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<DIV><FONT face=Arial size=2>DA MARGHERA A RAVENNA: BASTA MORTI SUL
LAVORO!<BR>E' ORA DELLA LOTTA PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI
LAVORO!</FONT></DIV>
<DIV> </DIV><FONT face=Arial size=2>
<DIV><BR>Il sistema di sfruttamento dei lavoratori nei Porti ha ucciso altri 2
operai a Marghera e un terzo a rischiato di morire. Nel solo Veneto sono
già 8 gli operai morti sul lavoro e 51 gli omicidi bianchi a livello
nazionale.<BR>Paolo Ferrara, 47 anni, dipendente della Icco Logistica e Denis
Zanon di 39 anni, interinale "affittato" dalla Nuova compagnia lavoratori
portuali, entrambi aziende che operano all'interno del Centro Intermodale
Adriatico (Cia), morti asfissiati dal gas tossico del carico di granaglie. 2
operai che facevano lo stesso lavoro per 2 ditte diverse, con contratti-farsa e
salari differenti, sfiancati da turni massacranti, frutto delle privatizzazioni
nelle banchine dei Porti, lavoratori comandati ad entrare in una stiva non
areata e senza ventilazione, mandati a morire perchè "una nave più sta ferma e
più costa e quindi bisogna fare in fretta", senza fare nemmeno la prova
ossigeno, come denunciano i lavoratori portuali, gli stessi che avevano
richiesto i rilevatori della presenza di gas a cui è stato risposto che non ce
n'era bisogno!<BR>Che non si parli più di "fatalità": è il profitto che uccide,
è la competività dei vari scali per l'imbarco/sbarco delle merci che mette a
rischio la vita dei lavoratori. Come fa il presidente AP di Porto Marghera,
Zacchello, a dire che "abbiamo ispettori che che girano costantemente" e
rimanere ancora al suo posto?<BR>"Il lavoro è diventato una roulette russa" a
Porto Marghera come nei Porti di Genova, Ravenna, Napoli. <BR>I portuali di
Ravenna che non hanno dimenticato la strage di 13 operai della Mecnavi nell'87
al Porto di Ravenna, la morte sul lavoro di Luca Vertullo al Porto nel 2006, e
si stringono al dolore dei famigliari delle vittime e uniscono la loro
rabbia a quella dei portuali di Porto Marghera. <BR>Non bastano tavoli di
concertazione, invocare il rispetto di norme sulla sicurezza, se i lavoratori
non prendono in mano la battaglia sulla sicurezza. Il dl 272/99 nell' art. 12
prevede la messa in sicurezza prima di calarsi nelle stive chiuse contenenti
prodotti tossico-nocivi: dov'era chi doveva vigilare su questo? Perchè le
bombole d'ossigeno per il soccorso erano vuote?<BR>E' la logica del profitto a
fare carta straccia delle norme sulla sicurezza e questa logica dev'essere
ribaltata con le lotte dei lavoratori. Non c'è altra strada per fermare i
crimini dei padroni.</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>Prima di conquistare i propri diritti con le lotte, per controllare le
condizioni di sicurezza negli ambienti chiusi, i portuali usavano liberare un
cardellino: l'aberrazione a cui siamo arrivati in nome del capitalismo selvaggio
è che, oggi, sono gli uomini ad essere trattati dai padroni, nei luoghi di
lavoro, peggio che animali! </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>Lo Slai Cobas per il Sindacato di classe del Porto di Ravenna chiama i
lavoratori alla lotta, a prolungare lo sciopero nei porti indetto dai
confederali almeno di 1 ora in più, con assemblee nelle banchine e fermate
spontanee. <BR>I lavoratori che fanno capo alla Rete nazionale per la sicurezza
sui posti di lavoro di Marghera e Ravenna saranno presenti al porto e ai
funerali dei 2 operai.</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><BR>SLAI COBAS per il sindacato di classe-Porto di Ravenna<BR>tel.
339/8911853<BR>e mail: <A
href="mailto:cobasravenna@libero.it">cobasravenna@libero.it</A><BR>per la Rete
nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro <BR>e mail: <A
href="mailto:bastamortesullavoro@domeus.it">bastamortesullavoro@domeus.it</A><BR></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><BR></FONT> </DIV></BODY></HTML>