[aha] offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio...
Dedalus
dedalus at autistici.org
Thu Jan 29 11:04:25 CET 2009
On Thu, 29 Jan 2009 10:14:50 +0100, Domenico Quaranta <qrndnc at yahoo.it>
wrote:
> giordano bruno non voleva finire sul rogo, eppure ha scritto cose per
> cui non ci voleva molto a capire che si sarebbe trovata l'inquisizione
> in casa. se l'è cercata? quello che credo dovremmo difendere non è
> l'opera, è il principio. è troppo comodo dire "accetto la censura
> perché questa è cattiva arte, sterile provocazione, etc.", come sotto
> sotto fate sia te che dedalus.
Perdonami ma credo di aver espresso un'opinione completamente diversa
(tanto "sopra sopra" quanto "sotto sotto" ;-)). E provo ad esporla
nuovamente.
Ho specificato, credo, abbastanza chiaramente che la censura non è
tollerabile in alcun modo, a prescindere dal contesto, dall'opera etc. etc.
Se però evitiamo di dividere il mondo in libertari e censori, borghesi e
non borghesi possiamo provare a portare il ragionamento un po' più in là.
Senza presunzione di dare delle confortanti risposte certe.
La mia ipotesi è che un'artista (ma non solo) sa bene quale sarà la
portata provocatoria del proprio lavoro, in relazione al framework in cui
lo va ad inserire.
Nel momento in cui sappiamo che la nostra opera andrà incontro a
repressione - perché questa è la mia impressione: che la censura
difficilmente arriva inattesa - che senso dare al meccanismo che andiamo
innescando? Spesso il meccanismo lo si innesca per rivelare lo status di
tabù di alcuni argomenti, altre volte invece si vuole concentrare
l'attenzione sulla repressione in sé. Facciamo insomma che la censura sia
un momento "catartico" :-)
Venendo all'opera incriminata, di cui ripeto non entro nel merito perché
non la conosco, ammetterai che censure ad opere che trattano il tema della
religione sono state all'ordine del giorno negli ultimi anni, e questo è
certamente un fatto indiscutibilmente grave, e su cui è necessario
costruire ed attivare una reazione politica e culturale adeguata. Solo che
leggere nel comunicato ufficiale che l'artista è "rimasto molto sorpreso e
amareggiato dalla severità del provvedimento preso nei miei confronti,
perchè l'intenzione ed il messaggio di tutte le mie opere non è mai stato
un messaggio anti-cattolico, anticlericale o blasfemo" mi lascia, come ho
già detto, perplesso.
Resto perplesso per varie motivazioni:
1) quanto la censura sortirà un effetto sulla reazione antirepressiva?
2) quanto l'artista si è messo veramente in gioco? Citi Giordano Bruno, ma
il paragone mi sembra un po' azzardato. Lì lui rischiava il rogo, qua
l'artista cosa rischia? Credo nemmeno la denuncia in quanto la
responsabilità è dell'ente organizzatore.
Conosco poco il lavoro di Solmi e per quel poco che lo conosco lo apprezzo.
Le mie perplessità non sono indirizzate a lui né tantomeno a giustificare
la censura per opere di "cattiva arte".
Solo mi piacerebbe veder lavorare sul meccanismo censorio in maniera più
incisiva e creativa, tutto qua. ;-)
Un salut',
D.
>
> ciao carissimi!
> d
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