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<BODY>
<DIV>
<DIV><FONT face="Times New Roman" size=3>"...Intravedo la prima linea del fronte
di guerra: costeggia i confini <BR>della Grande Madre Russia: Bielorussia,
Georgia, Ucraina, Armenia, <BR>Azerbaijan. Rivoluzioni Arancioni contro il
nazional-bolscevismo di <BR>Putin. Qui la NATO vuole creare le sue basi
avanzate. Qui passano le <BR>pipelines che portano energia
all'Europa."<BR><BR><A
href="http://emiliaromagna.indymedia.org/node/1923">http://emiliaromagna.indymedia.org/node/1923</A><BR><BR><BR>
Vampirismo geoeconomico<BR><BR>di /*Sbancor*/<BR><BR>Sulla scrivania ho tre
schermi. Due sono di Bloomberg, il sindaco di New <BR>York. Uno manda in
continuazione notizie dal mondo, l'altro disegna <BR>grafici su qualsiasi
mercato, titolo, obbligazione o maledetta carta <BR>straccia "subprime" tu abbia
in animo di analizzare e nel caso <BR>acquistare. Ma adesso non è proprio il
caso.<BR>Tenersi liquidi: questa è la parola d'ordine. Comprare, oggi non compra
<BR>quasi nessuno.<BR>Tranne i Sovereign Wealth Funds, dove vengono riciclati i
petrodollari <BR>russi e arabi oppure i surplus commerciali del Far
East.<BR>Sull'altro schermo ho Google Earth. Sulla scrivania due libri: Il canto
<BR>della missione <BR><<A
href="http://www.libreriauniversitaria.it/canto-missione-carre-john/libro/9788804567813">http://www.libreriauniversitaria.it/canto-missione-carre-john/libro/9788804567813</A>>
<BR>di John Le Carré, e Hitler <BR><<A
href="http://www.libreriauniversitaria.it/hitler-genna-giuseppe-mondadori/libro/9788804573531">http://www.libreriauniversitaria.it/hitler-genna-giuseppe-mondadori/libro/9788804573531</A>>
<BR>di Giuseppe Genna.<BR><BR>E' tutto ciò che mi ha accompagnato in questi mesi
di depressione.<BR>Qualcuno di voi potrebbe chiedersi cosa c'entrano i computer
con i libri <BR>e perché stanno tutti sulla mia scrivania. Domanda stupida.
Stanno sulla <BR>mia scrivania perché fino a un po' di tempo fa sono stato
troppo <BR>depresso per spostarli. Ma questa è una risposta stupida quanto la
<BR>domanda. In realtà libri e computer descrivono la realtà. Ciò che sta
<BR>succedendo ora, adesso. E le conclusioni che ne traggo non mi
<BR>tranquillizzano. Anzi.<BR><BR>Sugli schermi vedo innanzitutto la crisi
economica. Non sarà la prima e <BR>molto probabilmente neanche l'ultima. Eppure
guardiamo le Borse <BR>mondiali. Dall'inizio dell'anno Shanghai ha perso il
31,96, Francoforte <BR>il 18,99 Tokyo il 18,18, Milano il 18%, Honk Kong il
17,85, Parigi il <BR>16,16, Zurigo il 14,85. New York il 14,07, Madrid il 12,60,
Londra l'11,69.<BR><BR>Si dice che la crisi è finanziaria e americana, che sono
i "subprime" ad <BR>avvelenare il sistema. Ma allora perché Shanghai è al --
31,96%? E' <BR>vero, Shanghai era sopravvalutata, lo sapevano tutti. Tranne i
<BR>risparmiatori cinesi! Se cade la domanda americana, cadranno anche le
<BR>esportazioni cinesi, e se i cinesi tenteranno di sostituirle con la
<BR>domanda interna, crescerà l'inflazione, come sta già accadendo. Nessuno
<BR>è immune dal contagio. Alcuni "catastrofisti storici" pensano che i
<BR>cinesi incominceranno a sbarazzarsi dei dollari e dei titoli americani
<BR>denominati in dollari. Per far cosa? Per comprare Euro registrando una
<BR>perdita di valore di circa 1/3 per ogni dollaro venduto ora? Certo un
<BR>riequilibrio delle riserve valutarie è possibile. Gradualmente. Intanto
<BR>lo yuan è legato al dollaro e gode di una svalutazione competitiva che
<BR>agevola l'export. Invertire questa tendenza sarebbe folle. Bretton Woods
<BR>II funziona ancora. Male, ma funziona.<BR><BR>Eppure...<BR><BR>Osserviamo
ciò che è accaduto con la fredda lucidità dell'economia -- <BR>the dismail
science diceva Carlyle.<BR>Un settore periferico del mercato dei titoli
americano, il più grande <BR>del mondo, va in crisi (vedi qui <BR><<A
href="http://www.carmillaonline.com/archives/2007/08/002339.html#002339">http://www.carmillaonline.com/archives/2007/08/002339.html#002339</A>>).<BR>La
crisi tramite le "cartolarizzazioni", cioè la trasformazione dei <BR>debiti in
titoli, si allarga, prima agli Asset Backed Securities (ABS), <BR>poi ai
Collateral Debt Obligations (CDO's). A questo punto la crisi <BR>diventa una
valanga. Tutti i titoli in cui si suppone la presenza di <BR>mutui subprime
perdono di valore. Le Agenzie di Rating, i Soloni del <BR>pensiero unico
economico, vengono prese alla sprovvista. Loro sono <BR>abituate a valutare la
solvibilità di un debito, cioè la capacità di un <BR>creditore a restituirlo,
non la volatilità di un titolo, cioè il suo <BR>cambiamento di valore sul
mercato. Reagiscono ad agosto con <BR>l'improntitudine di chi si è fatto
cogliere in fallo. Effettuano un <BR>downrating di migliaia di titoli. Le banche
che li possiedono non <BR>reggono il colpo. Qualcuna fallisce, come la Northern
Rock in <BR>Inghilterra, prontamente nazionalizzata. Altre vengono salvate odal
<BR>banche pubbliche in Germania, altre ancora messe sotto tutela, come
<BR>Societé Générale in Francia.<BR>In America saltano almeno cinque banche
specializzate in mutui casa.<BR><BR>Ma non è che l'inizio. Sempre ad agosto
l'interbancario inizia a <BR>bloccarsi. Che vuol dire? Semplicemente che le
banche non si fidano <BR>delle altre banche e chiudono i normali canali di
finanziamento <BR>all'interno del sistema creditizio. Crisi di fiducia che si
trasforma <BR>immediatamente in crisi di liquidità. Intervengono le Banche
Centrali <BR>Europee, Americane, Giapponesi e Australiane per fornire liquidità
al <BR>sistema. E' un fiume di denaro che si riversa sulle banche. Centinaia di
<BR>miliardi di dollari ed euro. Non basta. La crisi si ripete a ottobre, a
<BR>dicembre, adesso. Le Banche centrali, la FED in testa, incominciano ad
<BR>accettare titoli "illiquidi" in garanzia. Lo fa anche la BCE, ma non
<BR>vuole che lo si dica. Sarebbe a dire che le banche prendono denaro a
<BR>prestito dando in garanzia alle banche centrali carta straccia. Non
<BR>Basta. La Bear Stearns, una delle più antiche banche d'investimento
<BR>americane, è sull'orlo del fallimento. La FED interviene, anche se non
<BR>potrebbe, in quanto i suoi interventi di salvataggio dovrebbero essere
<BR>limitati alle banche commerciali. Ma Bernanke ha capito che se fallisce
<BR>Bear Sterns non potrà evitare l'"effetto domino". Salterà Leheman
<BR>Brothers e forse qualcun altro.<BR><BR>Il salvatore, come nel 1907, è la
J.P. Morgan -- Chase. Nel 1907 John <BR>Pierpoint Morgan detto "the Magnificent"
sventò la crisi e fece piazza <BR>pulita dei brokers e dei banchieri che non si
sottomettevano al suo <BR>potere. Nel 1929 non ci riuscì. E fu la Grande
Depressione. Oggi <BR>J.P..Morgan-Chase pretende un prezzo assurdo per Bear
Stearns: due <BR>dollari ad azione. Meno di quanto valgono le proprietà
immobiliari e il <BR>grattacielo di Bear, in Vanderbilt Avenue. Gli azionisti
insorgono. <BR>J.P.Morgan senza fare una piega dice che è pronta a pagare cinque
volte <BR>di più. Il prezzo è giusto. Quale? Bernanke approva entrambi i prezzi.
<BR>Ne esce con le ossa rotte.<BR>I mercati perdono fiducia anche nella
FED.<BR><BR>Nuove iniezioni di liquidità. Iniezioni: già, come se fosse coca o
eroina.<BR>I drogati aumentano sui mercati. E bisogna evitare le crisi di
astinenza <BR>da dollari o da euro. Le Banche Centrali ormai accettano di tutto
in <BR>garanzia: CDO's, ABS, carta straccia. In cambio concedono presiti al
<BR>tasso di riferimento o a quello di sconto.<BR><BR>L'ago entra nelle vene
finanziarie del sistema dolcemente, quasi senza <BR>sprigionare sangue. Quello è
riservato ai contribuenti, che dovranno <BR>pagare i vizi, assai costosi,
dell'aristocrazia venale che governa il <BR>mondo e oggi è in crisi
anemica..<BR><BR>Ecco le svalutazioni bancarie dell'ultimo trimestre, in
miliardi di <BR>euro: UBS 12,12, Citigroup 18,10, Merril Lynch 7,34, Morgan
Stanley <BR>2,30, Goldman Sachs 1,91, Credit Suisse 1,82, Deutsche Bank 2,50,
Bear <BR>Stearns 1,75. Fortis 1,50, Creditagricole 1,15, Società Generale 1,52,
<BR>Bank of China 0,83.<BR><BR>Perdite di sangue. Emorragie di denaro. Sintomi
gravi, ma, temo, non <BR>terminali. I vampiri cercano sangue. E prima o poi lo
trovano. Gli <BR>americani riscoprono J.M. Keynes.<BR><BR>Gli Stati Uniti, primo
paese a dover affrontare la recessione, hanno <BR>finora deciso per un Economic
Stimulus Package su cui il 24 gennaio <BR>scorso hanno trovato l'accordo il
Partito Democratico e quello <BR>Repubblicano. Il piano ha un valore complessivo
di 146 miliardi di <BR>dollari, pari a circa l'1% del PIL U.S.A.<BR>Il piano
ovviamente si accompagna agli interventi della FED ,che in <BR>cinque mesi ha
ribassato di cinque volte il tasso d'interesse sui Fed <BR>Funds con un ribasso
di 225 punti base e collocandolo quindi al 3%. <BR>Ulteriori tagli, forse
addirittura per 75 b.p., sono previsti entro <BR>circa un mese.<BR><BR>Il piano
americano anti-crisi dovrebbe riguardare circa 117 milioni di <BR>famiglie
Sostanzialmente si basa su:<BR><BR>. Un sussidio fiscale minimo di 300 dollari e
massimo di 600 per <BR>individui, e fino a 1.200 per le famiglie, con redditi
inferiori a <BR>75.000 dollari l'anno per gli individui e 150.000 dollari per le
<BR>famiglie. La stima dell'amministrazione è che questo programma costerà
<BR>circa 100 miliardi di dollari.<BR>. Sgravi alle piccole imprese attraverso
la deduzione del 50% del valore <BR>dei costi sostenuti per nuovi impianti e
attrezzature. Le imprese <BR>beneficiarie saranno quelle con un reddito
inferiore a 800.000 dollari. <BR>Il costo di questa parte del piano è pari a 50
miliardi di dollari.<BR>. Innalzamento dei limiti all'acquisto di mutui da parte
delle agenzie <BR>governative Fannie Mae e Freddie Mac, si tratta di agenzie che
operano <BR>sul mercato secondario acquistando mutui e rifornendo quindi di
<BR>liquidità il mercato primario del credito immobiliare.<BR><BR>In Italia
neppure Turigliatto avrebbe il coraggio di proporlo. Eppure... <BR>E' una goccia
d'olio nel mare in tempesta della crisi.<BR><BR>Ma il vero keynesismo americano
resta ancora quello militare. Tremila <BR>miliardi di dollari: questa è la cifra
stimata da Joseph Stiglitz per le <BR>avventure belliche americane. Lui, da buon
economista, dice che si <BR>tratta di costi. Ma se si trattasse invece di un
investimento?<BR><BR>"Ogni crisi è crisi da sovrapproduzione", diceva un vecchio
economista <BR>tedesco (K. Marx). Alla sovrapproduzione si può reagire sul breve
<BR>periodo iniettando denaro, disse un economista inglese (J.M. Keynes).
<BR>Questo può avvenire tramite la spesa pubblica, civile o militare. I
<BR>modelli econometrici dicono che la seconda è più efficace della prima.
<BR>Ma che avverrà nel "lungo periodo"?<BR>Nel lungo periodo "saremo tutti
morti", secondo Lord Keynes.<BR><BR>Oppure nasceranno nuovi mercati: il ciclo
della riproduzione allargata <BR>farà un nuovo giro di valzer. La danza diverrà,
però, sempre più <BR>spettrale, perché se la domanda ancora esiste, (in Cina, in
India, in <BR>Africa, nella stessa ex URSS...) e si tratta di renderla
"aggregata", <BR>cioè pagante, le risorse naturali e la capacità del pianeta di
<BR>continuare a reggere non lo sono. Con questo modello di sviluppo sono
<BR>ormai in via di esaurimento.<BR>Ne Marx, ne Keynes lo avevano
previsto.<BR>Non solo. Al mondo non si è mai vista una nuova egemonia economica
che <BR>non fosse anche egemonia politica e militare. Questo vuol dire che, se
<BR>vi sarà un "decoupling", se cioè le economie dei paesi emergenti
<BR>traineranno l'economia mondiale, dovrà esserci anche un "decoupling"
<BR>politico e militare. Gli USA non hanno nessuna voglia di accettare
<BR>questa ipotesi. Rinforzano la Nato: sono pronti ad allargarla fino a
<BR>Georgia e Ucraina. Gli europei, che vedono con terrore i gasdotti che
<BR>passano sotto la terra ucraina a rischio, se Putin chiude innervosito il
<BR>rubinetto di Gazprom, lo impediscono.<BR>Particolare significativo: la
riunione si teneva nel Castello di <BR>Ceausescu a Bucarest. I Vampiri
prediligono alcuni luoghi, piuttosto di <BR>altri...<BR><BR>***<BR><BR>Guardo
Google Earth. Il mappamondo galleggia e poi scende, vertiginoso <BR>nelle
zoomate.<BR>Intravedo la prima linea del fronte di guerra: costeggia i confini
della <BR>Grande Madre Russia: Bielorussia, Georgia, Ucraina, Armenia,
Azerbaijan.<BR>Rivoluzioni Arancioni contro il nazional-bolscevismo di Putin.
Qui la <BR>NATO vuole creare le sue basi avanzate. Qui passano le pipelines che
<BR>portano energia all'Europa.<BR><BR>Più a Sud l'Iraq.<BR>Se ne è scritto
troppo e troppo poco. Mi limiterò a un conto economico: <BR>prima delle guerre e
dell'embargo, nel 1989, l'Iraq produceva 3 milioni <BR>di barili di petrolio al
giorno. Oggi ne produce 2 milioni. La Cina <BR>consuma 7, 62 milioni di barili
al giorno. Un anno fa ne consumava 7,24. <BR>Se il milione di barili in meno di
produzione irachena fosse disponibile <BR>sul mercato, non vi sarebbe ancora
squilibrio tra domanda e offerta. <BR>Nonostante Cina e India. Quesito: a chi
giova la guerra in Iraq: ai <BR>rialzisti sul prezzo del greggio o ai
ribassisti? Se non sapete <BR>rispondere compratevi una calcolatrice. O girate
la domanda a un <BR>dirigente Exxon o Chevron o Shell, dopo esservi assicurati
che abbia <BR>fatto il pieno di whisky.<BR><BR>La linea riprende: Iran,
Afganistan, Pakistan, Belucistan, Uzbekistan, <BR>Turkmenistan, Khirghisistan.
Qui la partita è più dura e più complessa: <BR>a fronteggiare la Nato non c'è
solo la Russia ma l'intero Gruppo di <BR>Shanghai <<A
href="http://it.wikipedia.org/wiki/Shanghai_Cooperation_Organisation">http://it.wikipedia.org/wiki/Shanghai_Cooperation_Organisation</A>>.<BR>E
in prospettiva, dunque, la Cina.<BR><BR>Ancora più a Sud il Corno d'Africa e il
Congo. Heart of Darkness, fra <BR>capi tribali ex socialisti o integralisti
musulmani, lottano fra loro <BR>per ricchezze che non possiederanno mai, perché
già ipotecate dalle <BR>grandi compagnie multinazionali. Miniere di diamanti,
pozzi di petrolio, <BR>coltan, materie prime. Inglesi, francesi, americani,
olandesi succhiano <BR>l'anima nera dell'Africa.<BR>Vampiri. Ancora
Vampiri.<BR><BR>Neanche l'Europa è immune. Non solo a Est, ma anche a Sud. Una
linea di <BR>guerra passa dal Kossovo, alla Turchia, alla Siria, al Libano, alla
<BR>Palestina. Ma sembriamo non accorgercene. La stupidità non è un scusa: è
<BR>un'aggravante.<BR><BR>Mentre a Lisbona il Trattato che costituirà la "Nuova
Costituzione <BR>Europea", peraltro non sottoposta a nessun referendum, ci lega
sempre di <BR>più alle scelte della NATO. Nessuno ha il coraggio di dire che la
NATO, <BR>dopo la caduta del muro di Berlino, è un "ente inutile". Continuiamo
così.<BR>Vampiri.<BR><BR>L'ultima frontiera si sta creando in America Latina,
fra la Colombia e <BR>il resto del continente sudamericano. Mentre il muro che
separa il <BR>Messico dagli Stati Uniti è la smentita del NAFTA: i capitali e le
merci <BR>possono circolare liberamente. Gli uomini no.<BR><BR>***<BR><BR>Guardo
i libri. Le Carré racconta la "prima guerra mondiale africana" <BR>quella che
dal Ruanda si è estesa al Kivu, Rpubblica Democratica del <BR>Congo. Quella che
tutti hanno dimenticato prima ancora che iniziasse.<BR>Genna scrive il primo
romanzo su Hitler.<BR><BR>Parlano entrambi del male. Quel male che proviene dal
non essere. Buco <BR>nero che attrae e distrugge in virtù non della sua forza,
ma della sua <BR>stupidità e capacità di omologare a se stesso i comportamenti.
Lo stesso <BR>male che Joseph Conrad (Kurtz) aveva intravisto risalendo il fiume
<BR>Congo. Non entro nel dibattito letterario su Hitler. Altri l'hanno fatto
<BR>e meglio di quanto lo possa fare io. Mi limito a notare una frase che mi
<BR>ha colpito. Descrive il bombardamento di Dresda, la città morta.
<BR>Duecentomila morti, gran parte bruciati vivi, sciolti dal fosforo a
<BR>trecento gradi. Conclude: rilevando in Sir Winston Churcill "nessuna
<BR>emozione".<BR><BR>"La crepa propagata dallo zero umano che combatte si è
aperta in sir <BR>Winston Churcill.<BR>Il principio di simmetria del male.<BR>Il
gelo.<BR>La constatazione del disastro perpetrato.<BR>L'inutilità della strage
condotta con lucida insensienza.<BR>Grava la vittoria postuma di Hitler in tutto
ciò". (p.599)<BR><BR>Curioso. In quasi tutte le recensioni su Hitler, pochissime
discutono la <BR>durissima implicazione politico-visionaria che ispira il
romanzo: la <BR>vittoria postuma di Hitler nell'epoca della democrazia
rappresentativa. <BR>C'è da chiedersi fino a che punto l'insensienza possa
diventare <BR>stupidità. Forse, come temo, i due termini sono
sinonimi.<BR><BR>Pubblicato Aprile 9, 2008 03:38 AM<BR>Fonte: Carmilla on line
<BR><<A
href="http://www.carmillaonline.com/archives/2008/04/002603.html#002603">http://www.carmillaonline.com/archives/2008/04/002603.html#002603</A>></FONT></DIV></DIV></BODY></HTML></FONT></FONT>