[aha] video LEGAMI a FuturoRemoto
Luigi Pagliarini
luigi a artificialia.com
Mar 1 Dic 2009 00:57:15 CET
*LEGAMI*
Installazione di Robotica d'Arte
VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=srdHnydABbw
concetto, progetto e parte della realizzazione: /Luigi Pagliarini /
progetto e gran parte della realizzazione:/ Mr. BD/
gran parte del circuito elettrico:/ Andrea Bonazzelli/
video girato e montato da/: Mr. B.D. e Luigi Pagliarini/
musica del video: /Andrea Gabriele/
un grande aiuto nell'installazione: /Antonio Tempesta /e/ Maria Teresa
Pica Ciamarra /
un ringraziamento particolare/: Angela Palma e Francesco De Matteis/
un ringraziamento speciale ai nostri/: Amori/
dedicata alla/: Natura /
LEGAMI, progettata e realizzata per Futuro Remoto 2009 (/..e creò il
Robot a sua immagine e somiglianza/, Città della Scienza, 19 Novembre
2009, Napoli), è un'installazione di Robotica d'Arte che si presenta
come un'opera semplice ed ironica ma, al contempo, intrisa di
significati ed invocante una riflessione adeguata sui rapporti tra
essere umano, tecnologia e natura.
A partire dall'utilizzo dell'opera d'arte 'Fatherboard, the Superavatar'
viene inscenato un robot-ciclista impegnato in un'azione ecologista
estrema e paradossale: sostenere la sopravvivenza di una piantina
attraverso un'attrezzatura molto sofisticata.
L'installazione si presenta con un automa in bicicletta (il tutto in
dimensioni reali) che al passaggio dei visitatori si mette in azione
pedalando all'indietro. Una scelta che è sicuramente da interpretare ma
che già suona come una presa di distanza da toni eccessivamente
tecno-trionfalistici, fatto tra l'altro testimoniato dall'utilizzo, in
buona parte, di materiale di riciclo. In sintesi, ovunque all'interno
dell'opera è espresso un richiamo ad un approccio alla tecnologia e allo
sviluppo tecnologico eco-sostenibili. Del resto la presenza stessa della
bicicletta è simbolo di una richiesta del cambio nello stile di vita che
superi concezioni "Futuriste" e che si esprima attraverso una mobilità
sostenibile. E, probabilmente, non a caso, sullo scarpone dell'automa
campeggia la targa 'NO OIL', simbolo di riferimento per movimenti in tal
senso attivisti quali /Critical Mass/.
Tuttavia il centro gravitazionale dell'opera è e resta una piantina (di
Zamia), posta sia al centro della sala espositiva - e di conseguenza
dell'attenzione - sia al centro dello sforzo tecnologico realizzato. C'è
un volersi pronunciare a favore dell'ecosistemicità. Difatti, troppe
volte e soprattutto in ambito tecnologico avanzato osserviamo un
atteggiamento contraddittorio in cui, magari, esiste un richiamo
all'ecologia ma poi trionfa il "più è tecnologicamente avanzato e più è
interessante". Ciò, purtroppo, è vero sia in ambito artistico che in
campo scientifico. Viceversa, quest'opera sembra reclamare che andrebbe
preso seriamente in considerazione l'indice di eco-sostenibilità della
ricerca in qualsiasi dominio.
Esteticamente l'installazione richiama in un qualche modo Duchamp e
s'accosta a movimenti quali il Cyberpunk e la Kinetic Art mentre,
cinematograficamente, richiama memorabili cartoni animati quali /Wall-e/
e /Belleville Rendez-vous/ (Appuntamento a Bellville). Ma oltre a ciò si
confronta direttamente e sorprendentemente con /2001: A space odyssey/
(2001: Odissea nello spazio), di Stanley Kubrik, reinterpretando la
figura del "Totem" visto non più un artefatto ma come la stessa natura.
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