<div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman"><?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" /><st1:PersonName w:st="on" ProductID="La Jornada">La Jornada</st1:PersonName> - 4 novembre 2007</FONT></FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>- È lo stato il responsabile, denunciano indagini dei sopravvissuti</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <H1 style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman">Campagna mediatica del governo a favore dei colpevoli del massacro di Acteal</FONT></H1> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm
0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>HERMANN BELLINGHAUSEN</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Lo Stato messicano "è responsabile del massacro di Acteal", come si apprende dalle denunce, indagini e perizie eseguite dai sopravvissuti dell'attacco paramilitare del 22 dicembre 1997 e dai loro rappresentanti legali, e dai numerosi fatti precedenti collegati che portarono alla morte di decine di indigeni ed alla fuga di altre migliaia nel municipio di Chenalhó, Chiapas, a partire dal 19 agosto del 1996, quando furono assassinate sei giovani basi di appoggio dell'EZLN (le prime vittime) e durante la seconda metà del 1997.</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>La società civile Las
Abejas ed il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) da allora hanno assunto la difesa dei sopravvissuti, eseguendo tutti i procedimenti affinché venga esercitata giustizia contro gli autori materiali ed intellettuali della violenza che ha distrutto il territorio tzotzil già 10 anni fa.</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Secondo Las Abejas ed il CDHFBC, i fatti furono di responsabilità dello Stato messicano per azione, “perché il massacro fu il prodotto di una politica di Stato deliberata ed avviata a sterminare l'EZLN, le sue basi di appoggio e qualunque persona od organizzazione della società civile le cui istanze scomodavano il governo”.</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT size=3><FONT
face="Times New Roman">Inoltre, ci fu responsabilità per omissione, "perché mentre succedeva il massacro, la polizia di Pubblica Sicurezza si trovava a nemmeno <st1:metricconverter w:st="on" ProductID="200 metri">200 metri</st1:metricconverter> dal luogo dei fatti, senza che intervenisse per evitare la sua consumazione, e perché le autorità del governo del Chiapas furono avvertite dell'imminente rischio del massacro e non agirono di conseguenza".<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN></FONT></FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>In un rapporto legale diffuso questo giovedì, il CDHFBC sottolinea inoltre la responsabilità governativa per il ritardo e la negazione della giustizia, "perché ha negato il diritto di conoscere la verità dei fatti, perché non si sono esauriti le linee di indagini relative all'implementazione di una
strategia <I style="mso-bidi-font-style: normal">contrainsurgente</I>".</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Anche perché le risorse legali messe in atto "sono risultate completamente inefficaci". A 10 anni dal massacro, ci sono ancora cause penali aperte ed i processi si sono eccessivamente allungati, cosa che ha consumato i parenti ed i testimoni, precisa la relazione.<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN></FONT></FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>A questo si aggiunge che gli autori intellettuali non sono stati puniti, esistono ancora mandati di cattura non eseguiti e "non sono state prese le misure che garantiscano la non ripetizione dei fatti, tra le quali il
disarmo dei gruppi paramilitari". Solo una delle sentenze confermate condanna uno degli accusati a pagare per il risarcimento del danno i parenti degli estinti.</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Il caso ha avuto un seguito internazionale, particolarmente davanti alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH). Nel febbraio del 2005 fu presentata davanti alla CIDH la petizione contro lo Stato messicano per il massacro accaduto ad Acteal. I firmatari erano sopravvissuti e feriti del massacro, familiari delle persone morte, la società civile Las Abejas attraverso il suo tavolo direttivo ed il CDHFBC, organismo presieduto dal vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, Samuel Ruiz García. Nel marzo 2005, <st1:PersonName w:st="on" ProductID="la Segreteria Esecutiva">la Segreteria Esecutiva</st1:PersonName> della CIDH
informò che la petizione era stata ricevuta "e che era allo studio per essere trasmessa allo Stato messicano affinché questo emetta la sua risposta".</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman">Nel febbraio del 2006, <st1:PersonName w:st="on" ProductID="la CIDH">la CIDH</st1:PersonName> informò che aveva trasmesso le parti pertinenti della petizione al governo del nostro paese, fissando un termine di due mesi per presentare le osservazioni. Ora, da agosto del presente anno, Las Abejas ed il CDHFBC sono in attesa che <st1:PersonName w:st="on" ProductID="la CIDH">la CIDH</st1:PersonName> "si pronunci per ammettere il caso e passare allo studio di fondo".<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN></FONT></FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div> <div
style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>Lungi dall'essere chiuso il caso, come volevano i successivi governi di Ernesto Zedillo ed ora Vicente Fox, nasce ora una campagna giuridica e mediatica, apparentemente incoraggiata dall'attuale governo di Felipe Calderón e dal Partito Azione Nazionale, che cerca di discolpare gli autori materiali del massacro (molti di loro in prigione, ma non tutti) e soprattutto liberare da responsabilità lo Stato messicano. In particolare ne beneficerebbero l'ex presidente Zedillo ed i funzionari federali e comandi militari che i querelanti ritengono responsabili. Questo riguarda il governo chiapaneco di Julio César Ruiz Ferro (1995-1998) e numerosi suoi funzionari che rinunciarono ai loro incarichi dopo il massacro ma che non hanno reso conto davanti alla giustizia federale né agli organismi internazionali competenti.</FONT></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman"
size=3> </FONT></o:p></div> <div style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman" size=3>(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)</FONT></div> <div class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p><FONT face="Times New Roman" size=3> </FONT></o:p></div><p> 
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