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<DIV><FONT face=Georgia color=#800080 size=6>Cosa canteremo il 4 di
novembre?</FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Georgia size=1>----- Original Message ----- </FONT>
<DIV><FONT face=Georgia size=1>From: "bifo" <</FONT><A
href="mailto:istubalz@libero.it"><FONT face=Georgia
size=1>istubalz@libero.it</FONT></A><FONT face=Georgia size=1>></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=1>To: <</FONT><A
href="mailto:rekombinant@liste.rekombinant.org"><FONT face=Georgia
size=1>rekombinant@liste.rekombinant.org</FONT></A><FONT face=Georgia
size=1>></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=1>Sent: Sunday, October 26, 2008 6:52
PM</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=1>Subject: [RK] Cosa canteremo il 4 di
novembre?</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=2></FONT> </DIV>
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<DIV><FONT face=Georgia size=2></FONT> </DIV></DIV>
<DIV><FONT size=2><BR><FONT face=Georgia></FONT></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=2>il Ministro della Difesa ha dato disposizione che
il 4 novembre in duecento <BR>scuole superiori si tengano discorsi di persone
inviate dall'esterno per <BR>celebrare quel giorno che sui calendari è segnato
come il giorno delle <BR>Forze Armate, e nella retorica patriottarda viene
definito come il giorno <BR>della vittoria.<BR>Davvero il 4 novembre è un giorno
da festeggiare?<BR>C'è qualcosa di cui andare orgogliosi in quella orrenda
inutile carneficina <BR>che fu la prima guerra mondiale?<BR>C'è qualcosa della
partecipazione italiana alla prima guerra mondiale di <BR>cui andare
orgogliosi?<BR>In quali condizioni quella guerra si svolse?<BR>Perché l'Italia
partecipò a quella guerra?<BR>Perché l'Italia scelse di partecipare dalla parte
dell'Inghilterra e della <BR>Francia piuttosto che dalla parte dell'Austria e
della Germania, con cui <BR>aveva da tempo stretto un'alleanza?<BR>Quanti
italiani morirono in quella bella guerra?<BR>E quali furono gli italiani che si
arricchirono con quella guerra?<BR>E quanti degli italiani che si arricchirono
presero parte attiva in quella <BR>guerra?<BR>Queste sono le domande alle quali
il ministro della difesa Ignazio La Russa <BR>dovrebbe rispondere.<BR>Ma siccome
sappiamo che il Ministro non risponderà, siccome sappiamo che <BR>gli esperti
che il Ministero della Difesa mobiliterà non risponderanno, <BR>allora a queste
domande dobbiamo rispondere noi.<BR><BR><BR><STRONG>breve storia di una lunga
guerra</STRONG><BR></FONT></DIV>
<DIV><BR><FONT face=Georgia size=2>Quando, nel giugno del 1914 uno studente
nazionalista serbo uccise <BR>l'arciduca Ferdinando, fratello dell'Imperatore
d'Austria, l'Europa si <BR>trovò di fronte alla prospettiva di una guerra.<BR>Il
continente era a quel tempo diviso in due schieramenti opposti: in uno <BR>di
questi si trovavano la Francia la Gran Bretagna e la Russia. Nell'altro <BR>si
trovavano la Germania l'Austria e l'Italia.<BR>Pochi giorni dopo l'assassinio
dell'Arciduca l'Austria pose condizioni <BR>durissime alla Serbia, e la Serbia
le accettò tutte, tranne una: gli <BR>austriaci avrebbero voluto entrare in
Serbia per arrestare il colpevole, <BR>mentre la Serbia rispose lo arrestiamo
noi ed effettivamente Gavrilo <BR>Prinzip, responsabile di quell'omicidio venne
arrestato. Ma all'Austria non <BR>bastava, per cui l'Impero aggredì la Serbia.
Dietro quella decisione c'era <BR>la fragilità dell'Impero austro-ungarico che
cercava con una guerra di <BR>rinsaldare il suo potere declinante, e c'era
soprattutto la pressione <BR>dell'imperialismo tedesco, che voleva modificare
l'equilibrio europeo e si <BR>proponeva di umiliare la Francia, nemico da lungo
tempo del Reich.<BR>La Francia e la Russia erano alleate della Serbia, per cui
nel 1914 si <BR>delineava una guerra franco-tedesca a occidente e una guerra
austro-russa <BR>ad oriente. Che c'entrava l'Italia?<BR>L'Italia era alleata
dell'Austria, ma appena la guerra si presentò gli <BR>italini si resero conto
che non avevano nessuna voglia di combattere a <BR>fianco dei loro alleati. Il
patto di alleanza li avrebbe costretti ad <BR>intervenire se la guerra avesse
avuto carattere difensivo, ma siccome <BR>l'Austria aveva iniziato la guerra, ed
era dunque il paese aggressore <BR>(anche se c'era stata una provocazione di cui
la Serbia non era <BR>responsabile come stato). L'Italia aveva dunque buone
ragioni per non <BR>intervenire a fianco dell'Austria. Semmai gli italiani
avevano <BR>rivendicazioni da avanzare contro l'Austria, infatti l'Impero
<BR>austro-ungarico manteneva il dominio dei territori del trentino e del
<BR>triestino.<BR>Quando l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, sapendo che gli
italiani non <BR>avevano intenzione di seguirla, pensarono bene di evitare un
tradimento <BR>completo degli italiani, e offrirono la garanzia che Trento e
Trieste <BR>sarebbero state restituite alla fine della guerra se l'Italia si
fosse <BR>astenuta dall'intervenire.<BR>La neutralità era dunque la condizione
naturale per l'Italia, e Giolitti, <BR>che era allora Primo Ministro italiano,
fece del suo meglio per difendere <BR>questa posizione, appoggiato dai
socialisti e dai cattolici che non <BR>volevano che il paese venisse coinvolto
in una guerra che si annunciava <BR>dura, sanguinosa e che per l'Italia sarebbe
soprattutto stata inutile.<BR><BR>Purtroppo esisteva in Italia una componente
nazionalista che univa studenti <BR>esaltati desiderosi di menare le mani e
borghesia industriale che sperava <BR>di poter guadagnare maggiori profitti
dall'intervento che dalla neutralità. <BR>Inoltre un gruppo politico, guidato da
un maestro elementare romagnolo di <BR>nome Benito Mussolini cominciò ad
acquistare potere dall'incitazione <BR>quotidiana alla guerra. I nazionalisti
accusarono Giolitti di essere un <BR>codardo e accusarono i socialisti di essere
"panciafichisti". Solo <BR>partecipando alla guerra, secondo le loro menti
irragionevoli, si sarebbe <BR>potuta realizzare una vera unità nazionale, e solo
partecipando alla guerra <BR>l'Italia avrebbe conquistato il rispetto delle
altre nazioni europee, e <BR>avrebbe potuto partecipare alle trattative per la
spartizione post-bellica.<BR>Dirigenti politici italiani incontrarono a Londra
dirigenti francesi e <BR>inglesi che promisero mare e monti se l'Italia avesse
attaccato da sud <BR>l'Austria che fino al giorno prima era un alleato, e che
aveva promesso di <BR>cedere su tutte le richieste in cambio della
neutralità.<BR><BR>Nel 1915, i nazionalisti riuscirono a imporre al Parlamento
il <BR>rovesciamento delle alleanze. L'alleanza con Austria e Germania viene
<BR>tradita a favore di un'alleanza con Francia e Inghilterra, e la guerra
<BR>viene preparata apertamente.<BR>In parlamento solo i socialisti si
oppongono. Filippo Turati dichiara: "Noi <BR>restiamo socialisti. Faccia la
borghesia italiana la sua guerra, nessuno <BR>sarà vincitore, tutti saranno
vinti." Ma ormai gli eventi precipitano, il <BR>tradimento è compiuto.<BR>Il 9
maggio Giolitti commenta le decisioni che si stanno prendendo in un
<BR>parlamento ormai succube dei fanatici con queste parole: "Spezzare il
<BR>trattato adesso, passare dalla neutrailtà all'aggressione è un tradimento
<BR>come ce n'è pochi nella storia."<BR>In un messaggio al popolo, Francesco
Giuseppe, Imperatore austriaco dice:<BR>"Il re d'Italia mi ha dichiarato guerra.
Un atto di infedeltà, di cui la <BR>storia non conosce l'eguale è stato
perpetrato dal regno d'Italia verso i <BR>suoi due alleati. Dopo un'alleanza di
trenta anni durante la quale ha <BR>potuto accrescere il suo territorio e
sviluppare un insospettato benessere <BR>l'Italia ci ha abbandonati nell'ora del
pericolo e a bandiere spiegate è <BR>passata nel campo dei nostri nemici. Noi
non abbiamo minacciato l'Italia <BR>non abbiamo toccato il suo prestigio non
abbiamo intaccato il suo onore e <BR>interessi, noi abbiamo seguito i doveri
dell'alleanza e abbiamo offerto il <BR>nostro scudo quando è scesa in campo.
Abbiamo fatto di più: quando l'Italia <BR>ha spinto il suo sguardo avido oltre i
nostri confini ci eravamo decisi a <BR>grandi e dolorosi sacrifici per mantenere
la pace e salvare l'alleanza. Ma <BR>l'avidità dell'Italia non potè essere
placata perché pensava di poter <BR>sfruttare il momento."<BR>Come negare che
Francesco Giuseppe avesse qualche ragione? I nazionalisti <BR>italiani si resero
in quel momento odiosi a chiunque non fosse indegno come <BR>loro. Odiosi agli
austriaci e ai tedeschi traditi, ma anche odiosi per i <BR>francesi e gli
inglesi, che usarono dei servigi militari (scarsissimi) che <BR>gli italiani
poterono offrire, ma non li considerarono mai alleati bensì <BR>soltanto - quali
erano - servi. E dimostrarono di disprezzare gli italiani <BR>quando, dopo la
fine della guerra, al Congresso di Versailles, le richieste <BR>italiane vennero
trattate con assoluta indifferenza da francesi inglesi e <BR>americani, che si
consideravano, ed erano, i veri vincitori e consideravano <BR>gli italiani per
quello che erano: degli utili traditori.<BR><BR><BR><STRONG>chi pagò per quella
guerra?</STRONG><BR></FONT></DIV>
<DIV><BR><FONT face=Georgia size=2>Ma chi pagò per quella guerra inutile? Come
sempre nella guerra pagarono <BR>coloro che non c'entravano niente, coloro che
non avevano nulla da <BR>guadagnare dalla guerra e che non l'avevano voluta: i
contadini meridionali <BR>che non sapevano neanche cosa fosse l'Austria e gli
operai che avevano <BR>manifestato sotto le bandiere pacifiste contro il
nazionalismo.<BR>La conduzione della guerra fu un esempio di viltà e di
incompetenza da <BR>parte di coloro che avevano trascinato il paese nell'abisso.
A Caporetto i <BR>morti italiani furono 11.000 i feriti 19.000, i prigionieri
300.000, <BR>400.000 furono gli sbandati. Ancor più grave fu la battaglia di
Gorizia, <BR>che costò 40.000 morti italiani.<BR>Nel frattempo però la Francia e
l'Inghilterra combattevano contro i <BR>tedeschi sul fronte occidentale, e gli
americani si preparavano ad <BR>intervenire, dopo che i russi, in seguito alla
rivoluzione comunista del <BR>1917, avevano deciso di abbandonare la guerra.
L'intervento americano fu <BR>decisivo e accelerò i tempi della sconfitta degli
austro-tedeschi.<BR>Non ci fu dunque nessuna vittoria italiana. Ci fu una
vittoria degli <BR>alleati occidentali contro l'alleanza austro-tedesca. E i
nazionalisti <BR>italiani- traditori che avevano sulla coscienza la morte di
decine di <BR>migliaia di soldati, si fecero belli di una vittoria che non
esisteva. Al <BR>Congresso di Versailles la falsità di quella vittoria imbecille
risultò <BR>chiara. I francesi e gli inglesi si rifiutarono persino di stare ad
<BR>ascoltare le richieste di Salandra e Sonnino, il nuovo primo ministro e il
<BR>ministro della difesa del Regno d'Italia. Quei due rappresentanti di un
<BR>paese straccione e codardo che aspirava ad essere un paese imperialista ed
<BR>aggressore, volevano la Dalmazia, l'Albania l'Etiopia e chissà cosa
<BR>d'altro. I paesi imperialisti<BR>e aggressori veri, coloro che nel crimine e
nella sopraffazione erano dei <BR>professionisti, risero dei dilettanti italiani
e Salandra Sonnino lasciarono <BR>il Congresso senza neppure essere salutati.
Nasceva così il mito della <BR>vittoria mutilata, da cui trasse energia il
partito nazionale fascista <BR>fondato da Benito Mussolini sull'onda
dell'umiliazione e del
rancore.<BR><BR><BR><STRONG>Canteremo?</STRONG><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=2><BR>Qualcuno può pensare che questo cumulo di
idiozia tradimento ed infamia <BR>debba essere celebrato nelle scuole di un
paese civile, come vorrebbe il <BR>Ministro della Difesa, questo signore col
pizzetto che si chiama Ignazio la <BR>Russa? Qualcuno può cantare "Il Piave
mormorava calmo e placido al <BR>passaggio dei primi fanti il 24 maggio?" per
celebrare quella vergogna e <BR>quel crimine?<BR>Forse il 4 novembre canteremo,
se ne avremo voglia. Ma per quel che mi <BR>riguarda io canterò<BR><BR><BR>La
mattina del cinque d'agosto<BR>si muovevan le truppe italiane<BR>per Gorizia, le
terre lontane<BR>e dolente ognun si partì<BR><BR>Sotto l'acqua che cadeva a
rovesci<BR>grandinavan le palle nemiche<BR>su quei monti, colline e gran
valli<BR>si moriva dicendo così:<BR><BR>O Gorizia tu sei maledetta<BR>per ogni
cuore che sente coscienza<BR>dolorosa ci fu la partenza<BR>e il ritorno per
molti non fu<BR><BR>O vigliacchi che voi ve ne state<BR>con le mogli sui letti
di lana<BR>venditori di noi carne umana<BR>questa guerra ci insegna a
lottar<BR><BR>Voi chiamate il campo d'onore<BR>questa terra di là dei
confini<BR>Qui si muore gridando assassini<BR>maledetti sarete un dì<BR><BR>Cara
moglie che tu non mi senti<BR>raccomando ai compagni vicini<BR>di tenermi da
conto i bambini<BR>che io muoio col suo nome nel cuor<BR><BR>Traditori signori
ufficiali<BR>Che la guerra l'avete voluta<BR>Scannatori di carne venduta<BR>E
rovina della gioventù<BR><BR>O Gorizia tu sei maledetta<BR>per ogni cuore che
sente coscienza<BR>dolorosa ci fu la partenza<BR>e il ritorno per molti non
fu.<BR><BR></DIV></FONT>
<DIV><BR><FONT face=Georgia size=2><STRONG>brevissima storia di quello che
accadde dopo</STRONG></FONT></DIV>
<DIV><BR><BR><FONT face=Georgia size=2>L'infamia del comportamento dei
nazionalisti che spinsero il paese a <BR>partecipare alla prima guerra mondiale
è superata<BR>soltanto dall'infamia dei nazionalisti italiani che portarono
l'Italia <BR>all'intervento nella seconda guerra mondiale.<BR>In quell'occasione
effettivamente ogni record di codardia e di imbecillità <BR>fu
battuto.<BR>L'entrata in guerra dichiarata da Mussolini il 10 giugno 1940 con un
<BR>discorso che rimane alla storia per la sua ipocrisia e per la sua
falsità.<BR>"L'ora delle decisioni irrevocabili è giunta" disse Mussolini che
fino a <BR>pochi istanti prima aveva tentennato, e aveva pensato che forse non
era il <BR>caso di entrare in quella guerra che Hitler aveva iniziato
improvvisamente, <BR>cogliendo di sorpresa l'alleato italiano, che attendeva sì
la guerra, ma <BR>l'attendeva per il 1942.<BR>Mussolini sapeva che l'esercito
italiano non era preparato, perciò aveva <BR>dichiarato in un primo momento che
il paese sarebbe rimasto in una <BR>posizione di "non belligeranza".<BR>Ma il 1
settembre 1939 le truppe di Hitler avevano invaso la Polonia, e in <BR>poche
settimane avevano occupato tutto il territorio. Poi le truppe <BR>tedesche
avevano attaccato e sottomesso la Norvegia, e infine nella <BR>primavera del
1940 avevano iniziato l'assalto contro la Francia, giungendo <BR>in poche
settimane fino a Parigi, e sottomettendo il paese all'ordine <BR>militare
nazista.<BR>A quel punto Mussolini - spinto dai suoi seguaci più vigliacchi e
più <BR>estremisti - pensò che Hitler avrebbe ineluttabilmente vinto la guerra,
<BR>anzi che la guerra era già vinta. Perché non intervenire, allora? Non
<BR>sarebbe forse stata una passeggiata? Non si sarebbe forse così aperta la
<BR>strada a un ruolo egemone dell'Italia?<BR>A un generale che gli faceva
notare che avrebbe potuto esserci qualche <BR>problema perché l'esercito non era
preparato al conflitto, Mussolini disse: <BR>"Ho bisogno solo di qualche
migliaio di morti da gettare sul tavolo delle <BR>trattative."<BR>Così pensano
così ragionano i fascisti: qualche migliaio di morti da <BR>gettare sul tavolo
delle trattative.<BR>E così il 10 giugno Mussolini dichiarò guerra alla Francia,
il cui <BR>territorio era già interamente sottomesso alle truppe tedesche. I
codardi <BR>da cui il Ministro La Russa discende aggredirono un paese già
sconfitto, e <BR>qualcuno mormorò: "Vil Maramaldo, tu uccidi un uomo
morto."<BR>Come andarono poi le cose lo sappiamo. La partecipazione italiana
alla <BR>seconda guerra mondiale fu una spaventosa catastrofe. L'invasione della
<BR>Grecia (cui Mussolini voleva spezzare le reni) si rivelò un rovescio perché
<BR>la resistenza greca respinse gli aggressori. Poi la vittoria certa di
<BR>Hitler si rivelò un'illusione e alla fine il conflitto costò centinaia di
<BR>migliaia di morti, la rovina del paese, la guerra civile, l'umiliazione e
<BR>la vergogna da cui solo la Resistenza - cui inizialmente parteciparono
<BR>poche minoranze coscienti che non si erano piegate al consenso - riscattò,
<BR>parzialmente, il paese.<BR><BR><BR><STRONG>nota finale su quel che accade
adesso</STRONG></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Georgia size=2></FONT> </DIV>
<DIV><BR><FONT face=Georgia size=2>Ma fin qui si tratta di storia, ora parliamo
del tempo presente.<BR>Gli stessi codardi imbecilli che trascinarono l'Italia
nella prima guerra <BR>mondiale, gli stessi che venti anni dopo trascinarono il
paese nel secondo <BR>conflitto sono oggi al governo di Roma, sono oggi ministri
della difesa e <BR>dell'istruzione, e mentre ci chiamano a cantare il Piave
tutti in piedi e <BR>sull'attenti, stanno trascinando il paese in un nuovo
conflitto, non meno <BR>criminale e non meno perdente dei due
precedenti.<BR>Come Mussolini trascinò l'Italia in una guerra che sembrava già
vinta e <BR>invece si rivelò ben presto un inferno e si risolse in una sconfitta
- così <BR>Berlusconi nel 2003 ha creduto alle parole del suo amico George W
Bush: <BR>Mission accomplished.<BR>La guerra è già vinta, pensò il furbissimo
Berlusconi, perché non <BR>approfittarne? E spedì le truppe italiane in Iraq. E,
con l'accordo delle <BR>stesse opposizioni, spedì le truppe italiane anche in
Afghanistan.<BR>Non erano guerre vinte in partenza, come assicurava l'alleato
americano?<BR>Quelle guerre non solo non erano vinte in partenza, ma sei anni
dopo tutti <BR>vedono bene che quelle guerre sono perse.<BR>E' persa la guerra
in Iraq, che pure è costata diciassette morti all'Arma <BR>dei carabinieri
(diciassette morti che stanno sulla coscienza di Berlusconi <BR>e dei suoi
amici, diciassette morti cui il tiranno ridente non ha ancora <BR>chiesto
scusa).<BR>E' persa la guerra in Iraq dopo centomila vittime civili innocenti,
dopo <BR>violenze, torture, massacri che hanno avvelenato il rapporto tra
<BR>l'Occidente e un miliardo di musulmani nel mondo.<BR>Ma anche la guerra in
Afghanistan si è rivelata un fallimento colossale. <BR>Quella guerra è nata dal
desiderio cieco di vendetta da parte del gruppo <BR>dirigente repubblicano,
incapace di arrestare il gruppo dirigente di Al Qaida.<BR>Sei anni dopo quella
vendetta si sta rivelando un terribile errore: <BR>l'Occidente sta perdendo
quella guerra e al Qaida ha piegato il gruppo <BR>dirigente americano, lo ha
sconfitto di fronte a tutto il mondo.<BR>L'aggressione al popolo afghano ha
permesso a un gruppo di criminali <BR>terroristi islamici di acquistare una
statura gigantesca, la statura di un <BR>gruppo che riesce a sconfiggere la più
grande potenza militare di tutti i <BR>tempi.<BR>Bel risultato
davvero.<BR>L'idea che fosse possibile sottomettere un popolo con bombardamenti
che <BR>hanno ucciso migliaia di civili, si è rivelata un'idea imbecille.<BR>Ma
quella guerra non è finita. Per quanto la sconfitta dell'occidente sia
<BR>evidente, i fanatici militaristi non la vogliono ancora riconoscere.
<BR>Truppe italiane sono impegnate su quel fronte, e non sappiamo quali
<BR>sviluppi avrà la situazione nei prossimi mesi e nei prossimi anni.<BR>Il
Ministro della Difesa italiano, incurante del ridicolo e della vergogna
<BR>intende continuare nella sua guerra, intende rafforzare il contingente ed
<BR>esporlo a pericoli crescenti. La guerra è del resto la sola prospettiva che
<BR>rimane a questa classe dirigente, ora che hanno distrutto l'economia e si
<BR>preparano a smantellare quel che resta delle strutture sociali.<BR>Quando si
fa la guerra è indispensabile mettere da parte l'intelligenza, è <BR>necessario
che i cittadini si trasformino in sudditi ubbidienti, è <BR>necessario che
nessuno abbia strumenti culturali per un pensiero indipendente.<BR>Ecco allora
che coloro che vogliono la guerra vogliono anche distruggere la
<BR>scuola.<BR>Ecco allora che le spese militari aumentano con i governi di
destra come <BR>con quelli di centro sinistra (durante il governo Prodi la spesa
militare <BR>italiana è aumentata del 23%, mentre la spesa per la scuola e la
ricerca <BR>veniva ridotta).<BR>Ecco allora che il Ministro dell'Istruzione vara
una riforma che punta a <BR>distruggere la scuola pubblica proprio mentre il
Ministro della Difesa <BR>invita gli studenti a cantare canzoni
indecenti.<BR></FONT></DIV><FONT face=Georgia size=2>
<DIV><BR>Al momento di marciare molti non sanno<BR>Che alla loro testa marcia il
nemico.<BR>La voce che li comanda<BR>È la voce del loro nemico<BR>E chi parla
del nemico<BR>È lui stesso il nemico<BR><BR><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT><BR><BR>bibliografia per chi volesse saperne di
più<BR><BR>Gian Enrico Rusconi: L'azzardo del '15<BR>R. Bencivenga: Saggio
critico sulla nostra guerra, Roma, 1930<BR>Isnenghi Rochat: La Grande Guerra
1914-1918, Firenze, 2004<BR>George Mosse: Le guere mondiali. Dalla tragedia al
mito dei caduti, Bari, 2005<BR>Renzo de Felice: Intervista sul fascismo, Bari
1999<BR><BR><BR><BR><BR>L'Italia è in guerra anche oggi.<BR>L'Afghanistan, la
disfatta che cercano di nascondere.<BR>Distruggono la scuola e preparano la
guerra.<BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR>-------------------------------------------[
RK ]<BR>+ </FONT><A
href="http://liste.rekombinant.org/wws/subrequest/rekombinant"><FONT
face=Georgia
size=2>http://liste.rekombinant.org/wws/subrequest/rekombinant</FONT></A><BR><FONT
face=Georgia size=2>+ </FONT><A href="http://www.rekombinant.org/"><FONT
face=Georgia size=2>http://www.rekombinant.org</FONT></A><BR><BR><BR><BR><FONT
face=Georgia size=2></DIV></FONT></FONT></DIV></BODY></HTML>