[aha] R: Da G20 Toronto
bellafonte a libero.it
bellafonte a libero.it
Mar 29 Giu 2010 12:38:22 CEST
piu' che un comunicato di una mediattivista sembra leggere un articoletto della repubblica... non so ... è questa la sensazione che provo quando sento parlare de "I Black Block" che sono la causa di tutti i pestaggi.
Insomma da quando questo giochetto mediatico è incominciato con il g8 di genova, ne sono vittime soprattutto quelle persone di movimento che credono ancora nella favola degli infiltrati violenti che fanno incazzare la polizia che malmena le donne incinte che volevano manifestare pacificamente.
Boh da una media-lternativ-attivista mi aspettavo altro... chesso' qualche resoconto su che cazzo si erano detti i Big al congresso.
invece sempre critiche preconfenzionate ai ragazzi in nero (se poi qualcuno mi spiega il passo del logo della nike mi sentirei meglio)
ciao!
----Messaggio originale----
Da: info at verdegiac.org
Data: 28/06/2010 13.17
A: "List on artistic activism and net culture"<aha at lists.ecn.org>
Ogg: [aha] Da G20 Toronto
Scusate,
non ho il tempo di rivederlo, ma fatelo circolare per favore.
Qui ci stanno massacrando!
Ale
Dalle
strade di Toronto in rivolta
Come
dicono gli angolfoni, la cacca ha urtato il ventilatore.
Il
billiardo e mezzo speso in misure di sicurezza sta avendo l'effetto
desiderato:
poliziotti
in divisa da robocop, cannoni che assordano, poliziotti e agenti
segreti in borghese, una recinzione da far invidia a Berlino con leggi
speciali per chi si avvicina o la fotografa. Dire che Toronto e'
completamente militarizzata e' un eufemismo.
Come
al solito, i media mainstream ci azzuppano e fanno senzazionalismo. Si
parla dei cosiddetti " professional protesters" e "multi-issue
extremists" come se le sole persone in strada fossero un gruppetto di
terroristi. Logicamente non sprecano nemmeno una parola a parlare delle
esigenze delle comunita’ in lotta che da mesi sono in dialogo per far
sentire la loro voce e che da ieri vengono brutalmente attaccate dalla
polizia.
Nessuno
parla della disoccupazione, degli effetti della crisi, del razzizsmo e
oppressione delle comunita’ indigene in Canada, di coloro che
sostengono gli indios in Sud America e Africa dove le imprese
mineriarie violentano e smembrano le comunita’ (il Canada controlla il
60% dell’industria mineraria mondiale). Nessuno condanna le
persecuzioni sistematiche di attivisti e gruppi opposti alla
collaborazione economica canadese con l’Israele (Toronto la citta’ piu’
antisemita, si dice), o il ruolo delle truppe Canadesi ad Haiti dal
2004 e in Afghanistan dalla guerra, della sottrazione di fondi per il
Gay Pride, dei tentativi di abolire l’aborto o dello scempio ambientale
e alla salute di coloro che abitano e lavorano nelle miniere
petrolifere in Alberta. Non si e’ vista quasi nessuna immagine delle
vecchine in abiti tradizionali che fanno parte della gigantesca
comunita’ tibetana e che sfilavano ieri con altre 20.000 persone (pare
fossero molte di piu’), delle famiglie di rifugiati politici che
rivendicano il diritto di cittadinanza, o della Tent City installata in
un parco in solidarieta’ con i senza dimora fissa.
Per
contrastare l’oltraggio di migliaia di cittadini di Toronto per il
costo del vertice (con quei soldi si poteva ampliare la metropolitana,
per esempio, ma invece hanno tolto i fondi al proggetto) e giustificare
la scelta del governo di Steven Harper, si parla solo di teppismo e
vandalismo. Le foto dei Black Block che distruggono le vetrine e danno
fuoco alle macchine della polizia stanno facendo il giro del mondo ma
nessuno nota il logo della Nike sui vestiti neri del Block, e i media
non si chiedono come mai le auto fossero state lasciate isolate in
strada mentre tutto il resto, inclusi i vasi con le piante, erano stati
rimossi.
La
caccia ai Block e’ stata anche la scusa con cui migliaia di poliziotti
con scudi, manganelli, lacrimogeni e pallottole di gomma hanno
attaccato e massacrato le famiglie che si erano recate nel “pollaio per
le proteste” che era stato scelto come unico luogo dove protestare
legalmente.
Dopo
una serie di piccole manifestazioni relativamente pacifiche nei giorni
scorsi (con una presenza media di 5 polizziotti per participanti), da
ieri, qui regna il caos assoluto. I polizziotti stanno praticamente
arrestando e picchiando tutti coloro che si avvicinano a una protesta o
un’azione (anche se vai in tribunale a cercare quelli arrestati). Tre
ore fa, il conto era di 550 arresti. Entrano nelle case senza mandati e
trascinano via gli attivisti, hanno preso TUTTI gli organizzatori,
anche quelli che si avviavano a fare una conferenza stampa sugli
arresti. Stanno perquisendo i tram, hanno appena circondato il centro
di convergenza degli attivisti e hanno pronti i lacrimogeni. Hanno
anche preso degli avvocati. Ci aspettiamo un raid al media centre prima
di stasera. Le notizie che arrivano sono confuse, e’ difficile capire
se le azioni annunciate sono trappole o vere proteste. Comunque ci sono
migliaia di persone in strada che fanno proteste ovunque, il bike block
(quelli delle bici) si stanno dirigendo verso il centro di convergenza
in assedio.
Ci
criticano giustamente perche’ da ieri parliamo molto della violenza e
non delle ragioni delle proteste ma qui ci stanno beccando uno a uno,
e’ difficile parlare di altro. Volevo scrivere un articolo sui nuovi
discorsi sulla prevenzione delle proteste e sulle nuove logiche
sicuritarie, ma in questo momento, i pochi di noi che non sono gia’
stati arrestati stanno cercando di dar senso a questo caos e dovro’
farlo nei prossimi giorni, se non mi deportano prima.
Per
ora mi limito a dire che se dal terzo Global Forum e da Genova in poi,
questo trattamento per gli attivisti non e’ un’eccezione, io vedo
comunque una differenza tra il passato e oggi. Ai G8 di L’Aquila
avevano una sezione speciale per parlare di nuove tecniche di controllo
delle folle che possono ribellarsi. Il G20 di Toronto raggiunge un
nuovo livello di normalizzazione delle tecniche di prevenzione e
controllo. Immaginate questa citta’ come una grande vetrina per
sfoggiare il potere del governo e le nuove tecniche di sicurezza. I
signori dei G20, rilassati dopo il soggiorno sul lago finto creato per
sfoggiare la natura canadese, sono pronti a fare shopping. Steven
Harper e i suoi amici industriali che hanno collaborato al piano di
sicurezza hanno i saldi pronti. Due al prezzo di uno, venghino,
venghino.
Ma,
in qualita’ di cavie per i nuovi esperimenti, dalle prigioni e altre
zone in assedio, citando uno dei cartelli piu’ visti alle
manifestazioni e uno dei canti piu’ sentiti, continuiamo a dire:
Who’s
streets? Our streets!!!
e
Fuck
fake lakes, save the real lakes!
Alessandra Renzi
alternative media centre Toronto G20
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