<br><br><div class="gmail_quote">2009/12/2 Luisa Valeriani <span dir="ltr"><<a href="mailto:lvaleriani@fastwebnet.it">lvaleriani@fastwebnet.it</a>></span><br><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">
<div style=""><br><div>io in quest'approccio mediterraneo dell'individuo che ha un legame arcaico coi consumatori vedo essenzialmente berlusconi, il che mi dà forse una visione strabica... il legame del tiranno coi sudditi, è arcaico... però so anche che l'italia non è il mondo...</div>
</div></blockquote><div><br>:)<br><br>beh, piuttosto il contrario!<br><br>"individuo che ha un legame arcaico coi consumatori" .... hmmm... forse mi sono espresso male se questa è l'interpretazione...<br><br>
è forse più comprensibile proprio adam greenfield, quando parla di passaggio da "wayfinding" a "wayshowing": una rete che da potenzialmente globale diventa invece iperlocale, corporea, con la tecnologia che riporta direttamente alle persone che hai davanti, bucando lo schermo: non più "google dimmi la strada migliore", ma "vieni qui che mentre ti porto dove devi andare ti porto anche a fare un giro tra i luoghi che conosco".<br>
<br>è sostanzialmente la differenza tra lo scrivere le "pagine gialle" e una storia. il business di cui parlano, che si tratti di facebook o di layar o di loopt, è "pagine gialle". poi è ovvio, oramai, che il mondo è frattale e che quindi le linee rette delle categorie delle pagine gialle non funzionano per descriverlo, e che quindi troviamo il modo di scriverci una storia su 'sti cosi. ma non è da sottovalutare il punto di partenza: business is business.<br>
<br>un lato del paradosso sono proprio gli imprenditori "funky".<br>non si tratta qui di essere in ritardo rispetto al "funky". ma proprio del contrario.<br>E' il "funky" che è in ritardo. E' già residuale. Si sta già aggrappando con le unghie agli specchi per non scivolare giù. Perchè inizia a diventare fondamentale il punto di vista, il prendere posizione.<br>
<br>i "funky" non è che abbiano poi tutti sti assi nella manica. non fanno poi tutti questi soldi. non sono autonomi. funzionano al 90% solo per meccanismi di credito concesso da investitori. qui l'unico che fa i soldi è google, con un modello di business vecchio come il cucco: pubblicità al chilo.<br>
<br>quindi in realtà non so proprio quale grande lezione abbiano ricevuto 'sti manager funky da due soldi. non è che gli vadano poi così bene le cose: le imprese durano poco, per la maggior parte falliscono e, mentre stanno in piedi campano solo in virtù degli investimenti.<br>
<br>tra l'altro portandosi appresso molte persone e su più di un piano: cognitivo, raccontando la grande menzogna dell'imprenditore funky che "ce la fa", e pratico, creando economie totalmente finte ed instabili. e, non dimentichiamocelo, a beneficio di pochi.<br>
<br>la "svolta" è nell'etica, nel prendere posizione, nell'iperlocale, nel corpo, nelle economie che si calano armonicamente sul reale preesistente. sono le economie della coesistenza, ecosistemiche.<br>
<br> </div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div style=""><div>Davvero, xD, il green marketing mi sembra una cosa bellissima e da praticare, ma anche l'utopia deve rapportarsi ai contesti, per essere efficace. </div>
</div></blockquote><div><br>.. per cui non penso proprio che si possa semplificare parlando di "green marketing" e che la "cosa" sia complessa e fluida. e che non sia per niente utopistica.<br><br>il 35% di consumatori europei tra 25 e 50 anni boycotters attivi sono tutt'altro che utopia. sono informazioni interessantissime anche per il più classico dei Nike. Rapportatissimo al contesto.<br>
</div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div style=""><div>Qui noi stiamo a chiederci se lavorare per Facebook è compatibile con un'etica hacker, e il mondo intanto già su quel connubio ha lavorato, creato, diversificato, ri-Kombinato, ri-ri-ri-creato... Il problema è come rubare le strategie al potere, visto che ha imparato così bene da noi, per acquisire noi stessi potere... </div>
</div></blockquote><div><br>e infatti il punto è questo. però con una aggiunta/modifica: che non è detto che debba per forza "rubare le strategie al potere", come se queste fossero le uniche attuabili.<br><br>il bello di questo contemporaneo è che ce ne sono moltissime altre di strategie, che possono esistere autonomamente, sovrapposte e coesistenti. tra gli spazi del potere. è questo quello a cui mi riferisco quando parlo di "squatting": infilarsi dentro, ricontestualizzare, reinventare, ridefinire. che non vuol dire "rubare". reinventare.<br>
<br></div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div style=""><div>tu lo hai posto benissimo, il problema, dicendo che è la rappresentanza. L'etica e la collaborazione, che sono nostre e anche ... della classe creativa, devono cimentarsi nella governance... Questo, in effetti, credo sia il problema.</div>
</div></blockquote><div><br>io capisco. però "governance" è una parola "pericolosa".<br>io non voglio governanc-are nessuno. mi pare più interessante l'assenza di forma. e l'infilarsi, l'imbucarsi, il poter essere presente anche senza essere invitato. grazie alla tecnologia e alle reti posso farlo. è *più* della governance. è *più* della rappresentanza. è autonomia. è un modello di business culturale.<br>
</div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div style=""><div>Credo che al momento quella classe creativa che tenta l'assalto al cielo sia un amico, non un nemico. Che bisogna schierarsi ed eventualmente superarla con i suoi stessi mezzi, essere ancora più creativi ed egemonizzarla spostando le regole. Il nemico per me non è mai la postmetropoli, è l'arcaico. </div>
</div></blockquote><div><br>penso che abbia tratto in inganno la parola "arcaico". era un riferimento inconscio a quelle belle immagini di cassano che racconta il mediterraneo non dal punto di vista del bordello contemporaneo che è diventato, ma da quello romantico del miscelarsi di terre e isole che per il solo fatto di esistere contribuiscono a definire realtà iperfluide di contaminazioni, coesistenze e differenze: nella musica nel commercio nell'arte nella filosofia nei rapporti umani nei rapporti con l'ambiente<br>
</div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div style=""><div>Non è la confusione dei confini tra business e creatività, ma la delimitazione rigida di ogni confine... </div>
</div></blockquote><div><br>daccordissimo. <br> </div></div>cià!<br>xDxD<br>