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<b>L'arte come azione e non re-azione</b> :
<a class="moz-txt-link-abbreviated"
href="http://www.accademiabelleartibologna.eu">www.accademiabelleartibologna.eu</a><br>
il portale nasce nell'ambito delle attività del'hacklab all'interno
della consulta degli studenti, come sperimentazione di una piattaforma
collaborativa di supporto alla formazione; è a disposizione degli
insegnanti e degli studenti che se ne vogliono avvalere per
condividere materiali, confrontarsi sugli argomenti e integrare le
attività didattiche, sfruttando le risorse che il gestore di contenuti
offre, essendo nato appositamente come piattaforma e.learning.<br>
Questo è un ottimo esempio che nasce dal basso, in completo accordo con
le preoccupazioni esposte da Canavacci, ed evidenzia l'osservazione di
Monico;<br>
sia l'hacklab che il portale sopra esposto è una tesi di laurea di un
ex-studente rappresentante della Accademia di Bologna (Davide Anni),
come lavoro multimediale allegato alla tesi teorica sui nuovi media,
tenuta con il docente di Antropologia Culturale di quest' ultima il
prof. Roberto Daolio;<br>
Segnaliamo che in seguito ad una performance di apertura del sito (31
dicembre 2006), è nato un forte attrito fra lo studente e l'Accademia
che di fatto rivendicava il nome (dominio), e tutti i diritti di
copyright sui contenuti essendo quello ufficiale
<a class="moz-txt-link-abbreviated"
href="http://www.accademiabelleartibologna.it">www.accademiabelleartibologna.it</a>,
ma di fatto dopo ripetuti richiami e
lettere raccomandate, la tesi è stata svolta, ed il sito è
completamente a disposizione dell' Accademia stessa, che malgrado non
lo vede come un opportunità; Questo è un buon esempio di come l'arte
possa stimolare re-azioni, e come le nuove tecnologie siano al
servizio di un attivismo acuto ed intelligente, colpendo nei punti
deboli le istituzioni che di fatto non hanno capacità di azione sui
meccanismi dei nuovi media.<br>
Cocacolas Company ---brandhijacker---<br>
<br>
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<br>
francesco monico ha scritto: Sono molto felice che alcuni studenti Naba
abbiamo
interagito con la lettera di Canevacci e le risposte, riflessioni. E'
vero che la Naba ha molte facce, avevo cercato di comunicarlo anche
nella mia mail, tra le righe, gli studenti l'hanno evidenziato.
L'importante è discutere di quello che sta avvenendo: una classe di
docenti sta portando avanti il loro modello didattica-workshop basato
sulle regole lavoro-comunicazione-nome di fama ovvero didattica che si
giustifica con le ricadute sul lavoro (a breve termine) e di
comunicazione e docente di nome o per meriti creativi o per politica
(che il più delle volte non gliene interessa molto di insegnare). <br>
<br>
Ma un problema da evidenziare è anche la totale mancanza nel dibattito
degli studenti. Infatti in Naba ben 3 anni fa abbiamo messo in piedi le
elezioni del rappresentante degli studenti con il risultato che nessuno
voleva essere eletto. Adesso siamo in piena attuazione della riforma e
la Direzione ha voluto fortemente una presenza di studenti nel
consiglio accademico, cosa che verrà attuata in breve, (se gli studenti
reagiranno). <br>
<br>
Io stesso dall'anno prossimo insegnerò Teoria delle Arti Multimediali
al primo anno assieme a Marco Mancuso, Francesca Valsecchi proprio per
far avere agli studenti una maggior consapevolezza del loro ruolo di
artisti (antenne delle cultura) fin dal primo anno, e per condividere
l'idea che 'la consapevolezza oggi è un atteggiamento politico',
immaginando l'accademia come un dispositivo politico (che sarà il tema
del prossimo simposio New Media Art Education & Research 2009).
Spero che con queste azioni gli studenti si sveglino e inizino a
partecipare al dibattito critico generato dall'accademia. Oggi c'è la
totale latitanza degli studenti quali interlocutori, solo, come al
solito, i gruppi cattolici, si sono organizzati in rappresentative, ai
quali in quanto direttore devo dare il massimo ascolto.<br>
<br>
Trovo molto corretta la considerazione di Natasa sulla moltitudine
delle specie e sul fatto che ogni studente ha una propria dimensione
spazio tempo che lo porta ad avere momenti e modi di apprendimento
differenti (la penso proprio così anch'io), inoltre io stesso
all'università mi sono costruito il mio percorso, ricordo benissimo
quando in statale leggendo de kerckhove, kelly, castells, mcluhan,
nelson, bateson, i colleghi di filosofia mi snobbavano e come seguendo
il prof giorello ho cercato di adattare il mio percorso di studi da
storico a quello di un ipotetica storia delle idee, insomma il modello
è aperto, come dice natasa poi sta anche allo studente cogliere le
possibilità e costruire la propria strada e il proprio network. Il
modello della Scuola di Media Design e Arti Multimediali è aperto, è un
modello che abbiamo portato da Toronto dagli studi al McLuhan Program.<br>
<br>
Riguardo alla posizione di Caronia va tutto bene ma sembra la posizione
di george best quando gli chiedevano come si impara il calcio ...
caronia è un eccellente professore, una delle meni più lucide, coerenti
e serie che ho mai conosciuto, una velocità di pensiero che stupisce, e
una tensione umana etica fortissima. Insomma parla contro la pedagogia
ma è un bravissimo pedagogo. <br>
<br>
Credo che il modello sarà sempre insufficiente e quello che deve sempre
essere attivo è il dibattito sull'Accademia, che in questo dibattito
debbano entrare gli studenti (che oggi in certe materie ne sanno di più
degli stessi professori), che la teoria critica sia da considerare
sempre superiore alla pratica al "learning by doing", che è un modello
didattico complementare e necessario ma che a causa della
'massificazione' della creatività è diventato modello politico per
facili carriere anche accademiche.<br>
<br>
<br>
Francesco <br>
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