<div>steD, </div> <div>condivido nella sostanza il tuo intervento. e complessivamente i tuoi 4 punti. </div> <div>Mcluhan e allievi sono un punto di riferimento per me e per il movimento netfuturista. Stessa linea.</div> <div>Condivido molto il discorso sul ruolo problematico che oggi ha l"'artista", o come vogliamo chiamarlo. Il ruolo deve essere sempre molto critico. E guai a cedere alla formuletta e al tecnicismo vincente. E' la negazione della vera arte (e di ogni idea intelligente).</div> <div>a presto</div> <div> </div> <div>p.s. vedo che la lista si anima. ora voglio vedere chi preferisce la pubblicità personale dell'ennesima inutile mostra ottocentesca travestita malamente di nuovo a queste discussioni su punti tanto critici. la pubblicità di eventi va bene. ma evitiamo che la lista sia solo quella pubblicità.</div> <div> </div> <div> </div> <div><BR><BR><B><I>steD <stef@lideologo.net></I></B> ha scritto:</div> <BLOCKQUOTE class=replbq
style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #1010ff 2px solid">A proposito di linguaggi e obiettivi comuni: vorrei ricondensare. <BR>Mi fa impressione che *qui* si parli ancora di Logica con la maiuscola. In<BR>qualsiasi accezione. La logica e' fatta per i processori. Li' e' molto<BR>produttiva; e nella fisica fa buone previsioni. La Logica copre un ridicolo<BR>frammento di realta': per gli uomini e' solo un'ossessione d'ordine, un<BR>anti-caos, un trucchetto inutile come ha riconosciuto proprio Wittgenstein<BR>che si rimangio' tutto quello che in proposito aveva detto quand'era giovane<BR>e presuntuoso. Wittgenstein pero' conosceva l'ineffabile, l'intoccabile, il<BR>sacro: per questo resta, e ha il mio rispetto. Se no non sapremmo davvero<BR>cosa farcene, a parte usarne il nome canonizzato per fare scena in certi<BR>ambienti. <BR>E quella "logica non-euclidea" sinceramente non l'avevo mai sentita<BR>nominare, Luigi! non essendosi mai occupato Euclide di
logica. Per quanto<BR>posso indovinare, non cambia nulla. Mi sembra stare alla logica come il<BR>tempo libero al lavoro 9-17: l'altra faccia della stessa medagliazza di<BR>stagno. <BR><BR>Superiamo la logica e arriviamo alla "percezione laterale" che il dominio<BR>dell'informazione reclama, come la chiama xDxD. Qui vorrebbe alludere piu'<BR>direttamente alla neurofisiologia, pero' si ferma sulla soglia. Io voglio<BR>andare oltre quella soglia, dov'e' un punto cruciale. Lo stadio di<BR>avanzamento e di rivelazione in questo campo e' notevolissimo; difficilmente<BR>potrebbe essere sottovalutato, perche' condiziona alla radice la visione del<BR>mondo, il valore della conoscenza, il giudizio sulle azioni. <BR><BR>Sappiamo quanto profondamente le rivoluzioni scientifiche di un secolo fa<BR>suggestionarono chi parlava il linguaggio dell'arte, al punto che l'effetto<BR>sorpresa della relativita' generale e della meccanica quantistica ancora non<BR>si e' esaurito. Il sentimento
diffuso di incertezza fu carburante per la<BR>genialita' delle avanguardie. Kandinskij confessa apertamente il terrore<BR>della sua generazione di vedere il mondo disfarsi davanti ai loro occhi. Gli<BR>stessi scienziati erano travolti, esattamente come degli artisti. Webern e<BR>colleghi si sentivano eversori, e lo erano. Heisenberg e colleghi, lo<BR>stesso. Dedekind, Cantor, Hilbert: ancora lo stesso. <BR><BR>Ora, un secolo dopo, siamo in stato di rivoluzione perpetua. Che cosa devono<BR>fare gli artisti? Dovrebbero inseguire continuamente il fronte dell'onda?<BR>Insensato! L'onda va da se', furiosamente, e poi e' troppo vasta. Oltre alla<BR>rete e i nuovi media, di cui ci si occupa qui, sputa tanti di quei fenomeni<BR>profondi e spiazzanti: le neuroscienze, appunto; la genetica e la medicina<BR>evolutiva; la complessità e la computazione; le nanoscienze; la robotica...<BR>Metti insieme tutto cio', nella scala mondiale della ricerca, associa a<BR>finanza,
telecomunicazioni, elettronica di consumo, e ti si annebbia subito<BR>la testa. <BR><BR>E che fanno gli artisti davanti a tutto questo? Cosa fanno oggi dello<BR>spavento che aveva Kandinskij? Ce l'hanno questo spavento? Ne ho visti di<BR>cosiddetti artisti acchiappare al volo qualche formuletta o concettino<BR>isolati dalla scienza e farci su neologismi di trattini o peggio quello che<BR>chiamano "un lavoro": pezzi di straordinaria superficialita' che alimentano<BR>il grande telethon dell'ignoranza. È questo che devono fare gli artisti?<BR>Spero di no. McLuhan, di cui si parlava, ha colto in un payoff di successo<BR>una verita' cognitiva nascosta. "Il mezzo e' il messaggio" e' una idea bella<BR>e sensata, che non si puo' trascurare o sottovalutare (dopodiche',<BR>diventarne schiavi o sacerdoti e' un altro paio di maniche). Ma McLuhan non<BR>ha pronunciato solo quella frase in mezzo a una piazza in mezzo a una vita:<BR>ha condotto intorno ad essa uno studio organico,
eloquente, che ormai fa<BR>parte della coscienza contemporanea. Ecco, McLuhan per me era piu' artista<BR>che altro, o di altri. Un buon esempio di artista contemporaneo. Come molti<BR>pseudo scienziati, del resto. <BR><BR>Per quanto ci possa riflettere, per me l'arte ha quattro connotati<BR>essenziali: 1) con qualche tecnica da' forma a un'idea, anche inconscia, e<BR>la trasmette ad altri; 2) spacca delle abitudini, alterando le associazioni<BR>mentali in modo irreversibile, e quindi modifica la realta'; 3) nel farlo<BR>crea uno spazio sacro, almeno temporaneo; 4) fa questo con qualche spinta di<BR>impegno civile, anche involuta, anche inconsapevole; <BR>Ora, a questo identikit oggi risponde la scienza (con qualche caveat<BR>sull'ultimo punto), e lo fa pure meglio. La teoria fisica delle<BR>superstringhe, per dirne una, e' una strepitosa costruzione<BR>artistico-religiosa, immensa e articolata. Altro che. E allora? <BR><BR>Allora per me quello che ha ancora da fare l'arte
e' smascherare,<BR>smascherare a piu' non posso. Deve avere presente che cos'e' un uomo intero<BR>e dove si trova, e fare tutto il possibile per riportarlo a galla, perche'<BR>qui sembra che se lo ricordino in pochi ormai. Per farlo, puo' e deve usare<BR>tutti gli strumenti a disposizione. Ma certo non puo' vendersi l'anima ad<BR>essi. Ne' puo' aderire ai miti artificiali, replicandoli come semplice<BR>provocazione, perche' questo gia' lo fa benissimo il sistema pubblicitario<BR>che serve interessi opposti (seppure fa dell'arte notevolissima, a volte; ma<BR>viola il punto 4). <BR>La storia mostra esempi di fallimento sia del "moderatismo" che avversava il<BR>Neofuturista, sia dell'estremismo che probabilmente preferisce; mostra<BR>altresi' anche esempi di successo per entrambi. Non c'e' regola. Ognuno<BR>sceglie il metodo che si confa' al proprio carattere e alle circostanze in<BR>cui si trova. Va bene pure ahaCamp o ahall o !:!aha!:! o quello che volete.<BR>Ma un'intesa
su un principio profondo ci vuole, se no ognuno se ne va per<BR>conto suo - e il plancton e' l'ultimo anello della catena alimentare. <BR><BR>Non so cosa ne pensate voi, ma a me piacerebbe discutere di questo. <BR><BR>>S< <BR><BR><BR><BR>-----Messaggio originale-----<BR>Da: aha-bounces@ecn.org [mailto:aha-bounces@ecn.org] Per conto di Luigi<BR>Pagliarini<BR>Inviato: venerdì 7 dicembre 2007 22.09<BR>A: 'List on artistic activism and net culture'<BR>Oggetto: R: [aha] Disiscriversi o non disiscriversi, questo è il problema?<BR><BR>La logica moderna, e con essa il ben amato e stimato Wittgestein, è stata<BR>abbondantemente superata dalla quella che chiamano (non credo sia più<BR>sufficiente) logica non-euclidea, a cui quasi tutti si son in un certo<BR>qualsenso arresi.<BR>ho scritto QUASI tutti, ;^) ciao!<BR><BR><BR>> -----Messaggio originale-----<BR>> Da: aha-bounces@ecn.org [mailto:aha-bounces@ecn.org] Per conto di xDxD<BR>> Inviato: venerdì 7 dicembre 2007
21.24<BR>> A: List on artistic activism and net culture<BR>> Oggetto: Re: [aha] Disiscriversi o non disiscriversi, questo è il <BR>> problema?<BR>> <BR>> bellafonte@libero.it ha scritto:<BR>> > La storia della Logica moderna, sin da Wittgestein, ha<BR>> screditato forme primitive e non razionali di linguaggio che non <BR>> fossero vestite sull'obsoleto torcibudella de "il mezzo è il <BR>> messaggio", nonstante le forme di conoscenza che non fossero basate <BR>> sul metodo sofistico e menzognero derivato dall'era elettrica-tronica, <BR>> fossero degne della mia ammirazione.<BR>> > Eppure, proprio le conquiste del Sistema Simbolico di oggi,<BR>> della parabola-tv, della sedia ergonomica e del mouse celebrale, del <BR>> pocket-entertainment, che vogliono prometterci un'era della PARALISI, <BR>> mi fanno temere per una futura Apocalisse.<BR>> > In un clima prossimo alla dormizione, sovraffollata di<BR>> immagini, esse
non sono esenti da quel modus di organizzare il Sistema <BR>> Emotivo che sostengono di aver abbandonato e che continua a vivere in <BR>> un mondo pre-linguistico che NON HA NULLA DA DIRE.<BR>> > <BR>> <BR>> se l'interfaccia uscisse dallo schermo (e non solo <BR>> fisicamente, ma concettualmente e percettivamente) non <BR>> sarebbe un male.<BR>> <BR>> perchè dove anche per costruire una sedia c'è molta <BR>> "responsabilità" in ballo (ti puoi far male a un dito col <BR>> martello; se la costruisci male chi ci si siede casca e <BR>> sanguina) nell'era dell'immaterialmente reale tutto si sposta <BR>> sul contesto della percezione laterale (come un buon sistema <BR>> home theater, per capirci), facendo, un po', proprio il gioco <BR>> della TV, che ci vuole tutti stelle dello spettacolo, non <BR>> foss'altro per mostrar le chiappe o per rispondere qualcosa <BR>> al signormàik e vincere centomila eurucci, con cui comprare,
<BR>> finalmente, una bella automobile col culone.<BR>> <BR>> il gioco al massacro della "democratizzazione", infatti, spinge<BR>> paradossalmente(?) verso il consumo, più che verso l'"illuminazione" <BR>> sociale. (ma quante belle virgolette e parentesi, vè?)<BR>> <BR>> ci si scontra poi con un limite valicabile solo con tempi non <BR>> proprio rapidissimi, quello delle possibilità: del <BR>> corpo/mente umano e dell'ambiente.<BR>> <BR>> l'informazione è troppa, su questo non ci piove, e <BR>> l'attenzione va scemando. e l'ambiente tra poco, <BR>> semplicemente, scoppierà e si consumerà, contemporaneamente.<BR>> <BR>> ora: siamo sempre stati cyborg (già sentita questa?) e sempre <BR>> lo saremo. <BR>> la tecnologia ha sempre cambiato le nostre possibilità e <BR>> percezioni, sia che si parli della ruota, sia che si parli <BR>> dell'elettricità.<BR>> <BR>> l'informazione, però, è leggermente diversa. se la
ruota ci <BR>> fa portare più cose e ci fa spostare più velocemente e con <BR>> meno fatica, se l'elettricità ci permette di avere più tempo <BR>> utile e di far fare delle cose a dei dispositivi, <BR>> l'informazione, in realtà, oltre a tutte le belle cose che ci <BR>> diciamo, ci mette sul groppone un bel fardello, ovvero quello <BR>> del riuscire a stargli appresso senza impazzire, o senza <BR>> diventare autistici.<BR>> <BR>> cambia il modo di comunicare, cambia il modo di assorbire <BR>> concetti, e tutte le informazioni che assorbiamo diventano <BR>> meno profonde. e, quindi, abbiamo, semplicemente, meno cose <BR>> da dire, su tanti, tanti, più argomenti, e a tante, tante, <BR>> più persone. che, allo stesso tempo, possono prendere quello <BR>> che diciamo e tagliuzzarlo e riincollarlo a tutto il resto e <BR>> produrre altri messaggi.<BR>> <BR>> in questo meccanismo vince il più rapido, naturalmente, non <BR>> il
più profondo.<BR>> <BR>> e, paradosso della "democratizzazione", vince anche chi ha <BR>> più risorse (di vario genere).<BR>> <BR>> perchè, in barba a tutta questa tecnologia "democratica", <BR>> vince l'infrastruttura.<BR>> <BR>> se, per esempio, parliamo di internet: se il mio provider <BR>> "taglia", io sto zitto.<BR>> <BR>> la democratica rete farà appelli e petizioni e mobilitazioni, <BR>> naturalmente, passando però per gli stessi cavi in fibra <BR>> ottica, per gli stessi satelliti, per le stesse infrastrutture.<BR>> <BR>> sono, in fondo, tollerati.<BR>> <BR>> la dittatura delle infrastrutture tecnologiche è subdola: <BR>> parla lingue difficili (siamo un'elite! ne capiamo <BR>> qualcosa!), e muove governi e mercati. e ci tollera.<BR>> <BR>> non è, in fondo, una situazione così rosea.<BR>> <BR>> l'arte, su questo modello, gioca al ribasso.<BR>> <BR>> l'artista-scienziato, l'artista-ingegnere,
l'artista-hacker, <BR>> sono figure da valutare con cautela. perchè, andate via <BR>> l'estetica e l'identità, la comprensione dell'arte "nuova" ha <BR>> bisogno di tutta quella sensibilità, di quella <BR>> concentrazione, di quella competenza, di quella obiettività <BR>> (e di quel tempo!) che proprio la tecnologia ci sta togliendo.<BR>> <BR>> abbracci!<BR>> xDxD<BR>> _______________________________________________<BR>> Aha mailing list<BR>> Aha@ecn.org<BR>> http://www.ecn.org/mailman/listinfo/aha<BR>> <BR><BR>_______________________________________________<BR>Aha mailing list<BR>Aha@ecn.org<BR>http://www.ecn.org/mailman/listinfo/aha<BR><BR>_______________________________________________<BR>Aha mailing list<BR>Aha@ecn.org<BR>http://www.ecn.org/mailman/listinfo/aha<BR></BLOCKQUOTE><BR><p> 
<hr size=1><font face="Arial" size="2"><hr size=1><font face="Arial" size="2">L'email della prossima generazione? Puoi averla con la <a href="http://us.rd.yahoo.com/mail/it/taglines/hotmail/nowyoucan/nextgen/*http://it.docs.yahoo.com/nowyoucan.html">nuova Yahoo! Mail</a></font>