<span class="gmail_quote"><br><br></span>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="center"><font style="font-size: 11pt;" size="2"><font face="Arial, sans-serif"><span style="font-weight: bold;">NUOVA
ACCADEMIA DI BELLE ARTI MILANO NABA</span></font></font></p><p style="margin-bottom: 0cm;" align="center"><font style="font-size: 11pt;" size="2"><font face="Arial, sans-serif"><span style="font-weight: bold;"></span>Via Carlo Darwin 20 - Quartiere Navigli
<br></font></font></p><p style="margin-bottom: 0cm;" align="center"><font style="font-size: 11pt;" size="2"><font face="Arial, sans-serif">Mercoledì 5 dicembre
ore 18 AULA MAGNA<br><br><span style="font-weight: bold;">INCONTRO CON ROY ASCOTT: IL MOIST MEDIA E LA
TECHNOETICA</span><br><br>FRANCESCO MONICO presenta ROY ASCOTT, il fondatore
e direttore del programma di ricerca CAiiA, i suoi lavori sono
stati presentati alla Biennale di Venezia e ad Ars Electronica a
Linz. Secondo lui il ruolo fondamentale della sperimentazione
artistica nel campo del digitale e' quello di modificare il rapporto
dello spettatore con l'opera artistica: "<i>Credo che la
comprensione della coscienza di sé sia di grande importanza, sia per
il mondo scientifico che per quello artistico. Si tratta di un
mistero con il quale stiamo ancora lottando. La scienza vuole
spiegare la coscienza, noi artisti, vogliamo esplorarla. Questo puo'
avvenire proprio grazie all' Arte Interattiva che mette colui che
guarda, l'utente, al primo posto. L'utente e' colui che da' inizio a
una sorta di trasformazione delle immagini, e, colui che e' al centro
dell'esperienza percettiva di un sistema interattivo. In questo modo
lo spettatore diventa sempre piu' in grado di trovare se stesso
stabilendo una relazione differente con la propria coscienza</i> ".
Sempre secondo Roy Ascott, l' Arte interattiva modifica anche lo
statuto dell'artista che deve essere anche un ricercatore, in un
certo qual modo un filosofo, questo perche': "<i>Il campo
dell'Arte Interattiva e' un settore emergente della pratica artistica
e che non ha ancora dei confini ben stabiliti come altre forme
d'arte. Per questo motivo il ruolo storico dell'artista si deve
modificare per essere in grado di costruire nuovi mondi e realta'
continuamente trasformabili. Infatti,l'Arte Interattiva, ha a che
fare con sistemi di interazione per lo spettatore, mediati dal
computer, da dispositivi digitali e dalla telematica. A tutto cio',
dobbiamo aggiungere, quella che io chiamo la dimensione della cultura
postbiologica dove i pixel di uno schermo o i dispositivi robotici
informatizzati si incontrano con la dimensione biologica
dell'individuo</i>" (da MEDIAMENTE)</font></font></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="center"><font style="font-size: 11pt;" size="2"><font face="Arial, sans-serif"><br><br><font color="#000000"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-style: normal;"><span lang="zxx">
"Il
terzo millennio vede un'accelerazione verso le applicazioni delle
tecnologie al corpo in maniera così marcata e decisa che ormai
si può parlare di vera e propria ibridazione. La tecnologia è
dentro ogni aspetto della nostra vita e scandisce la nostra mutazione
e il nostro 'essere al mondo'. L'inizio del terzo millennio è
segnato dal concetto di Post-Biologico, in questa situazione due
tendenze si scontrano: la de-materializzazione, definita Dry,
prodotta dai sistemi telematici, e la re-materializzazione, definita
Wet, prodotta dai processi biologici. Le due tendenze si scontrano e
si ri-definiscono in una ibridazione che realizza i Moist Media ovvero le
emulsioni metaforiche che definiscono una nuova mente e delle nuove
forme emergenti. Queste nuove menti e nuove forme definiranno, prima
metaforicamente poi concretamente, una Cultura Post-Biologica
compiuta.</span></span></span>" (Da Quaderno di Comunicazione,
Le Variazioni grandi, la variazione technoetica, Francesco Monico, Meltemi, Gennaio
2008)</font></font></font>
</p>
<font color="#000000"><font face="Arial, sans-serif"><font size="3"></font></font></font><br><br>