=) dimenticavo l'appello,<br>ecco!<br><br><br><span style="font-size: 14px;"><strong>Appello del Centro Sociale Cantiere per la costruzione di uno spezzone precario, meticcio e metropolitano:</strong><br>
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<p style="margin-bottom: 0cm;">Viviamo in un mondo globale e in un continente organizzato attorno a metropoli diffuse, multiculturali e ricche di differenze.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nella società che lascia la disciplina
alle spalle, preferendo il controllo e imponendo l'autocontrollo, la
precarietà della vita gioca un ruolo sempre piu' centrale nella
configurazione del comando, dello sfruttamento, dell'economia e della
gerarchia sociale.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La “condizione migrante” non può più
essere trattata alla stregua di una delle tante facce della precarietà
eppure non possiamo nemmeno ritornare a parlarne soltanto come un
paradigma del carcere diffuso, del confine che si sposta, della
cancellazione dei diritti.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Sempre più forti sono le due opposte
tensioni: quella del potere, che vuole gestire una guerra tra sfruttati
per conquistare le briciole o anche soltanto per non perdere nel
proprio immaginario un ruolo sociale diverso dagli ultimi degli ultimi
e quella dell'autoorganizzazione e della determinazione a vivere nel
presente, qui ed ora, delle comunità migranti e della nostra
generazione meticcia.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">A partire dal 20 settembre è cominciata
una corsa senza fine. La rabbia è un sentimento incontenibile, per chi
non vuole essere nè indicare martiri, ma non dimentica Abba perchè ama
la vita, fino all'ultimo. Eppure il 20 settembre è la rabbia che prende
parola e diviene rivoluzione: questo è l'unico modo di descrivere
quegli istanti in cui la polizia è in fuga, dopo tanti anni a Milano e
ad inseguirla è l'emergere di qualcosa di nuovo. Fino ad allora pochi a
soffiare sul fuoco della dignità, pochi a scegliere di alzare la testa
propria ed altrui, dal giorno dopo una ciurma sterminata di sociologi e
politici hanno affrontato la questione con il tono di chi sa come
organizzare e gestire. I riflettori si sarebbero spenti presto, se
fosse dipeso dall'attenzione dedicatagli dal corriere della sera, ma la
generazione precaria e meticcia non si è fermata per un istante: l'
Onda è un fatto che ha tutti i colori della pelle, non solo perchè i
cortei sono stati dedicati ad Abba, ma perchè i cordoni e le prime
file, ma anche le code dei serpentoni sterminati che difendevano la
scuola pubblica, erano pieni di persone che parlavano italiano, ma come
seconda lingua, prima l'inglese, l'arabo, il cinese, lo spagnolo...Si
potrebbe dire che tutto questo era previsto... era tempo che parlavamo
di un mondo che cresceva nelle viscere delle nostre città.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ma è successo anche qualcosa di più e
diverso, un mondo disgraziato, l'inferno della divisione internazionale
del lavoro, ha fatto prepotentemente irruzione: Palestinesi, emigrati
oramai venti o trenta anni fa, arabi di tutti i paesi con cui la nostra
civiltà convive da quasi due millenni hanno rappresentato la vera voce,
forte e impossibile da non ascoltare contro la guerra e i massacri di
Gaza, hanno riportato al centro l'indignazione contro la barbarie della
guerra, alcuni anni dopo la mobilitazione globale per Afghanistan e
Iraq. Anche la rivolta per la dignità dei rifugiati milanesi e la lotta
che portano avanti con il Comitato di sostegno ci parla di questo: un
mondo che prepotentemente irrompe nelle nostre strade e ci parla dei
bisogni primari come il cibo e la casa, di come non vi sia possibilità
di vivere senza tutto ciò. Per paura di questo mondo i paesi Europei
tentano di scaricare il problema in Libia, pur sapendo fin troppo bene
verso quale destino rimandano tutte quelle persone che tentano di
raggiungere le nostre coste.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Il 23 maggio saremo in piazza in un
corteo migrante e antirazzista, con uno spezzone precario, meticcio e
metropolitano, perchè un'altra volta ancora le strade di questa città
siano libere dall'ansia e dalla paura securitaria, libere dall'angoscia
prodotta dal potere per nascondere l'incapacità di gestione della
crisi, perchè un'altra volta possa prendere parola con i suoi versi e i
suoi linguaggi, al ritmo globale dell'hip hop la generazione meticcia e
metropolitana.</p><br>