[aha] offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio...
Domenico Quaranta
qrndnc at yahoo.it
Thu Jan 29 13:28:04 CET 2009
Ciao Dedalus,
> difficilmente arriva inattesa - che senso dare al meccanismo che
> andiamo
> innescando? Spesso il meccanismo lo si innesca per rivelare lo
> status di
> tabù di alcuni argomenti, altre volte invece si vuole concentrare
> l'attenzione sulla repressione in sé. Facciamo insomma che la
> censura sia
> un momento "catartico" :-)
su questo sono pienamente d'accordo con te. Non ho idea se Solmi, con
quella dichiarazione, abbia peccato di ingenuità o si sia dimostrato
semplicemente, come dicono dalle mie parti, una "faccia di tolla".
Al contempo, non si può pretendere che un'opera potenzialmente
censurabile sia, al contempo, un'opera sulla censura. Il meccanismo
che tu illustri (faccio un'opera che sicuramente verrà censurata;
quindi focalizzo il meccanismo della censura e cerco di indirizzarlo)
non deve necessariamente appartenere a un'opera che magari vuole
essere tutt'altro; sicuramente, non siamo legittimati a pretendere
questa abilità strategica da un bravo disegnatore. Preferisco pensare
che la provocazione, per quanto cosciente, certo voluta e forse
addirittura pensata a scopo promozionale, fosse dettata da un'altra
necessità interna all'opera - e che l'artista avesse tutto il diritto
di portarla avanti senza preoccuparsi che la sua opera venisse
sequestrata, a fine fiera.
Detto questo, la tua riflessione è senz'altro produttiva (nel senso
che, invocando per un'opera d'arte uno sviluppo che quasi sempre
manca, implicitamente può essere all'origine di un'opera in cui questo
sviluppo è presente). Quindi, se l'invio in lista di questo articolo
sarà all'origine di un lavoro di les liens invisibles sulla censura,
lo riterrò già un bel guadagno!
>
> Resto perplesso per varie motivazioni:
> 1) quanto la censura sortirà un effetto sulla reazione antirepressiva?
> 2) quanto l'artista si è messo veramente in gioco? Citi Giordano
> Bruno, ma
> il paragone mi sembra un po' azzardato. Lì lui rischiava il rogo, qua
> l'artista cosa rischia? Credo nemmeno la denuncia in quanto la
> responsabilità è dell'ente organizzatore.
mi sono permesso di citare Giordano Bruno solo dopo aver citato il
travestito e la ragazzina in minigonna. il problema non è cosa rischia
l'artista. Può anche non rischiare niente e addirittura guadagnarci
molto (quanti gli compreranno i suoi disegni PROPRIO IN QUANTO sono
stati censurati?) Il problema è capire cosa rischiamo NOI ogni volta
che un prete dice che cosa i nostri occhi possono vedere, e che
un'autorità civile gli da ascolto. Luisa ha citato il caso Serrano, in
effetti non lo vedo molto lontano dal nostro. Serrano è senz'altro un
provocatore di professione, ma non è questo che importa. Ciò che
importa è che il caso Serrano, negli Stati Uniti, è stato all'origine
di un periodo di oscurantismo da cui si è usciti a fatica
un abbraccio!
d
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Domenico Quaranta
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