<table cellspacing='0' cellpadding='0' border='0' ><tr><td valign='top' style='font: inherit;'><P>Un'ennesimo atto di barbarie cattolica contro il corpo delle donne. La chiesa sta preparando da anni un attacco frontale contro la legge 194. Anzi, una nuova crociata contro il corpo delle donne, in nome dei suoi millenari disvalori patriarcali.</P>
<P>Non stupisce purtroppo l'accondiscendenza dei media, il mutismo assordante delle associazioni di donne, la connivenza berciante dei politici.</P>
<P>L'obiezione è un atto ben preciso contro la guerra e contro la volontà dello stato di ridurci a meri esecutori. Ma volerla trasformare così come fa la chiesa, è veramente una violenza degna del gesuitismo più schifoso. I dottori cosiddetti antiabortisti sono in genere disposti a suggerire cliniche private, dove le stesse remore presunte morali, difronte al dio denaro, si sciolgono come neve al sole.</P>
<P>Qualche tempo fa ci fu una bella azione dimostrativa degli anarchici contro il gabiotto antiabortista di una di queste cricche di sadici.</P>
<P>Bisognerebbe mettere su un'azione del genere contro questi dottori a Milano, che ne dite?</P>
<P> </P>
<P>saluti libertari</P>
<P>el</P>
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<P>Aborto,medico nega antidolorifici<BR>Milano, lui obiettore: scoppia polemica<BR>All'ospedale Niguarda di Milano un medico obiettore di coscienza ha rifiutato il proprio aiuto ad una donna sottoposta ad aborto terapeutico. La signora, un'ucraina di 30 anni, era in preda a forti dolori dopo l'intervento ma l'anestesista, una volta saputo che era appena stato fatto un aborto, ha rifiutato il proprio intervento. Per sedare i dolori della donna è intervenuto il primario di ostetricia.<BR>"Il medico avrebbe dovuto intervenire", dice al quotidiano Repubblica il primario Maurizio Bini. E' stato lui a intervenire quando ha saputo del caos scatenatosi dopo la decisione dell'anestesista. Il marito della donna, un italiano, era inferocito per il trattamento ricevuto e aveva iniziato a minacciare di portare via la propria compagna. Il dottor Bini è intervenuto somministrando una forte dose di morfina alla signora: "Non è compito mio fare quella iniezione ma i
medici abortisti nel mio reparto sono così pochi - dice il primario - che spesso mi capita di rimboccarmi le maniche e fare da solo". </P>
<P>Scuse fatte alla signora e al marito ma la polemica nell'ospedale non sembra essere finita. Secondo la Cgil, che per prima ha raccolto la denuncia del marito della donna, si è trattato di "omissione di assistenza" e ha sollecitato la direzione sanitaria ad aprire un'inchiesta. Il primario di ostetricia ha invece posto la questione al comitato etico del nosocomio. "Io sono dell'idea - dice Bini - che un medico non può rifiutare un antidolorifico ad una donna sottoposta ad aborto terapeutico alla 21.ma settimana". </P></td></tr></table><br>
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