altri elementi sul codice informatico, sui codici che riempiono i nostri spazi, e sulle pratiche tecnologiche dell'attivismo.<br><br>Stiamo preparando gli elementi del progetto Squatting Supermarkets che presenteremo allo Share.<br>
<br>Uno di questi (sono 3 in tutto) è una applicazione iPhone, che fa due cose:<br><br>- trasformare i loghi dei prodotti in luoghi di comunicazione<br>- sovrapporre dimensioni critiche alla "realtà ordinaria"<br>
<br>il primo processo avviene con un sistema di riconoscimento delle immagini. Fai una foto di un logo, il software lo riconosce e ti mette a disposizione alcune possibilità: <br><br>- vedere le informazioni di responsabilità sociale ed ecologica del suo produttore<br>
- aprire dialoghi "sul logo" (ovvero puoi scrivere delle cose, dire delle cose, filmare delle cose, che poi saranno consultabili dagli altri che, dopo di te, "consulteranno il logo"; che viene, di fatto, trasformato in un wiki)<br>
- creare economie ecosistemiche (se io inquadro un caffè della Nestlè, ci vedo sovraimposta la possibilità di acquistarne uno di un piccolo produttore locale, magari biologico, che non mena i dipendenti e che adotta pratiche di sostenibilità ecologica)<br>
<br>il secondo processo avviene con un semplice sistema di realtà aumentata. Geolocalizzando le informazioni si può far sì che le persone, mentre attraversano città e campagne, possano vederle direttamente sullo schermo. <br>
Inquadri il ministero con il telefono e ci vedi le info di una rivendicazione. <br>Inquadri un fiume e scopri che il sig.B. ci ha fatto accanto una fogna non autorizzata per le palazzine costruite secondo un piano regolatore "mafioso". <br>
<br>eccetera (noi stiamo anche studiando il sistema in una modalità che chiamiamo "re-fluxus", dedicata alle arti performative, in cui si posizionano i contenuti nello spazio, nel tempo e nelle architetture, creando così delle performance ubique).<br>
<br><br>il software ed i processi ci sono. <br><br>li potrete vedere presentati allo Share a Novembre.<br><br>c'è solo un problema.<br><br><br>Apple sta conducendo una politica allucinante per quel che riguarda lo sviluppo e la pubblicazione delle applicazioni sul suo AppStore.<br>
<br>Una enorme burocrazia (fatta di contratti multipli, di certificati di firma digitale del codice, di mari di disclaimer e di condizioni e termini d'uso...) ed un processo assai complesso si affiancano ad alcune politiche "sul codice" che determinano in maniera quasi assoluta cosa può e non può essere pubblicato sullo store.<br>
<br>Questo non è un elemento da poco, in quanto la mancata pubblicazione sull'AppStore delle applicazioni per iPhone ne limita enormemente la diffusione. Per prendere il software da altre parti le persone sono infatti obbligate a sbloccare il proprio telefono con una certa procedura: è molto semplice oramai, ma non tutti sono in grado di farlo, o non ne hanno alcuna voglia e, in ogni caso, viola le condizioni di servizio di Apple e, tra l'altro, fa decadere la garanzia del telefono.<br>
<br>In particolare, riguardo alle limitazioni sul software, Apple sta tenendo per sè alcune funzionalità che sono di estrema utilità per la realizzazione di applicazioni "critiche". Diversi framework presenti nell'iPhone (come la cattura di video o immagini in tempo reale, o alcune possibilità avanzate di GPS e bussola magnetica, ma anche altre più strettamente collegate alle dinamiche di interazione) sono utilizzabili *solo* all'interno di alcune "cornici" predisposte da Apple, con funzionalità realmente limitate.<br>
<br>Questo avviene mantenendo private le chiamate più interessanti ed avanzate di questi sottosistemi, lasciando disponibili solo poche funzionalità in scatola.<br><br>Ovvero: i dispositivi elettronici ci sono, il software per gestirli pure, ma non li puoi usare e se li usi (se trovi il modo di usarli) non ti faccio distribuire l'applicazione. <br>
<br>C'è un ampio repertorio di casi in cui applicazioni eccellenti sono
state rifiutate perchè usavano i framework privati dell'iPhone<br><br>Forse il più famoso è quello di Zach Lieberman (di OpenFrameworks) che ha creato un software in grado di trasformare l'iPhone in un controller per performance audio e video. Eccezionale: coordinabile in più istanze e tra computer e dispositivi mobili, in grado di adottare protocolli standard come OSC, e, soprattutto, gratuito e OpenSource.<br>
Niente! Non può essere inserito nell'AppStore, perchè usa due librerie private, e neanche direttamente.<br><br>Tornando a Squatting Supermarkets: l'applicazione è caricata nell'AppStore ed è attualmente in stato "in review". Da due settimane.<br>
<br>L'applicazione di Squatting Supermarkets usa diversi framework privati e, quindi, non penso che passerà il vaglio di Apple.<br><br>Poco male, in realtà: allo Share la useremo su alcuni telefoni sbloccati, e ne sto sviluppando altre versioni per Android e Symbian.<br>
<br>Ciò non toglie che occorrerebbe forse fare qualche azione contro questa politica. Apple, infatti, non è nuova a pratiche autoritarie o contrarie alla libera diffusione dei saperi, rivestite della sua patina di design e di innovazione così cool.<br>
<br>Quindi spero che avrete voglia di partecipare al workshop allo Share, dove tra l'altro presenteremo una serie di altri "giocattoli" interessanti in tema di realtà aumentata e di tecnologie ubique come strumento critico e di azione nel/sul mondo fisico.<br>
<br>Per chi abbia voglia di sviluppare su iPhone: il codice sarà naturalmente rilasciato in OpenSource. Ancora è assai illeggibile (sono di corsa, e i commenti o la documentazione sono ancora assenti, e il codice stesso potrebbe beneficiare di un po' di ottimizzazione), ma se avete voglia di torturarvici prima del rilascio ufficiale ve lo mando volentieri.<br>
<br>Cia'!<br>xDxD<br>