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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><STRONG>la situazione è questa!</STRONG></DIV>
<DIV><STRONG></STRONG> </DIV>
<DIV><STRONG>5 provvedimenti che sconvolgono il lavoro<BR><BR>da maggio a
ottobre 2008, tutto quello che si dovrebbe sapere sulle nuove leggi del ministro
Sacconi</STRONG><BR><BR>(24 ottobre 2008)<BR><B>Detassazione degli
straordinari</B> <BR><I>Legge 126/24 luglio 2008</I> <BR><BR>Col decreto legge
n. 93 del 27 maggio 2008 ( convertito in legge il 24 luglio successivo) il
governo Berlusconi inaugura una nuovo regime di tassazione degli straordinari
per i dipendenti del settore privato con carattere sperimentale per il periodo
dal 1° luglio fino al 31 dicembre 2008. <BR>Gli straordinari e i premi di
produttività( <I>ma anche i premi e le gratifiche individuali , il lavoro
supplementare, le indennità di reperibilità e turno, e qualsiasi erogazione
salariale l’azienda ritenga utile a far crescere la produttività, anche al di
fuori di qualsiasi forma di contrattazione </I>) dei lavoratori dipendenti con
un reddito complessivo nel 2007 pari o inferiore a 30.000 euro lordi, saranno
tassate con un’aliquota sostitutiva del 10% invece del 20-27% , fino ad un
ammontare massimo di 3000 euro. <BR>La detassazione penalizza i lavoratori part-
time a basso reddito,rafforza il salario discrezionale e aumenta le
disuguaglianze salariali, a svantaggio soprattutto di donne, lavoratori atipici
, migranti e i lavoratori più colpiti dai processi di crisi , come quelli del
Mezzogiorno. <BR>L’operazione costa allo Stato circa 1.160 milioni di euro,
reperiti attraverso la <BR>cancellazione di norme che sostenevano l’integrazione
degli immigrati, il sostegno alle donne vittime di violenza, e la natura non
fiscale degli aiuti per le vittime di usura o di <BR>estorsione.
<BR><BR><B>Deregolamentazione del mercato del lavoro</B> <BR><I>legge 133 del 5
agosto 2008</I> <BR><BR>Nel decreto legge 112 del 25 giugno 2008, convertito in
legge 133 il 5 agosto 2008, sono contenute molte norme di peggioramento delle
condizioni di lavoro, di deregolamentazione dei contratti nazionali, di aumento
della precarietà, di alleggerimento di controlli e obblighi per le imprese, di
forte indebolimento dell’attività ispettiva e quindi delle politiche di
contrasto del lavoro nero e irregolare, e di tutela della salute e sicurezza del
lavoro. <BR><BR>Viene ripristinato per tutti i settori <B>il lavoro a
chiamata</B>, <BR><BR><B>il lavoro a tempo determinato</B> è reso possibile
anche per “ l’ordinaria attività <BR>dell’impresa”, puntando quindi a una sorta
di lequivalenza con il “normale” <BR>rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
viene introdotto il principio della derogabilità in peggio rispetto al CCNL
attraverso la contrattazione aziendale e territoriale. <BR>Al momento della
trasformazione in legge è stato inserita la <B>clausola scandalosa e
anticostituzionale </B>che cancella per i procedimenti già in corso ( leggi
Poste e Alitalia) il diritto alla reintegra nel posto di lavoro per quei
lavoratori per cui il giudice rilevi la nullità della interruzione del rapporto
di lavoro, cioè quando si è rilevata la sussistenza di un falso contratto a
termine, sostituendolo con un risarcimento economico. Con la contestatissima
norma viene agito un principio anticostituzionale , per cui la condizione di
diritto dei singoli viene ad essere diversa a seconda del momento in cui abbiano
fatto ricorso, pur in presenza di uguali condizioni oggettive, quindi è come se
vi fosse scritto “ la legge è differente a seconda del momento in cui fai
ricorso” e non già “ la legge è uguale per tutti” <BR>Viene generalizzato <B>il
lavoro accessorio</B>, ovvero quello temporaneo, retribuito al di fuori di
qualsiasi contratto, tramite un Voucher o Buono prepagato, infatti viene
allargata la platea sei soggetti che possono ricorrervi estendendolo a tutte le
attività stagionali . In particolare in agricoltura, rischia di diventare la
forma normale del rapporto di lavoro, così anche per i collaboratori domestici
(in particolare quelli con nastro orario inferiore alle 24 ore settimanal) . Ma
ciò che appare più insidioso è il riferimento alle attività saltuarie svolte
“durante le vacanze” da studenti di età inferiore ai 25 anni , norma che può
dare la stura ad un supersfruttamento del lavoro estivo dei giovani, anche in
alternanza allo studio. <BR><BR>si peggiora <B>l’apprendistato </B>, riportando
la possibilità di svolgere la formazione tutta interna all’azienda tramite
accordo sindacale aziendale e/o con gli enti bilaterali, e quindi abrogando
tutte le norme che prevedevano un controllo pubblico sulla qualità e sulla reale
svolgimento della formazione, ma anche tutti gli standard minimi . Vengono
considerati apprendistato professionalizzante anche i <B>Dottorati di
ricerca</B> che <B>possono essere stipulati con convenzioni dirette
azienda/università, anche senza il rapporto col sindacato.</B> <BR><BR>Vengono
stravolte ed indebolite tutte le norme e gli strumenti di contrasto e
prevenzione<B> del lavoro nero e irregolare :</B>.viene abrogata la sanzione per
il datore di lavoro se i lavoratori non sono dotati del tesserino di
riconoscimento, mentre rimane quella per i lavoratori che non lo
esibiscono,annullato il principio della responsabilità solidale tra impresa
appaltante ed appaltatricee si elimina l’obbligo a tenere l’elenco clienti
fornitori; vengono cancellati gli indici di congruità come strumento di
prevenzione e contrasto del lavoro nero; <BR><BR>Si indeboliscono le misure
<B>di controllo all’evasione e all’elusione fiscale</B>, al riciclaggio del
denaro sporco e e dell’economia illegale. <BR><BR><BR><B>Si cancella la legge
che tutela le dimissioni volontarie</B>, per contrastare la <BR>pratica delle
“dimissioni in bianco”, legge fortemente voluta dalle donne che sono <BR>le più
colpite da questa pratica illegittima e ricattatoria, molto più diffusa di
quanto il <BR>governo e confindustria ci vogliono far credere. Questa legge non
comportava spese per lo Stato, quindi la sua soppressione è puramente ideologica
all’insegna della “ semplificazione” ovvero della più completa libertà per i
padroni nella gestione dei rapporti di lavoro. <BR><BR><B>Il Mezzogiorno viene
duramente colpito</B> con il Blocco del FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) e con i
tagli alle infrastrutture di Sicilia e Calabria per finanziare l’ulteriore
riduzione dell’Ici. <BR><BR>si determinano modifiche in peggio della disciplina
del <B>lavoro notturno</B> ( è considerato lavoratore notturno solo chi lavora
di notte per più di tre ore continuative), <B>il riposo settimanale</B> ( viene
calcolato sulla base di 14 gg) e <B>giornaliero</B> ( la reperibilità non
interrompe le 11 ore di riposo obbligatorie ), viene <B>abrogato l’obbligo per
le imprese a comunicare</B> alle Direzioni provinciali del Lavoro
l’effettuazione del lavoro straordinario eccedente le 48 ore settimanali e il
lavoro notturno per tutte le aziende non organizzate strutturalmente su turni .
<BR><BR>mascherati sotto il tranquillizzante slogan della “semplificazione”
vengono numerosi interventi a favore della più completa <B>Libertà d’impresa ,
</B>contro i diritti dei lavoratori e dal sapore fortemente classista,quali:
<BR><BR>- Si istituiscono le <B>Agenzie private per la costituzione d’impresa
</B>che potranno autorizzare e certificare l’avvio d’impresa al posto dei
pubblici uffici ; <BR>- vengono <B>abrogati libro matricola e libro paga,
sostituiti da un nuovo </B><B>LIBRO</B><B>UNICO</B><B>DEL</B><B>LAVORO</B> in
cui i lavoratori vengono iscritti entro il giorno 16 del mese successivo,
vanificando in questo modo l’attività ispettiva. Infatti i libri aziendali
possono anche non essere tenuti presso il luogo di lavoro, bensì presso la sede
del consulente aziendale, che ha altri 15 gg di tempo per consegnarli
all’ispettore, nel caso di richiesta dello stesso. Le sanzioni relative al non
corretto mantenimento dei libri aziendali sia per il datore di lavoro che per i
consulenti diventano irrisorie, così come quelle per la non presentazione entro
i tempi previsti. <BR>La copia delle pagine del libro unico, inerenti il singolo
rapporto di lavoro, mensilmente <B>possono sostituire la busta paga del
lavoratore</B>, senza che il padrone sia obbligato a registrare le presenze e
gli orari effettivamente svolti, quindi con un pesante indebolimento della
possibilità da parte del singolo lavoratore di poter verificare e controllare le
proprie competenze economiche ( indennità turni e reperibilità, pagamento
straordinari , trattenute per ritardi, malattie e permessi non retribuiti e
quant’altro collegato alla presenza) <BR>- viene <B>abrogata la sanzione</B> per
il datore di lavoro se i lavoratori non sono dotati del <B>tesserino di
riconoscimento</B>, mentre rimane quella per i lavoratori che non lo esibiscono
<BR>- Si depotenziano e si abrogano le m<B>isure più significative del recente
Testo Unico sulla sicurezza s</B>ui luoghi di lavoro, diminuendone le sanzioni e
depotenziando la natura pubblica dei controlli;
<BR><BR><B>N</B><B>ELLA</B><B>SCUOLA</B> <B>cancellazione di oltre 150.000 posti
di lavoro </B>e riduzione dei finanziamenti relativi per oltre 8 miliardi di
Euro: aumenterà il numero di alunni per classe; si ridurrà il tempo scuola;
verrà cancellato il tempo pieno; tornerà il maestro unico nella scuola
elementare; diminuiranno ulteriormente i centri di educazione degli adulti e le
scuole serali. <BR><BR><B>L</B><B>E</B><B> U</B><B>NIVERSITÀ possono
trasformarsi in Fondazioni di diritto privato</B> con regole privatistiche con
il trasferimento del patrimonio a favore di soggetti privati ed un finanziamento
statale ridotto pesantemente, <BR><BR><B>Soppressione della sanatoria per la
stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione</B>( poi rinviata a
giugno 2009 a seguito delle pesanti proteste di lavoratori e sindacati)
<BR><BR><B>Indebolimento degli ispettori del lavoro e dell’INPS</B>
<BR><I>Direttiva del Ministro del Lavoro di indirizzo per i servizi ispettivi e
attività di vigilanza (18 settembre 2008)</I> <BR><BR>Obbiettivo dichiarato
della Direttiva è<B><I>” portare a compimento il processo di modernizzazione del
mercato del lavoro avviato con la «Legge Biagi</I></B>»”. <BR>A questo fine si
invita a restringere l’intervento ispettivo ai soli contratti non certificati
dagli organi di certificazione, che vuol dire “non sorvegliate dagli enti
bilaterali” , istituendo nei fatti una zona franca per tutte quelle situazioni e
settori in cui si affermerà la bilateralità ( sindacati e aziende che gestiscono
insieme il mercato del lavoro). Contemporaneamente si enfatizza il ruolo di
consulenza alle imprese che gli ispettori possono svolgere, stravolgendo la
funzione di terziarità ed indipendenza che l’ispettore in qualità di organo di
controllo e vigilanza deve costituzionalmente garantire. <BR>Esplicito è il
richiamo <B>all’utilizzo in via preliminare dell’istituto della conciliazione
monocratica </B>e l’invito a limitarsi all’accertamento delle violazioni
sostanziali, liberando l’attività ispettiva dell’eccesso di burocrazia formale
di cui oggi risentirebbe. <BR>Il risultato è un <B>grave indebolimento
dell’attività</B> di contrasto al lavoro nero e sommerso, dei processi di
regolarizzazione dei contratti falsamente parasubordinati, delle verifiche delle
condizioni di sicurezza e prevenzione nei posti di lavoro, del contrasto agli
abusi in termine di orari di lavoro a proposito dei quali viene fatto un forte
richiamo ad operare in coerenza con l’ampliamento della flessibilità previsto
del decreto legge 112. <BR>Contemporaneamente, invece, c’è una forte
sottolineatura della <B>necessità di dispiegare l’ attività di vigilanza e
repressione nei confronti dei lavoratori</B> che, fruendo di ammortizzatori
sociali e di indennità pubbliche a vario titolo, svolgono attività in nero, nei
confronti dei quali viene richiesta la massima severità e l’accertamento anche
del profilo delle”relative ipotesi di reato”. <BR>A conferma del classismo
dell’impostazione dell’ impostazione data dal ministro , va sottolineato che
invece nulla si dice sulla perseguibilità e sanzionabilità dei datori di lavoro
che li utilizzano al nero quei lavoratori. <BR><BR><B>Sterilizzazione del
processo del lavoro e mani legate per i giudici del lavoro </B><BR><I>Disegno di
legge 1441 quater attualmente in votazione alla camera</I> <BR><BR>Gravi sono le
limitazionì poste all’ intervento del giudice del Lavoro in tema di controversie
individuali relative all’instaurazione del rapporto di lavoro, esercizio dei
poteri datoriali, trasferimento d’azienda e recesso, licenziamento,
qualificazione dei rapporti di lavoro. Infatti - secondo questo pessimo disegno
di legge di chiara ispirazione anticostituzionale- il giudice si deve limitare
all’accertamento del presupposto di legittimità, e deve invece astenersi dal
valutare condizioni connesse con l’organizzazione del lavoro e della produzione,
sempre per salvaguardare il principio della libertà d’inpresa. <BR>Gli effetti
di tale norma su tutte le azioni legali tese alla trasformazione di contratti
precari ( a tempo determinato o atipici che siano) in contratti a tempo
indeterminato è di facile intuizione, così come per tutte le cause che vogliono
risalire alle responsabilità dei padroni in caso di incidenti sul lavoro!
<BR>Inoltre, in materia di qualificazione dei rapporti di lavoro, viene fatto
divieto al giudice (sic!!!) di discostarsi dalle valutazioni espresse dalle
parti in sede di certificazione dei contratti di lavoro ( sempre gli enti
bilaterali!), inserendo un principio di palese incostituzionalità per cui ciò
che viene definito in sede di collegio di certificazione, supera ed ha un valore
cogente superiore alla legge, determinando una obbiettiva disparità di diritto e
di trattamento tra lavoratori con rapporti certificati e non. Per non parlare
della incostituzionalità di norme lavoristiche che delimitano gli ambiti e le
materie in cui il giudice può esercitare la funzione giudicante, e le procedure
delle stesse. <BR><B>Attacco all’articolo 18 dello Statuto dei
Lavoratori</B><B>:</B> in materia di giusta causa di licenziamento si prevede
che i contratti individuali, stipulati con l’assistenza o la consulenza d elle
commissioni di certificazione ( sempre quindi con “la complicità”tra aziende e
sindacati) possano essere previste clausole diverse da quelle stabilite dalla
legge 300 e dai contratti collettivi. E che il giudice deve attenersi a queste
per valutare al legittimità del licenziamento . Gli effetti di questa norma
avrebbero un effetto devastante sulla tutela del licenziamento perché si
affermerebbe <B>una pratica di completo aggiramento dell’art. 18 attraverso la
stipula di contratti individuali, fortemente vessatori a cui i lavoratori
potrebbero consentire pur di essere assunti.</B> <BR>Anche i questo caso va
sottolineata l’incostituzionalità di una norma che preveda che un atto pattizio
(il contratto di cerificazione) abbia cogenza superiore alle leggi.
<BR><BR>Oltre al rafforzamento dell’istituto dell’arbitrato secondo equità, già
previsto dalla legge 30/03 e dal decreto 276/03<I> si prevede</I> la possibilità
di costituzione di un “<B><I>collegio di conciliazione e arbitrato
</I>irrituale<I>”</I></B> composto da un arbitro per ciascuna delle parti più un
presidente scelto, in accordo tra gli arbitri di parte, tra professori
universitari di materie giuridiche o avvocati patrocinanti in Cassazione.
<BR>Credo che sia superfluo sottolineare le gravissime conseguenze di tale norme
non solo sulla effettiva tutela del lavoratore ma anche sul commercio tra
sindacati- aziende- associazioni professionali che ne potrebbe derivare.
<BR><BR><B>Impugnativa del licenziamento </B>si prevede la decadenza diritto ad
impugnare il licenziamento<B> dopo 120 gg., </B>termine <B>che viene applicato
anche per i casi di nullità del licenziamento, e di licenziamento inefficace, di
recesso del committente nel caso di collaborazioni, così come nei licenziamenti
che implicano la risoluzione di questioni inerenti alla qualificazione del
rapporto di lavoro o la legittimità del termine apposto al contratto</B>.
<BR><B>Norma fortemente ricattatoria specie nei confronti di tutti quei
lavoratori a termine, che prima di muovere azione legale nei confronti del
padrone aspettano a vedere se verranno richiamati per un successivo contratto
precario</B> <BR><BR><B>Il libro nero del lavoro</B> <BR><BR>Il Libro verde sul
futuro del modello sociale da titolo altisonante “<I>La vita buona nella società
attiva”</I> raccoglie ed esplicita le politiche di questo governo in materia di
lavoro, previdenza, assistenza e sanità accompagnandole con un forte connotato
ideologico regressivo : corporativa, familistica, mercatista e integralista è la
società e il modello di convivenza che descrive. La strategia sacconiana delinea
un welfare “ <I>che interviene nell’intero ciclo di vita dal concepimento alla
morte naturale</I>”, frase che ricorre più volte nel testo e che tradisce una
matrice di impianto etico-clericale in cui la vita inizia col concepimento e la
morte è solo quella che avviene per consunzione naturale, facendo ben intendere
cosa si pensa di temi quali l’aborto ed il testamento biologico e comunque
espungendoli dall’ambito dell’intervento pubblico. <BR>Alcuni concetti chiave
del libro verde: <BR>- <B>welfare negoziale</B>:abbassamento dell’intervento
pubblico, a vantaggio di soluzioni contrattate a livello di settore o
territoriale organizzando una vera e propria “<B>cogestione diffusa dei sevizi
che danno valore alla persona</B>”. L’obbiettivo è quello di ridurre la spesa
pubblica per sanità , previdenza e assistenza, sostenendo la diffusione di forme
privatistiche, concordate tra le parti sociali e gestite attraverso gli
organismi bilaterali. Perfino la sicurezza e prevenzione sul lavoro viene
consegnata alla bilateralità ( Gli RLS farebbero riferimento agli Enti
bilaterali). In questo modo il sindacato verrebbe ad essere contemporaneamente
il “complice” delle imprese nel delineare le priorità, la qualità e le modalità
di accesso delle persone (Gli associati avranno condizioni più vantaggiose ?) ad
assistenza , previdenza e servizi, e allo stesso tempo ne condividerebbe la
gestione e il business. <BR><B>welfare negoziale</B>:abbassamento
dell’intervento pubblico ( sia esso <BR>centrale, che decentrato a livello
regionale), a vantaggio di soluzioni contrattate a livello di settore o
territoriale organizzando una vera e propria “cogestione diffusa dei sevizi che
danno valore alla persona”. L’obbiettivo è quello di ridurre la spesa pubblica
per sanità , previdenza e assistenza, sostenendo la diffusione di forme
privatistiche, concordate tra le parti sociali e gestite attraverso gli
organismi bilaterali un sistema articolato e diffuso di assicurazioni sanitarie,
assistenziali e previdenziali. Perfino la sicurezza e prevenzione sul lavoro
viene consegnata alla bilateralità ( Gli RLS farebbero riferimento agli Enti
bilaterali). In questo modo il sindacato verrebbe ad essere contemporaneamente
il “complice” delle imprese nel delineare le priorità, la qualità e le modalità
di accesso delle persone (Gli associati avranno condizioni più vantaggiose ?) ad
assistenza , previdenza e servizi, e allo stesso tempo ne condividerebbe la
gestione e il business. <BR>Il sindacato attraverso gli organi della
bilateralità interverrà: <BR>nella <B>gestione del mercato del lavoro</B> (
agenzie di collocamento, interinali, certificazione dei rapporti di lavoro )
<BR><B>nella gestione dei conflitti di lavoro</B> ( collegi di conciliazione ed
arbitrato vengono rafforzati nel disegno di legge collegato alla finanziaria
fino a prevedere clausole contrattuali in cui sia prevista l’adesione tacita del
lavoratore ad un arbitrato preventivo ed alternativo al ricorso al giudice del
lavoro ) <BR><B>nella gestione della formazione</B> , che viene completamente
riconsegnata all’iniziativa aziendale per quanto attiene l’apprendistato (
azienda soggetto formativo, già previsto nel decreto 112 ora legge 133)
<BR><B>nella gestione del sistema degli ammortizzatori sociali</B> ( viene
ridotto ad un unico istituto sia l’intervento sulla disoccupazione che quello
dell’integrazione al reddito , e prevista la possibilità di concordare
condizioni aggiuntive e gestirle attraverso gli enti bilaterali). <BR>L’insieme
di questi interventi definisce <B>un sistema corporativo</B> che dal luogo di
lavoro si allarga al funzionamento della società, occupando spazi lasciati vuoti
dall’intervento pubblico, con comprensibili conseguenze di ampliare la disparità
di trattamento tra settori , tra aree geografiche, tra nativi e migranti, tra
generazioni e tra i sessi e forse anche tra iscritti ai sindacati e non.
<BR>Scompare dal documento qualsiasi intervento in <B>politiche attive del
lavoro</B>, rivolte a promuovere a e sostenere l’occupazione di giovani, donne ,
migranti, popolazioni del mezzogiorno. <BR>Infatti il teorema dell’attuale
governo è che la disoccupazione e d il lavoro nero e irregolare si combattono
non con una politica di incentivi, non con un’attività capillare ed efficace di
vigilanza, bensì con una <B>delegificazione ed un alleggerimento</B> dei datori
di lavoro dagli eccessivi obblighi che attualmente disincentivano
all’assunzione. Quindi <B>non solo liberalizzazione del mercato del lavoro
</B>attraverso il ripristino del lavoro a chiamata, dei voucher lavorativi e la
norma anticostituzionale sui lavori a termine inserita nella 133, ma <B>anche
indebolimento di tutte le norme relative alla instaurazione e gestione regolare
del rapporto di lavoro, imbrigliamento dell’attività ispettiva e del ruolo del
giudice del lavoro</B>. <BR>Nulla viene previsto in tema di inserimento
lavorativo <B>dei lavoratori migranti</B>, anzi il termine immigrazione, è
completamente assente dal libro verde, neanche nel capitolo sulla povertà
estrema, quasi che la realtà di accoglienza, sostegno e inserimento lavorativo
di donne e uomini migranti non richiedessero politiche mirate. ( infondo il
testo non si occupa di sicurezza!!!) <BR>Infine, ovviamente nulla si dice in
tema di processi di stabilizzazione in quanto obbiettivo dichiarato del libro
verde è dare completa applicazione alla legge 30 e al d. lvo 276/03 e quindi la
completa flessibilizzazione e precarizzazione del mercato del lavoro è concepita
come condizione di un maggiore sviluppo dell’occupazione. Viene espressa una
radicale <B>contrarietà nei confronti di qualsiasi forma di “<I>reddito minimo
garantito alle persone in età da lavoro</I></B>”, considerata esperienza
fallimentare, senza indicare alcuno strumento alternativo. <BR>Invece si pone
una <B>nuova enfasi sull’intreccio scuola-lavoro</B>, indicando la necessità di
un’alternanza durante tutto l’arco delle superiori, non si dice però con quali
strumenti (si allude forse ad un uso diffuso <B>dei voucher? E tirocini
formativi)</B> <BR><B>-La famiglia</B>: viene indicata come nucleo fondamentale
delle relazioni sociali e <B>strumento primario di sussidiarità</B> al sistema
di welfare,.Ne consegue una visione <B>dei servizi di cura per l’infanzia</B>,
che giustappone l’intervento in servizi pubblici, con una pluralità di soluzioni
privatistiche, che vanno dai nidi aziendali a i nidi di condominio, con
l’obiettivo di valorizzare le libere scelte delle famiglie, ovvero strizzando
l’occhio a tutto il sistema di asili privati, in prevalenza confessionali. Del
resto le scelte della ministra Gelmini in materia di scuola primaria lasciano
ben intendere verso quali soluzioni tira il governo. <BR>Sempre pensando alla
famiglia e quindi alle donne come soggetto che in essa svolge lavoro gratuito e
socialmente non riconosciuto, viene abolito il fondo per sostenere interventi a
favore delle persone non autosufficienti, scompare qualsiasi riferimento ai
livelli essenziali delle prestazioni sociali e viene indicato il servizio
sanitario nazionale come il maggior responsabile del disequilibrio economico
dell’attuale sistema di welfare, portando dei dati di proiezione al 2050 del
tutto allarmistici e gonfiati rispetto agli studi e agli indicatori fin’ora in
essere. <BR>Infatti <B>per sanità e previdenza l’obbiettivo è quello di
contrarre fortemente la spesa pubblica attraverso il potenziamento del sistema
assicurativo privato</B> ( polizze pensionistiche e sanitarie di derivazione
contrattuale o individuale). <BR>Anche per quanto riguarda le pensioni è
<B>previsto un innalzamento dell’età pensionabile</B>, una volta completato il
percorso dell’allungamento della pensione di anzianità a 62 anni, con
un’inisistenza a <B>premere da subito per l’innalzamento dell’età pensionistica
per le donne.</B> <BR>Naturalmente <B>scompare completamente qualsiasi accenno
al tema della violenza contro le donne</B> come questione sociale che va
affrontata anche attraverso un finanziamento di una rete di servizi di
prossimità, che sostenga le donne verso un percorso di autonomia economica e
personale, che le protegga e le accolga nei momenti più drammatici e le supporti
legalmente contro i violenti interni ed esterni alla famiglia. <BR><BR><B>-
Realazioni sindacali :</B> secondo il Sacconi pensiero, ben rappresentato nel
testo del libro verde, obbiettivo è il contributo delle parti sociali alla
<I>“governance</I>”del sistema che va realizzata superando la cultura
antagonista dei rapporti di produzione e cementando ,al contrario, un’alleanza
strategica tra imprenditori e lavoratori ( non a caso chiamati collaboratori)
attraverso un rinnovato clima di fiducia e complicità tra capitale e lavoro.
Strumenti di questa nuova era delle relazioni sindacali, vengono indicati :
<BR>l’individualizzazione dei contratti di lavoro , pur in una cornice definita
<BR>collettivamente, <BR>la partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali,
comprese forme di azionariato <BR>un forte sostegno e sviluppo della
bilateralità per la gestione condivisa “dei <BR>servizi che danno valore alla
persona” quali sicurezza, formazione, integrazione al reddito,
ricollocamento,certificazione dei rapporti di lavoro, previdenza
<BR>complementare e assistenza sanitaria, ( si allude nel documento anche ad
<BR>una possibile mutualizzazione della tutela della maternità) <BR>La
dimensione territoriale come nuovo luogo della contrattazione collettiva <BR>(
contratti regionali al posto di contratti nazionali?) <BR>Pattuizione di un
sistema di regole per la prevenzione e moderazione dei conflitti. <BR>(leggi
riduzione del diritto di sciopero ) <BR><BR>La singolare coincidenza con il
cosiddetto documento di “Linee guida” condiviso tra Confinustria e CISL e UIL,
salta facilmente agli occhi. <BR>Il libro verde scritto a luglio scorso aveva
già anticipato e previsto tutto, compresa , forse la resistenza della Cgil e
l’accordo separato. <BR>Tra Sacconi e Marcegaglia, chi è l’ispiratore e chi
l’esecutore? Una domanda cui si può dare risposte solo continuando a fare
domande…. <BR>Nel frattempo la crisi economica e finanziaria ci è piombata
addosso.<BR></DIV></BODY></HTML>