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<em><strong>9 MORTI OPERAI PER LA "SICUREZZA" DEI PROFITTI DEI         PADRONI...</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Morti per uno sporco lavoro In sei uccisi nel depuratore Da nord a sud oggi altri quattro morti.</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Lavoravano nel depuratore
consortile di Mineo, a 35 km da Catania. Un lavoro duro, sporco,
pericoloso: stavano pulendo una vasca del depuratore. Inizialmente si
pensava fossero caduti in una vasca che stavano pulendo ma poi si è
capito che i sei operai sarebbero stati uccisi dalle esalazioni
sprigionate dalla vasca, probabilmente satura di sostanze tossiche.
Quattro delle vittime erano dipendenti comunali, due di un'azienda
privata. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Ai colleghi non è rimasto che
dare l'allarme. Un episodio simile a quello successo in una azienda
privata a Molfetta pochi mesi fa. Subito sul posto sono accorsi Vigili
del Fuoco, polizia e carabinieri. E il magistrato di turno per il
sequestro dell'impianto e gli accertamenti dell'inchiesta. Nel comune
di Mineo gli impiegati sono sconvolti. Al telefono una donna tra le
lacrime dice: «Tra i morti vi sono quattro nostri colleghi. Il sindaco
appena appresa la notizia è andato al depuratore dov'è avvenuta la
tragedia». Ancora non era stata accertata l'dentità dei morti e neanche
una prima ricostruzione dell'accaduto quando il premier Silvio
Berlusconi è intervenuto sull'incidente di Mineo, lanciando tramite le
agenzie una sua dichiarazione. Questa: «Ho cercato il ministro del
lavoro per chiedergli di recarsi immediatamente sul posto e verificare
la dinamica dell'incidente». «Alle famiglie- continua Berlusconi- va la
vicinanza e anche l'aiuto concreto mio personale e del governo». </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Intanto in Senato il
Presidente dell'aula Renato Schifani, ha informato i senatori della
morte di sei operai in segno di cordoglio ha invitato l'intera
assemblea ad un minuto di silenzio. Cordoglio, aiuto alle famiglie,
tutti interventi che appaiono dovuti in casi del genere. Ma se
accompagnati ad atti concreti da parte dei governanti. Non è un caso la
strage di Mineo. Tanto che va a sommarsi ad altre morti sul lavoro, tra
martedì e mercoledì. Proprio mentre al Senato i parlamentari si
riunivano per un minuto di silenzio per i morti di Mineo, un altro
operaio veniva investito da un camion sull'autostrada vicino Modena. I
sindacalisti tornano a puntare l'indice sul Testo unico sulla sicurezza
sui luoghi di lavoro, un compendio di norme che è stato faticosamente
approvato a cavallo tra le due legislature ma che ancora non sembra
dare i risultati sperati. Tanto che alcuni vorrebbero rimetterci le
mani. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Si sa che la media italiana
dei morti sul lavoro è di tre al giorno. Soltanto nelle ultime 24-48
ore sono stati segnalati incidenti mortali, a Cagliari - un operaio
edile mercoledì mattina - in Sardegna, a Imperia in Liguria un operaio
ha perso la vita mentre lavorava a un tunnel della ferrovia, e poi la
strage in Sicilia, e ancora quel morto in Emilia. E pochi minuti dopo
l'incidente di Mineo si apprende che un agricoltore è morto vicino ad
Alessandria, schiacciato tra il trattore e lo spargiconcime che
trainava. La statistica parla di un'ecatombe che in tre anni raggiunge
quella della guerra in Iraq. «Nove morti sul lavoro in un solo giorno
sono davvero troppi - sintetizza Paolo Nerozzi ex segretario della Cgil
ora senatore del Pd- È vergognoso che l'Italia abbia il primato
negativo sugli incidenti e sulle morti sul lavoro». In giornata la
Commissione Lavoro del Senato «ha approvato all'unanimità l'istituzione
della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni
sul lavoro e sulle morti bianche- aggiunge Nerozzi- ma è urgente che
anche l'Aula dia il via libera alla Commissione affinchè si avvii
immediatamente l'inchiesta utile ad approfondire le reali cause che
portano il fenomeno a raggiungere, nel nostro Paese, dimensioni
particolarmente gravi». All'inchiesta, inoltre, sottolinea l'esponente
del pd, «va accompagnata la piena applicazione del Testo unico sulle
norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Un testo che serve non solo
per salvaguardare la salute dei lavoratori, ma anche per rendere più
celeri ed efficaci le verifiche sulla sicurezza decisamente rafforzate
nel Testo unico». </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>«Nonostante il silenzio
piombato di nuovo sulla sicurezza sul lavoro, sono stati gli infortuni
in queste settimane, in attesa- fa notare il segretario regionale Ugl
Sicilia, Giovanni Condorelli - di accertare le responsabilità di quanto
accaduto, di fronte a questo ennesimo episodio tragico che si aggiunge
alla strage della Thyssenkrupp e ai cinque operai deceduti a Molfetta,
l'Ugl chiede che i lavoratori non vengano privati di una normativa che
punta alla prevenzione e garantisce un equilibrio tra norme e
sanzioni». Secondo l'Ugl il faticoso Testo Unico sulla sicurezza sui
luoghi di lavoro dovrebbe però essere rivisto, per essere reso più
incisivo. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Anche il segretario del Pd
Walter Veltroni interviene sulla strage di mercoledì. Con un monito:
«lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che
tante cose non hanno funzionato». E aggiunge: «Le leggi, anche per
iniziativa del precedente governo ci sono, e occorre farle funzionare
soprattutto per prevenire e controllare, per impedire situazioni di
terribile pericolosità. Ora il mio pensiero va a quei sei operai uccisi
e alle loro famiglie». </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>Pubblicato il: 11.06. 08 Modificato il: 11.06.08 alle ore 18. 34 dall'unita'</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong> --------------------------------------------------------------------------</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong> MENTRE 10000 POLIZIOTTI
PRESIDIANO ROMA PER LA SICUREZZA DI BUSH E DEI NOSTRI GOVERNANTI, E
MENTRE NEL "SICURO" E "PROGREDITO" VENETO SI UCCIDONO OPERAI PER
RISCUOTERE LA POLIZZA COME ACCADUTO AD UN OPERAIO RUMENO 9 OPERAI OGGI
11 GIUGNO, MUOIONO NELLA NORMALITA' DI UNA GIORNATA DI LAVORO IN
ITALIA. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>MUOIONO IN SPREZZO A
QUALSIASI SICUREZZA, ALTRO CHE PIANGERE I MORTI, LA LORO SICUREZZA E'
SOLO SFRUTTAMENTO, MISERIA E MORTE PER GLI OPERAI. ORA DOPO IL SILENZIO
TOMBALE DEGLI ULTIMI MESI SUI NOSTRI MORTI, FERITI E MUTILATI NELLE
FABBRICHE E CANTIERI, CI INONDERANNO DI MILIONI DI PAROLE AD USO E
CONSUMO DELLE LORO TV, RIDONDANTI E MESCHINI; PARLERANNO DI ERRORI
UMANI, MANCANZA DI MASCHERINE, MALFUNZIONAMENTO DI VALVOLE,IMPERIZIA
DEGLI OPERAI (CHI E' PRECARIO O STAGIONALE NON LI FA' I CORSI SULLA
SICUREZZA ) NASCONDENDO I FATTI E IL FATTO PRINCIPALE;</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong> LAVORARE NEGLI IMPIANTI,
NELLE FABBRICHE, NEI CANTIERI PER TANTISSIME ORE SETTIMANALI (PROPRIO
IERI AL PARLAMENTO EUROPEO SI E' DATO LUCE VERDE ALLA POSSIBILITA' DI
ARRIVARE BEN OLTRE LE 48 FINO A 65 ORE), ALL'INTENSITA' E CON LA
FRENESIA SFRUTTANDO BASSI SALARI (I 1000 EURINI PER TUTTI) E CONTRATTI
PRECARI DI TUTTI I TIPI (LA MEDIA NELLE AZIENDE MEDIO-GRANDI SI ATTESTA
GIA' SU UN 20% DEL TOTALE DELLA FORZA-LAVORO) RICHIESTA DAI PADRONI
NELLE AZIENDE, PRODUCE,E SOTTOLINEIAMO PRODUCE,<br>
ESATTAMENTE QUELLO CHE E' AVVENUTO OGGI 11 GIUGNO. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>NON E' PIU' POSSIBILE
LAVORARE A QUESTE CONDIZIONI E DAGLI OPERAI DEVE VENIRE UN FORTE
SEGNALE CHE NON SIAMO PIU' DISPOSTI A FATICARE IN CONDIZIONI CAPESTRO.</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>UN SEGNALE VERSO TUTTI I
PAROLAI CHE NON HANNO LA NOSTRA CONDIZIONE, L'ULTIMA PAROLA IN MATERIA
DI SICUREZZA DEVE RITORNARE IN MANO AGLI OPERAI IN OGNI AZIENDA GRANDE
O PICCOLA.</strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong> INOLTRE CI SI DEVE FERMARE
QUANDO SUSSISTONO CONDIZIONI DI PERICOLO, I SINDACATI DI OGNI SIGLA IN
OGNI ORDINE E GRADO CHE PERSISTONO A "MINIMIZZARE" I PERICOLI COI
PADRONI SULLA NOSTRA PELLE VANNO PRESI A CALCI NEL CULO, SBATTUTI FUORI
DAI POSTI DI LAVORO. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>GLI OPERAI SI DEVONO
ORGANIZZARE ANCHE NEL CAMPO DELLA POLITICA SENZA PIU' NESSUNA
MEDIAZIONE DI "ELEMENTI ESTERNI" CHE SI DICHIARINO DESTRI O COMUNISTI
C'IMPORTA POCO, BASTA ESPONENTI DI ALTRE CLASSI CHE "RAPPRESENTANO" GLI
OPERAI, NEI SINDACATI E IN POLITICA. FALLITI , FALLIMENTO!!!LORO E LE
LORO CHIACCHERE!!!, NOI CONTINUIAMO A MORIRE, LA NOSTRA CONDIZIONE
PEGGIORA DI GIORNO IN GIORNO E NON VOGLIAMO PIU' ESSERE PRESI IN GIRO,
IN BUONA O MALA FEDE. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>IN POCHE PAROLE GLI OPERAI SI
DEVONO ORGANIZZARE SU TUTTO IL DA' FARSI IN FORMA INDIPENDENTE, NON
SARA' SEMPLICE PERCHE' TUTTI REMANO A ZITTIRCI, LA NOSTRA CONDIZIONE E'
UNA BOMBA AD OROLOGERIA, E I BORGHESI GRANDI E PICCOLI NELLE AZIENDE LO
SANNO. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>DALLE GRANDI AZIENDE ALLE
MEDIE E ALLE PICCOLE SI DEVE RITESSERE QUELLA RETE DI SOSTEGNO, DI
INFORMAZIONE, DI LOTTA CHE SOLO GLI OPERAI ORGANIZZATI POSSONO
SOSTENERE PRATICAMENTE E TEORICAMENTE. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>QUESTA E' L'UNICA STRADA PER
FARLA FINITA COL PROFITTO DEI PADRONI, COL LORO SISTEMA CHE PRODUCE
MORTE PER NOI, MISERIA A VITA, UN ENORME SCHIAVITU' SOCIALE, POLITICA,
MATERIALE. </strong></em><BR>
<em><strong>        </strong></em><em><strong>OPERAI CONTRO SEZ. MODENA 11 GIUGNO 2008</strong></em>
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