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<DIV>Strano fare controinformazione con l'espresso... comunque...</DIV>
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<H1><FONT color=#800080>La spoon river dei lavoratori in Sicilia</FONT></H1>
<H1><FONT color=#800080>42 morti in sei mesi</FONT></H1>
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<DIV class=firma>Antonio Fraschilla</DIV>
<DIV><STRONG>L´accusa dei sindacati:</STRONG> "Mancano gli ispettori"<BR>Il
settore più colpito è quello dell´edilizia, molti infortuni anche nel
pubblico<BR>Ausl e amministrazione regionale non hanno personale per i controlli
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<DIV>Orazio Linguanti di Ragusa, Giuseppe Caracausi di Villabate, Gaspare
Maganuco di Gela, Giovanni Berretta di Mirabella Imbaccari. E da ieri i sei
operai di Mineo. La Spoon River delle morti bianche siciliane è arrivata a quota
42 soltanto da gennaio di quest´anno. Centodue i morti nel 2007. Altri 85 nel
2006. Tutti operai fulminati mentre riparano impianti, maciullati dentro le
macchine che trebbiano il grano o caduti da una impalcatura. «Un´ecatombe senza
fine, una vera emergenza», dicono adesso in coro tutti i rappresentanti delle
istituzioni, ma i sindacati attaccano: «Colpa di un sistema senza controlli, con
la Regione senza ispettori e nessuna vera battaglia al lavoro nero». <BR>Questa
ecatombe nell´Isola registra numeri simili ad una vera e propria guerra. Gli
infortuni sul lavoro nelle 480 mila aziende siciliane sono stati da gennaio a
maggio di quest´anno già 15 mila, nel 2007 sono stati 40 mila, nel 2006 invece
34 mila. Il settore più a rischio è quello edile: «Senza contare i morti di
Mineo siamo arrivati nei primi mesi del 2008 già a 11 morti tra gli operai di
cantieri siciliani, una cifra impressionante se si considera che nel 2007 in
tutto sono stati 12», attacca Franco Tarantino, segretario della Fillea Cgil di
Palermo. <BR>A febbraio un operaio di 32 anni, Gaspare Maganuco di Gela,
dipendente di una impresa edile, è morto precipitando dall´impalcatura mentre
stava lavorando alla costruzione di una galleria artificiale dell´autostrada
Siracusa-Catania. Qualche giorno dopo invece è stata la volta di Giovanni
Berretta, operaio di 41 anni morto cadendo dal tetto della villetta dove stava
facendo alcuni lavori di ristrutturazione. Era di Mirabella Imbaccari, un paese
del calatino a due passi da Mineo. Berretta, che lavorava in proprio e non aveva
nemmeno una partita Iva aperta, era privo di qualsiasi forma di protezione. Il
15 maggio scorso un muratore di 62 anni, Giuseppe Caracausi, è morto sul colpo
dopo essere precipitato da un balcone al secondo piano di un edificio a
Villabate. Anche lui era un lavoratore autonomo, che in molti dei casi significa
lavorare in nero.<BR>La piaga del lavoro sommerso è una delle cause dell´alto
tasso d´incidenti, che fa registrare nell´Isola un incremento rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno del 3,5 per cento. «Sul piano della sicurezza
non c´è l´attenzione che dovrebbe esserci, anche se sulla carta ci sono leggi
nuove che dovrebbero portare a controlli e misure più forti - attacca Tarantino
- Su 35 mila lavoratori censiti nell´edilizia lo scorso anno, circa il 50 per
cento sono in nero, solo nella provincia di Palermo si parla di 17 mila operai
che non hanno alcun diritto o garanzie».<BR>Le morti e gli infortuni sul lavoro
non riguardano solo l´edilizia. Tra i settori a rischio c´è quello
metalmeccanico e manifatturiero (cinquemila incidenti lo scorso anno), ma anche
agricoltura: domenica scorsa a Riesi è morto un agricoltore schiacciato dai
rulli di una trebbiatrice. In questo settore sono già 5 le morti avvenute nei
primi mesi del 2008. Per non parlare degli infortuni tra i campi, che sono stati
tre mila solo nello scorso anno. Anche nella pubblica amministrazione, è il caso
dei dipendenti del comune di Mineo morti ieri, l´Inail ha ricevuto quattro mila
denunce d´infortuni negli ultimi due anni. <BR>Ma perché questa ecatombe? Chi
deve fare i controlli? Sulla carta nei cantieri e suoi luoghi di lavoro, anche
degli enti pubblici, dovrebbero intervenire gli ispettori dell´Ausl, quelli
della Regione e i carabinieri: «L´Ausl è però carente di personale, e spesso ci
diamo una mano a vicenda, ma anche noi abbiamo poco personale - dice il
responsabile dell´ispettorato regionale del lavoro, Vito Di Bella - In tutto
posso contare su 150 ispettori più un nucleo di 80 carabinieri». Ben poco se si
considera che dovrebbero controllare le norme sulla sicurezza e sui contratti di
lavoro in 480 mila aziende più i cantieri edili sparsi in tutta la Sicilia,
oltre a 400 enti locali. «Abbiamo bandito un concorso interno
all´amministrazione per 300 ispettori, ma si sono presentati in meno di
duecento, speriamo comunque di metterli in servizio al più presto», dice Di
Bella. «La mancanza di controlli da parte degli ispettori è una delle cause
principali del proliferare del lavoro nero e degli incidenti in Sicilia»,
aggiunge Tarantino.<BR>Oltre ai controlli c´è però un problema di formazione del
personale: «Non esiste alcuna programmazione sui corsi di formazione che
dovrebbero fare i datori di lavoro, che siano privati o pubblici, ai propri
dipendenti - dice Pino Lo Bello, dirigente dell´Inail - Comunque ormai ci
troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza che va affrontata in tutte le
sedi istituzionali, i dati del 2008 registrano un più 3 per cento negli
infortuni sul lavoro in Sicilia, e siamo già a 42 morti contro le 102 dello
scorso anno». <BR>«Occorre immediatamente definire insieme alla Regione e agli
imprenditori gli interventi necessari per garantire sicurezza in ogni luogo di
lavoro, non è più il tempo per dichiarare buone intenzioni ma di decidere
interventi concreti per limitare questa strage, se non c´è chi controlla che le
regole siano rispettate qualsiasi buona norma non serve a nulla», dice Claudio
Barone, segretario regionale della Uil. «Quella di Mineo è un´altra
"ThyssenKrupp", ancora una volta frutto di approssimazione, superficialità,
disorganizzazione, mancanza di cultura e di risorse per la prevenzione»,
aggiunge Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl che ha annunciato che
«tutte le bandiere della Cisl saranno listate a lutto». Michele Palazzotto,
segretario della Funzione pubblica Cgil, «chiede che vengano subito individuati
i responsabili della sicurezza e quindi della morte dei sei operai di Mineo:
«Siamo pronti a costituirci parte civile se si aprirà un processo», dice
Palazzotto.<BR>Ieri a Mineo è andato il neo assessore regionale al Lavoro,
Carmelo Incardona: «Non è più tollerabile in un Paese civile il continuo
ripetersi di tragedie di questo tipo - dice Incardona - Sono vicino e solidale
con le famiglie. Ma questo non basta e non può bastare. Conto di raccogliere
tutti gli spunti utili per agire, potenziando gli organici dell´ispettorato al
Lavoro, che so essere carenti ma, se necessario, anche modificando le leggi
vigenti». </DIV>
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<DIV class=data>(12 giugno 2008)</DIV></DIV>
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