<html><body style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space; "><div><div>Il giorno 05/dic/10, alle ore 03:07, xDxD.vs.xDxD ha scritto:</div><br><blockquote type="cite"><div>adesso: come in tante altre pratiche degli esseri umani anche l'arte<br>s'è mischiata da un pezzo a un sacco di altre cose. con la scienza, il<br>marketing, gli affari, l'attivismo, l'ecologia, la politica, il<br>giardinaggio, la cucina e la maglia coi ferri. è diventato tanto<br>fluido il passaggio da un dominio all'altro che è abbastanza<br>complicato dire di qualcosa: "questa è arte".<br></div></blockquote><div><br></div><div>Butto giù l'idiozia :-) qualcuno ha risposto a questa questione tanto tempo fa, basta una firma. E si chiamava "R. Mutt".</div><div><br></div><blockquote type="cite"><div>la parola chiave probabilmente è "moltiplicazione". ovvero il fatto<br>che diventa assai difficile "definire" in maniera univoca. è un po'<br>come l'indeterminazione di heisenberg: se sta particella la strizzi di<br>qua, schizza di là; se strizzi di là, schizza via di qua.</div></blockquote><br><blockquote type="cite"><div>quindi forse è più interessante fare una domanda tipo "che mestiere<br>vuoi fare"? e prepararsi, oltretutto, a delle risposte anche molto<br>particolari.<br><br>questo dal lato di chi mette in atto le pratiche.<br><br>dal lato di chi le osserva (sia un curatore o un passante) è un po'<br>passato il tempo di suggerire classificazioni. è da un po' che forse<br>ha più senso accettare il fatto che le classificazioni possibili in<br>contemporanea siano assai più di una, e che tante pratiche trovino il<br>loro significato proprio nella presenza di tutte queste<br>sovrapposizioni e interazioni contemporanee di più definizioni.<br><br>in qualche modo sembra che stiamo parlando di etica piuttosto che di<br>arte. ed ha un senso. sono daccordo!<br></div></blockquote><div><br></div><div>In fondo la domanda oggi è un'altra: oggi l'arte è un mestiere? Oppure, in qualche modo, è diventata un hobby?</div><br><blockquote type="cite"><div>il resto mi sembra veramente un po' troppo ideologico (e qui non ce<br>l'ho con te Luigi, ma con queste idee di poter/dover classificare<br>questo o quello perchè poi va storicizzato per il "bene" dell'artista<br>e dell'umanità).<br><br>perchè troppo spesso si sta un po' fuori del mondo. tanto che a volte<br>dubito anche sull'opportunità di "storicizzare" (e ancor di più sul<br>preservare). La butto sul semplice per far presto, ma ci sono<br>motivazioni più profonde: a pensare a tutto lo sforzo e il materiale<br>che serve per "preservare" un "coso" elettronico (ma anche un quadro o<br>la cazzo di mucca di hirst) mi piange proprio il cuore, in un momento<br>in cui meno mondezza metti al mondo meglio è. E poi è anche un po'<br>autoritario l'ergersi a "selezionatore" di cosa vada storicizzato o<br>preservato. Non lo intendano in maniera personale quelli che lo fanno,<br>ovviamente, perchè esprimo un limite oggettivo: puoi studiare quanto<br>vuoi, ma avrai sempre un punto di vista limitato, delle condizioni<br>completamente random e delle inclinazioni emotive. E, quindi, non<br>sarai mai obiettivo nel dire "storicizza questo qui invece che quello<br>là". Meglio e molto più corretto lasciare andare tutto al macero,<br>produrre un po' di documentazione in un formato più aperto possibile e<br>meno dispendioso possibile in termini di risorse ed energie, e farsi<br>un culo come una capanna a condividere info e conoscenza con più<br>persone possibili. (ovviamente estremizzo, ma spero che il cocetto che<br>volevo esprimere sia chiaro)<br></div></blockquote><div><br></div><div>La storicizzazione è una necessità perché consente di vedere le cose in una prospettiva nota a tutti: quello che noi chiamiamo "media art", "arte elettronica" etc. è il risultato di un percorso che ha origine nel passato. Serve come strumento, anche, di "Istituzionalizzazione", fuor di discussione, però è uno strumento di comprensione. Permette di esprimere il senso di un linguaggio artistico. Poi, è chiaro, che sembri autoritario, ma è la posizione del curatore o critico ad essere tale per via del conferimento di autorità. </div><div><br></div><blockquote type="cite"><div>e comunque mi sembra che i punti di osservazione più interessanti<br>siano altri. il decidere "questo è arte e quello no" è troppo frivolo<br>per il contemporaneo. ci son cose più interessanti. a cui l'"arte" si<br>sta già rivolgendo da tempo, tra l'altro. e per farlo ha creato un<br>meraviglioso gran mischione di discipline, pratiche e linguaggi.<br></div></blockquote><div><br></div><div>Purtroppo la questione "questo è arte e quello no" è la domanda dell'estetica per antonomasia, il contemporaneo, in realtà, credo che sia l'idea che non facciano parte dell'arte solo le discipline classiche.</div><div><br></div></div><div>Ciao,</div><div> <span class="Apple-style-span" style="border-collapse: separate; color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica; font-size: medium; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: 2; text-align: auto; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px; -webkit-border-horizontal-spacing: 0px; -webkit-border-vertical-spacing: 0px; -webkit-text-decorations-in-effect: none; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; "><div style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space; "><div><div>Adern X</div><div><br></div><div><a href="http://www.xevor.net/">http://www.xevor.net</a><br><a href="http://www.myspace.com/adernx">http://www.myspace.com/adernx</a></div><div><a href="http://www.myspace.com/adernx"></a>"Boredom is the mother of creativity" (Ron Arad)</div></div><div><br></div></div></span><br class="Apple-interchange-newline"> </div><br></body></html>