<div dir="ltr"><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 9"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 9"><link rel="File-List" href="file:///C:/DOCUME%7E1/Fulvio/IMPOST%7E1/Temp/msoclip1/01/clip_filelist.xml"><style>
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<p style="color: rgb(204, 0, 0);" class="MsoBodyText"><b><span style="font-size: 16pt;">PUBBLICO
IMPIEGO : </span></b></p>
<p class="MsoBodyText"><b><span style="font-size: 16pt;"><span style="color: rgb(204, 0, 0);">QUELLO
CHE IL DOTT. BRUNETTA NON DICE!</span></span></b></p>
<p class="MsoBodyText"> </p>
<p class="MsoBodyText">Il decreto DL 118 /08 del 25/06/08 proposto dal ministro
della funzione pubblica Brunetta e convertito in legge ( L 133 / 08 ) dal
governo, ha il merito di aver destato un grande dibattito in merito al problema
della spesa pubblica e della produttività dei dipendenti pubblici.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Quando si parla di spesa pubblica
è bene per rendere onore alla verità, indicare le spese che incidono in maniera
più evidente. Tra queste quelle militari, che servono a continuare all'infinito
le solite guerre per interessi economici e politici. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Altro capitolo della spesa
pubblica di cui purtroppo non si parla sono le risorse economiche assorbite in
60 di repubblica dalla cassa integrazione e guadagni. Chiunque abbia curiosità
di approfondire l'argomento constaterà che la cifra con cui i vari governi
hanno finanziato questo istituto è sbalorditiva. L'unico risultato ottenuto, è
stato la riduzione al minimo del rischio d'impresa, per cui di fronte a crisi
di mercato o macroscopici errori di politica industriale è lo stato ad
accollarsi l'onere del mantenimento di centinaia di migliaia di lavoratori, e
non dal datore di lavoro. Di questi argomenti, come era logico, non si parla
nella legge 133, ovvia per tanto la nostra bocciatura netta e di principio ! La
nostra storia sindacale ci permette comunque di poter entrare nel merito del
provvedimento con grande serenità ed orgoglio perchè se il tema dei
"Fannulloni" va trattato noi abbiamo le carte in regola per farlo. L'enfasi con
cui si sono portati allo scoperto certi dati riguardanti l'assenteismo o la
produttività nel pubblico impiego li registriamo come la scoperta dell'acqua
calda in salsa demagogica! Il clientelismo e l'assenteismo, nel pubblico
impiego sono un dato costante della storia d'Italia, noi non siamo un sindacato
clientelare ed anzi i più grandi avversari che abbiamo sono i raccomandati sia
dirigenti che semplici dipendenti,che non a caso aderiscono alle sigle
sindacali che più ci osteggiano.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il problema va trattato in modo
serio partendo dall'alto, lì dove si prendono le decisioni che consentono alla
casta politica di nominare i dirigenti della pubblica amministrazione al di là
di meriti o titoli, molte volte neppure richiesti. In altri paesi più civili
(Francia ) esiste una scuola di formazione per chi ambisce a diventare
dirigente nella P.A., da noi prevalgono logiche spartitorie. Le segreterie dei
partiti decidono chi dovrà occupare determinati posti chiave nella pubblica
amministrazione. Anche nella soluzione dei problemi seri, come la
stabilizzazione dei dipendenti con contratto di lavoro atipico abbiamo
assistito, con il precedente governo, alla attivazione di procedure surreali
come quella di trasformare il contratto di collaborazione in quello a tempo
determinato (anticamera dell'assunzione in pianta stabile) dei portaborse dei
partiti, negli enti locali del territorio nazionale. Con l'attuale legge 133/08
la situazione è divenuta paradossale, i contratti a tempo determinato hanno un
limite temporale rigido, senza la possibilità di prolungamento, per le
assunzioni a tempo indeterminato, infatti la nuova norma pone severi vincoli di
spesa. Noi speravamo che questi meccanismi distruttivi fossero azzerati ed
invece scopriamo, per esempio, che si approva un decreto che colpisce
indiscriminatamente chiunque si ammali con proposte operative (controllo
fiscale anche con un giorno di malattia) inattuabili se non con l'assunzione di
migliaia di medici nella ASL di competenza, con il compito di arrivare a casa
di tutti i malati! Per verificare se esistono dei certificati di malattia
fasulli basta inviare un ispettore dal Ministero negli uffici del personale
delle pubbliche amministrazioni e richiedere copia dei certificati di malattia di
un intero anno. Se la verifica mette in luce abusi o altro esistono tutti gli
strumenti per intervenire, non è necessario come prevede il decreto confinare
dentro casa per tante ore al giorno una persona che magari ha un problema di
tipo ortopedico il cui recupero ben si concilia con il movimento. Per il
dipendente ammalato le disgrazie non finisco qui, infatti la stessa norma
prevede una drastica riduzione, delle indennità remunerate normalmente in busta
paga, nel periodo di assenza per malattia. L'efficienza di un servizio pubblico
dipende da tanti fattori: la formazione del personale, che richiede
investimenti non tagli, le capacità organizzative del dirigente, la dotazione
organica al completo. Ridurre i problemi ad un giorno in più di malattia è un
approccio perdente e vessatorio. I dirigenti della P.A. hanno avuto sempre un
grande potere rafforzato da un anacronistico codice disciplinare che i
sindacati concertativi hanno permesso di inserire nei CCNL nazionali. Si
registrano innumerevoli casi che dipendenti della P.A. si sono dovuti rivolgere
al giudice del lavoro (a proprie spese!) per riuscire a lavorare! Sono numerosi
i casi di mobbing (fenomeno molto esteso in Italia) a danno di dipendenti
contro cui il dirigente si accanisce per ragioni le più diverse ma nessuna
legata al rendimento lavorativo. Altra questione della massima importanza è il
riconoscimento della causa di servizio in relazione all'infortunio sul lavoro.
Anche in questo ambito il decreto intende sterilizzare la normativa in vigore.
Sarebbe molto facile rendere ridicoli i presupposti di una legge che dovrebbe
annullare gli sprechi ma che risulterà impotente perchè non mette in
discussione interessi, anche consociativi, ormai strutturati. Un solo esempio:
Nel comparto della sanità esistono reparti e servizi con due dirigenti (primari),
uno universitario ed uno ospedaliero. Basterebbe un confronto tra gli esami
svolti nei servizi interni ad un ospedale, e le richieste archiviate con la
prescrizione del medico di base per accorgersi di quanti amici degli amici
continuano ad utilizzare le strutture pubbliche come ambulatori privati senza
pagare un euro. Ci sono patologie strettamente collegate ai diversi ambiti
lavorativi che sono evitabili solo avendo a disposizione gli strumenti adeguati
(Dispositivi di Prevenzione Individuale) previsti già dal Dlgs
626/94,obbligatori, ma quasi mai messi a disposizione dei dipendenti. Questo
fatto, statisticamente provato,ha provocato migliaia di infortuni sul lavoro o
il manifestarsi di patologie professionali. Siccome la responsabilità è del
massimo dirigente o dei preposti<br>
debitamente incaricati, visto che le sanzioni previste dal Dlgs 626/94 sono
economiche e penali ci saremmo aspettati fortissime multe da pagare e migliaia
di avvisi di garanzia per altrettanti dirigenti della pubblica amministrazione.
Ad oggi non registriamo nulla di tutto questo. Assistiamo perciò ad un ingrandirsi
a dismisura dei dipendenti prescritti, ovvero con riconosciuta diminuzione
della capacità lavorativa. Queste argomentazioni spiegano lo stato di
efficienza della pubblica amministrazione, le cui cause dipendono dalle
politiche di gestione ed amministrazione del pubblico impiego in Italia. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La legge 133/08 introduce diversi
elementi negativi.Due i più importanti:</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">1)Interviene sulla derogabilità
al ruolo dei contratti nazionali di lavoro.<br>
2)In continuità con la politica del precedente governo, depotenzia il Dlgs
66/03. </p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Riteniamo centrale la questione
dell'orario di lavoro nella politica sindacale. Non vogliamo esaltare le
qualità del Dlgs 66/03 ma riteniamo che era ed è uno strumento utilizzabile per
una azione sindacale incisiva che rimetta al centro della discussione il
problema dell'orario di lavoro e di conseguenza delle dotazioni organiche.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Abbiamo iniziato delle cause sul
territorio nazionale per recuperare i riposi compensativi così come previsti dal
Dlgs 66/03 riferiti agli anni 2003/08 e denunciando comunque la violazione
delle 11 ore di riposo tra un turno di lavoro ed il successivo. La classe
politica, notoriamente assenteista in Italia, attua politiche clientelari ed anacronistiche
che portano alla devastazione dello stato sociale,ad una inefficienza della
pubblica amministrazione che ben si concilia con il desiderio di appaltare
parte dei servizi ad aziende private magari politicamente affini ! La casta
politica è stata ben descritta da un recente libro che ha avuto un grandissimo
successo e che descrive nei particolari le nefandezze del clientelismo e la
protervia del potere. "La casta sindacale", (che descrive il potere economico e
politico dei sindacati confederali) e "La paga dei padroni"( dove vengono
rivelati gli importi percepiti dai managers pubblici e privati,due libri che
descrivono costi ingiustificati,ancora più intollerabili in questa fase di
crisi economica. Queste "disfunzioni" sono connaturate al sistema economico –
politico basato sul libero mercato, un modo di produzione che ha fatto il suo
tempo e del quale ci dobbiamo liberare per porre le premesse per una diversa
civiltà umana.</p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"> </p>
<h1 style="color: rgb(204, 0, 0);">SLAI COBAS PUBBLICO IMPIEGO</h1>
<br clear="all"><br>-- <br>SLAI Cobas <br>Coordinamento Provinciale di Cremona<br><br>Via Mazzini, 24 – 26010 Bagnolo Cremasco (CR) <br>presso lo Spazio Popolare La Forgia<br><a href="http://www.slaicobas.it">www.slaicobas.it</a><br>
<br>Apertura sede sindacale martedì e giovedì dalle ore 17.00 alle 19.00<br>Per appuntamenti tel.3335986270 - 0373470015<br><a href="mailto:slaicobascremona@gmail.com">slaicobascremona@gmail.com</a><br>________________________________<br>
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