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<DIV><FONT face=Arial size=2>è allucinante come la gente non venga valutata
affatto nell'agire</FONT></DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message -----
<DIV style="BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B> <A
title=michele.lastilla@tiscali.it
href="mailto:michele.lastilla@tiscali.it">michele lastilla</A> </DIV>
<DIV><B>To:</B> <A title=unioneplurale@yahoogroups.com
href="mailto:unioneplurale@yahoogroups.com">unioneplurale</A> </DIV>
<DIV><B>Sent:</B> Friday, April 11, 2008 8:37 AM</DIV>
<DIV><B>Subject:</B> [UnionePlurale] La guerra della coca Le fumigazioni aeree
uccidono le</DIV></DIV>
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<DIV id=ygrp-text>
<P>il manifesto<BR>piante.<BR>E la gente che ci vive in mezzo.<BR>Ecuador, il
fumo uccide dal cielo.<BR>«Li vedevo tutti i giorni, quei dannati aerei». Il
diserbante pioveva al<BR>confine con la Colombia.<BR>E una mattina i polli
morti, i pesci a pancia in su, ai contadini cascava la<BR>pelle e i bambini
morivano di diarrea... Reportage da una frontiera della<BR>«guerra alla
droga».<BR>Diletta Varlese.<BR>Santa Marianita (confine nord dell'Ecuador) «Li
vedevamo tutti giorni quei<BR>maledetti aerei che attraversavano la frontiera e
spruzzavano il liquido sui<BR>nostri campi, e poi il vento lo spargeva ovunque».
Questo ricorda a denti<BR>stretti Yolanda, ecuadoriana che vive sulla frontiera
con la Colombia,<BR>guardando quello che resta della fortuna del suo allevamento
di pesci e<BR>bestiame.<BR>Batte una pioggia inclemente a Santa Marianita,
piccolo agglomerato di case<BR>dell'Amazzonia, a 10 chilometri dal confine
nord.<BR>Al riparo sotto il tetto di zinco della sua veranda, con una tazza di
latte<BR>caldo appena munto, Yolanda racconta che prima del 2002 loro stavano
bene:<BR>«Avevamo moltissimi pesci nelle nostre trenta piscine, 200 galline,
maiali,<BR>bestiame, vivevamo della nostra terra e del commercio, non ci mancava
nulla.<BR>Poi sono arrivati gli aerei e la mattina dopo ho trovato tutti i polli
morti<BR>distesi e tutti i pesci che galleggiavano a pancia in su.<BR>Allora ho
creduto di impazzire dalla disperazione»<WBR>.<BR>I «fumigados» della
frontiera.<BR>Yolanda e la sua famiglia sono dei fumigados, e fanno parte delle
200<BR>famiglie ecuadoriane che hanno subìto gli effetti delle «fumigazioni»
del<BR>Plan Colombia, accordo del 2000 tra Colombia e Stati uniti per sradicare
le<BR>piantagioni di foglia di coca e «combattere il narcotraffico»<WBR>. Per
più di<BR>sette anni i campi delle regioni a sud della Colombia sono stati
innaffiati<BR>per via aerea dal pesticida «roundup» di produzione della Monsanto
- la<BR>stessa che produceva l'agente Orange, il micidiale defoliante
usato<BR>dall'esercito degli Stati uniti nella guerra del Vietnam - a base
di<BR>glifosato.<BR>Era stato assicurato che questo mix avrebbe attaccato solo
le coltivazioni<BR>di coca, ma i contadini che hanno subito le fumigazioni
dicono che la coca<BR>sia stata l'ultima a morire.<BR>Lo dicono i colombiani
come gli ecuadoriani, perchè per tre anni consecutivi<BR>gli aerei della Dyncorp
hanno deliberatamente violato il confine aereo e si<BR>sono addentrati per
chilometri in territorio ecuadoriano.<BR>All'accusa dell'Ecuador di violazione
di territorio, nel 2006, Bogotà ha<BR>risposto: «Abbiamo verificato la presenza
di coltivazioni di coca anche nel<BR>vostro territorio ed abbiamo agito», senza
chiedere permesso.<BR>Hernan,che vive qui da 50 anni, ha invece verificato ben
altro: «Dopo una<BR>settimana qui tutto era secco, dopo un anno la coltivazione
di mais ha reso<BR>solo cinque chili, nemmeno sufficienti all'uso
familiare.<BR>Dopo quasi due anni il banano ha ripreso a dare frutti, piccoli,
spesso<BR>secchi all'interno.<BR>La nostra terra è danneggiata
irrimediabilmente»<WBR>. Anche le tre mucche di<BR>Hernan hanno fatto una brutta
fine: «Hanno bevuto dal fiume, come tutti gli<BR>animali di questa zona che
circolano liberi.<BR>Dopo due giorni le ho trovate agonizzanti poco distante da
casa». Il fiume è<BR>lo stesso in cui fanno il bagno i bambini, in cui le donne
lavano i panni e<BR>gli uomini si rinfrescano dal lavoro nei campi.<BR>Josè è
uno di quegli uomini, vive con la moglie in una catapecchia fatta di<BR>assi di
legno sospesa a mezz'aria.<BR>Sotto trovano riparo cani spelacchiati e
copertoni.<BR>Si siede su uno sgabello e racconta che un giorno di 4 anni fa
lavorava con<BR>il figlio nella chakra, la porzione di terreno liberata
faticosamente dalla<BR>selva a colpi di machete.<BR>Quella mattina gli aerei
stavano sorvolando da più di due ore, avanti e<BR>indietro per il confine, ma la
convivenza con quel rumore era ormai da tempo<BR>abitudine.<BR>Faceva quaranta
gradi, cento per cento di umidità tropicale.<BR>Josè si sente girare la testa e
decide d'immergersi nel fiume, pensando di<BR>aver preso un colpo di
sole.<BR>Pochi minuti dopo si sentiva peggio: era in preda a conati di vomito e
un<BR>pizzicore intollerabile su tutto il corpo.<BR>«La pelle ha preso a
cadere...».<BR>Sua moglie Ilda, in piedi a fianco a lui, gli accarezza le mani
macchiate e<BR>continua il racconto: «Quando è arrivato a casa non stava fermo
un momento.<BR>Due giorni dopo ha cominciato a cadergli la pelle ed è rimasta
così», e<BR>mostra la mano ossuta coperta da una pelle biancastra, punteggiata
di<BR>chiazze marroni.<BR>Così sono pure il viso, il torace e la schiena di
Josè. «Dopo quattro anni,<BR>ogni volta che il sole picchia forte - prosegue
Ilda - gli prende ancora<BR>quel pizzicore intollerabile, e non c'è ombra che
ripari, bisogna buttargli<BR>addosso dell'acqua fredda o non passa». Ilda poi
abbassa lo sguardo e<BR>sussurra: «Quando è successo questo a Josè, dopo un mese
mio nipote di quasi<BR>un anno è morto per diarrea e vomito, e agli altri
bambini di mio figlio<BR>sono venute piaghe su tutto il corpo». Ce n'è anche per
lei: «Ad oggi mi<BR>prendono dei crampi allo stomaco che mi mettono a
letto.<BR>Un bruciore fortissimo al ventre che non mi permette di alzarmi per
giorni.<BR>Noi mangiano della nostra terra, che è totalmente
inquinata».<BR>Un'equipe di medici della ong Accion Ecologica ha studiato per
tre anni<BR>consecutivi gli effetti nelle comunità di frontiera, rilevando che
sulla<BR>pelle dei bambini si sono formai dei funghi patogeni causati da
agenti<BR>biologici, probabilmente transgenici.<BR>Ma i danni peggiori,
sostengono i medici, sono quelli psicologici.<BR>I bambini tra i cinque e i dici
anni sono molto depressi.<BR>Nei loro disegni sono costantemente presenti gli
aerei e immagini di animali<BR>morti.<BR>Il dottor Adolfo Maldonado,
endocrinologo spagnolo e direttore della ricerca<BR>sul campo, ha dichiarato che
«ancor più preoccupanti sono gli effetti a<BR>medio e lungo periodo: il 100%
della popolazione nel cui corpo è penetrato<BR>il veleno riporta il 36% delle
cellule danneggiate geneticamente.<BR>Questo significa un alto rischio che si
sviluppino cancro, malformazioni<BR>congenite e aborti spontanei».<BR>I dati del
ministero della difesa colombiano dimostrano che nel 2005, dopo<BR>cinque anni
di fumigazioni, le coltivazioni di coca hanno toccato il picco<BR>massimo della
loro espansione.<BR>La conseguenza, però, è che tra il 75% e il 90% delle
coltivazioni «lecite»<BR>sia andata persa, per una media di un ettaro ogni due
di coca distrutta.<BR>Il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, il 31 marzo
scorso ha annunciato<BR>di presentato una denuncia contro la Colombia e il suo
presidente, Alvaro<BR>Uribe, di fronte al Tribunale internazionale dell'Aja, per
violazione della<BR>sovranità del territorio ecuadoriano.<BR>Uribe ha ribattuto
che «dietro le coltivazioni illecite ci sono le Farc»,<BR>sostenendo inoltre che
«in quaranta casi hanno attaccato la forza pubblica<BR>colombiana dal territorio
ecuadoriano». Il governo colombiano, inoltre,<BR>sostiene che i suoi voli aerei
hanno sempre mantenuto una distanza di 10<BR>chilometri dal confine sud, e che i
diserbanti utilizzati sono stati<BR>approvati da protocolli
internazionali.<BR>Ci si domanda se l'Aja terrà più in conto questa
dichiarazione o quelle<BR>presentate della Fercofes (la Federazione dei
contadini di frontiera,<BR>ecuadoriani e colombiani) e le cento testimonianze di
chi, sotto quei voli,<BR>si è trovata distrutta una vita.<BR>Basta fumi, ora
pattuglie.<BR>Dal marzo 2007 la Colombia non fumiga più, neppure nel proprio
territorio,<BR>in cambio ha adottato la fumigazione manuale nel sud del
paese.<BR>Secondo i contadini colombiani delle regioni del sud, lo
sradicamento<BR>manuale delle piante viene preceduto dall'arrivo dei militari,
che sfollano<BR>le famiglie e occupano le case, a cui segue una «squadra
speciale<BR>anti-narcotici» per eliminare le coltivazioni e «sterilizzare» il
campo con<BR>lo stesso micidiale diserbante roundup. Sempre a detta della
popolazione<BR>locale - che se la passa molto peggio di quella ecuadoriana -
anche questa<BR>pratica non è indolore.<BR>Chi coltiva la coca è, per la legge
colombiana, automaticamente un<BR>narcotrafficante e guerrigliero delle Farc.
Sono migliaia le denunce di<BR>parenti di contadini che, accusati senza potersi
appellare alla difesa, sono<BR>stati fatti sparire, o torturati e uccisi a
bruciapelo.<BR>Con indosso la divisa delle Farc, sono poi recapitati alla
procura più<BR>vicina con la dicitura «guerrigliero morto in combattimento» e un
buco nel<BR>cranio che non lascia dubbi.<BR>Crescono le denunce di tali
situazioni anche da parte delle associazioni per<BR>i diritti umani colombiane e
dell'America Latina, come la Alduh. E sono<BR>allarmati anche i difensori civici
della Colombia che, seppur dipendenti<BR>statali, da alcuni anni hanno deciso di
rompere il muro del silenzio e<BR>accusare apertamente il governo di Bogotà e il
ministero della difesa.<BR>Coraggiosamente.<BR>Perché nell'attuale «democrazia
in salsa colombiana» il costo della denuncia<BR>e della richiesta di protezione
si paga a prezzo di molte, troppe vite:<BR>quelle di chi difende e quelle di chi
è difeso.<BR>Andinamedia,<WBR>.<BR>agenzia d'informazione.<BR>per l'America
Latina<BR><BR>non votare è sbagliato, del tutto sbagliato, chiunque lo
suggerisca. E'<BR>sempre sbagliatissimo. Non votare è una fesseria. Si vuole
un'astensione<BR>attiva, contro il sistema balordo. Ma non peserà nulla e
confermerà il<BR>sistema. Chi non vota, vota sempre per chi vince, che può
essere il cav.<BR>Peggiore!<BR>Ogni voto mancante da una parte è un voto in
piu'...<BR><BR></P></DIV><!--~-|**|PrettyHtmlStart|**|-~--><SPAN
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