[aha] nel movimento

nura la beduina nuratafeche a tiscali.it
Mer 21 Ott 2009 01:28:29 CEST


dopo una chiacchierata con lo|bo mi sono decisa a inoltrarvi questo 
breve articolo uscito su A rivista


*Nuove forme di lotta*
Ripensare le forme della comunicazione, orientarsi verso un'espressione 
performativa di liberazione, proporre e realizzare nuovi interventi di 
strada.
Soprattutto all'estero è una realtà concreta dal Pinkarnival al Rhytms 
of Resistance o alla Pink Samba Band.

Forse ci stiamo rendendo conto che "rivendicazione" non è più la sola 
parola che contraddistinguerà le nostre lotte. "Ingegnoso e creativo" 
sono quei due aggettivi che possono evocare e suggerire tanto di più 
quella nuova forma di protesta incisiva e trascinante, che ci piacerebbe 
vedere nelle nostra strade.
Molti dei facili commenti distruttivi a questo genere di proposta è che 
"la politica è una cosa seria". Ma anche la noia lo è. Una gioiosa 
resistenza. Le forme di protesta e di opposizione che stanno evolvendosi 
in mezzo mondo, puntano i piedi sull'estrema necessità di ripensare le 
forme della comunicazione, una conquista. Collettivi molto radicati 
propongono tattiche inesplorate nelle strade durante cortei 
anti-capitalisti con una passione differente e veramente coinvolgente, 
magari anche con riferimenti più pungenti e sotterranei.
Dal Pinkarnival al Rhytms of Resistance o Pink Samba Band, le 
manifestazioni e le iniziative sono orientate verso un'espressione 
soprattutto performativa di liberazione, febbricitante e massiccia, pink 
block quasi a identificare l'entusiasmo della sovversione nel colore 
rosa shocking o colori simili, nelle piume delle maschere e nei corpi 
danzanti che vogliono offrire una critica alternativa, mobile e non 
violenta, occupando e muovendo lo spazio intorno. Apparirà sorprendente 
vedere che attraverso il ritmo di samba si possa essere magari più 
comprensibilie che in questo modo la forza di comunicazione si mostri 
più ludica, più estroversa e quindi più avvicinabile, come soprattutto 
il movimento LGBITeQueer, senza precedenti sta dimostrando, senza aver 
paura di perdere una austera determinazione e voglia di fare LA Rivoluzione.
Esempi sono il Catania Pride 2009 o i Carnival Bloc di Barcelona nel 
2001 o meglio le dimostrazioni di Rhytms durante le manifestazioni 
NoBorder, scrivendo nero su fucsia giganti slogan come Queer without Border.
Come anche il Carnevale della Plaine che si svolge da anni in un 
quartiere popolatissimo di Marsiglia, prendendosi argutamente gioco 
della goffa esibizione clericale, facendo vivere con spirito libertario 
un senso nuovo di appartenenza ai luoghi, specie quando sono nucleo di 
grande fertilità culturale. Una sorta di normalizzazione inversa quella 
di Marsiglia, in cui le grandi azioni di rivendicazione in strada sono 
esattamente ciò che ci si dovrebbe aspettare. Il sabotaggio, il 
capovolgimento e l'esasperazione del significato e di archetipi fin 
troppo noti può determinare un'esplosiva empatia.

*L'ironia colpisce duro*

Tutto questo necessita sicuramente di uno sforzo in più, ossia non è più 
solo valida la critica al massimo sistema ma anche lo studio rivolto 
verso di esso, la profonda consapevolezza dei più sordidi meccanismi, 
come propone il lavoro del collettivo canadese Adbusters (distruttori di 
pubblicità), una rete di artisti, studenti hacker, scrttori ecc.il cui 
lavoro è volto a sviluppare un nuovo movimento di attivismo sociale, 
attraverso riviste articoli e documentari. Non è sensazionalismo, è 
invece l'atteso entusiasmo che ora esplode e viene riconosciuto come 
l'inizio di un percorso in cui la creatività si fonde con la conoscenza 
e l'informazione. Ma ora, tutto questo ha per fortuna ancora bisogno di 
fare strada.
Un esempio molto calzante sono le e i Radical Cheerleadears, un gruppo 
nato in Florida che ben presto si è allargato in tutti gli Stati Uniti, 
la cui estetica è data dalla riappropriazione dei comunissimi stereotipi 
della fluorescente ragazzetta coi pon-pon che saltella cantando gli 
slogan delle parate, totalmente sovvertito.
gli attivisti e le attiviste Radical scendono per le strade 
trasformandosi in agitatori urbani armati di calzoncini fucsia e 
gonnelline attillate,destabilizzando la comune percezione della cheerleader.
Ovviamente, l'ironia è ciò che più colpisce duro, lo stravolgimento del 
suo immaginario commmerciale.(chiunque negli USA, sa cosa rappresenta la 
cheerleader per la società americana, il posto che ricopre una di quelle 
figure del benessere sociale delle tragicamnete definte "apparentemente 
tranquille" provincie degli Stati Uniti)
la contraddizione è fortissima e allo stesso tempo molto attraente,
lo fa capire uno dei cori più significativi dei Radical:

*Resist!*
*R* is for Revolution!
*E* is for Everybody!
*S* Subvert the system!
*I* Ignite debate!
*S* We're gonna Smash the state!
*T* we're gonna Tear it down!

Un anno dopo le rivolte argentine, i passionari YoMango, volando tra 
Barcellona e Buenos Aires durante il periodo natalizio, propongono delle 
danzerecce turniche electro-tango nei corridoi dei supermercati, in cui 
un allungamento di mano durante il ballo per intascarsi una bottiglia di 
champagne, passa totalmente inosservato. Finite le danze, la festa si 
sposta solitamente negli uffici di qualche banca importante della città, 
danzando, inondando e urlando "que se vayan todos!", riferendosi alla 
crisi economica argentina del 2001,alle multinazionali, ai politici e 
alle banche.

*Vestiti con scolapasta e boa di struzzo*

Un'esperienza importantissima di cui ormai forse si è anche già 
raccontato troppo ma che riesce comunque bene a convicere nella sua 
"prepotenza" esplosiva. La rete di eco-rivoluzionari antiautoritari 
"Reclaim the Streets". Un movimento molto eterogeneo con una spiccata 
attitudine DIY grazie anche ad un How-To pubblicato sul sito di come 
organizzare un evento di reclamo della strada nella propria città. Vera 
e propria rivendicazione, sottoforma di pura espressione artistica, 
culturale, sociale e urbana.
RTS è attivismo unito da un'affinità elettiva tramutata da protesta in 
grande festa di strada: una sorta di carnevale urbano caratterizzato da 
un'attitudine non violenta e largamente argomentata (spesso gli eventi, 
a seconda della predisposizione verso una tale protesta, hanno preso 
nomi come Carnival against Capitalism, Reclaim the Future, altri erano 
rave e altri blocchi stradali alla Critical Mass).
La socialità che portava RTS ha avuto una grandissima risonanza, perfino 
in Africa e Australia; in Italia un avvenimento simile si è visto nel 
novembre '99 (probabilmente molte azioni si proponevano, tra le altre 
cose, di coinvolgere quanti più vecchietti residenti nel quartiere per 
il supporto a costruire piste ciclabili).
Rimanendo nel "movimento dal colore rosa", è necessario soffermarsi su 
un piccolo passaggio, la Clandestine Insurgent Rebel Clown Army (CIRCA) 
che è forse uno dei discorsi più lunghi e interessanti degli ultimi anni.
Piccoli o oceanici gruppi di persone vestite con scolapasta e boa di 
struzzo rosso caricano la gente di allegria di fronte a schiere anonime 
e ingrigite di polizia in assetto antisommossa, spesso riproducendo 
spavaldamente il comportamento del soldatino in divisa, ma provocando e 
cercando una reazione positiva e complice. CIRCA ha una profondissima 
analisi e sottile ironia che crea dei legami di comprensione infiniti.
Il continuo bisogno di confronto e di emulazione rende la Clown Army uno 
degli esperimenti dialettici e creativi più riconosciuti, dal Brasile 
alla Danimarca. Tutto ciò si basa su un terreno molto complesso: una 
critica all'estetica del potere connessa alla spettacolarità di un 
linguaggio diretto e teatrale decisamente ridicolo, con dei risultati 
disarmanti nella loro semplicità. Per questo l'esercito si è visto un 
po' dappertutto anche in situazioni molto dure, dai tesissimi giorni di 
Rostock al g8 di Gleaneagles del 2005. Questo riesce comunque a non 
interferire nel modo di fare azione diretta non violenta e comunicare 
con una enorme forza (ultimi avvistamenti dei nasi rossi sono stati i 
giorni di strasburgo, durante le enormi proteste contro la NATO, in cui 
quasi tutti i clown dell'esercito sono stati fermati dalla polizia 
francese e dispersi durante il corteo, impedendogli la non violenta 
parata verso il centro della città).

*Il ritrovamento della socialità*

Questo è tutto ciò che succede per il mondo. E ora finalmente 
l'ispirazione è arrivata fino a qui. La voglia di sperimentare è 
cresciuta spontaneamente come in un orto umido di pioggia. E da qui è 
nato Sciame, insofferenti come milanesi e pungenti come un insetti, una 
sgangherata banda di gente che sopporta la città attuale, ma alllo 
stesso tempo ha scelto di interrompere e interferire in un'attesa, un 
momento di pigrizia e di affievolimento generale.
La rivendicazione dello spazio e della dimensione del quartiere, una 
delle migliori qualità che si sta perdendo a Milano, è il ritrovamento 
della socialità, della collettività in piazza.
I gesti possono essere semplici e molteplici, una ciclofficina 
itinerante, un mercato del baratto del buon cibo biologico mescolati con 
la curiosità dei residenti del quartiere provenienti in realtà da ogni 
parte del mondo, racchiusi o meglio, liberamente profusi, in una piazza 
qualsiasi. Volti sempre alla creazione di Zone temporaneamente Autonome, 
a volte armoniche, se di mezzo c'è un coro itinerante che attraversa le 
vie della città distribuendo testi dei canti e volantini che 
interferiscono nella politica di oppressione.
I concetti non sono diversi e cambiati, dalle proposte già sfruttate del 
vecchio Bey o Debòrd, non è nulla di nuovo. Ma volte che il desiderio di 
convivialità diventi tanto più forte da scavalcare la paura della 
legalità e della realizzazione pratica, permettendo un gioco di ingegno 
e una sperimentazione che riesce a liberarsi dagli schemi.
L'attitudine è cambiata. Perché il bisogno è cambiato.
La realtà è nelle strade e là viene vissuta. Il desiderio di Sciame è 
soprattutto quello di sperimentarsi e fare il passo successivo 
raggiungendo davvero l'esterno, tenendo un piede nella realtà e uno nel 
sogno, nel gioco della rivendicazione dello spazio comune; nel 
capovolgimento di ciò che è percepito come "normale e comune" e ciò che 
invece è considerato "esagerato e grottesco" e mescolarlo insieme.
La conclusione probabilmente si ripone nel quesito che propose Roland 
Barthes, che viene utilizzato nel famoso libro sulla 
comunicazione-guerrilla come incipit: "la migliore sovversione non 
consiste forse nel distorcere i codici, anziché distruggerli?".

*
*

*post s:
Che cosa è lo Sciame*
Sciame è un gruppo di persone, singole o provenienti da diverse realtà 
dal cuore libertario come Scighera e Torchiera,che si è unito con il 
desiderio di fondersi con il tessuto urbano,occupando uno spazio e un 
tempo per creare una nuova convivialità di piazza, senza lasciarsi 
troppo intimorire dalle liberticide formalità legali.
Sciame vive solo nelle strade, talvolta in coro e armoniche a bocca nei 
cortei, in quartieri periferici e multiculturali con aperitivi 
autogestiti, ciclofficine,mercatini, e in tutti i modi possibili che si 
possono inventare per ritrovare la socialità nella sua espressione più 
libera e spontanea.
Lo Sciame non arruola, non marcia,non sta composto è una disarticolata 
sintonia di rumori.


per il momento non aggiungo nulla di più a ciò che é già scritto,é una 
panoramica e un'occhiata di riguardo
ma spero si possa sviluppare un dialogo,semmai possa essere utile e 
cercare di materializzarlo (magari anche in ahackitude)
con anche la speranza di riformulare e sperimentare nuove modalità anche 
qui, a milano soprattutto, e nel movimento
vedremo! insieme...



-- 
jalla!

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