essersi rifiutato di mettere in vendita un video in una
>>>>>> galleria berlinese, di non voler ridurre artatamente (uso
>>>>>> l'avverbio non a
>>>>>> caso) il numero di copie di un suo lavoro per far si che
>>>>>> avesse una quotazione di mercato, che era la condizione
>>>>>> essenziale dell'ingresso in galleria, lo fece citando niente
>>>>>> di meno che Ivan Illic, tanto per capire l'area culturale
>>>>>> della persona. Ero più ingenuo di ora e gli risposi qualcosa
>>>>>> a favore del mercato, al che lui mi disse una cosa che ho
>>>>>> subito appoggiato e che appoggio tuttora, cioè che non si può
>>>>>> negare che il sistema dell'arte, proprio perché dominato
>>>>>> dalla speculazione non faccia emergere quelli bravi
>>>>>> (sottintendendo anche che c'è anche molta merda, ovvio), e
>>>>>> aggiunse che per fare i film di Matthew Barney erano stati
>>>>>> necessari molti soldi, una produzione quasi hollywoodiana che
>>>>>> senza fundraising e senza la galleria Sonnabend non si
>>>>>> sarebbero potuti trovare. Ne io ne lui siamo collezionisti,
>>>>>> non abbiamo il milione di euro per comprarci una copia di
>>>>>> Cremaster, ma ci piace, e molto; allo stesso tempo siamo
>>>>>> abbastanza schizofrenici da considerare ingiusto fissare
>>>>>> artificialmente il prezzo del nostro lavoro... dunque
>>>>>> giudicateci pazzi ma:
>>>>>>
>>>>>> FOOLS RUSH IN WHERE HACKERS CAN'T THREAD
>>>>>>
>>>>>> Il giorno 28/ott/08, alle ore 08:20, franca.formenti3 ha scritto:
>>>>>>
>>>>>>> mah anche su questo sono dubbiosa, che l'arte apprezzata e
>>>>>>> comprata
>>>>>>> oggi poi domani non la ricorderà nessuno non mi sembra proprio
>>>>>>> vero.
>>>>>>> che poi esistano artisti che non sono all'interno di un
>> sistema
>>>>>>> per
>>>>>>> vari motivi ,perciò non riconusciuti apprezzati e comprati
>>>>>> questa è un
>>>>>>> ' altra storia ancora.
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Infatti, tanto che per capirlo basta guardarsi indietro, la
>>>>>> storia dell'arte è piena sia del tipo A che del tipo B, con
>>>>>> la differenza che di solito quelli bravi del secondo tipo
>>>>>> subiscono una rivalutazione postuma o in extremis, penso a
>>>>>> Carol Rama, grande artista ingiustamente ignorata dal mercato
>>>>>> per decenni (la qual cosa non gli ha tuttavia vietato di fare
>>>>>> nasino nasino con gente del calibro di Man
>>>>>> Ray) che a 80 anni si vede di colpo salire alla ribalta e
>>>>>> giustamente ha detto "Cazzo! ve ne potevate accorgere prima!"
>>>>>>
>>>>>> saluti
>>>>>>
>>>>>> Kilroy
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> come non credo alla bolla del boom del mercato
>> dell'arte,a quelle
>>>>>>> cifre da capogiro di acquirenti sconosciuti che
>> acquistano opere
>>>>>>> da
>>>>>>> 100 milioni di sterline?
>>>>>>> sarà che sono stata abituata a ragionare con documenti alla
>>>>>> mano, più
>>>>>>> che da salotto sono da tribunale e questa cosa comincia a
>>>>>> suonarmi un
>>>>>>> pò storta.
>>>>>>> non mi interessa di base ,credo in altro ma ho la vaga
>>>>>> impressione che
>>>>>>> abbia un effetto mediatico di rincoglionimento generale.
>>>>>>> sarà che quando la gente sente parlare di soldi, tanti
>>>>>> soldi ..gli si
>>>>>>> comincia ad offuscare il cervello e a perdere lucidità.
>>>>>>>
>>>>>>> f
>>>>>>>
>>>>>>> ---------- Initial Header -----------
>>>>>>>
>>>>>>>> From : aha-bounces at ecn.org
>>>>>>> To : "List on artistic activism and net culture"
>>>>>> aha at ecn.org
>>>>>>> Cc :
>>>>>>> Date : Mon, 27 Oct 2008 20:03:00 +0000 (GMT)
>>>>>>> Subject : R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
>>>>>> aumentato
>>>>>>> il prezzo del pane ?
>>>>>>>
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>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>> Mimmo, esiste l'arte ufficiale e l'arte d'avanguardia.
>>>>>>>> l'arte ufficiale è inevitabilmente collusa con il mercato.
>>>>>>>> l'arte d'avanguardia disprezza il mercato.
>>>>>>>> l'arte ufficiale è l'arte oggi riconosciuta, apprezzata e
>>>>>> comprata,
>>>>>>>> ma domani non la ricorderà nessuno.
>>>>>>>> chi nega questa verità ha solo interessi da difendere.
>>>>>>>> abbi pazienza.
>>>>>>>>
>>>>>>>>
>>>>>>>> --- Lun 27/10/08, mariopesceafore at lifegate.it
>>>>>>>> <mariopesceafore at lifegate.it
>>>>>>>>> ha scritto:
>>>>>>>>
>>>>>>>> Da: mariopesceafore at lifegate.it <mariopesceafore at lifegate.it>
>>>>>>>> Oggetto: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
>>>>>> aumentato il
>>>>>>>> prezzo del pane ?
>>>>>>>> A: aha at ecn.org
>>>>>>>> Data: Lunedì 27 ottobre 2008, 17:33
>>>>>>>>
>>>>>>>> PROLOGO
>>>>>>>>
>>>>>>>> Direttore Politi,
>>>>>>>> al solito le scrivo per manifestarle la mia totale
>>>>>> dipendenza da lei
>>>>>>>> e dal suo prodotto editoriale, al quale non riuscirei a
>>>>>>>> rinunciare
>>>>>>>> per niente al mondo, divertentissima la sua ultima
>>>>>> newsletter, lei è
>>>>>>>> la dimostrazione iperreale che la comicità italiana lungi
>>>>>> dall'essere
>>>>>>>> in crisi, senza ironia mi sento di potere affermare
>> che lei è la
>>>>>>>> risposta nordica al nostro Totò principe del Rione
>> Sanità, al suo
>>>>>>>> confronto Massimo Boldi è molto meno di una scorreggia in moto
>>>>>>>> perpetuo verso l'infinito cosmico ed in procinto di
>> dissolversi.
>>>>>>>>
>>>>>>>> INIZIO O INDIZIO?
>>>>>>>>
>>>>>>>> Leggo con grande divertimento la sua newsletter, dove lei
>>>>>> costruisce
>>>>>>>> una polemica artefatta e di fatto inesistente con Guido
>>>>>> Santevecchi
>>>>>>>> giornalista del Corriere della sera, polemica fondante sul
>>>>>> milione in
>>>>>>>> più o in meno su di un Warhol, venduto o svenduto?
>>>>>>>> Da suo grande consumatore, non posso non notare come sia
>>>>>> lei da più
>>>>>>>> di quarant'anni a costruire castelli polemici per aria
>>>>>> miranti solo a
>>>>>>>> declamare le lodi del mercato dell'arte, ragion per cui, ben
>>>>>>>> venga
>>>>>>>> Piero Mieli che da trent'anni a questa parte, giustamente,
>>>>>> chiude la
>>>>>>>> porta in faccia alle sue autorevoli ma molto
>> ripetitive ed un pò
>>>>>>>> noiose opinioni.
>>>>>>>> Opinioni, che sappiamo bene entrambi, mirano a raccogliere le
>>>>>>>> briciole di tutti gli introiti che girano intorno al mercato
>>>>>>>> dell'arte facendo sistema.
>>>>>>>> Perchè ogni tanto, non si occupa anche del mercato reale,
>>>>>> smettendola
>>>>>>>> di vessare chi in buona fede consuma e legge la sua
>>>>>> rivista e la sua
>>>>>>>> newsletter?
>>>>>>>> Studenti di Accademie, sotto la pressione bigotta di certi
>>>>>> maestri di
>>>>>>>> laboratorio, in piena recessione economica, continuano a
>>>>>> spendere sei
>>>>>>>> euro bimensili per la sua rivista sperando di
>>>>>> migliorarsi, per farlo
>>>>>>>> cenano con un panino alla mortadella piuttosto che con
>> una pizza
>>>>>>>> margherita, lo fanno solo per rincorrere sogni dettati da miti
>>>>>>>> indotti e false rappresentazioni, ancora non hanno capito
>>>>>> che lei è
>>>>>>>> il fautore della frustrazione che stordirà la loro
>>>>>> creatività come ha
>>>>>>>> già fatto con i loro maestri.
>>>>>>>>
>>>>>>>> EPILOGO?
>>>>>>>>
>>>>>>>> Quarantuno anni che sostiene lo stesso argomento, in permanente
>>>>>>>> conflitto d'interessi con il suo pubblico consumante, editore,
>>>>>>>> giornalista, curatore e gallerista, insomma il suo
>>>>>> argomento è fare
>>>>>>>> propaganda a sé ed al suo mercato dalle pagine della
>> sua rivista.
>>>>>>>> Questo è il volto dell'editoria specializzata d'arte
>>>>>> contemporanea in
>>>>>>>> Italia? Mi perdoni ma preferisco di gran lunga Guido
>>>>>> Santavecchi, che
>>>>>>>> non so chi cazzo sia, ma solo per questo merita un encomio.
>>>>>>>> Ho visto e compreso di tutto in questa mia vita da lettore
>>>>>> e feroce
>>>>>>>> consumatore di Flash Art, al punto che non mi meraviglierei se
>>>>>>>> vedessi in futuro lei o qualcuno dei "suoi" disquisire sul
>>>>>>>> mercato
>>>>>>>> dell'arte da improbabile esperto senza competenze
>> nella prossima
>>>>>>>> ArtVerona, un ulteriore voce che parla in virtù dei propri
>>>>>> interessi
>>>>>>>> (di mercato s'intende).
>>>>>>>>
>>>>>>>> Nessuno, da Cagliari, con accento Napoletano.
>>>>>>>>
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