[aha] scusate dimenticavo

agne se aaagneees at gmail.com
Thu May 21 11:47:09 CEST 2009


=) dimenticavo l'appello,
ecco!


*Appello del Centro Sociale Cantiere per la costruzione di uno spezzone
precario, meticcio e metropolitano:*

 Viviamo in un mondo globale e in un continente organizzato attorno a
metropoli diffuse, multiculturali e ricche di differenze.

Nella società che lascia la disciplina alle spalle, preferendo il controllo
e imponendo l'autocontrollo, la precarietà della vita gioca un ruolo sempre
piu' centrale nella configurazione del comando, dello sfruttamento,
dell'economia e della gerarchia sociale.

La “condizione migrante” non può più essere trattata alla stregua di una
delle tante facce della precarietà eppure non possiamo nemmeno ritornare a
parlarne soltanto come un paradigma del carcere diffuso, del confine che si
sposta, della cancellazione dei diritti.

Sempre più forti sono le due opposte tensioni: quella del potere, che vuole
gestire una guerra tra sfruttati per conquistare le briciole o anche
soltanto per non perdere nel proprio immaginario un ruolo sociale diverso
dagli ultimi degli ultimi e quella dell'autoorganizzazione e della
determinazione a vivere nel presente, qui ed ora, delle comunità migranti e
della nostra generazione meticcia.

A partire dal 20 settembre è cominciata una corsa senza fine. La rabbia è un
sentimento incontenibile, per chi non vuole essere nè indicare martiri, ma
non dimentica Abba perchè ama la vita, fino all'ultimo. Eppure il 20
settembre è la rabbia che prende parola e diviene rivoluzione: questo è
l'unico modo di descrivere quegli istanti in cui la polizia è in fuga, dopo
tanti anni a Milano e ad inseguirla è l'emergere di qualcosa di nuovo. Fino
ad allora pochi a soffiare sul fuoco della dignità, pochi a scegliere di
alzare la testa propria ed altrui, dal giorno dopo una ciurma sterminata di
sociologi e politici hanno affrontato la questione con il tono di chi sa
come organizzare e gestire. I riflettori si sarebbero spenti presto, se
fosse dipeso dall'attenzione dedicatagli dal corriere della sera, ma la
generazione precaria e meticcia non si è fermata per un istante: l' Onda è
un fatto che ha tutti i colori della pelle, non solo perchè i cortei sono
stati dedicati ad Abba, ma perchè i cordoni e le prime file, ma anche le
code dei serpentoni sterminati che difendevano la scuola pubblica, erano
pieni di persone che parlavano italiano, ma come seconda lingua, prima
l'inglese, l'arabo, il cinese, lo spagnolo...Si potrebbe dire che tutto
questo era previsto... era tempo che parlavamo di un mondo che cresceva
nelle viscere delle nostre città.

Ma è successo anche qualcosa di più e diverso, un mondo disgraziato,
l'inferno della divisione internazionale del lavoro, ha fatto
prepotentemente irruzione: Palestinesi, emigrati oramai venti o trenta anni
fa, arabi di tutti i paesi con cui la nostra civiltà convive da quasi due
millenni hanno rappresentato la vera voce, forte e impossibile da non
ascoltare contro la guerra e i massacri di Gaza, hanno riportato al centro
l'indignazione contro la barbarie della guerra, alcuni anni dopo la
mobilitazione globale per Afghanistan e Iraq. Anche la rivolta per la
dignità dei rifugiati milanesi e la lotta che portano avanti con il Comitato
di sostegno ci parla di questo: un mondo che prepotentemente irrompe nelle
nostre strade e ci parla dei bisogni primari come il cibo e la casa, di come
non vi sia possibilità di vivere senza tutto ciò. Per paura di questo mondo
i paesi Europei tentano di scaricare il problema in Libia, pur sapendo fin
troppo bene verso quale destino rimandano tutte quelle persone che tentano
di raggiungere le nostre coste.

Il 23 maggio saremo in piazza in un corteo migrante e antirazzista, con uno
spezzone precario, meticcio e metropolitano, perchè un'altra volta ancora le
strade di questa città siano libere dall'ansia e dalla paura securitaria,
libere dall'angoscia prodotta dal potere per nascondere l'incapacità di
gestione della crisi, perchè un'altra volta possa prendere parola con i suoi
versi e i suoi linguaggi, al ritmo globale dell'hip hop la generazione
meticcia e metropolitana.
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