[aha] da new entry in lista a riflessioni su AHA
Luisa Valeriani
lvaleriani a fastwebnet.it
Lun 1 Mar 2010 17:05:09 CET
trovo molto stimolante questa discussione tra T_Bazz e gadda. Mi
sembra che offrano opportunità di riflessione per tutti, anche se
l'impressione prevalente, per me, è che qualcosa di importante resti
in ombra. E' vero che altrove la socialdemocrazia si è affermata senza
prevenzioni al fattore k, e che l'anomalia italiana ha spinto verso
posizioni più radicali (detesto la definizione di sinistra estrema...
buona solo per chi deve poi lavorare sul "giusto mezzo" e convincerci
che questo sarebbe una onorevole mediazione...). Così come è vero che
della schizofrenia "uso tattico del partito" siano rimaste vittime via
via nel tempo le ideologie "rivoluzionarie". (Distinguerei in
proposito certe posizioni facenti capo a Tronti da quelle di Potere
Operaio: ma, in questo contesto, si tratta di una sfumatura. Fermi
restando, beninteso, i limiti del leninismo)
Quello che invece mi sembra vada calorosamente sottolineato è che la
situazione attuale, in Italia, non offra più sponde "entriste" dentro
i partiti istituzionali, e tantomeno in quelli "estremisti" (anche
ammesso che, in questi ultimi, la suddivisione delle percentuali in
0,0000...1? mantenga un senso politico al voler utilizzare certe
strutture in modo "tattico").
Semmai, mi sembra che nei partiti "istituzionali" vadano guardate con
simpatia tutte quelle posizioni che lavorano, dal loro punto di vista,
in una prospettiva laica e riformista. Questo non perché pensi che si
possano abbracciare come lista, ma perché già avere in Parlamento
qualcuno che non parla come il papa, appoggia il movimento glbt, e
magari anche l'eutanasia, sia uno schiarimento del buio che ci
opprime. (io stessa ho fatto la campagna per Marino segretario, pur
non identificandomi certo nel PD; e adesso appoggio Luisa Capelli,
Idv, pur non amando Di pietro. E questo senza finalità "tattiche", ma
solo nella convinzione POLITICA che sia meglio poter trattare con
qualcuno di cui condividiamo almeno parte del linguaggio, con qualcuno
che si mostra attento al popolo della rete, ad esempio). Tuttavia,
proprio perché questi partiti "istituzionali" sono inservibili per
una "strategia" politica di mutamento, non sono proponibili come
prospettiva di movimento. Sono al massimo opportunità di blog, liste,
club, in cui dire la tua, tanto per esistere anche lì; sono in qualche
modo riflesso pallido di quanto ciascuno di noi fa avvenire nelle
reti, territori che attraversiamo perché... ci sono anche quelli,
dunque, why not? ma senza illusioni né proiezioni.
A me sembra difficile guardare al mondo politico attuale con una
speranza "entrista" (o tattica, se preferite) . Mi sembra che il
degrado con cui vi viene assunto il senso stesso della parola POLITICA
impedisca di riferirsi ad esso come avremmo fatto una ventina di anni
fa. In questo senso, davvero destra e sinistra si equivalgono, con
interessanti cross-over. Quello che NON ci viene offerto è una
politica seria, responsabile, e soprattutto partecipata. E' colpa
del nano? Non credo proprio. Il nano vince perché il sistema politico
è agonizzante, perché nessuno sa contrastarlo, perché nessuno usa
parole d'ordine vincenti, perché nessuno fa politica davvero, ma tutti
fanno il suo gioco.
Certo, poi c'è la cultura delle reti. Ma proprio perché ce l'ho bene
in mente, proprio perché so che oggi la trasparenza, l'orizzontalità,
la condivisione dovrebbero essere i pilastri di una politica
partecipata, riformatrice, e quindi "di sinistra" (come dicevamo
quando la parola significava qualcosa...), dico che la politica di
oggi non funziona, che occorre una "rifondazione" della POLITICA!
Le varie onde, le varie Anna Adamolo, le azioni di hackeraggio in
diversi modi sono luminose avanguardie, illustrano possibili vie,
praticano possibili metodi: e credo che sia essenziale per tutti che
in lista venga ad esse dato largo spazio, pubblicità, occasione di
discussione, perché in questo vedo occasione di rifondazione politica.
Non dimentichiamo però che l'azione delle avanguardie è profetica,
cioè nel proporsi "fa accadere"; ma come accade appunto nelle
profezie, solo "dopo" vengono riconosciute come tali. In questo senso,
A-H-A si equivalgono, sono tutte forme di avanguardia, e come tali
creative, o artistiche, se preferite. Certamente analizzandole un
giorno si dirà che "hanno fatto accadere"... Ma i processi sono
laboriosi, lenti, più lenti di quanto vorremmo. Intanto, mi sembra che
la cosa più immediata da fare sia far crescere l'onda VIOLA.
saluti a tutt*
lv
Il giorno 01/mar/10, alle ore 13:58, T_Bazz ha scritto:
> gadda1944 at libero.it wrote:
>> Tutto ciò all'estero (con la parziale eccezione della Francia) non
>> è mai stato
>> possibile, perché le ali più estreme della sinistra istituzionale
>> non hanno mai
>> pensato (o non hanno mai avuto la forza) di uscire dai partiti
>> tradizionali
>> (soprattutto socialdemocratici).
>
> beh, diciamo anche che all'estero hanno avuto una storia diversa, e i
> paesi in cui si e' formata una socialdemocrazia stabile, non hanno mai
> avuto la conventio ad excludendum per la sinistra, e in particolare il
> PCI, che c'e' stata in Italia per lungo tempo sin dal 1948!
> e' difficile pensare a una socialdemocrazia stabile in Italia con
> questi
> presupposti e si capisce anche perche' abbiamo avuto una storia di una
> sinistra estrema cosi forte...(non solo per questo, ovviamente, ma
> bisogna osservare che la storia della sinistra da noi nasce gia'
> gravata
> da un'anomalia con poche vie di uscita, schiacciata dall'eredita' del
> fascimo, della guerra fredda, dei rapporti USA-URSS che hanno pesato
> da
> una parte e dall'altra, poi dalla caduta del muro di berlino, ecc).
>
>> Io ritengo che quella tattica in Italia sia ancora almeno
>> parzialmente
>> utilizzabile, nonostante l'imbecillità politica della direzione
>> dell'autonomia
>> italiana (Casarini, Caruso & C), che nel momento dell'indebolimento
>> delle
>> mobilitazioni ha portato anche alcuni di loro a rifluire nel PD.
>
> che e' applicabile sicuramente, ma per arrivare dove?
> sposto l'argomento della discussione verso l'interno e mi chiedo:
> quali
> siano le nostre prerogative a livello politico?
> ci interessa veramente avere una strategia tattica verso la
> sinistra? ne
> abbiamo proprio bisogno? oppure le cose per cui ci battiamo vanno in
> un'altra direzione?
> non che stia qui a spingere una strategie di duri e puri, ma cosa
> vogliamo noi, in quanto AHA?
>
> e' da tanto che ci penso e credo che l'idea di una discussione su
> questi
> punti, gia' proposta in passato sia da me che da te, e anche da altri,
> sia piu' che necessaria per condividere una strategia comune.
> in ogni modo, credo che discussioni come queste debbano essere al di
> fuori di ragionamenti su tattiche politiche (istituzionali - se mi
> passate il termine), ma dovremmo capire semmai perche' continuiamo a
> mettere insieme questi termini: Activism-Hacking-Artivism.
>
> Per me ha un senso perche' li ho messi insieme anni fa e avevo
> un'immaginario in mente (tanto per citare una parola cara a xD ;-)
> Ma cosa significa questa "trilogia" per voi?
>
> Credo che sia ora di condividere piu' profondamente "l'immaginario".
> Poi
> si puo' pensare alle tattiche, ma prima dobbiamo capire dove stiamo
> andando e cosa ci interessa...
> E siccome la situazione e' molto diversa dal 2001, quando questo
> progetto e' nato, e nuove persone sono arrivate a farne parte, credo
> che
> sia necessaria una condivisione dei nostri obiettivi, altrimenti il
> nome
> di AHA diventa un un'etichetta usata perche' sta gia' li' da nove
> anni.
>
> saluti,
>
> T_Bazz
> _______________________________________________
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