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<DIV><FONT face=Arial size=2>Alcune considerazioni sull’ipotesi di
manifestazione nazionale a Roma l’11 ottobre promossa dai partiti della
sinistra</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial
size=2>
Ai Compagni Ferrando, Ferrero, Diliberto</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>Apprendo dal Manifesto del 2 settembre, ma già se
ne parlava in giro, di una proposta di manifestazione nazionale della sinistra
da tenersi l’11 ottobre a Roma sui temi dell’autunno e contro il
governo.</FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Leggo anche che tale proposta sarebbe stata
avanzata dal PCL e rivolta soprattutto al PRC e al PdCI, che nella scelta della
data proposta pesa la necessità di fare una manifestazione prima di quella
annunciata da Veltroni per il 25 ottobre al Circo Massimo, e che, sembra (anche
di questo si parla da tempo), sarà costruita con il corposo e concreto aiuto di
uomini della CGIL di Guglielmo Epifani.</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>Seppure ufficialmente non sono ancora arrivate
risposte da parte dei due partiti chiamati da Ferrando alla manifestazione
unitaria, quantomeno i nuovi vertici del PRC ci hanno confermato di essere
intenzionati a scendere in piazza l’11 ottobre.</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>L’11 ottobre, guarda caso, è il sabato precedente
lo Sciopero Generale Nazionale promosso unitariamente già da luglio dalla CUB,
da SdL e dai Cobas - e della cui proclamazione sia Ferrando che Ferrero che
Diliberto sono perfettamente a conoscenza - sulla piattaforma approvata
unitariamente dall’Assemblea Nazionale del 17 maggio a Milano e, ovviamente, per
rispondere al violento attacco che confindustria e governo Berlusconi stanno
portando ai lavoratori, ai precari al lavoro dipendente, allo stato
sociale.</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>Ritengo che la manifestazione dell’11 non inciderà
più di tanto nella partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici a quella
che si terrà il 17 in occasione dello sciopero generale, in quanto è diverso il
referente sociale chiamato a scendere in piazza – per noi il mondo del lavoro e
del non lavoro, per i partiti della sinistra radicale i propri militanti,
iscritti, simpatizzanti.</FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Fa però riflettere la scelta della data. Mi chiedo,
e chiedo a chi l’ha proposta e lanciata e a coloro che si apprestano ad aderire:
ma avete riflettuto sull’opportunità di piazzare una manifestazione nazionale,
pressoché sugli stesi temi, a sei giorni dallo sciopero generale e dalla
manifestazione del 17?</FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Probabilmente sì, ed avete deciso di dare priorità
alla vostra esigenza di rappresentazione di esistenza in vita. Ma su
questo posso sbagliare. </FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Ciò su cui invece credo di non sbagliare è il fatto
che, tristemente, la sconfitta elettorale sembra non aver insegnato
nulla.</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>Uno dei motivi forti della batosta del 14 aprile,
oltre alla partecipazione ad uno dei governi più filo padronali e anti operai
degli ultimi anni, sta nell’aver completamente abbandonato il rapporto con i
lavoratori e con i loro problemi, l’aver pensato di poter sostituire
l’intervento di massa con la “rappresentazione” del conflitto, l’aver perso ogni
relazione concreta con il blocco sociale di riferimento. </FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Ho l’impressione che nella convocazione della
manifestazione dell’11 ottobre abbiano continuato a prevalere queste
caratteristiche con una autoreferenzialità tutta negativa, un’esigenza
prioritaria di arrivare nel migliore dei modi alle incombenti elezioni europee
nella convinzione che la “riscossa” possa partire unicamente da un buon esito
elettorale. </FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>Caratteristiche che, in fin dei conti, sono quelle
che hanno portato alla sconfitta. </FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Un dato sopra ogni altro salta agli occhi, ed è
quello che ci interessa nella nostra qualità di organizzazione sindacale di
base: l’incapacità di queste forze di definire una volta per tutte una propria
linea sulla questione del sindacato, cioè di quale sindacato abbiano oggi
bisogno i lavoratori italiani, se tale esigenza sia già compiutamente
rappresentata dalle confederazioni storiche, se sia sufficiente identificare in
una organizzazione di categoria, pur combattiva almeno sul piano politico, il
“sindacato generale”, se sia il conflitto o la concertazione lo strumento giusto
per realizzarlo. </FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>E’ chiaro che la mancata risposta a queste poche e
semplici domande, se pure può rendere sostenibile la convocazione della
manifestazione dell’11, non aiuta certo a diradare le nebbie sul
futuro. </FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Roma, 4 settembre 2008</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2>Pierpaolo Leonardi<BR>Coordinatore nazionale
CUB<BR></FONT></DIV></BODY></HTML>