Ciao a tutti, sappiamo che è un po' tardi, ma sappiamo anche che la programmazione dell'Ahacktitude è un wiki, di conseguenza abbiamo pensato di proporvi qualche iniziativa sottoforma di workshop e qualche spunto, per rendere effettiva e si spera efficace, la relazione con voi! Forse alcune di queste la possiamo intrecciare con delle iniziative già previste, fateci sapere se avete suggerimenti! Avremo comunque modo di parlare di persona questo venerdì qui al Cantiere!<br>
<br>tutta la crew!<br><br><b>1) Presentazione di Googlecrazia</b><br>
CI immaginiamo da questo punto di vista un evento un po' diverso dagli altri.<br>Mi spiego, sperando che non sembri dettata da ignoranza l'esigenza, il venerdì o il sabato sera immaginiamo di dedicare un'ora e mezza ad una presentazione di un libro che possa essere il momento più attraversabile per chi, sua colpa, si considera erroneamente inguaribilmente incapace di accedere ai livelli di ragionamento dei workshop per incapacità tecnica, pigrizia e scarsa conoscenza dell'argomento. Senza complicare la vita ai workshop dunque, che sono sicuramente tutti momenti di approfondimento allo stesso tempo momenti concreti.<br>
La proposta di seguito:<br>Presentazione di Googlecrazia, libro molto utile a sviluppare la riflessione su che cosa è la libertà nella rete e sull'ambiguità della tecnologia che è sempre potere )cosa che non ci porta a negarne e tantomeno a rifiutarne gli immensi benefici). Dalla presentazione dellibro su internet leggo:<br>
Cerchiamo tutti con Google ma cosa va cercando Google da noi? Onnipresente come un dogma, il motore di ricerca più usato del mondo ormai ci governa. Ma sono tutti cookies e fiori? Ecco gli onori e i disonori di un Grande Fratello globale. Con un colpo di scena finale: una via di fuga.<br>
Potremmol invitare gli autori Erik Gunnar Trjo: Gabriele Salvatori, Daniele Titta, Aldo Sciacca e Roberto Santoro e con i ragazzi del progetto <a href="http://ippolita.net/" target="_blank">http://ippolita.net/</a> (andate a vedere il sito del progetto molto bello, anche loro hanno scritto un libro su Google)1)<br>
<br><b>2) Animazione dei fumetti, piazza fontana.</b><br>Il fumetto come forma di comunicazione innovativa risale a qualche secolo fa. Però rimane una forma di comunicazione spesso fatta o rivolta ai giovani e giovanissimi, sicuramente diretta e capace di svariate forme e formule. L'animazione apre ulteriori e nuove frontiere all'espressione disegnata.... proponiamo un workshop a partire da un libro: Piazza Fontana a fumetti.<br>
L'obiettivo dovrebbe essere di tirare fuori una animazione da far girare nelle scuole (che saranno riempite di iniziative fino al 12 dic perchè senza memoria non c'è futuro) imparando in modo immediatamente utile questa "tecnica".<br>
Pensavamo di coinvolgere l'autore Matteo Fenoglio, di un collettivo di artisti di Torino, I Cani, fumettari milanesi e la Zaa Revue.<br>Info su libro:<br>libro----<a href="http://www.beccogiallo.it/?pagina=pagina_generica.php&id=157" target="_blank">http://www.beccogiallo.it/?pagina=pagina_generica.php&id=157</a><br>
autore--- <a href="http://www.selfcomics.com/auteur.php3?id_auteur=25" target="_blank">http://www.selfcomics.com/auteur.php3?id_auteur=25</a><br><br><b>3) Social Network</b><br>Sappiamo che ci sarà una discussione rispetto ai social network, e ci piacerebbe riuscire a contribuire, magari anche solo a partire da una piccola rassegna dei nostri video prodotti per i social network, relativi ai nostri progetti e in particolare il nomama project. <br>
Banale a dirlo, ma la questione dei social network è spinosa, ed è provare a leggere questo strumento alla luce delle domande che si pone la rassegna you hack è doveroso. Rifiutarlo, correndo il rischio di rimanere esclusi da ogni canale. Reinventarsi degli spazi ? e come senza cadere nella trappola della sussunzione o in quella del purismo (che è di solito soprattutto incomunicante?)<br>
<br>Forse, ma solo forse, l'autore di questo libro ci può aiutare, o ce la caviamo da soli, o avete idee migliori?<br>Il libro di seguito......noi siamo un po' titubanti, esprimetevi!<br>Facebook domani smetto<br>
Pensi sia solo un gioco e cominci: perché c'è dentro qualcuno che conosci, perché lo fanno tutti. Per curiosità o per necessità, prima o poi è sicuro che ci finisci, e vedi che tutti gli altri sono già lì. A consumare la droga più devastante dai tempi del crack. Su di loro scopri tutto: e-mail, numero di cellulare, cartone animato preferito, voto di condotta delle medie. Nome e cognome veri e soprannome che gli ha dato la compagna di banco all'asilo. E dopo poco tempo ti basta una sola occhiata alla loro bacheca per inquadrarli: il principiante e il fanatico, la sex symboi e la timida, il boss e il pentito. È la prima cosa a cui pensi quando ti svegli, l'ultima prima di addormentarti. La sera non esci perché tutti i tuoi amici sono lì, su Facebook. Il giorno non telefoni, non mandi e-mail, non incontri persone. Tanto c'è Facebook. E se proprio devi uscire di casa per fare la spesa, crei un evento con un inizio e una fine. Questo libro è per te, che avevi una vita più o meno felice fino a quando, un giorno, qualcuno ti ha chiesto: "Ma tu sei su Facebook?". Questo libro ti farà smettere. O quasi.<br>
<br>Sicuramente parteciperemo anche alla tavola rotonda sul social network.<br><b><br>4) A 10 anni da Seattle, verso Copenhagen.</b><br>A dieci ani da Seattle, quel ciclo di lotte sembra, soprattutto dall'Italia, lontano anni luce, lontana la rincorsa globale (by train) nel vortice dei controvertici, lontana anche quell'idea di ricomposizione magmatica del movimento dei movimenti. Ci sembra importante ragionare sulla relazione indicata da questo decennale, consapevoli che non siamo chiamati da chissachi a trovare risposte,5) ma che ciononostante continuiamo a cercarle, per modificare, informare, sovvertire il presente con i conflitti sociali che viaggiano lungo i canali paralleli dell'immaginario e della piazza, della teoria e della prassi, della partecipazione e della comunicazione. Perciò vogliamo proporvi una riflessione che possa in qualche modo fare di questo Ahacktitude un'occasione anche per chiedersi in che cosa e attraverso quali strade 10 anni fa per alcune congiunture a noi difficili da capire ci trovavamo in un certo senso un passo avanti al potere dal punto di vista della capacità di costruire messaggi e immaginari, anche dunque dal punto di vista della comunicazione.<br>
<br> Oggi, senza dubbio sono la comunicazione e l'espressione, la capacità di veicolare messaggi aspetti economici, materiali egemoni nel capitalismo e soprattutto per questo la ricerca su questo campo non significa soltanto la ricerca della forma ma anche quella del contenuto della contraddizione... insomma senza stare a dire banalità, per chi da anni come tutti noi, da posti di partenza diversi è immerso nei conflitti sociali del capitalismo cognitivo, vorremmo provare a ragionare in questo Aha camp di come riprendere a partire da qua un'offensiva per ricominciare a dire, mentre affrontiamo razzismi, fascismi e via dicendo, che vogliamo/possiamo ancora cambiare il mondo.<br>
<br> <br>Concretamente appunto si potrebbe ragionare un testo da far girare che, raccogliendo da questo spunto una riflessione della lista proponesse una chiave di lettura di questo meeting oppure in maniera meno ambiziosa ma forse altrettanto o più efficace introdurre qualche workshop che, senza perdere il carattere concreto del meeting, proponga questi temi.<br>
<br> <br>In ogni caso noi come Centro Sociale su Seattle costruiremo una mostra fotografica che faccia appunto della memoria uno strumento, soprattutto per chi, giovane e giovanissimo considera a buon diritto quella storia recente.<br>
<br><b>5) Copenaghen, workshop-attivo</b><br>La proposta su Copenaghen è in realtà più semplice da spiegare e più complessa da realizzare, una sfida e, rispetto a questo vi interroghiamo anche sulle pratiche che contraddistinguono di solito il meeting. la domanda é: è possibile per voi immaginare un momento o una forma che produca direttamente conflitto nei tre giorni del meeting? Possiamo immaginare che, tramite performance e azioni simboliche, tramite azioni che viaggiano esclusivamente sulla rete, tramite subvertising, azioni in notturna o prese per il culo di giornali mainstream riusciamo a costruire forza, la forza di un messaggio, in vista della data di Copenhagen che a nostro avviso è impotante per chi va, ma ancor più per tutti quelli che ne rimarranno colpiti dalla distanza e, potenzialmente, dall'efficacia del messaggio?<br>
<br><b>6) NowUtopia della Shake, di seguito il commento di John Holloway autore di Cambiare il mondo senza prendere il potere.</b><br><br>“Questo libro spiega chiaramente e con toni vivi il corso di una rivoluzione ordinaria, il modo in cui milioni di persone vivono, pur essendo all’interno del sistema di vita capitalistico, creando attraverso la loro attività la base di ciò che potrebbe essere un mondo differente. Si tratta di un libro entusiasmante e al contempo delizioso.”<br>
Potremmo fare un wotkshop su questa idea... è vero che nella globalizzazione un battito d'ali in Cina può causare un terremoto a New York o è un'idea alternativa a quella del cambiamento sistemico? Piccole pratiche di performance cre-attiva più comunicativa e/o più partecipativa.<br>
Coinvolgere gnufunk pavia, ciclofficina (ovvero critical mass)....<br><br>