[aha] geoblog percorsi-emotivi.org
shun
shunmax at libero.it
Fri May 1 15:40:20 CEST 2009
Martedì 10 marzo è stato presentato in conferenza
stampa, presso l'Urban center di Bologna, il geoblog percorsi-emotivi.org
di seguito riporto una sintesi del progetto che
voglio sottoporre a questa lista invitando alla
pertecipazione, all'appropriazione, al
detournamento, alla contaminazione (immagino
quanto fruttuosa potrebbe essere quella con Bologna Città Libera...)
ogni tipo di suggerimento/porposta/critica/commento è ben accetto
Disegnare una mappa emotiva di Bologna
Il geoblog
<http://www.percorsi-emotivi.org/>www.percorsi-emotivi.org,
nasce a partire dalle riflessioni e dalle
proposte elaborate dal
<http://www.iger.org/mappeurbane-d-30.html>Laboratorio
Mappe Urbane, uno dei gruppi di ricerca attivi
allinterno della
<http://www.iger.org/>Fondazione Istituto Gramsci Emila-Romagna.
La proposta è di far dialogare i cittadini di
Bologna con la mappa elettronica della loro
città, dando modo a quanti la consultino di
inserire, su un punto specifico della mappa, un
loro pensiero, una loro proposta, un loro ricordo suscitati da quel luogo.
Si costruirà così anche una fonte di informazioni
preziose per aumentare la conoscenza della
percezione dei luoghi e di come essi sono vissuti
dai loro abitanti. Un indicatore delle molte
identità che abitano le nostre strade, delle loro
diverse aspirazioni, bisogni, ma anche di ciò che esse hanno in comune.
L'obiettivo è poter disegnare con gli utenti del
sito un'organizzazione spaziale ed estetica più
rispondenti ai loro bisogni e ai loro desideri e
che possa essere offerta come stimolo delle
politiche urbanistiche della città e dei quartieri.
Mappe emotive
La geografia postmoderna ha elaborato una critica
della cartografia tradizionale, in particolare
della riduzione di complessità che essa opera a
partire dalla struttura di potere che la genera.
Ma non ha offerto una metodologia alternativa per
la rappresentazione cartografica dello spazio
urbano fondata su questa consapevolezza critica.
Questo progetto fa riferimento a tre matrici
teoriche che possono contribuire alla definizione
di un produttivo rapporto tra la percezione
soggettiva della città e la sua rappresentazione.
Alcune esperienze che hanno tentato di costruire
delle mappe emotive della città vanno ricercate
in ambito artistico, a partire dallesperienza
surrealista che ha guardato alla città come ad un
luogo del meraviglioso, liquido nutritivo e
ambiente generatore di incontri e di scoperte. E
dal surrealismo, passando attraverso lesperienza
lettrista e situazionista, che si è cominciata a
elaborare una rappresentazione dello spazio in
base alle emozioni che esso provoca sugli affetti
di chi lo vive o lo attraversa. Le metodologie
della deriva e della deambulazione hanno cercato
di rendere la mappa della città più sensibile
alla percezione soggettiva e sensoriale, ponendo
le basi della cosiddetta psicogeografia e di
numerose esperienze artistiche contemporanee che
si sono esercitate sulla costruzione delle mappe
emotive della città (tra le più significative,
cfr. il progetto Cychopolis di
<http://www.mlutyens.com/Site/home.html>Marcos
Lutyens a Cagliari, e il progetto
<http://www.biomapping.net/>Biomapping di
<http://www.softhook.com/>Christian Nold). Il
paesaggio urbano muta continuamente in base agli
affetti, agli stati danimo e alle pratiche che in esso si svolgono.
Queste esperienze forniscono un suggestivo punto
di osservazione del territorio urbano come
agglomerazione di flussi ed emozioni generate da
pratiche, movimenti e passioni che rovescia
completamente qualsiasi geometrica assialità. Il
limite di queste esperienze sta nella
«naturalizzazione» del rapporto tra
percezione-emozione individuale e territorio
urbano che tende a marginalizzare le mediazioni culturali che lo informano.
Sul piano della città percepita, linsegnamento
di Kevin Lynch ha fornito una metodologia che ha
formalizzato alcuni protocolli cognitivi della
percezione dello spazio urbano. Le persone si
formano mappe mentali dei luoghi utilizzando un
insieme di elementi di base: percorsi, bordi,
distretti, nodi, punti salienti o pietre miliari.
Lynch non si è limitato a proporre questa
classificazione, ma attraverso interviste che
verificavano la concreta e soggettiva percezione
della città ha cercato di costruire un «indice di
immaginabilità», vale a dire ha tentato di
individuare la qualità di un oggetto fisico che
produce nell'osservatore un'immagine forte e
vivida. Lintento di Lynch era quello di
utilizzare la percezione per retroagire sulla
pianificazione urbana e sullarchitettura, nel
tentativo di scegliere forme adeguate a rendere
semplice lorientamento e riconoscibile il
proprio ambiente. Questa formalizzazione dei
processi cognitivi che governano la percezione
dello spazio è stata utilizzata per creare modelli urbani sulla rete web.
Un terzo riferimento teorico che contribuisce a
definire lapproccio alle mappe emotive della
città è quello di Michel de Certau che ha messo a
confronto due modelli di razionalità. La
razionalità di tipo strategico, quella esercitata
dai grandi attori della trasformazione urbana che
dispongono di risorse normative, materiali e
simboliche, viene messa al servizio del
perseguimento di determinati scopi di
amministrazione, pianificazione e intervento
sulla città. La cartografia tradizionale è figlia
di questa razionalità strategica che fa della
città un oggetto sul quale dispiegare una
determinata logica operativa. A questo modello di
razionalità si contrappone la razionalità di tipo
tattico, vale a dire una razionalità che opera
dentro lo spazio definito dalla strategia, senza
che tuttavia questultima sia in grado di
definire compiutamente le possibilità di scelta
nella fruizione della città e nella propria
collocazione e movimento in essa. Proprio
dallestrema varietà di risorse umane e
semiotiche messe a disposizione dagli odierni
spazi urbani nasce la possibilità di costruire
propri percorsi, mappe di orientamento che
dipendono dalle proprie proiezioni soggettive.
Questo approccio ha il pregio di non separare la
città vissuta soggettivamente da quella
oggettivata dalle pratiche amministrative e di
intervento, ma trova proprio nellincontro, nel
conflitto, nella negoziazione tra queste due
logiche il proprio piano di analisi. Offre
inoltre utili tracce per la definizione delle
categorie della precomprensione urbana, il modo
cioè di analizzare le forme dello spazio, sulla
base di analoghi modelli di analisi delle forme
del discorso (linguistica) o dellinconscio (psicanalisi).
Con questo approccio non si corre il rischio di
naturalizzare la città e i soggetti che la
abitano e la attraversano, ma la si riconosce
come prodotto dellimpiego strategico di risorse
di potere. Si pongono insomma delle domande che
mirano al riconoscimento delle logiche che
ispirano le scelte (non solo la ricostruzione di
un tracciato di percorsi, ma uninterrogazione
sui motivi che hanno portato a quei percorsi) e
si situa lindagine al livello della presenza
corporea dei soggetti. In questa prospettiva,
l'attività cognitiva non si fonda semplicemente
sulla manipolazione di simboli, ma ha le sue basi
nel sistema senso-motorio. La cognizione è dunque
embodied, incorporata, cioè nasce
dall'interazione tra l'organismo e l'ambiente, ed
è situata, cioè radicata in contesti reali (Bateson).
La redazione di percorsi-emotivi
Il lavoro della redazione si articolerà essenzialmente in due funzioni.
La prima sarà quella di agire da filtro rispetto
agli interventi degli utenti che verranno
ricevuti sotto forma di richiesta di pubblicazione.
Lunico criterio guida per la selezione dei
materiali da pubblicare sarà la loro congruità con le finalità del progetto.
Nessun intervento di editing precederà invece la
pubblicazione e ciò per non inficiare la
genuinità dei contributi che deve necessariamente
passare anche attraverso la soggettività stilistica.
La seconda funzione della redazione sarà quella
di costruire un archivio di materiali (testi,
esperienze, resoconti di progetti legati al
territorio urbano, ecc.), non necessariamente di
recente produzione, e ciò con lo scopo di
garantire una continuità nellaggiornamento del
sito, soprattutto nella fase di lancio.
Larchivio e le associazioni
Larchivio, inoltre, attraverso la specifica
modalità della sua costruzione, avrà uno scopo
ancor più rilevante: far fronte, per quanto
possibile, allinevitabile problema
dellautoselezione dei partecipanti. Qualsiasi
sperimentazione su internet, infatti, soprattutto
quando basata sullinvito agli utenti alla
partecipazione e allautoespressione (in questo
caso percezioni e vissuto dei luoghi), si scontra
con le selezione implicita dei propri
interlocutori di cui si proietta un profilo
fortemente dipendente da alcune specifiche
variabili sociologiche come il genere, letnia,
il livello di scolarità e di alfabetizzazione informatica.
Se la mera disponibilità dellaccesso alla rete,
che ha prodotto la vecchia distinzione tra gli
have e gli have nots, centrale nel dibattito
sul divario tecnologico fino alla fine degli
anni 90, risulta oggi sempre meno rilevante
ancor più in una città come Bologna dotata di un
numero significativo di punti daccesso pubblici
non sono però trascurabili le differenze nei
diversi usi che di internet si fanno. Si è
passati dalla consapevolezza dellesistenza di un
divario a quella di divari multipli e di
conseguenza alla necessità di aggiungere a una
misura di accesso esclusivamente polare
(have/have nots) degli indicatori duso legati ai
più diversi stili e finalità di navigazione in
rete (Hargittai). Fra questi indicatori, risulta
cruciale per il nostro progetto, il supporto di
reti sociali ossia il poter contare e chiedere
aiuto e informazioni a familiari, amici, colleghi
e associazioni o sportelli istituzionali.
Laspettativa di partecipazione di utenti
appartenenti alle molte diversità presenti a
Bologna, non sempre avvezze allutilizzo del
mezzo, non può essere alta se ci si affida al
solo invito diretto (la semplice esistenza del
sito e la pubblicità che se ne può fare), ma
deve passare dal coinvolgimento di quegli attori
(associazioni che lavorano con i migranti, con le
donne in situazioni di disagio, con i senza
fissa dimora, i centri sociali anziani, le
scuole, ecc.) che, grazie al forte radicamento
territoriale e alla loro esperienza, hanno già
creato un canale comunicativo privilegiato con loro.
Stabilire dei legami con reti sociali già
consolidate, può fungere da stimolo e fornire il
supporto necessario a coinvolgere chi è più
svantaggiato nella comunicazione e nondimeno
portatore di una preziosa diversità desperienze,
prospettive e dunque narrazioni possibili, che è
negli intenti del progetto far emergere.
Postazioni pubbliche
Una postazione pubblica per la consultazione e la
pubblicazione su percorsi-emotivi è presente
allinterno
dell<http://www.urbancenterbologna.it/>Urban
Center Bologna e altre sono in corso di attivazione.
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