<div id="inbdy"><a name="msg_1090d788a13c6740"></a>Confindustria, nelle persone di Marcegaglia e Guidi, vogliono <br />smantellare l'istituto dei CCNL (contratti collettivi nazionali di lavoro), <br />passando per un dare maggiore importanza alla parte di CCNL legata <br />alla contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale e a quella <br />integrativa provinciale. Parlano di contratti fatti su misura, come <br />abiti di sartoria, a me ricordano piu' le misure prese per fare una <br />bara per qualcuno: il contratto di lavoro individuale e' un contratto <br />di lavoro "liberamente" stipulato da una parte forte, il datore di lavoro, <br />ed una debole, il lavoratore, difficilmente quest'ultimo potra' strappare <br />delle buone condizioni, e come individuo non puo' nemmeno scioperare.. <br />Come riconosciuto da diversi economisti, i CCNL <br />essendo uguali per tutti difendono gli stipendi e il potere di <br />acquisto dei lavorator
i,
mentre la parte legata alla produttivita' non <br />e' stata ideata e poi potenziata certo per pagare di piu' i <br />dipendenti, ma per pagarli il meno possibile (ricorda il vecchio <br />pagamento a cottimo, che non serviva a pagare di piu' i piu' bravi, ma <br />a pagare di meno tutti gli altri che venivano a trovarsi sotto il <br />record giornaliero di uno stakanovista di turno, record che da quel <br />momento diventava la norma di riferimento). Per non dire della <br />difficolta' di misurare la produttivita', un po' come il cercare di <br />eliminare l'evasione fiscale, ed inoltre cercare di coinvolgere i <br />dipendenti nelle sorti dell'azienda tramite il salario variabile <br />legato alla produttivita' secondo me e' controproducente, perche' a <br />quel punto il dipendente invece di lavorare di piu' comincia a <br />diffidare e a guardarsi intorno, che non lo freghino vendendo qualche <br />camion di roba se
nza che
figuri nella contabilita' ufficiale. E poi <br />perche' lavorare di piu', quando molti degli insuccessi aziendali e <br />delle perdite sono dovute all'incapacita' dei dirigenti? E quelli <br />l'operaio non puo' certo sostituirli, ne paga gli errori e basta. Dei <br />43 tipi di contratto di lavoro eisistenti solo due prevedono la <br />indennita' di disoccupazione. Tipico. E anche questo non e' certo <br />una spinta verso la flessibilita', come non lo sono diversi ed incompatibili <br />regimi previdenziali legati ai vari lavori (attualmente per la pensione INPS <br />occorre un minimo di 20 anni di contributi, e se si hanno17 anni sotto l'INPS<br /> e due o tre anni sotto l'INPDAP non si possono sommare quelli INPDAP a <br />quelli INPS, puo' farlo solo chi ha almeno sei anni INPDAP, peggio ancora <br />con Enasarco e i rappresentanti di commercio), insomma finora i vari Governi<br /> non hanno certo aiu
tato la
flessibilita' richiesta dalle aziende, perche' il lavoratore<br />terra' conto di tutte queste differenze e fara' il possibile e l'impossibile per<br /> evitare di passare da un lavoro ad un altro incompatibile. Se si vuole davvero <br />flessibilita' si faccia un unico contratto CCNL per tutti i settori, dai metalmeccanici<br /> agli alimentaristi, che in poche pagine di appendice possa riportare eventuali <br />differenze o particolarita' per un settore o l'altro, essendo il resto una base<br /> uguale per tutti. E allo stesso modo rendere completamente sommabili tra loro<br /> i periodi di contribuzione previdenziale, senza spese e senza le attuali limitazioni,<br /> e togliere il minimo di 20 anni di contributi, al caso rendere la pensione <br />proporzionale agli anni di contribuzione, allora si' che si puo' passare da un lavoro <br />all'altro senza problemi. <br />Paolo <br /></div><br><p><font
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