<html><body style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space; "><pre>Di seguito alcune riflessioni sul progetto seppukoo</pre><pre>Seppukoo (<a href="http://www.seppukoo.com">http://www.seppukoo.com</a>) è un servizio web che ha una funzione precisa: eliminare un account creato presso un social network come facebook, indicandolo come un sorta di suicidio virtuale. Where there is no life, there is no death. Nel motto del servizio emerge come l'obiettivo non sia tanto la cancellazione dell'account quanto la critica di quello che è diventato il concetto di UGC (User Generated Content). UGC è (o era?) il concetto centrale del web 2.0, idea di una possibile democrazia dei contenuti in cui veniva sfumato, se non annullato, il confine tra creatore e fruitore. Di fatto servizi come YouTube e simili, concettualmente simili ai loro precursori storici (in altri termini, in fondo, questi portali sono l'evoluzione del concetto di televisione o radio), hanno permesso l'inserimento di contenuti amatoriali che, per quanto magari esteticamente atroci come i filmini delle vacanze, potevano avere un minimo di pretesa estetica.
Il social network ha prodotto un salto le cui conseguenze, forse, non sono tanto prevedibili. Il contenuto è passato alla propria identità, chi mette un video su Vimeo (o chi per esso) uploada un filmato che è _slegato_ dalla persona, che di fatto è un quadratino a lato del video. Su un social network è il video ad essere un quadratino nel profilo in cui le persone raccontano le loro passioni, e opinioni, più o meno interessanti; è un ornamento del profilo utente. Il vero contenuto è l'(auto)rappresentazione di se stessi, una forma di autoritratto. Cosa succede quando si decide di cancellare un account? Si può accettare una sparizione dalla rete? Se il contenuto è se stessi, la cancellazione equivale ad un seppukoo?
L'aspetto interessante di tutta l'operazione è l'essere una riflessione completamente interna al web 2.0, sia dal punto di vista metodologico e tecnico (non viene usato il web come vettore di contenuti, ma anche come oggetto della rappresentazione), sia dal punto di vista contenutistico. Associare la cancellazione di un account ad un seppukoo è la rappresentazione della sparizione di certi tipi di rapporti sociali ovvero che il ruolo di aggregatore dei rapporti personali (il ruolo che, un tempo, poteva avere la piazza) è diventato il social network. L'identità personale, o almeno una parte di essa, inizia a coincidere con l'identità sul network e quindi sta per diventare qualcosa di simile allo specchio lacaniano in cui, pensando di vedere l'altro, si sta vedendo solo se stessi.
"I veri creativi dell'era digitale sono gli hacker e non coloro che fanno bellissime imitazioni di film sperimentali" (Peter Kubelka)</pre><div apple-content-edited="true"> <div style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space; "><div><div>Adern X</div><div><br></div><div><a href="http://www.xevor.net/">http://www.xevor.net</a><br><a href="http://www.myspace.com/adernx">http://www.myspace.com/adernx</a></div><div><a href="http://www.myspace.com/adernx"></a>"Boredom is the mother of creativity" (Ron Arad)</div></div><div><br></div></div><br class="Apple-interchange-newline"> </div><br></body></html>