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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT size=2><FONT face=Georgia></FONT>
<H3><FONT color=#800080 face=Georgia>''È Cai la vera bad company'': le paure
(fondate) che hanno i dipendenti Alitalia</FONT></H3>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<H4><FONT face=Georgia>Un interlocutore molto informato ci spiega il perché
della ribellione di questi giorni.</FONT></H4>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial></FONT> </DIV><!-- AUTORE -->
<DIV class=autore><FONT face=Georgia>Michela Rossetti </FONT></DIV><!-- TOOLTIP eDINTORNI --><!--/ TOOLTIP eDINTORNI -->
<DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Sembrano tutti pazzi, ma non lo sono. Hanno una ragione profonda le
proteste che stanno scuotendo gli aeroporti italiani. Il progetto di Cai è stata
promosso, infatti, dall’Europa. Ma non dai lavoratori, che hanno paura della
fragilità della cordata italiana. </FONT></SPAN></DIV>
<DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Piloti
e hostess hanno le loro ragioni, ma continuare a guardare la vicenda da singole
prospettive può far perdere di vista il quadro generale della situazione.
</FONT></SPAN></DIV>
<DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Immaginate di lavorare dentro Alitalia, da anni, e vi dicano che vi
tagliano lo stipendio, che dovete lavorare di più. Si potrebbe accettare, forse.
Ma non se il nuovo progetto è destinato a non decollare. Non se per il futuro
non ci sono prospettive di crescita alcuna, di realizzazione personale e
professionale. Immaginate un futuro solo peggiorativo, non momentaneo, ma
destinata a proiettarsi nel tempo. </FONT></SPAN></DIV>
<DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Pensate
a un intervento (quello degli imprenditori italiani), che dice che bisogna
tagliare le spese (compresi gli stipendi), quando da anni il problema della
compagnia non sono le spese, ma i mancati ricavi. </FONT></SPAN></DIV>
<DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Immaginate, insomma, che dopo decenni di cattiva gestione si
prometta di risolvere il problema senza intervenire sugli aspetti che
meriterebbero un reale intervento. </FONT>
<P><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>A noi
questo “quadro generale” ce lo ha raccontato Flavio L. Il nome è di fantasia,
come ci ha chiesto. Il nostro interlocutore è, infatti, una fonte qualificata
dell’area pianificazione e controllo di Alitalia, una persona che da anni fa i
conti in tasca alla compagnia. E ci spiega perché Cai sarà la vera bad company.
La brutta copia di Alitalia.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P></SPAN></DIV>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Il lungo raggio mancato </FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Partiamo
dal vero problema dell’attuale compagnia di bandiera. Bastano due parole. Lungo
raggio. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Il lungo raggio è la
chiave che permette di guadagnare, soprattutto dal 2001, quando il mercato è
stato liberalizzato e i voli di medio raggio sono stati invasi dalle low cost.
</FONT>
<P><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Con il
lungo raggio si guadagna per diversi motivi. Paragoniamo un volo Parigi-New
York, tratta “lunga”; ad una media con cui uno stesso aereo fa Catania, Milano,
Parigi. Il secondo, come costo unitario, spende di più. Perché sul carburante
incide molto la fase di decollo e atterraggio (uno ne fa 4 e l’altro la metà) e
pensate che atterrare in uno scalo ha un costo. Ma c’è
altro.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Il problema di Alitalia sono i
guadagni </FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Troppo
spesso si ignora che rispetto alle grandi compagnie in attivo, Alitalia non
spende tanto, anzi. Prendiamo la tratta Roma-Parigi, e facciamo un confronto con
Air France, modello vincente in Europa. Alitalia spende per il volo 100; ed Air
France 103. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Bene, direte voi, non
siamo così male. Ma ora passiamo ai guadagni. Noi ricaviamo sulla stessa tratta
96 e la compagnia francese 108. Quindi Alitalia, sottraendo le spese ai
guadagni, ci perde 4; mentre Air France ha un attivo di 5. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Perché non riusciamo a
guadagnare di più? Il problema è sempre lo stesso, lungo raggio. </FONT>
<DIV><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Air France, per fare un
esempio, usa lo stesso aereo che fa Roma-Parigi per andare anche da Parigi a New
York. Eccolo, è lì il tratto dove si guadagna, perché il passeggero che fa
Roma-New York paga il biglietto, come naturale, di più. </FONT></SPAN></DIV>
<DIV><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Facile, no? </FONT>
<DIV>
<P><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Non vi
basta? Facciamo un paragone con l’estero, tanto caro in questi tempi di
globalizzazione. I voli intercontinentali coprono l’87% delle rotte totali di
British Airways ed Air France; Klm arriva al 90%, e Lufthansa si attesta
all’84%. Noi? Un misero 15%, e ci perdiamo per questo su tutta la linea, da
anni.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P></DIV></SPAN></DIV></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P>
<P><FONT face=Georgia></FONT> </P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Perché Cai vola basso </FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Adesso
arriviamo al presente. Si presentano i salvatori di Alitalia, la cordata
italiana che ci strappa dal nemico francese. Cosa vi aspettereste da loro? Si
chiamano “imprenditori”, no? Vorranno guadagnare, quindi sarebbe logico
investire sul lungo raggio. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>E invece no. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Cai riduce immediatamente
le “macchine”, come si chiamano in gergo gli aerei, perché dei 230 che
compongono attualmente la flotta AirOne e Alitalia, ne mantiene solo 130. Certo,
ha detto che ne acquista comunque 60, da subito; ma non sono un “surplus”,
perché sostituiscono i vecchi MD-80, più datati. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Ancora, i 60 Airbus
(questi i modelli promessi) sono a medio raggio. Di nuovo mercato domestico, che
ci fa sempre andare in rosso. </FONT>
<P><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Forse
in futuro ci ripenserà, forse è solo una manovra di assestamento. Ma Flavio L.
ci spiega che non sarebbe così semplice, perché per avere i grandi aerei a lungo
raggio devono passare minimo tre anni dall’ordine di acquisto. “Ammesso e non
concesso che Cai comprenda che serve investire nelle rotte intercontinentali,
passeranno anni perché le macchine arrivino; e fra tre anni, chissà se ci saremo
ancora”.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Con il partner straniero la musica non cambia…
</FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>A questo
punto il quadro è chiaro. Cai non andra lontano, e non solo geograficamente
parlando. La domanda lecita, ora, è: con il partner straniero andrà meglio?
</FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>No. Sia questo Air
France, o Lufhtansa, il risultato non cambia, e si chiama “fideraggio”. Che
significa, nel caso per esempio della compagnia transalpina, che si
trasporteranno i passeggeri dall'Italia agli aeroporti francesi. Se vuoi andare
a Los Angeles o S. Francisco, ad esempio, con Alitalia non ci vai; vai da Roma a
Parigi e da lì Air France ti porta dove vuoi tu. </FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Altro dubbio sacrosanto
è: e se vendevamo subito ad Air France? </FONT>
<P><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Flavio
L. è chiaro: “Sarebbe stato lo stesso. Era sempre fideraggio, ma c’era speranza
per il futuro”. Ossia? “Air France prevedeva un investimento sugli aerei di
lungo raggio per Alitalia. Dal 2011, certo, però se ne parlava, di futuro. E per
avere un altro ordine di grandezza, solo per noi era prevista, da subito, una
flotta di 135 aerei. Mentre Cai (che è Alitalia ed AirOne insieme) ne ha sulle
piste <METRICCONVERTER w:st="on" productid="130”" />130” </METRICCONVERTER
/>.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P></SPAN>
<P><FONT face=Georgia></FONT></P>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>L’investimento di Cai sono “bruscolini”
</FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Ancora dubbi su Cai? In fondo sono italiani, ci hanno messo soldi
loro, guadagnati con tempo e fatica. Quantifichiamo. Cai ci mette un miliardo,
perché lo Stato mette il resto; ed Air France avrebbe speso 4 miliardi. Non
solo, di questo miliardo speso dalla cordata, una parte sono i debiti del
circolante, quelli dei fornitori. Meno di un miliardo speso per la nuova
Compagnia Italiana, senza debiti. “Good company” si potrebbe tradurre in “ottimo
affare”.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Se tagliare gli stipendi non servisse a niente…
</FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><FONT face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Il nostro interlocutore ci riassume il quadro così: “Cai continua a
perpetuare tutti gli errori del passato. Pensa che basti ridurre le spese per
rilanciare una Compagnia, quando negli anni quello che ci ha distrutto sono i
mancati guadagli”. Una logica di errori infinita. “Pagata da noi”. E spiega,
amaro: “Bene, tagliateci gli stipendi, si potrebbe accettare se servisse. Ma le
spese per i dipendenti di Alitalia incidono solo per un 25% scarso sul bilancio,
quando in generale gli stipendi di una grande compagnia pesavano in passato fino
al 60%. Giusto per avere un’idea, in un anno abbiamo pagato l’aumento del costo
di carburante 600 mila euro (cifra x+ 600 mila euro in più rispetto all’anno
precedente); per gli stipendi 800 milioni.</FONT> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial"> </SPAN></FONT></P>
<H4 class=MsoNormal><STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT
face=Georgia>Dal primo all’ultimo dipendente: con Cai perdiamo
</FONT></SPAN></STRONG></H4>
<P class=MsoNormal><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>“Questi
sono i motivi per cui Cai, dal primo all’ultimo dipendente Alitalia, non viene
digerita”, dice Flavio. E conclude: “Colaninno e soci non investono in flotta,
anzi la riducono di un terzo abbondante. Ci comprano a poco, non investono nel
futuro, non apporteranno sviluppo per il Paese. Continua la strategia perdente
del passato (il mercato domestico), nessuna innovazione per l’oggi né il domani.
</FONT>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia>Cai potrà fare un paio di
bilanci in attivo, magari se il petrolio continua a scendere. Ma non andrà
lontano. E noi con lei. Magari aggiungiamoci tutti gli esuberi, i posti persi, i
lavoratori che dall’oggi al domani dovranno stare 6 mesi a Catania e 6
mesi a Roma (mobilità obbligatoria con <PERSONNAME w:st="on"
productid="la NewCo" />la NewCo </PERSONNAME />), pagandosi vitto e alloggio.
Vite stravolte, lavorando di più e pagati meno. Con un governo che li appoggia,
un’opinione pubblica che non capisce. Grazie a tutti, compresi i sindacati e i
politici che hanno fatto saltare Air France. Grazie a chi voleva mantenere la
bandierina italiana sulla compagnia. Noi abbiamo perso su tutta la linea”.
</FONT></SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia></FONT></SPAN> </P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia></FONT></SPAN> </P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT face=Georgia></FONT></SPAN> </P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial"><FONT size=1 face=Georgia><A
href="http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=1399">http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=1399</A></FONT></SPAN></P></SPAN></FONT></DIV></BODY></HTML>