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<b><i>Comunicato
di Origgio: sciopero con picchetto del 25-26 luglio</i></b><div class="gmail_quote"><div dir="ltr">
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 14pt; color: rgb(204, 0, 0);">LA
SOLIDARIETÀ PROLETARIA BATTE LE PROVOCAZIONI PADRONALI</span></b></p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Giovedì
24 luglio, il responsabile della cooperativa Leonardo, venuto
a conoscenza che l'indomani i lavoratori sarebbero entrati in sciopero, è
in fibrillazione, con tutti i mezzi,
leciti e non, gira nei reparti intimorendo tutti:
chi fa lo sciopero rischia parecchio.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Il
mattino del 25 i compagni più attivi,
prevedendo un fallimento telefonano ai compagni
responsabili Slai per lo sciopero, sostenendo la necessità di rimandarlo.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Venuto
a conoscenza di questa situazione, ho telefonicamente parlato con
loro e in maniera decisa fatto presente quanto era negativo
rimandare lo sciopero e che al di là delle
loro rassicurazioni uno sciopero nelle settimane successive era improbabile che
riuscisse e quindi si rischiava di far fallire ciò che avevamo costruito
fino ad allora.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Dopo
averli esortati a rivedere la questione, ho parlato con
Dikson il quale concordava sulla necessità
di vincere le paure e attivatosi immediatamente
ha spronato i compagni interni a non mollare il colpo.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Dopo
poche ore, rinfrancati dalle mie parole e soprattutto di
quelle di Dikson, i compagni interni hanno rialzato la testa e deciso
collettivamente di dar corso alla lotta.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Il 25 alle 9.30
è iniziato lo sciopero.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Dall'esterno
sono venuti a presidiare il magazzino molti
compagni. In questo secondo sciopero si aggiungevano ai compagni che avevano
partecipato al picchetto precedente (Comitato
Antirazzista Milanese, C.S. Vittoria, Slai Cobas) compagni
licenziati ed in cassa integrazione dell'Alfa Romeo, operai della Pirelli
di Bollate, della cooperativa alla DHL di Corteolona,<br>
dell'Ortomercato di Milano, dell'aeroporto di Malpensa,
i compagni del Comitato per la Difesa della
Salute nei Luoghi di Lavoro di Sesto San Giovanni, del Centro
di Iniziativa proletaria e del Centro Sociale Fucina di Sesto San
Giovanni, una quindicina di immigrati di una cooperativa di Oleggio (VA) che
lavorano in un altro magazzino Bennet, a 65 Km di Origgio, e altri
compagni protagonisti della lotta nel magazzino
DHL di Pieve Emanuele.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Il
risultato del picchetto scoraggiava i pochi lavoratori
indecisi ad entrare nel magazzino.<br>
Ancora una volta il gran numero dei lavoratori e dei compagni
presenti ha dato ai lavoratori coscienza della loro forza: si è dato vita
ad un attivo picchetto impedendo a persone e
camion l'entrata nel magazzino. Benché l'azienda avesse
provveduto ad instaurare un sistema di sorveglianza che inquadravano
i compagni nel picchetto, e un gran numero di carabinieri che<br>
presidiava la portineria cercando di sfondare il picchetto quando qualche
crumiro cercava di entrare, nonostante le provocazioni e l'aggressione subito da
un compagno cassintegrato dell'alfa romeo che partecipava al picchetto, l'iniziativa
di lotta è andata avanti rafforzandosi. </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Di
fronte alla determinazione dei compagni,
l'azienda ha in un primo momento chiesto di poter
fare un incontro, che subito dopo ha sospeso perché non
accettava che nella delegazione ci fossero gli operai interni e soprattutto
il lavoratore Dikson che ha
subito un provvedimento disciplinare di 10
giorni di sospensione per aver rivendicato i suoi
diritti. </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">E'
stata una notte di continue tensioni
e provocazioni da parte dei caporali della cooperativa che,
uscendo dallo stabilimento attorniati dai carabinieri, cercavano
di far entrare gli scioperanti a lavorare, ma i lavoratori
non si sono fatti intimorire </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Dalle
ore 8 di sabato 26 luglio il presidio dei
carabinieri e' andato ingrossandosi con l'arrivo di
nuove pattuglie, mentre la lunga fila di camionisti che
aumentava all'entrata in accordo con i
padroni della cooperativa ed i carabinieri che mostravano segni di
insofferenza stavano preparando le condizioni e le forze per sfondare il
picchetto. I numerosi lavoratori e compagni, presenti
tutta la notte, dopo una improvvisata assemblea
di bilancio in cui dichiaravano raggiunti gli obiettivi
della giornata di lotta decidevano di continuare fino alle ore 10 di
sabato dandosi appuntamento per l'assemblea
di giovedì 31 luglio (riunione che l'azienda successivamente
ha concesso di fare all'interno). </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Ancora una
volta veniva evidenziato il fatto che il responsabile Chiari ha difficoltà a
concepire una trattativa dove i protagonisti sono i lavoratori e non i soliti
sindacalisti pronti alle mediazioni con il padrone.<br>
E' chiaro che la cooperativa ha accusato
il colpo, il tentativo del responsabile della Leonardo sarà
quello di concedere qualcosa sul piano salariale, purchè sia escluso
dall'azienda il compagno Dikson che è il più attivo tra i
lavoratori. Siccome sappiamo che una piccola vittoria sul piano
contrattuale, senza che sia disconosciuto l'attuale
atteggiamento persecutorio nei confronti
del nostro rappresentante sindacale non incoraggerebbe
l'organizzazione dei lavoratori, poniamo come pregiudiziale alla
trattativa il reintegro di Dikson. Se ciò non avvenisse continueremo la
lotta fino in fondo, sapendo di avere costituito, nei fatti, un
forte presidio di lavoratori disponibile a
sostenere la lotta dei compagni interni alla Leonardo. </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">Una
cosa deve essere chiara per tutti i compagni che
partecipano alla lotta: questa battaglia è, come quella di Corteolona
nel magazzino della DHL, di lunga durata, perché gli interessi in gioco sono
tanti dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista politico,
perché investe un sistema ampio e portante
dell'economia a livello dell'intera Regione lombarda.<br>
Non è un caso, che anche nell'assemblea autoconvocata dei lavoratori del 21 giugno
abbiamo riposto in questa lotta un grande significato ed impegnato le
nostre energie per avere il risultato di saldare la lotta dei lavoratori autoctoni
con quella di una parte importante di lavoratori
immigrati i quali subiscono tutte
le più profonde pene dello
sfruttamento capitalistico.</p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><span> </span></p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 14pt; color: rgb(204, 0, 0);">SOLO CON L'UNITÀ E LA SOLIDARIETA'
PROLETARIA FRA I LAVORATORI DI OGNI NAZIONALITÀ È POSSIBILE DIFENDERSI. </span></p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><b><i>Per
lo SLAI COBAS e il Comitato promotore DELL'ASSEMBLEA AUTOCONVOCATA del 21
giugno 2008</i></b></p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;"><b>Aldo Milani</b></p>
<p> </p>
<br clear="all"><br></div></div>--------------------------------------------------------------------------------<br>Questa mail ti arriva perchè ti sei iscritto oppure hai avuto una corrispondenza personale e/o attraverso altri con i gestore della mail. I tuoi dati non saranno in alcun modo resi pubblici o ceduti a terze persone. Serviranno solo ed esclusivamente per l'invio di NewsLetter e/o comunicati di interesse politico e/o sindacale nel pieno rispetto delle vigenti leggi sul diritto alla privacy. Se non sei più interessato a ricevere mail da questo indirizzo, o in realtà non lo sei mai stato - anche se ciò è sintomo di arida non curanza - ti preghiamo di risponderci con una mail di insulti. Sempre meglio l'odio che l'indifferenza. Oppure puoi farlo direttamente rispondendo a questa mail con la parola CANCELLAMI. ;-)<br>
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