<div>Caro Federico,</div> <div> </div> <div>io che mi sento non solo anarchico, ma anche libertario, trovo il tuo sfogo infantile. Senza offesa. Tu parli di cose che potrebbero anche essere condivisibili, ma non in questa condizione. Come diceva il buon Malatesta, essere anarchici significa sì perseguire un ideale utopico, perché questo lo preserva dall'imbarbarimento della confusione tra fini e mezzi, ma occorre essere anche realisti, ed operare, nel contesto in cui si vive, rispetto alla realtà storica e sociale di quel contesto.</div> <div>Perché altrimenti si scade in un individualismo antiorganizzatore che per carità, è lecito come tutte le opinioni motivate, ma in questo contesto è sterile, inutile ed anzi pericoloso. L'individualismo è una forma di anarchismo ambigua, che si presta a derive violente e sterili, a superomismi, a visioni irrealistiche. Non devi mettere il carro davanti ai buoi. Le banche sono il risultato di un certo tipo di società, sono
un'espressione storica di certi equilibri di potere. Dunque non puoi dire "aboliamo le banche ed il signoraggio", perché è sterile. Sarebbe dire come "aboliamo la guerra dalla storia". Vanno combattute e abolite le premesse e le condizioni che determinano quelle scelte e quei fatti. Oggi il potere delle banche, tra le altre cose, è secondario rispetto ad un'organizzazione della società nelle forme violente del mercato, nella riduzione delle vite a sottospecie di prodotti rivendibili, nella colonizzazione dell'immaginario, nella sottrazione dello statuto di cittadini a favore di quello di consumatori.</div> <div>Il potere delle banche è uno dei poteri, impersonali, che costellano l'universo politico in cui ci muoviamo. Ma non si può dire aboliamole, così, come se si dovesse cancellare qualcosa che in realtà non è ciò che genera le condizioni in cui viviamo, ma ne è effetto.</div> <div>E dopotutto accusare chi con fatica, tra mille difficoltà, cerca di tessere le fila
di una rete, di una sensibilità comune, di stalinismo, è davvero sterile. Forse ti sfugge la realtà storica delle cose e dei rapporti. Essere anarchici non significa essere quel coagulo di bei gesti ed opinioni in libertà che ci vogliono far credere, ma essere corresponsabili di quel che si fa, essere per primi rispettosi di quelle forme di collaborazione e di coinvivenza - oltre che di persecuzione di obiettivi comuni con mezzi conformi a quei fini - che fanno lo spessore ed il tessuto della libertà.</div> <div>Il tuo accusare i partecipanti a questa lista libera - ma che ha un tema e su cui non si può venire a pontificare solo di ciò che interessa a noi stessi... - di essere stalinisti, e la tua analisi del comportamento dei bolscevichi, sono cose incongrue ora, ma ferma restando la validità della critica all'involuzione totalitaria del regime bolscevico - ed alla sua bieca persecuzione degli anarchici - renditi conto che oggi lo scenario è profondamente mutato. Lo
Stato non conta più un cazzo, e sopravvive solo nelle sue funzioni poliziesche e retoriche. La democrazia è ormai palesemente un formalismo vuoto, la sovversione ed il terrorismo come praticati negli anni settanta hanno purtroppo finito solo col rafforzare gli aspetti totalitari e di regime dello stato e delle sue traballanti istituzioni. Oggi viviamo in un'oligarchia partitica in cui tutti gli attori classici del panorama politico sociale sono collusi con le forme storiche di quelli che Foucault chiamava le istituzioni totali, volte alla sorveglianza ed alla punizione. Ma questi attori (partiti, istituzioni, stato, sindacati) sono solo funzionali ad un altro potere ben più impersonale, nomade e potente: il capitale e la sua teologia. Una teologia che mostra il volto accattivante delle merci, del consumo identitario, la stessa teologia che instilla nell'immaginario di uno sfruttato i sogni fatti con il profitto di chi lo sfrutta. Tolta di mezzo qualsiasi possibilità
di pensare il futuro, si toglie di mezzo ogni possibilità di provare solidarietà per chi condivide le stesse condizioni di sfruttamento. Rimane un sogno, una forza potente che isola le persone, che le spinge a conformarsi alle pratiche identitarie - fatte di nichilismo opportunismo e cinismo - o a finire fra quelli che Baumann chiama gli scarti umani, le vite di scarto.</div> <div>Le banche sono solo servomeccanismi di questa teologia che plasma come un vento fenomenico le identità personali, statuali, istituzionali. Il suo potere, oltre che scorrere nelle forme irrazionali dela speculazione finanziaria - dunque ad essere immateriale - trova delle concretizzazioni labili nei media.</div> <div>Ora, rispetto ad uno scenaroi davvero preoccupante come questo, in cui sopravvivono, dei vecchi apparati di sorveglianza e controllo, solo gli aspetti repressivi, e si affermano strategie di controllo identitario inedite, e che hanno un sapore inquietante per le loro implicazioni
con la disumanizzazione della vita, tu te ne esci e spari le accuse che spari.</div> <div>Essere schiavi ed aspettarsi che qualcuno ci venga a liberare, è continuare a pensare da schiavi. Prima di tutto abbi la consapevolezza della tua condizione, e non venire a dire, anche a me, che scaldo poltrone. Perché non è vero, perché ho sgobbato da quando ho memoria, e se ho insegnato all'Università, lo facevo senza essere pagato, preparando le lezioni mentre facevo il facchino, o la notte in albergo, o mentre servivo ai tavoli del ristorante, etc. etc.</div> <div>La rabbia non è mai un buon viatico per la lotta. La rabbia si deve sedimentare in valori che ne trasformino la violenza apolitica in un ideale, in una visione politica, in una forma di condivisione con altre persone. Condividere significa agire, pensare, e operare assieme.</div> <div>Le tue accuse lasciano il tempo che trovano, non sono utili a te, a noi, a nessuno. Mentre ora è proprio il momento di cercare di
coagulare attorno ad una speranza di futuro tutte quelle forze che non si rassegnano a lasciare campo libero alla barbarie capitalista. E collaborare significa non essere disciplinati, ma tolleranti, collaborativi, propositivi, solidali. condividere e saper inghiottire lo schifo delle nostre vite senza sputarlo in faccia a chi è nelle nostre stesse condizioni. L'anarchia è sì libertà, ma soprattutto amore, non certo quello disarmato e farlocco che la chiesa ci ficca in culo per farci rassegnare, ma quello che nell'altro vede prima di tutto un essere umano, quell'amore che trasforma la rabbia in azione, l'uminliazione in condivisione, la disperazione (che fa tanto comodo a questo capitalismo...) in un etica di vita che ci fa sperare, e spargere il famos grano d'anarchia.</div> <div> </div> <div>saluti libertari</div> <div>el</div> <div><BR><BR><B><I>"federico.traverso@libero.it" <federico.traverso@libero.it></I></B> ha scritto:</div> <BLOCKQUOTE class=replbq
style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #1010ff 2px solid">HO parlato della bce anche nei miei post per il resto<BR>Se quelli che parlano un questo forum sono quelli che dovrebbero svegliare e<BR><BR>muovere le masse operaie non mi stupisco perchè l'Italia è così ferma!<BR>Ma dove sono finiti gli anarchici del libero pensiero?<BR>Mi sono iscritto a questo forum pensando di trovare persone libere con cui<BR><BR>scambiarsi opinioni e invece vi ho trovato i soliti stalinisti-leninisti <BR><BR>guardiani dei cancelli di sinistra degli schiavi salariati pronti a lanciare le<BR><BR>loro truppe armate e ad aprire i loro gulag non contro i padroni ma contro gli<BR><BR>schiavi che osino parlare di libero pensiero e quindi osino sfuggire al loro<BR><BR>potere e al loro controllo; vi ho trovato i soliti scaldapoltrone delle<BR><BR>cattedre universitarie che "CON IL LAVORO DI DISPENSATORI DELLE LORO VERITA'"<BR><BR>agli schiavi salariati come me si ingozzano lo stomaco
e guadagnano i loro<BR><BR>lauti stipendi alla faccia mia che sopravvivo con 1000 euro al mese. Vi ho<BR><BR>trovato i cobas che , dopo un secolo di lotte hanno scoperto solo ora che non<BR><BR>bisogna dare preferenze di voto ai partiti padroni della sinistra che<BR><BR>finanziano guerre e schiavizzano le masse.<BR>Ma il Kosovo non vi era bastato? e nemmeno la legge Treu?<BR>E poi non mi chiamate più classe operaia? Questo si addice di più agli uomini<BR><BR>di classe che scaldano le poltrone universitarie e le dirigenze sindacali con i<BR><BR>loro sigari e le loro barche a vela. Io sono uno schiavo salariato non classe<BR><BR>operaia che è un termine orwelliano. Se volete rendere consapevoli gli schiavi<BR><BR>iniziate a rivolgervi a loro con termini sinceri! TU SEI UNO SCHIAVO!!!!<BR>IO SONO UNO SCHIAVO, MIO PADRE ERA NUO SCHIAVO e i guardiani del cancello di<BR><BR>sinistra non hanno fatto un cazzo per liberarmi perchè i loro privilegi di<BR><BR>dirigenti sindacali e
capi di partito sarebbero venuti meno! Perchè cosa fa un<BR><BR>dirigente sindacale o un capo branco di un partito di sinistra se uno schiavo<BR><BR>si libera? non può più comprarsi i sui sigari e le barche a vela.<BR>Gli schiavi si libereranno da soli se riusciranno a sfuggire oltre che alle<BR><BR>grinfie del padrone e della sua propaganda, anche dalle grinfie dei guardiani<BR>dei cancelli di sinistra e alle loro verità, e inizieranno finalmente ad<BR><BR>esercitare le doti del libero pensiero al di la di sindacati, padroni, partiti<BR><BR>e banche.<BR>Cosa possiamo fare noi schiavi salariati? Intanto non seguire come pecorelle<BR><BR>gli stalinisti-leninisti affamati di potere! Poi lottare per l'abolizione delle<BR><BR>banche che finanziano i padroni con soldi creati dal nulla attraverso il <BR><BR>signoraggio, i quali ci schiavizzano. Poi abolire la schiavitu salariata e le<BR><BR>aziende create dalle banche. Quando non ci sarà più schiavitù salariata non
ci<BR><BR>saranno più gli stalinisti-leninisti con le loro pretese di potere sulla pelle<BR><BR>degli schiavi salariati; e non ci saranno più i Bertinotti con la erre moscia<BR><BR>che sparano cazzate riempiendosi la bocca di lotte operaie e il portafoglio di<BR><BR>soldi rubati agli schiavi.<BR>Ecco cosa dice Rudolf Rocker, che non era un nazista, ma un anarchico, su<BR><BR>Bolscevismo e Anarchia:<BR>"L’obiettivo dei bolscevichi è sempre stato quello di con­quistare il potere<BR><BR>politico di Stato. E’ verosimile che Lenin abbia voluto sottolineare gli<BR><BR>“obiettivi ultimi” degli anar­chici per riguardo a quanti tra questi ultimi<BR><BR>avevano svolto un ruolo importante ed attivo nella rivoluzione. E’ certo che<BR><BR>l’affermazione che si trattava solo di un periodo transitorio ha indotto<BR><BR>qualche anarchico (conquistato dalla dichiarazione secondo la quale questo<BR><BR>stato del periodo transitorio era destinato a “deperire”) a cooperare con
i<BR><BR>bolscevichi. Molti di essi si adattarono anche alla famosa “dittatura del<BR><BR>proletariato”, poiché si trattava apparentemente di un periodo di transizione<BR><BR>che “nell’interesse della rivoluzione”, non poteva essere evitato. Non si<BR><BR>voleva o non si poteva comprendere che l’idea, secondo la quale la dittatura<BR><BR>era uno stadio transitorio inevitabile e necessario, era quella che dissimulava<BR><BR>il più grande pericolo.<BR>Se la pratica revisionista, riformista della socialdemocrazia, l’ha indotta ad<BR><BR>abbandonare, anche in teoria, l’abolizione dello Stato ed a considerare la<BR><BR>società senza Stato -cioè, secondo Marx, la società socialista — come un’utopia<BR><BR>astratta, la pratica bolscevica prova quanto ad essa che lo Stato bolscevico e<BR><BR>proletario ha tanta poca tendenza a deperire quanto lo Stato democratico <BR><BR>socialdemocratico. Cinquanta anni di “periodo transitorio” sono largamente<BR><BR>sufficienti per dimostrare
che la dittatura significa la morte della<BR><BR>rivoluzione. Questi cinquanta anni hanno confermato le parole di Bakunin:<BR><BR>quando, in nome della rivoluzione, si vuole creare uno Stato, fosse pure uno<BR><BR>Stato provvisorio, si produce la reazione. La creazione di uno “Stato<BR><BR>proletario” ha provato, inoltre, che è impossibile anche distruggere “l’antico<BR><BR>apparato di Stato”, poiché si è allora costretti a recuperare od a restaurare<BR><BR>gli elementi essenziali dell’antico Stato....<BR>Fin dall’inizio la sua tattica (di Lenin) era rivolta verso la conquista del<BR><BR>potere...<BR>Questo scopo determinava anche la sua tattica riguardo ai Soviet. Certamente,<BR><BR>Lenin dichiarava che i bolscevichi non erano dei blanquisti, né dei partigiani<BR><BR>della presa del potere da parte di una minoranza, e che il suo partito non<BR><BR>avrebbe preso il potere fin tanto che i Soviet non l’avrebbe­ro conquistato; ma<BR><BR>questo voleva dire: finché i
bolscevichi non avranno una influenza<BR><BR>preponderante nei Soviet. Per Lenin e per il suo partito la parola d’ordine:<BR><BR>“tutto il pote­re ai Soviet” non ha altro senso che: “tutto il potere al<BR><BR>partito”. In luglio, i Soviet erano in maggioranza tra le mani dei socialisti<BR><BR>rivoluzionari e dei menscevichi; e quando dalla rivolta di luglio venne fuori<BR><BR>una situazione rivoluzio­naria, che aggravava anche le contraddizioni<BR><BR>scaturenti dal­la “dualità del potere”, Lenin si pronunziò per l’abbandono<BR><BR>dello slogan “tutto il potere ai Soviet” perché questo cor­rispondeva ad una<BR><BR>situazione in cui il trasferimento del pacifico potere ai Soviet era divenuto<BR><BR>possibile.<BR>E’ evidente che fin dall’inizio, Lenin ha ben giudicato la situazione in Russia<BR><BR>e compreso che la rivoluzione non era finita in febbraio e che la rivoluzione<BR><BR>sociale era inesorabilmente in marcia. Egli ne traeva le sue conclusioni,
cioè<BR><BR>che il suo partito doveva sfruttare lo sviluppo rivolu­zionario per conquistare<BR><BR>il potere politico. E’ a giusto tito­lo che Lenin rilevava: “Questo paese di<BR><BR>operai e di conta­dini indigenti era mille volte più a sinistra dei Tchernov e<BR><BR>dei Tseretellj e cento volte più a sinistra di noi altri bolsce­vichi” 1; e che<BR><BR>Trostky scriveva che se la tattica di Lenin non fosse<BR>stata adottata dal partito,la rivoluzione sarebbe passata al di sopra della sua<BR><BR>testa. Queste dichiarazioni dei due principali capi bolscevichi danno la chiave<BR><BR>che ci per­mette di comprendere il rapporto tra il Partito e la rivolu­zione,<BR><BR>con la quale il Partito tiene ad identificarsi, ma di cui in definitiva esso si<BR><BR>impadronirà: il 24 ottobre fu un colpo di Stato in un processo rivoluzionario,<BR><BR>cominciato in febbraio e proseguito dopo l’ottobre.<BR>Le persecuzioni dirette contro gli anarchici russi fin dal
1918, la<BR><BR>liquidazione della makhnovjcina, l’annientamento della Comune libera di<BR><BR>Kronstadt da parte del potere bol­scevico, sono avvenimenti troppo conosciuti<BR><BR>per parlarne in questa sede.<BR>Benché in generale gli anarchici, d’accordo con i bol­scevichi, si schierassero<BR><BR>contro il governo provvisorio e con­tro la guerra e benché facessero della<BR><BR>propaganda in favore dei Soviet, la loro attività più importante venne spiegata<BR><BR>nei Comitati di fabbrica. Questo fu appunto il caso, dopo il ritorno in massa a<BR><BR>Pietrogrado degli anarchici emigra­ti, il cui primo grande gruppo arrivò dalla<BR><BR>Francia, da Lon­dra, dagli Stati Uniti, ai primi di giugno. Tra loro, molti<BR><BR>anarchici sindacalisti avevano militato nell’Industrial Work­ers of the World<BR><BR>(L W. W.), l’organizzazione sindacalista rivoluzionaria americana.<BR>Sul piano agrario, la vera posizione dei contadini non era rispecchiata
dal<BR><BR>partito socialista rivoluzionario, ma dalle organizzazioni economiche dei<BR><BR>contadini; ed i senti­menti del proletariato trovavano una migliore espressione<BR><BR>nei comitati di fabbrica anziché nei Soviet dominati dai socialisti<BR><BR>rivoluzionari e dai menscevichi. I comitati di fab­brica, creati a Pietrogrado<BR><BR>ed a Mosca sin dai primi giorni della rivoluzione, non tardarono a fare la loro<BR><BR>apparizione<BR>in provincia. Poiché i comitati venivano eletti da tutti gli operai di una<BR><BR>fabbrica, i partiti politici non avevano per conseguenza nessuna influenza sui<BR><BR>voti. Fin dall’inizio, questi Soviet di fabbrica si rivelarono più radicali dei<BR><BR>So­viet dei Deputati operai e soldati. Il padronato ed il go­verno furono<BR><BR>costretti a riconoscere i comitati di fabbrica come degli organismi che<BR><BR>rappresentavano gli operai. A Pietrogrado, la giornata di otto ore fu oggetto<BR><BR>di un accor­do, mentre a
Mosca gli operai l’avevano già introdotta d’autorità.<BR><BR>Il 30 maggio, una prima conferenza dei comi­tati di fabbrica tenuta a<BR><BR>Pietrogrado creò una associazione di tutti i comitati e un consiglio generale.<BR><BR>Le risoluzioni appoggiate dai comitati, cioè il “controllo della produzio­ne” e<BR><BR>la “divisione dei beni”, esprimevano l’influenza sempre più grande degli operai<BR><BR>sulle fabbriche.<BR>La parola d’ordine, un po’ vaga è vero, del controllo operaio tende a far<BR><BR>passare interamente le officine e le fab­briche nelle mani delle organizzazioni<BR><BR>operaie; ma, dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi e l’istituzione<BR><BR>del loro controllo sui sindacati, i consigli operai furono liquidati e fece la<BR><BR>sua apparizione un capitalismo di Stato.<BR>Dunque, non furono i consigli che presero il potere ma il partito. Lo Stato<BR><BR>controllerà ormai la vita economica. Allo stesso modo della parola d’ordine<BR><BR>tutto
il potere ai Soviet, lo slogan popolare del controllo operaio prese un<BR><BR>significato particolare nel vocabolario bolscevico. Come disse Lenin, per<BR><BR>controllo operaio i bolscevichi intendevano il controllo di Stato.<BR>In un opuscolo di quel periodo (settembre 1917) La catastrofe imminente e i<BR><BR>mezzi per scongiurarla, Lenin sviluppava il programma economico che intendeva<BR><BR>realiz­zare, proponendo delle misure da prendere immediata­mente le quali<BR><BR>tendevano a preparare un socialismo di Stato dittatoriale o semplicemente un<BR><BR>capitalismo di Stato. Queste principali misure erano le seguenti:<BR>1) - La nazionalizzazione delle banche, cioè la fusione di tutte le banche<BR><BR>in una Banca di Stato,poiché e solamente lo Stato che potrà esercitare il<BR><BR>controllo delle banche (centro nevralgico, organo essenziale della circolazione<BR><BR>del capitale) e, per mezzo di essa, di tutta la vita economica, della<BR><BR>produzione e della
ripartizione dei prodotti più im­portanti. Così lo Stato<BR><BR>potrà controllare le operazioni monetarie, regolare la vita economica e<BR><BR>ricevere milioni e miliardi per le imprese dello Stato.<BR>2) - La nazionalizzazione delle banche comporta neces­sariamente la<BR><BR>nazionalizzazione dei sindacati. Regolare la vita economica vuoI dire<BR><BR>nazionalizzare le banche ed indicati, Le banche ed i grandi settori del <BR><BR>commercio e del­l’industria sono intimamente legati. E’ dunque impossibile<BR><BR>nazionalizzare le banche senza creare un monopolio di Stato per i sindacati<BR><BR>industriali e commerciali (zucchero, carbone. metalli. nafta, etc.), senza<BR><BR>nazionalizzare questi sindacati, I grandi sindacati sono stati già associati<BR><BR>dallo sviluppo del capitalismo.<BR><BR>3) - Il cartello obbligatorio, cioè l’associazione obbli­gatoria in<BR><BR>unioni, particolarmente industriali, è quasi intro­dotta in Germania. Si
tratta<BR><BR>di una accelerazione da parte dello Stato dello sviluppo capitalista, che porta<BR><BR>a volte alla lotta delle classi. “L’unificazione obbligatoria” è la tappa<BR><BR>preparatoria necessaria in vista del controllo della vita po­polare e di tutto<BR><BR>il suo risparmio. “La cartellizzazione ob­bligatoria, cioè l’associazione<BR><BR>obbligatoria in unioni poste sotto il controllo dello Stato, ecco ciò che il<BR><BR>capitalismo ha preparato (...). ecco ciò che potranno perfettamente realizzare<BR><BR>in Russia i Soviet e la dittatura del proletariato. ecco ciò che ci darà un<BR><BR>“apparato di Stato” nello stesso tempo universale, completamente moderno e<BR><BR>senza buro­crazia” 1.<BR><BR><BR>4) - L’unificazione obbligatoria della popolazione in so­cietà di consumo<BR><BR>sotto il controllo dello stato.<BR>Tutte queste misure che cosa hanno a vedere con il so­cialismo? Lenin risponde!<BR><BR>Queste misure applicate in uno Stato borghese
generano il capitalismo<BR><BR>monopolistico di Stato. In Germania, esse hanno condotto al capitalismo<BR><BR>monopolistico dello Stato militarista, prigione militare per<BR>gli operai, difesa armata per i profitti capitalistici. Ma applicate dallo<BR><BR>Stato rivoluzionario, cioè da uno Stato che ha abolito tutti i privilegi, il<BR><BR>risultato di queste misure è del tutto diverso: “Voi vedrete che in uno Stato<BR><BR>veramente democratico e rivoluzionario il capitalismo monopolistico di Stato<BR><BR>significa inevitabilmente, infallibilmente un passo o dei passi in avanti verso<BR><BR>il socialismo! E ciò perché se una grande impresa capitalistica diviene<BR><BR>monopolio, è perché essa serve per il popolo intero. Se essa è divenuta<BR><BR>mo­nopolio di Stato, e perché lo Stato dirige ogni impresa. Nell’‘interesse dì<BR><BR>chi? O nell’‘interesse dei grandi proprietari fondiari e capitalisti (...)<BR><BR>oppure nell’interesse della demo­crazia rivoluzionaria;
allora è né più né meno<BR><BR>che un passo verso il socialismo” 2. Perché il socialismo non è altro che la<BR><BR>prossima tappa che succederà al capitalismo mono­polistico di Stato. Oppure:<BR><BR>perché il socialismo non è nient‘altro che un monopolio capitalistico di Stato,<BR><BR>intro­dotto per il bene di tutto il popolo.<BR>Ma non è “la classe operaia, cioè la maggioranza della popolazione” che<BR><BR>monopolizza i mezzi di produzione; se­condo la teoria leninista, è<BR><BR>“l’avanguardia” della classe ope­raia, e, altrimenti detto sotto il velame di<BR><BR>questa termino­logia, il partito bolscevico che esercita la dittatura. I mezzi<BR><BR>di produzione appartengono dunque a questo partito che solo domina lo Stato e<BR><BR>che, attraverso la mediazione della burocrazia, si serve di questa dominazione<BR><BR>nell’interesse esclusivo del partito. Ecco perché fin dal 1925, il comuni­sta<BR><BR>Max Eastman poteva scrivere che il controllo
integrale delle ricchezze e della<BR><BR>produzione industriale d’un sesto della terra era tra le mani di circa 18.000<BR><BR>funzionari del partito comunista russo 3.<BR>I fatti provano che si è formata una nuova classe dominante che fa proprio ciò<BR><BR>che costituisce l’essenza della dominazione di classe, cioè lo sfruttamento<BR><BR>della classe dominante, sfruttamento che trova la sua espressione nella<BR><BR>oppressione politica sulla quale è poggiato il nuovo Stato, lo Stato) dei<BR><BR>funzionari, lo Stato dei burocrati. E così come tutti i mezzi furono buoni per<BR><BR>il partito bolscevico per conquistare il potere, tutti i mezzi saranno<BR><BR>parimenti buoni per conservarlo. La dittatura statale del partito bolscevico ha<BR><BR>provato l’esattezza delle parole di Bakunin secondo le quali lo Stato da sempre<BR><BR>parte della eredità della classe privilegiata, in fin dei conti, della <BR><BR>burocrazia; ed un potere dittatoriale che succede alla rivoluzione,
genererà<BR><BR>fatalmente un nuovo Stato ed una nuova classe, che ricomincerà a sfruttare il<BR><BR>popolo.<BR>Gli scritti di Bakunin debbono leggersi oggi come un commento criticostorico<BR><BR>della Rivoluzione russa e delle sue conseguenze. E’ sufficiente citare uno di<BR><BR>questi brani profetici, peraltro pubblicato nel famoso opuscolo della Alleanza,<BR><BR>destinata a provare il rifiuto del marxismo bolscevico da parte<BR><BR>dell’anarchismo: “Non bisogna stupirsi se i Giacobini ed i Blanquisti che sono<BR><BR>divenuti socialisti più per necessità che per convinzione, e per i quali il<BR><BR>socialismo è un mezzo, non lo scopo della Rivoluzione, poiché essi vogliono la<BR><BR>dittatura, cioè la centralizzazione dello Stato e che lo Stato li porterà per<BR><BR>una necessità logica ed inevitabile alla ricostituzione della proprietà -—- è<BR><BR>molto na­turale, dician2o, che non volendo fare una rivoluzione ra­dicale<BR><BR>contro le<BR><BR>cose, essi
sognano una rivoluzione sangui­naria contro gli uomini. — Ma questa<BR><BR>rivoluzione sangui­naria fondata sulla ricostruzione di uno Stato<BR><BR>rivoluzionario potentemente centralizzato avrà per risultato inevita­bile la<BR><BR>dittatura militare per (uso di un nuovo padrone. il trionfo dei Giacobini o dei<BR><BR>Blanquisti sarebbe la morte della rivoluzione.<BR>Noi siamo i nemici naturali di questi rivoluzionari — fu­turi dittatori,<BR><BR>regolamentatori e tutori della rivoluzione i quali, prima ancora che gli Stati<BR><BR>monarchici, aristocratici e borghesi attuali siano distrutti, sognano già la<BR><BR>creazione di Stati rivoluzionari nuovi, altrettanto centralizzatori e più<BR><BR>dispotici degli Stati che esistono oggi (...). — Ancor prima che un buono e<BR><BR>salutare disordine si sia prodotto a causa della rivoluzione, si sogna già la<BR><BR>fine e la mordac­chia a mezzo dell’azione di una autorità qualunque che avrà<BR><BR>solo il nome di
rivoluzione, ma che, in effetti, non sarà nient’altro che una<BR><BR>nuova reazione poiché essa sarà una nuova condanna delle masse popolari,<BR><BR>governate da decreti, all’obbedienza, alla immobilità, alla morte, cioè alla<BR><BR>schiavitù ed allo sfruttamento da una nuova aristo­crazia quasi rivoluzionaria”<BR><BR>1. ‘Atliancc de la déruoeratie socialiste cI l’Associa tion in/cina­1w no/e<BR><BR>dc.s Travoi//curs. 1873, pp. 128-129.<BR>1 L’alliance de la démocratie socialiste eI l’Association internationale<BR><BR>desTravailleurs. 1873, pp. 128-129.<BR><BR>La smentita della paternità bakuniniana del bolscevismo non poteva essere né<BR><BR>più categorica né più precisa."<BR>Kropotkin: "Oggi abbiamo chiaro che la “dittatura del proletariato” ha<BR><BR>conseguito solo il fine di distruggere la rivoluzione socialista usando mezzi<BR><BR>dispotici. Questo è il significato della politica bolscevica per la storia<BR><BR>futura”.<BR><BR><BR><BR><BR>---------- Initial
Header -----------<BR><BR>>From : "francesco_macheda@libero.it" francesco_macheda@libero.it<BR>To : "federico.traverso" federico.traverso@libero.it<BR>Cc : "gb" gb@ecn.org,"redditolavoro" redditolavoro@ecn.org<BR>Date : Wed, 20 Feb 2008 18:11:41 +0100<BR>Subject : Re: Fwd:Re: [Redditolavoro] La posizione dei COBAS sulle prossime elezioni<BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR>> Federico traverso, due paroline: questa lista si chiama "REDDITO LAVORO" che, se la semantica non è un'opinione, significa che deve essere usata per fare circolare le notizie attinenti al mondo del lavoro, del suo conflitto col capitale; le battaglie sindacali ecc...<BR>> Dopo questa precisazione, un altra: vedi federico traverso, i compagni che sono su questa lista non hanno cominciato ieri a fare politica ed a leggersi il primo libricino come molto probabilmente hai fatto tu.<BR>> Adesso, fare dei copia e incolla da internet e riportare tutto su questa lista non serve ad un cazzo. Come non
serve un cazzo che riporti tutte le monnezze che trovi in rete se non sei in grado di leggerle criticamente.<BR>> Parli di bankaditalia e farfugli stronzate come azioni contro tale soggetto: probabilmente non ti sei accorto che la politica monetaria ormai da qualche annetto la fa la Bce ed ormai le banche centrali nazionali hanno come margini di manovra solamente l'aumento o la riduzione dei coefficenti di riserva delle banche commerciali che di per se non incidono per un cazzo.<BR>> E si potrebbe andare avanti cosi per tutte le "notizie" gossippare con cui ci scassi gentilmente la minchia.<BR>> Adesso, se sei desideroso di diffondere il tuo sapere all'umanità ignorante fai pure.<BR>> Sono solo dispiaciuto che il proletariato non abbia gia conosciuto un federico traverso in grado di limare le asimmetrie informative a favore del capitale.<BR>> Arrivederci e vaffanculo<BR>> ---------- Initial Header -----------<BR>><BR>> From :
redditolavoro-bounces@ecn.org<BR>> To : "gb" gb@ecn.org<BR>> Cc : "redditolavoro redditolavoro" redditolavoro@ecn.org<BR>> Date : Wed, 20 Feb 2008 16:46:13 +0100<BR>> Subject : Re: Fwd:Re: [Redditolavoro] La posizione dei COBAS sulle prossime elezioni<BR>><BR>><BR>><BR>><BR>><BR>><BR>><BR>> > se vuoi ti parlo un pò del nazismo e della ig farben:<BR>> > domenica 20 gennaio 2008<BR>> > Gli USA, il nazismo, la grande finanza, la multinazionale farmaceutica IG Farben e la Standard Oil di Rockefeller<BR>> ><BR>> > Il nazismo va ricordato per intero, assieme ai suoi legami con la finanza e le aziende USA .<BR><BR>=== message truncated ===</BLOCKQUOTE><BR><p> 
<hr size=1><font face="Arial" size="2"><hr size=1><font face="Arial" size="2">L'email della prossima generazione? Puoi averla con la <a href="http://us.rd.yahoo.com/mail/it/taglines/hotmail/nowyoucan/nextgen/*http://it.docs.yahoo.com/nowyoucan.html">nuova Yahoo! Mail</a></font>