La nota rivista online di informatica Punto-Informatico sta lanciando un servizio online per gli informatici che cercano lavoro e per chi glielo offre, Lavoro. Secondo me e' da bocciare per due ordini di motivi: perche' l'hanno fatto, e per averlo fatto male.<br />Perche' e' sbagliato fare un servizio online del genere? Perche' ce ne sono gia' troppi, gia' nel 1997 solo in Italia ne avevano contati un 7000, e da allora non fanno che crescere, tanto che nessuna riesce piu' a contarli. Lavoro si rivolge agli informatici, e' vero, ma non e' che prima gli informatici fossero esclusi dai servizi esistenti. Un punto di incontro, una vera e propria piazza del mercato del lavoro, puo' essere utilissima per far incontrare domande di lavoro (di cui il curriculum vitae e' solo una parte)e offerte di lavoro. Meglio se questa piazza o intermediario e' virtuale, online, cosi' orari e distanze non sono un problema. Ma questo punto
di
incontro deve essere uno solo. Quando i possibili punti di<br />incontro, i servizi di collocamento e gli intermediari fisici e virtuali cominciano ad essere piu' di uno, questo non solo non e' di alcuna utilita', perche' non fanno aumentare il numero di posti di lavoro disponibili, ma rendono piu' difficile, piu' inefficiente e dispendiosa sia la divulgazione di offerte di lavoro da parte di imprenditori che di domande di lavoro da parte di disoccupati o di chi cerchi un altro lavoro, invece di fare una telefonata si deve farne molte, invece di inserire una domanda di lavoro o un CV bisogna farlo molte volte, il che comporta via via un sempre maggiore dispendio di tempo (ma alla fin fine spesso anche di denaro, il che nel caso dei disoccupati puo' avere gravi conseguenze, tanto che la legge impone che per loro i servizi di collocamento, anche privati, debbano essere gratuiti), ma oltre un certo limite, quando per inserire CV non basterebbe l'i
ntera
giornata, l'eccessivo numero di intermediari fisici o virtuali puo' rendere addirittura impossibile trovare lavoro, facendo sfuggire opportunita' semplicemente perche' erano su un sito che non si e' avuto il tempo di leggere. Bisognerebbe quindi non aumentare il numero di servizi di collocamento online, ma ridurlo (ad esempio basta boicottare il sito X o l'agenzia per il lavoro Y perche' questa prima o poi chiuda), possibilmente arrivare ad uno solo, e che funzioni bene. Meglio se su scala mondiale. Ci sono molti, anche tra gli Italiani e tra gli informatici, che vanno o vorrebbero andare a lavorare all'estero. Quindi meglio lasciar chiudere quelle banche dati che insistono su un territorio troppo piccolo, e persino la Borsa Continua Nazionale del Lavoro che copre tutta l'Italia, e puntare su quelle come EURES che coprono per lo meno l'intera Europa. L'ideale sarebbe un unico servizio mondiale gestito dall'ONU. Dicevo un solo se
rvizio,
e che funzioni bene: ahime anche BCNL ed EURES hanno delle pecche, soprattutto quella di consentire di potersi dichiarare disposti a fare un solo lavoro, mentre nella tabella ISTAT sulla classificazione delle professioni ce ne saranno un diecimila. Chi pur di non finire sotto i ponti fosse disposto a fare qualsiasi lavoro, dovrebbe essere libero di offrirsi per tutti i lavori qualificati per cui ha gia' la qualifica, e per tutte le migliaia di lavori non qualificati, che comunque forniscono uno stipendio, e non sono una presa in giro come tanti corsi professionali. L'immissione di questi dati potrebbe essere piuttosto rapida, un software apposito potrebbe dedurre dai titoli di studio et similia l'insieme dei lavori qualificati , mentre per quelli non qualificati si possono usare delle scorciatorie, procedendo a gruppi o videate, e cancellando i pochi che non si vogliono fare se sono pochi o indicando con una X quelli che si possono fare se questi sono di
meno,
cosi' si fa prima. Analogamente per indicare se e dove si sia disposti a trasferirsi si possono usare delle procedure abbreviate di immissione, se ovunque e' ovunque, oppure UE piu' alcuni altri paesi da specificare individualmente, e cosi' via. Vi e' un solo caso in cui sarebbe sensato fare un nuovo servizio di collocamento online, e cioe' se si facesse qualcosa di veramente perfetto, senza nessun difetto, tanto da diventare uno standard universale. E questo non e' purtroppo il caso di Lavoro di Punto-Informatico. Gratuito solo per chi cerca lavoro, non per chi lo offre. I dati vanno digitati uno per uno nei singoli prompt, chi lo ha gia' fatto innumerevoli volte e invano su altri siti sa gia' il divertimento; restando l'ideale un'unica banca data per domande e offerte di lavoro, in subordine si potrebbe ricorrere a CV/domande di lavoro indirizzati a file contenenti gli indirizzi di posta elettronica di tutte le aziende (file
che
Unioncamere e uffici di collocamento, che spingono a una ricerca "attiva" di un posto di lavoro, si guardano pero' bene dal fornire), e, sempre in via subordinata, a un formato standard (tipo COGNOME="Rossi";NOME="Paolo";etc) come il GEDCOM dei genealogisti, che consenta a ogni azienda di estrarre automaticamente i dati e riordinarli come preferisce, ma per ora nulla del genere, pare che ci si diverta a far sprecare tempo ai disoccupati. Non si puo' avere una visualizzazione di tutte le videate da compilare prima di averle compilate, in modo da potersi fare un'idea dello strumento. Il tutto secretato, i dati personali immessi non potranno essere pubblicati tutti o in parte a discrezione del disoccupato, la privacy viene resa obbligatoria. Nel menu degli Stati di nascita ce ne sara' neanche meta', tra i tanti manca Israele, dove, si sa, coltivano pompelmi e i computer manco sanno cosa siano. I dati verranno tradotti automaticam
ente in
tutte le lingue o i Cinesi dovranno usare un dizionario? Lascio a chi ha piu' pazienza di me l'andare a scovare tutte le pecche di Lavoro. <br />Paolo<br><p><font face=Verdana,Arial size=2>----<br>
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