[aha] MANIFESTO DEL DOPOFUTURISMO
lo|bo
lo_bo at ecn.org
Sun Jan 25 00:22:55 CET 2009
> A me, onestamente, sembra un'iniziativa dal fiato corto e
> para-nostalgica; pensavo fosse finita l'era del redigere manifesti più
> o meno complessi e produrre artisticamente poco e nulla.
Certo redigere manifesti a poco senso, ma io la vedo diversamente in
questo caso. Questo è un manifesto che ricalca esattamente quello
marinettiano e che è evidente non ha lo stesso obiettivo che può avere
quello di una avanguardia. Avanguardie non ce ne sono più, e c'è da
chiedersi se un manifesto abbia senso, ma questo non ha l'idea di essere
il manifesto di una avanguardia, come pare dai contenuti.
> singolare che sembra venire messo in discussione: il concetto di futuro
> che è stata la grande intuizione estetica di Marinetti. Perché nel
> manifesto di Marineti emerge tra le righe il concetto che lo scopo
> dell'avanguardia è la negazione di ciò che c'è stato prima (il futuro
> è, prima di tutto, assalto al passato). Il (contro)manifesto di Berardi
> è una presa di posizione politica che artisticamente purtroppo non dice
> nulla... ci dovremmo rimettere tutti a scrivere quartetti d'archi e
> dipingere nature morte ;-P ?
Non so, a me pare che in questo deturnament (cmq una provocazione) del
manifesto originale si voglia più mettere in discussione il concetto di
velocità e un'idea di sviluppo tecnologico positivista e deterministica
legata ad atteggiamenti macho virili del futurismo. Si propone una
critica politica e sociale, attraverso un uso poetico del linguaggio.
Non mi pare un'analisi sociale scontata se lo si legge tra le righe, ed
è ancora più evidentee se lo si confronta con quello originale. Non mi
sembra ci sia un inneggiare al ritorno al passato.
Però non mi pare che nel manifesto di Marinetti ci fosse una indicazione
artistica specifica e anzi che pure in quello ci fosse una evidente
presa di posizione politica. Poi i futuristi dal punto di vista della
"produzione" artistica non è che siano stati così dirompenti mi pare,
quasi tutti dipengevano quadri (anche belli, per carità ma sempre
quadri, anche nature morte e paesaggi in realtà) e cmq per me il loro
maggiore contributo è stato teorico e letterario.
Poi effettivamente bisognerebbe capire che si intende per artistico, per
politico e "produzione".
--
[IIIII] lo|bo
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