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<h1>Contratti, la Cgil contro il muso duro della Marcegaglia </h1><br><div class="txt"><div class="image_left" style="width: 220px;"><img src="http://www.unita.it/images/cgil2.jpg" alt="cgil 100 anni ANSA 220" height="141" width="220"></div>Questa
non è concertazione, è politica. Quello di Emma Marcegaglia, presidente
di Confindustria, è un intervento a gamba tesa nel dibattito tra le
parti sociali sulla riforma dei contratti. Lei, come ovvio, non riesce
a parlare di salari senza accostarci la parola «produttività». Insomma,
la riforma proposta da Confindustria – che si basa soprattutto sulla
contrattazione aziendale a discapito di quella nazionale – «è l’unico
modo, oggi, per poter aumentare anche gli stipendi». Cisl e Uil
sembrerebbero averlo capito, fa intendere la leader degli industriali,
resta solo la Cgil a fare “orecchie da mercante”. Marcegaglia si augura
«che concretezza e pragmatismo prevalgano anche nella Cgil e ci sia la
volontà di innovare e guardare al futuro». Comunque, aggiunge, «ognuno
deve fare le proprie scelte, la Cgil è liberissima di dire no. Poi però
dovrà spiegarlo ai propri iscritti nelle fabbriche». Insomma, in
un’intervista al <em>Corriere della Sera</em>, la presidente di
Confindustria ci va giù pesante e ha scatenato le reazioni di quella
parte di sindacato che si è sentita chiamata in causa.<br><br>Marcegaglia
«si accoda al coro di chi attribuisce le colpe sempre a coloro che non
sono d'accordo». Susanna Camusso, segretario confederale della Cgil,
non ci sta a farsi intimidire e avverte Confindustria che di certo «i
toni usati mettono in difficoltà la trattativa». «Un appello o un aut
aut? - si chiede Camusso – Marcegaglia fa tutto contemporaneamente e
mantiene una grande ambiguità. Non entra nel merito. Sulla base di
quali considerazioni, rispetto a quali punti, c'è un tema sul quale
bisogna prendere o lasciare? C'è invece – ricorda – una trattativa
avviata con molti problemi e molte soluzioni, come quella che è stata
trovata sull'inflazione programmatica».<br><br>Dalla sua, Emma
Marcegaglia, ha un governo che l’apprezza e che lei ha avuto modo di
ricambiare. «L’obiettivo di aumentare insieme produttività e salari»,
secondo Confindustria, gode in questo momento di «un’occasione
fondamentale», favorita «dalle condizioni create dal governo con al
detassazione degli straordinari e dei premi variabili: gli stessi soldi
– sostiene la Marcegaglia – dati a livello aziendale invece che
nazionale valgono ora il 20 per cento in più». È questa “sintonia” che
fa dire a Camusso che ci sono segnali di «scarsa autonomia». Il punto,
per la segretaria Cgil, è che «noi guardiamo al complesso dei
lavoratori, mentre si continua a citare la detassazione del secondo
livello e degli straordinari che riguarda solo una piccola parte. Ho la
sensazione che ci prendiamo in giro».<br><br>Chiude infine ogni
spiraglio di dialogo Giorgio Cremaschi della Fiom: «A questo punto –
dice – è necessario che il Direttivo Cgil del 9 settembre rimandi al
mittente le minacce della presidente di Confindustria e chiuda una
trattativa dannosa». </div><br><font class="dida">
         Pubblicato il: <strong>06.09.08</strong><br>
         Modificato il: <strong>06.09.08</strong> alle ore <strong>16.04<br><br>COME OPERAI DOBBIAMO SERIAMENTE CHIEDERCI MA COSA CONTINUANO A TRATTARE GLI "AUTOCONVOCATI" DI CGIL-CISL-UIL CON GOVERNO E PADRONI, SULLA NOSTRA PELLE DA MESI?<br><br>LA RISPOSTA CI E' OFFERTA SPUDORATAMENTE DALLA STESSA MARCEGAGLIA: COME CREARE DELLE GABBIE SALARIALI TRA I SALARIATI NELLE DIVERSE PARTI DEL PAESE. QUANDO PARLA DEL "20%" DI VALORE DEI PREMI AZIENDALI NON PARLA DEGLI OPERAI, PARLA DI QUEL SETTORE DI CRUMIRI RUFFIANI E ABBRUTTITI CHE ABBIAMO IN OGNI FABBRICA (OLTRE LA QUOTA DI PRECARI).<br><br> MA CHE CAZZO STANNO STARNAZZANDO, FUORI DA TUTTI I TAVOLI CHE MIRANO SOLO A DISTRUGGERE I CONTRATTI NAZIONALI. CONTRATTI GIA' ABBONDANTEMENTE INSUFFICIENTI, IN TERMINI DI SALRIO, DIRITTI, SICUREZZA SUL LAVORO.<br><br>COME UNO STUDIO PUBBLICATO SUL VENERDì DI REPUBBLICA DEL 29 AGOSTO HA CONFERMATO CHE GLI OPERAI ITALIANI, ORA E NON DOMANI, GIA' LAVORANO (PRODUTTIVAMENTE) MOLTE PIU' ORE SETTIMANALI CHE QUALUNQUE ALTRA CLASSE O CATEGORIA, RICEVENDONE UN SALARIA DI VERA E PROPRIA MISERIA, IN CONDIZIONI LE PIU' PERICOLOSE D'EUROPA, RIMANDIAMO ALL'ARTICOLO DI RICCARDO STAGLIANO' PER CHI NON SPUTA MENZOGNE SULLA CONDIZIONE OPERAIA.<br><br>NOI INTANTO DENTRO LE FABBRICHE ORGANIZZIAMOCI CAPILLARMENTE PER TRAVOLGERLI; NON UN ORA, NON UN GIORNO DI PIU' IN FABBRICA PER I PROFITTI DEI PADRONI.<br></strong></font><br /><hr />Scopri i nuovi giochi per il tuo Messenger. <a href='http://www.messenger.it/giochi_e_attivita.html' target='_new'>Mettiti in gioco!</a></body>
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