<div>
<br>
Concordo con te, nel dire che siete i primi ad esserne usciti sconfitti, e che queste pippe generazionali siano vaccate (sempre con rispetto per i nostri beneamati bovidi) .<br>Come avevo già detto nella mia mail, Antonio, il mio non voleva essere un'esaltazione di questa o quella generazione, tantomeno un'attribuzione di colpe, term ma un'interrogazione su quali siano stati gli errori e i meriti compiuti nelle lotte del passato, fatta in risposta di una, se mi passate il termine, "provocazione" antecedente . Anche perchè, una delle istanze che mi sembra siano emerse maggiormente nei momenti d'incontro e nei talk al Camp, mi sembra quella che riflette su quanto ciò che si sta provando a fare ora attraverso siti come MySpace o Facebook non sia altro che il prodotto della digestione e riformulazione del capitalismo (se ancora possiamo parlare di capitalismo) di tutte quelli che erano gli interrogativi e le aspettative del movimento hacker.<br>La delusione e la "morte" non appartengono a una generazione, ma a tutti noi.<br>non li vedo come fallimenti di specifici movimenti (o momenti, meglio) ma come la base di partenza per una riflessione propositiva.<br>Dato per assodato che la perdita è i tutti, che la morte è di tutti, mi chiedo appunto come muovermi da questo, e credo che in questa prospettiva tutti i punti di vista siano necessari, benefici e arricchenti.<br>Il tutto però, comporta una necessaria fiducia gli uni negli altri, non a livello generazionale, ma a livello umano, come s'era detto Domenica all'AHA...senza la quale risulta a mio sempre modesto avviso inutile anche cercare di trovare una base di dialogo comune.<br>Per dire che continuare a dire come ho più volte sentito fare che la mia generazione si è addormentata, non partecipa, eccetera, mi sembra quantomeno riduttivo.<br>Per dire che forse non scendiamo in piazza, ma che se non lo facciamo (o meglio, se alcuni di noi non lo fanno) è proprio perchè l'eredità che ci avete lasciato è pesante da analizzare e ricostruire, e sopratutto da reinterpretare in una chiave che sentiamo veramente "nostra", perchè è un'eredità che condiziona, e grava su di noi.<br>Anche questo non vuol dire che i metodi siano totalmente da buttare, spero si sia capito, ma da rielaborare, e in fretta.<br>Mi spiace se ho dato l'impressione di voler trattare un tema come questo con un tono da Bar Sport, non era mia intenzione. E mi spiace anche aver dato l'impressione di voler attribuire meriti, o demeriti, ad alcuna specifica generazione, ho cercato di esser chiara al riguardo senza probabilmente riuscirvi. Mi è sembrato solo utile riflettere un attimo su questa nostra battaglia, con questo nostro confronto(sul quale anche noi, se permettete, ci siamo "formati come persone")e su quali frutti stia dando.<br>se mi permetti una puntalizzazione, Antonio, io non ho mai ascritto agli hippies l'avvento degli yuppies, e mi dispiace se ho dato quest'impressione: io ho solo scritto che esistono delle correlazioni fra quelli che sono state le ottiche del movimento hippie e le visioni del mondo che hanno caratterizzato invece gli yuppies..cercherei anche di evitare queste polarizzazioni dualistiche tipo cultura-controcultura, capitalismo-anticapitalismo..so che leggere questo può far venire (a me per prima:-P) crisi di nervi ma molto spesso a livello politico e sociale questi due piani, sovrapponendosi , e sopratutto influenzandosi l'un con l'altra, hanno dato origine a quelle zone grige da cui sono poi scaturiti i cambiamenti che ci troviamo ora, tutti noi, ad osservare, e mi sembra arduo dividere tutto in un noi vs. loro, anche perchè, la liquidità dei percorsi personali di ognuno, le nostre multistorie, i nostri multipercorsi, le nostre multiradici, rende quest'operazione quasi impossibile..quindi mi sembra più utile cercare di riflettere su quali siano gli strumenti che sono usciti sconfitti, e quali sono quelli che potrebbero funzionare, nell'ottica del presente.<br>Ora chiudo questi vaneggiamenti da ventenne inesperta e ignorante..spero di essere riuscita a far capire un po' meglio ciò che intendevo..e a non annoiare troppo...:-P<br><br>un bacio grosso a tutti voi,<br><br>Traum_A.<br><br><br><br><br><br><br><br>
<blockquote style="border-left: 2px solid rgb(16, 16, 255); margin-left: 5px; padding-left: 5px;">----- Original Message -----<br>
From: "gadda1944" <gadda1944@libero.it><br>
To: aha <aha@ecn.org><br>
Subject: Re:[aha] Ventenni<br>
Date: Sat, 11 Oct 2008 15:17:35 +0200<br>
<br>
<br>
Mi stavo accingendo (con ritardo, lo so) ad aggiungere il mio <br>
modestissimo report a quelli più corposi già emessi da T_Bazz, xDxD <br>
e Penelope, quando mi trovo questa patata bollente (be', proprio <br>
bollente no, tiepida), della querelle tra ventenni e quarantenni <br>
innescata da una infelice sollecitazione (chiamiamola così) di <br>
Franca.<br>
<br>
Non ignoro che le diatribe su meriti e demeriti delle diverse <br>
generazioni sono uno degli argomenti preferiti del dibattito <br>
politico nazionale, che, più che nel Parlamento, ha le sue sedi <br>
privilegiate nei bar d'Italia (in subordine, s'intende, rispetto ai <br>
più centrali argomenti dello scudetto e dei culi delle veline). <br>
Cionondimeno mi permetterete ugualmente di esprimere il mio <br>
giudizio, e cioè che esse (quelle diatribe) siano vaccate belle e <br>
buone - senza offesa per le vacche.<br>
<br>
Vivendo da più di sei anni a contatto quasi quotidiano con persone <br>
che hanno dai trenta ai quarant'anni meno di me, ho sempre <br>
rifiutato con fastidio le sparate sulla passività dei "giovani di <br>
oggi" così amate dai "giovani di ieri". Non posso dimenticare che <br>
passai buona parte del mio tempo, negli anni Cinquanta, a <br>
difendermi dalla retorica della generazione dei miei padri (e <br>
madri) su "ordine, famiglia, civiltà, decenza, persone perbene, noi <br>
che abbiamo fatto la guerra " e chi più ne ha più ne metta. E in <br>
questa battaglia (come in altre, evidentemente) mi costruii come <br>
persona più o meno adulta.<br>
<br>
Le lamentazioni su quanto sono passive le giovani generazioni non <br>
tengono conto della concreta situazione nella quale esse vivono - <br>
e, addirittura, quella in cui sono nate. Chi ha vent'anni oggi non <br>
può avere alcuna cognizione diretta del mondo prima della <br>
rivoluzione mondiale degli anni Ottanta, quando parole come <br>
economia, società (mi scuserà Canevacci se uso questo termine), <br>
comunicazione, relazioni, esperienza, cambiarono radicalmente <br>
significato in meno di dieci anni.<br>
<br>
Giustamente ci ricorda Arianna che il mondo quale è stato a essi <br>
consegnato rende obiettivamente difficile una qualche forma di <br>
"impegno", di costruzione di alternative and so on. Un po' meno <br>
giustamente, però, e un po' meccanicamente, Arianna ascrive agli <br>
hippy l'avvento degli yuppy. Qui bisogna capirsi: è vero che gran <br>
parte dell'armamentario del capitalismo cognitivo, o immateriale o <br>
postfordista (lo si chiami cose si vuole) rimanda a rivendicazioni, <br>
aspirazioni, utopie e stili di vita della generazione che fece le <br>
lotte degli anni sessanta. Ma l'abilità del capitalismo, fra la <br>
metà dei Settanta e l'inizio degli Ottanta, fu proprio questa: <br>
prendere le parole d'ordine di uno dei più radicali cicli di lotte <br>
del Novecento e assumerle (o "sussumerle", se è ancora lecito usare <br>
termini marxiani), stravolgerle, piegarle a scopi opposti a quelli <br>
per cui erano nati - e regalarci deregulation per i ricchi e <br>
iper-regulation per i poveri, aumento della forbice della <br>
ricchezza, precariato per tutti.<br>
<br>
Certo, l'informatica aiutò: senza digitale non ci sarebbe <br>
postfordismo. Ma, Arianna, guarda che questa operazione fu <br>
possibile perché "noi" fummo sconfitti. Prima si trattò di battere, <br>
eliminare, marginalizzare, criminalizzare, mettere in galera, <br>
impoverire, umiliare, ridicolizzare tutta una generazioneò. Poi si <br>
potè passare ad applicare un programma che era la caricatura dei <br>
nostri obiettivi e delle nostre parole d'ordine. E allora, solo <br>
allora, resi inoffensivi e merginali, ai sopravvissuti (hippy, <br>
militanti politici, dissidenti radicali) si potè garantire qualche <br>
riserva indiana in cui abitare (per esempio, senza fare nomi, <br>
l'Accademia di Brera - parlo per gli insegnanti, eh...). Sì, forse <br>
gli hippy prepararono gli yuppy, ma dovettero prima morire, e non <br>
sempre senza dolore.<br>
<br>
Ultima osservazione. La generazione che fu battuta, e sulle cui <br>
ceneri si instaurò la nuova società, non è certo quella degli <br>
attuali quarantenni che si lamentano del'ignavia dei ventenni. E' <br>
quella dei sessantenni o giù di lì...<br>
<br>
Mi scuso (come sempre) per la lunghezza,<br>
<br>
gadda<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
---------- Initial Header -----------<br>
<br>
> From : aha-bounces@ecn.org<br>
To : "List on artistic activism and net culture" aha@ecn.org<br>
Cc :<br>
Date : Sat, 11 Oct 2008 06:24:00 -0500<br>
Subject : [aha] Ventenni<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
> DéH!!!<br>
><br>
> Ma voi quarantenni molto inkazzati con noi ventenni per la nostra<br>
> inattività (o meglio inattivismo) dov'eravate quando ci avete consegnato<br>
> un mondo preda dei fanatismi religiosi, delle mafie, del surriscaldamento<br>
> globale, e compagnia bella?<br>
><br>
> Mai provato a pensare alle correlazioni esistenti fra l'"I want it all"<br>
> degli yuppies e il "We want the world&we want it now" degli hippies??<br>
><br>
> Insomma si, rivoluzione socialculturale immensa 'sto benedetto '68 ma in<br>
> quanto a risultati?La crisi in cui siamo, sebbene inevitabile e quasi<br>
> auspicabile, è causata non dalle destre (che si sono limitate a fare la<br>
> loro parte, giustappunto, di destre) ma dalla mancanza di una vera<br>
> reazione (in italia dopo il 1980, nel resto del mondo più o meno dal<br>
> crollo del muro, a mio modestissimo avviso) efficace e pronta delle<br>
> sinistre europee ed internazionale, che hanno passato gli ultimi 28 anni<br>
> a riavvolgersi nei passati fasti, ad autoglorificarsi per il fatto che<br>
> "noi s'è fatto il '68"...<br>
><br>
> forse sarà che vengo dalla "rossissima" toscana, ma io più che<br>
> attakkinare il "Manifesto rave" per le strade del centro storico<br>
> fiorentino a 16 anni, e a ragionare di TAZ a 15, con un 11 settembre<br>
> cascato sulle spalle a 14, che cavolo potevo fare?????<br>
><br>
> Insomma, senza voler attribuire responsabilità personali a nessuno,<br>
> sapendo bene che non tutti quelli che erano a Valle Giulia a tirare<br>
> sanpietrini son ora conduttori di spietate battaglie antiabortiste,<br>
> sapendo anche che è purtroppo vero che granparte dei miei coetanei sono<br>
> dei decerebrati che passano le loro giornate davanti a Maria de Filippi<br>
> (cosa per altro comune anche a molti dei vostri coetanei), e che un'altra<br>
> gran parte di quelli nati invece col cervello connesso se lo son<br>
> tranquillamente bruciato, quell'esigua parte rimanente di noi che minkia<br>
> altro poteva fare?<br>
><br>
> Non disconosco i meriti di quell'insieme di movimenti ed esperienze che<br>
> hanno creato ciò che comunemente chiamiamo "il '68", primo fra tutti la<br>
> cosidetta liberazione sessuale, e l'evoluzione del movimento e del<br>
> pensiero femminista, ma mi chiedo, per parafrasare, quanta acqua sporca e<br>
> quanti bambini ci fossero in quel crogiuolo di persone, fatti, momenti...<br>
><br>
> Scusate questa probabilmente irrilevante digressione, ma son due giorni<br>
> che mi sento dire che siamo una generazione di nullafacenti asserviti al<br>
> potere, e quanto sono fighi i quarantenni che ancora scendono in piazza,<br>
> e senza, ripeto, voler attribuire responsabilità personali a nessuno,<br>
> quindi mantenendo il punto di vista su un piano puramente<br>
> "generazionale", per usare un termine assolutamente abusato e di<br>
> conseguenza approssimativo, mi trovo a chiedermi quali sono state le<br>
> responsabilità della mia generazione nella nascita di quelle che sono le<br>
> istanze più urgenti della modernità..<br>
> Mi rendo conto di aver esulato dagli argomenti principali di cui si<br>
> occupa questa lista, ma non potevo nn abboccare a quest'esca...<br>
> Scusate ancora per il tempo rubato,<br>
><br>
> un bacio grosso a tutti voi<br>
><br>
><br>
> Traum_A.<br>
><br>
> :<br>
><br>
> >>> ...io son quello a cui corre dietro il portiere! :D<br>
> >> ragazzaccio! :-)<br>
> ><br>
> > :-) ...<br>
> > la tua affermazione tuttavia mi fa riflettere sul fatto che<br>
> dovrebbe esserci<br>
> > una schiera di ventenni a pro/muovere st'iniziativa e sta protesta,<br>
> invece<br>
> > qui saremo una schiera di quarantenni: non và! non và... :^\<br>
><br>
> --<br>
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