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href="http://obzudi.splinder.com/post/17806419/Alla+larga+dalla+previdenza+co">Alla
larga dalla previdenza complementare</A> </DIV>
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<H1 class=titolo_news>SOLDI. Alla larga dalla previdenza complementare:
intervista a Beppe Scienza</H1>
<DIV class=pillola>11/07/2008 - 15:05 </DIV>
<P><STRONG>La Commissione di vigilanza sui fondi pensione ha reso noti i dati
qualche giorno fa:</STRONG> i lavoratori dipendenti del settore privato che a
oggi hanno aderito ai fondi pensioni sono tre milioni e mezzo. Il monito
lanciato: rilanciare la previdenza complementare. Un'opinione che non è
condivisa dal professor Beppe Scienza, docente di Metodi e modelli per la
pianificazione economica all'Università di Torino e autore de "Il risparmio
tradito" e "La pensione tradita". Il professor Scienza ha le idee chiare: "i
lavoratori italiani saggiamente non si sono lasciati intrappolare nella
previdenza integrativa". Help Consumatori lo ha intervistato.</P>
<P><STRONG>Lei ha scritto che "i lavoratori italiani saggiamente non si sono
lasciati intrappolare nella previdenza integrativa". Cosa non va nella
previdenza integrativa?</STRONG></P>
<P>Primo: si perdono le garanzie nei confronti dell'inflazione e del TFR. Questo
non va e non è eliminabile, non è emendabile, perché il TFR offre delle garanzie
nei confronti dell'inflazione che non offre nessun contratto assicurativo.
Seconda cosa che non va nella previdenza integrativa: si è costretti ad
affidarsi al risparmio gestito. Non è possibile come per esempio in America
destinare i proprio risparmi alla previdenza integrativa con qualche vincolo
temporale ma senza cedere la gestione ad altri. Poi non va l'irrevocabilità
della scelta. E non va che i vantaggi fiscali sono bassissimi.</P>
<P><STRONG>I recenti dati della Commissione di vigilanza sui fondi pensione
affermano che sono 3 milioni e mezzo di lavoratori dipendenti del settore
privato che hanno aderito ai fondi pensione ma l'adesione dei lavoratori alle
forme di previdenza complementare non decolla. Perché secondo lei? I lavoratori
hanno capito quello ci ha appena spiegato?</STRONG></P>
<P>Si possono fare le scelte giuste in questo campo anche senza essere laureati
in matematica. I lavoratori hanno capito, altra cosa, che rinunciano alla
liquidità, cioè a trovare l'importo liquido quando vengono licenziati o quando
vanno in pensione. Hanno capito che i fondi comuni sono stati gestiti a
vantaggio dei gestori. Inoltre una scelta è reversibile, l'altra no. Non hanno
capito tutto ma alcune cose le hanno capito e hanno scelto in maniera
corretta.</P>
<P><STRONG>Il presidente della Covip però ha detto che "la previdenza
complementare va rilanciata". Immagino che lei non sia d'accordo: ci spiega
perché?</STRONG></P>
<P>Al Covip non spetta dire se la presidenza integrativa va rilanciata, va
limitata o meno. Il suo è un compito di vigilanza. Esiste una società dello
stato, si chiama Mefop (Sviluppo mercato fondi pensione, ndr) che è fatta per
fare la promozione dei fondi pensione. Al presidente della Covip spetta dire:
"io controllo che la previdenza integrativa sia fatta rispettando le leggi". Non
è suo compito fare il direttore vendite. Entrando poi nel merito della materia,
non sono d'accordo che debba essere rilanciata. Ma il presidente Covip non ha il
compito di fare pubblicità alla previdenza integrativa.</P>
<P><STRONG>In un recente articolo su la Repubblica lei ha scritto: "Un
risparmiatore che voglia cautelarsi dal rischio inflazione ha più soluzioni. Il
vero problema è semmai che non le conosce". Quali sono tali soluzioni? E perché
il risparmiatore italiano non le conosce?</STRONG></P>
<P>Una è il TFR. Secondo: ci sono titoli di Stato legati all'inflazione, sono i
Btp-i, i Buoni del tesoro poliennali indicizzati all'inflazione, e ci sono i
Buoni Fruttiferi Postali decennali. Perché il risparmiatore non conosce queste
soluzioni? Perché le banche hanno interesse a vendere la loro roba. Le
Finanziarie, lo stesso. Il Tesoro non fa più pubblicità. Negli anni Ottanta il
Tesoro faceva grosse pubblicità dei suoi titoli, ora non le fa più. Le Poste
fanno qualche piccola inserzione. In Germania invece il Tesoro tedesco fa
pubblicità a pagina intera, sulle principali riviste, dei suoi prodotti.</P>
<P><STRONG>Lei ha preso parte al V2 Day di Beppe Grillo il 25 aprile scorso. Nel
suo intervento diceva che "gli italiani hanno fatto le scelte peggiori perché i
giornalisti economici hanno consigliato il prodotto più caro per loro e più
remunerativo per chi li vendeva". Come fare a capire quando il consiglio
economico è "interessato" o poco trasparente?</STRONG></P>
<P>O uno è competente in materia, e allora si salva, oppure quello che lo può
salvare è una sana diffidenza quando vede che i giornali parlano così bene di
prodotti venduti da privati. Naturalmente è un criterio non inoppugnabile:
potrebbero parlarne bene perché sono buoni. Quello che io affermo è che dagli
anni Ottanta i giornali italiani, in particolare il Mondo, il Sole 24 Ore, il
Corriere della Sera, ma un po' tutti, hanno spinto fondi comuni, gestioni,
polizze vita carissimi e adesso, dopo circa venti anni, gli italiani cominciano
a capirne i difetti.<BR></P>
<P>2008 - redattore: <STRONG>BS</STRONG></P>
<P><STRONG></STRONG></P>
<P><STRONG><BR></STRONG></P></DIV></FONT></DIV>
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