<div dir="ltr"><strong style="color: rgb(204, 0, 0);"><font size="5">20 settembre: una giornata di lotta autorganizzata
contro il razzismo</font></strong><br><div align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><br><br><font size="4"><strong>La cronaca in
breve<br></strong></font><br>Sabato a Milano diverse migliaia di persone hanno
sfilato per le vie del centro, in ricordo di Abba e contro il razzismo, partendo
da P.ta Venezia.<br>Un folto gruppo di giovani, (proletari/e, immigrati/e,
giovani "di seconda generazione", provenienti da tutte le parti del mondo e che
insieme ad Abba si incontravano in S.Babila da anni per suonare e ballare) si
sono invece dati un appuntamento separato, per poi andare incontro alla
manifestazione. </font></font></div>
<div align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman">Primo colpo di scena: all´altezza di Corso Venezia, giunti di fronte al
corteo, iniziano dei sit-in e con comizi e slogan continui decidono di
contenderne la testa costringendo il servizio d´ordine del corteo, guidato da
militanti del PRC, a fare i salti mortali per riprendersela e riportare la
manifestazione dentro i binari prestabiliti.<br>Ma giunti a S.Babila nuovo colpo
di scena: spazientiti dallo scavalcamento dei "politici bianchi", e sfruttando
il presidio del comitato antirazzista, la testa del corteo si blocca e, dopo
aver radunato altri 300 manifestanti, si dirige verso il Duomo deviando dal
percorso prestabilito.<br>Raggiunta piazza Duomo, di fronte a un nuovo tentativo
di scavalcamento e di controllo da parte degli apparati, nuovo e definitivo
colpo di scena: il corteo spontaneo decide di recarsi in via Zuretti, dove Abba
è stato ucciso. A questo punto la polizia cerca di costituire un cordone per
contenere il corteo non autorizzato, ma questo diventa un segnale per i
manifestanti che, al grido di "Abba vive e lotta insieme a noi", "basta
razzismo" e "Giustizia!", travolgono il cordone della polizia e cominciano a
correre verso la meta, distante quasi 5 km da piazza Duomo.<br>Poliziotti,
giornalisti e militanti della sinistra istituzionale, rincorrono la testa del
corteo ansimando, ma ogni qualvolta riescono a ricostruire un argine, grazie
soprattutto a pattuglie che affluiscono con mezzi mobili, il corteo rompe
nuovamente il cordone e riparte, sempre di corsa e gridando slogan.<br>La scena
si ripeterà più volte fino in via Zuretti dove un imponente schieramento di
forze dell´ordine impedisce ai manifestanti, diventati ormai 600, l´accesso al
bar del linciaggio di Abba. Solo a quel punto, gli organizzatori della
manifestazione, insieme alla Digos, riuscivano a riportare la calma e a ottenere
una sorta di momentanea pacificazione della piazza, (contestata da buona parte
di coloro che avevano imposto con l´azione diretta l´arrivo in via Zuretti), che
ha segnato la conclusione della giornata, ben lontana dal previsto comizio di
chi aveva convocato l´iniziativa.<br><br><font size="4"><strong>Alcuni elementi di
bilancio politico</strong></font><br><br>E´ quasi superfluo sottolineare che il
dato politicamente più significativo della giornata sia stato l´irrompere
prepotente della rabbia e della determinazione di una parte consistente
degli/delle immigrati/e in piazza, capaci anche di comprendere le manovre di
pacificazione degli apparati e muoversi di conseguenza. La scelta iniziale di un
concentramento si è poi trasformata in volontà di prenderne la testa, imporre
ritmi, contenuti e percorso, fuori da ogni logica di controllo dall´alto.<br>Con
la loro autorganizzazione hanno messo in campo un nuovo e incontrollabile
soggetto politico che mette paura all´intera classe dirigente. Ne è una chiara
dimostrazione la copertura mediatica della manifestazione, tesa quasi
unanimemente a occultare questo protagonismo, criminalizzandone l´azione o
cercando di spiegarla </font></font><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman">attraverso la presenza di oscuri
"mandanti".<br>Come Comitato Antirazzista avevamo scelto di non aderire
ufficialmente alla manifestazione, ma di parteciparvi chiamando ad un
concentramento indipendente, proprio per cercare di essere strumento e punto di
riferimento per il settore che, nella settimana che ha preceduto la
manifestazione, era emerso come l'unico in grado di imprimere alla
manifestazione il necessario senso di lotta. Un settore di giovani proletari/e,
immigrati/e, giovani "di seconda generazione", che ha preso l'iniziativa,
indirizzato costantemente la presenza, più che altro la nostra corsa,
all´interno della manifestazione, dato un segnale di autodeterminazione e di
rottura con la politica di palazzo e indicato anche il percorso da seguire per
le lotte future.<br><br>Milano 22/09/08<br><br style="color: rgb(255, 204, 102);"><strong style="background-color: rgb(204, 0, 0); color: rgb(255, 204, 102);"><font size="4">Comitato
antirazzista milanese </font></strong><br></font><a href="mailto:info@antirazzistimilano.org"><font size="3" face="Times New Roman">info@antirazzistimilano.org</font></a><br><br><font size="3" face="Times New Roman">
<hr>
</font></font></div>
<div align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><u><strong>di seguito il volantino distribuito
sabato</strong></u><br><br></font></font></div>
<div align="center"><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><strong style="color: rgb(204, 0, 0);"><font size="4">Linciaggio razzista a Milano<br>Guardiamo in faccia
i mandanti!</font></strong><br></font></font></div><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"></font></font><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><font size="2" face="Arial"></font>
<div align="justify"><br>Si può morire anche così: presi a sprangate da due
cittadini italiani che ti accusano di aver rubato dei biscotti, e poi ti fanno
fuori urlandoti "sporco negro", "vi ammazziamo tutti". E "Abba" è morto proprio
così, dopo essere stato rincorso e preso a sprangate.<br>E´ questo l´incubo in
cui si risveglia la città di Milano, dopo i mesi estivi trascorsi dalla classe
politica del paese e della città a pensare quali nuove norme quotidiane
inventare per far scattare l´allarme sociale e imporlo con i colpi di spranga
legali del "pacchetto sicurezza".<br>L´intera classe politica italiana, di
destra e di sinistra, al servizio di padroni e padroncini, ha dichiarato guerra
a donne e uomini immigrati: una guerra che, sull´onda lunga delle "emergenze",
introduce il reato di "clandestinità", rende impossibile la vita per gli/le
immigrati/e privi/e di permesso di soggiorno, dispiega l´esercito nelle zone a
più alto tasso di immigrazione, impone schedature e impronte digitali ai minori
rom, pene detentive e ammende per la prostituzione, telecamere ovunque,
rastrellamenti sui mezzi pubblici, ronde più o meno private, poteri speciali a
sindaci e prefetti, verso una totale disciplina dei comportamenti (vietato
mangiare per strada, sedersi sulle panchine dopo il tramonto, baciarsi in
macchina...) che toccano tutti.<br><br>Un vero e proprio dispositivo di guerra,
che militarizza il territorio e colpisce la parte più precaria e ricattabile
della popolazione, consegnandola al sistema delle imprese, per essere
utilizzata, suo malgrado, per abbassare il costo generale del lavoro di tutti.
Un dispositivo sostenuto apertamente da quasi tutti i mass-media, che cercano di
occultare gli/le immigrati/e morti/e sui posti di lavoro, le prostitute
immigrate uccise o stuprate sulle strade, le condizioni di vita disumane in cui
sono costretti a vivere i bambini a cui si prendono le impronte digitali, le
condizioni di schiavitù lavorativa di molti immigrati e immigrate, i centri di
detenzione pieni di migranti sequestrati direttamente sui posti di
lavoro.<br><br>Il feroce assassinio di Abdul oltre che un omicidio
dichiaratamente razzista è anche l´inevitabile risultato di tutto ciò: è per
questo che due cittadini italiani, padre e figlio, esprimendo la loro complicità
con questo stato di guerra, danno un loro personale contributo alla sicurezza
del paese.<br><br>Respingiamo quindi le lacrime di coccodrillo del vicesindaco
De Corato e dei suoi compari di governo che consideriamo anzi i veri istigatori
dell´omicidio. Al tempo stesso prendiamo fermamente le distanze da coloro che
ieri, appoggiando il governo Prodi (costruzione di nuovi CPT, pacchetto
sicurezza, ecc), hanno preparato il terreno alle destre e oggi,
strumentalizzando la morte di Abba, dichiarano una guerra di facciata a quel
razzismo che essi stessi hanno contribuito a diffondere. Crediamo invece che
l´organizzazione dal basso delle lotte contro l´ordine della repressione e dello
sfruttamento sia, ancora una volta oggi, il terreno su cui costruire l´unità di
tutte le sfruttate e gli sfruttati.<br><br></div><strong><font size="4"></font></strong></font></font>
<div style="color: rgb(204, 0, 0);" align="center"><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><strong><font size="4">Contro il razzismo di stato che produce
mostri</font></strong></font></font></div>
<div align="center"><font style="color: rgb(204, 0, 0);" face="Arial"><font size="4" face="Times New Roman"><strong>Sabato 20 settembre, alle ore 14,<br></strong></font></font><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><strong style="color: rgb(204, 0, 0);"><font size="4">Appuntamento in piazza San Babila, a fianco degli amici di
Abba</font></strong><br><br><br style="background-color: rgb(255, 0, 0); color: rgb(255, 204, 102);"></font></font></div><font style="background-color: rgb(255, 0, 0); color: rgb(255, 204, 102);" size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"></font></font>
<div align="justify"><font size="2" face="Arial"><font size="3" face="Times New Roman"><strong><font style="background-color: rgb(204, 0, 0);" size="4"><span style="color: rgb(255, 204, 102);">Comitato Antirazzista Milanese </span></font><br>
</strong></font><a href="mailto:info@antirazzistimilano.org"><font size="3" face="Times New Roman">info@antirazzistimilano.org</font></a><br><br><font size="3" face="Times New Roman">---------------------------------------------------------------------<br>
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