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<DIV><FONT size=2 face=Arial>
<DIV><FONT face=Georgia><FONT color=#800080 size=6><STRONG>VERSO IL 6 DICEMBRE,
PRIMA DEL 6 DICEMBRE<BR></STRONG></FONT><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><BR><FONT face=Georgia><FONT size=1>----- Original Message ----- <BR>From:
bastamortesullavoro <BR>To: bastamortesullavoro <BR>Sent: Friday, November 07,
2008 3:59 PM<BR>Subject: Fw: Fw:
corteo<BR></FONT><BR><BR><BR><BR><BR>PROLETARI@PIEMONTE<BR>
COMUNICAZIONE MILITANTE<BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR></FONT><FONT
face=Georgia><FONT color=#ff0000 size=5><STRONG>6 DICEMBRE 2008 ORE
9.00<BR>CORTEO. CONCENTRAMENTO CSO REGINA PIAZZALE TYSSENKRUPP<BR>ARRIVO CORTEO
TRIBUNALE DI TORINO.<BR>GARANTIRE MAX
PRESENZA!</STRONG></FONT><BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR>un grande corteo di
denuncia lotta e proposta sui temi della sicurezza sui<BR>posti di
lavoro<BR><BR>partirà il 6 dicembre dalla Thyssenkrupp di torino alle 9 per
attraversare i<BR>luoghi simboli della vicenda thyssen ma sopratutto per
portare<BR>in piazza unitaria e di massa tutti i temi dello scontro sulla
sicurezza sui<BR>posti di lavoro con i padroni, il governo, lo stato , il
sistema del<BR>capitale<BR>un corteo che fa propria la campagna per dante
de angelis e la rilancia<BR>nazionalmente per portarla alla vittoria reale<BR>un
corteo ch esi concluderà intorno alle 13 con una grande
assemblea<BR>popolare<BR>in cui prenderanno la parola<BR>-operai e delegati rls
di tante fabbriche e posti di lavoro dalla thyssen<BR>all'ilva, da marghera a
palermo dall'assemblea nazionale degli rls ai<BR>ferrovieri appartenenti a tutti
i sindacati sia confederali che di base e di<BR>classe<BR>-delegati colpiti
dalla repressione padronale<BR>-margherita calderazzi sotto accusa
per una scritta riva assassina , così<BR>come tutti i compagni e le compagne
lavoratori e non che per il ,loro<BR>impegno sulla sicurezza sui posti di
lavoro<BR>-franca caliolo familiare ilva taranto<BR>-associazione esposti
amianto da monfalcone<BR>-esponenti di medicina democratica, giornalisti artisti
impegnati<BR>comitati immigrati<BR><BR>un corteo proposto dalla rete nazionale
per la sicurezza sui posti di lavoro<BR>un corteo di tutti in cui siamo
tutti invitati e tutti promotori<BR>un corteo in cui vogliamo tutti i
partiti e i gruppi politici comunisti<BR>proletari progressisti con bandiere e
simboli<BR>perchè non c'è niente di più politico che la morte sul lavoro per i
profitti<BR>dei padroni, le leggi dello stato capitalistico, le politiche dei
governi di<BR>centro destra come di centro sinistra<BR>un corteo che rifiuti
ogni settarismo, spirito di piccolo gruppo ed<BR>egemonismo e che conti e si
faccia contare nei numeri reali perchè si tratta<BR>di energie vere e sincere in
campo quotidianamente per la salute e la<BR>sicurezza in fabbrica e sul
territorio<BR><BR>un corteo che avente base di massa a torino, porti a torino
con tutti i<BR>mezzi possibili il maggior numero di lavoratori e persone
interessate<BR>che conti sugli aiuti e i contributi per il viaggio di sindacati,
partiti,<BR>entilocali che sostengono in qualsiasi forma e a qualsiasi
livello<BR>l'iniziativa<BR>un corteo che naturalmente farà un appello al
movimento studentesco perchè<BR>partecipi e lo sostenga, così come tutta la rete
nei suoi organismi e nei<BR>suoi singoli partecipanti sostiene la giusta lotta
degli studenti contro gli<BR>stessi nemici<BR><BR>la proposta della rete prevede
anche uno sciopero a macchia di leopardo, ciò<BR>dove si è presenti sulla
sicurezza per il 12 dicembre<BR>porteremo in questo sciopero autonomamente nei
contenuti e nelle forme la<BR>battaglia per la sicurezza sui posti di
lavoro<BR><BR>facciamo del 6 dicembre una tappa importante di questa battaglia,
che<BR>influenza e pesi nell'estensiona nazionale della lotta e nei rapporti
di<BR>forza<BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR>--<BR></FONT><FONT size=1
face=Georgia>-----Messaggio originale-----<BR>Da: Lazzari
[mailto:larcara@aliceposta.it]<BR>Inviato: giovedì 30 ottobre 2008 11.54<BR>A:
</FONT><A href="mailto:baseverde@yahoogroups.com"><FONT size=1
face=Georgia>baseverde@yahoogroups.com</FONT></A><BR><FONT face=Georgia><FONT
size=1>Oggetto: sull' ILVA la Prestigiacomo ha dribblato la Giunta Regionale
!</FONT><BR><BR>giro la segnalazione di Roberto Topino (medico del
lavoro)pubblicata su<BR>altra mailing
list<BR>
Grazia</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2></FONT><BR><BR><STRONG><FONT color=#800080 size=5
face=Georgia>Ilva di Taranto, il ministero rimuove i tecnici
anti-emissioni</FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT color=#800080 size=4
face=Georgia></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><STRONG><FONT color=#800080 size=4
face=Georgia></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><BR><BR><FONT face=Georgia>Scritto da Paolo Cordova</FONT></DIV>
<DIV><BR><FONT face=Georgia>Monday 27 October 2008<BR><BR>Una volta tanto la
salute dei cittadini era stata anteposta agli interessi<BR>di un gigante
industriale. Per una volta ci si era ricordati che il lavoro,<BR>l'occupazione,
non sono nulla se il prezzo da pagare è la morte di tante<BR>persone, di ogni
età, perché il cancro non si fa scrupoli di età. Accadeva a<BR>Taranto, la città
dei due mari, la capitale della Magna Grecia (attualmente<BR>in dissesto
finanziario), la sede del più grande stabilimento siderurgico<BR>d'Europa,
l'Ilva.<BR><BR>Un comitato di esperti avrebbe dovuto decidere, entro il 31 marzo
prossimo,<BR>se concedere al gigante del ferro l'Aia (l'autorizzazione
integrata<BR>ambientale), un test necessario per proseguire l'attività: o lo si
passa o<BR>si chiude. I cittadini ringraziavano, forse è meglio perdere il
lavoro che<BR>morire di cancro. Invece il comitato tecnico non deciderà nulla.
Il ministro<BR>dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha infatti rimosso gli
esperti in<BR>carica per sostituirli con tecnici di fiducia del ministero.
"Una<BR>decapitazione del sapere tecnico-scientifico che dà forte ragione
di<BR>inquietudine", commenta il presidente della Regione Puglia, Nichi
Vendola.<BR><BR>Tutti sono rimasti increduli, membri del comitato e Tarantini.
"Convocati a<BR>Roma ci siamo trovati davanti il nuovo presidente del nucleo
di<BR>coordinamento scelto dal ministro Prestigiacomo - spiega
l'assessore<BR>all'Ambiente, Michele Losappio - Stranamente, più volte e con
grande enfasi,<BR>ha voluto sottolineare come le emissioni dell'Ilva siano tutte
nei limiti<BR>dell'attuale normativa nazionale". Il direttore dell'Arpa
regionale<BR>pugliese, il professor Giorgio Assennato, aggiunge "Per la prima
volta al<BR>tavolo c'erano anche i tecnici dell'azienda". I limiti di emissione
di<BR>diossina dell'attuale normativa, di cui i tecnici dell'Ilva garantiscono
il<BR>rispetto, sono i più alti d'Europa: 3,5 nanogrammi per metro cubo, contro
1<BR>nanogrammo di limite fissato dalla normativa europea mai recepita in
Italia.<BR><BR>Limiti di emissioni troppo alti che consentono all'Ilva di
continuare a fare<BR>utili senza investire nell'ecosostenibilità degli impianti
di produzione,<BR>aggiunge Nichi Vendola.<BR><BR>A Taranto la diossina è
arrivata a contaminare tutto.<BR>Mentre ci si indignava per la contaminazione
delle bufale campane, più in<BR>giù nello stivale accadeva la stessa cosa, forse
anche peggio, e per di più<BR>nel silenzio generale.<BR>Anche a Taranto il
latte, i formaggi, le carni erano impregnati di diossina.<BR><BR>Già nel 2005, i
dati ufficiali dell'Eper, il registro europeo delle<BR>emissioni inquinanti,
indicavano a Taranto una produzione di 93 grammi di<BR>Pcdd
(policlorodibenzo-p-diossine) e Pcdf (policlorodibenzo-p-furani),<BR>famiglia di
diossine cancerogene che secondo l'Eper provenivano dallo<BR>stabilimento
dell'Ilva.<BR>Praticamente il 90% del totale emesso in tutto il paese, 103
grammi.<BR>All'inizio del 2008 l'associazione "Tarantoviva" ha fatto analizzare
dal<BR>laboratorio Inca di Venezia il sangue di dieci volontari.<BR>Tra le
persone più anziane, quelle più esposte, il livello di diossina<BR>registrato
era il più alto mai rilevato nella casistica internazionale.<BR>I dati raccolti
dall'Asl da marzo a oggi indicano inoltre che su 30<BR>allevamenti esaminati 7
risultano positivi alla diossina.<BR><BR>La regione Puglia ha già annunciato che
se si continuerà sulla stessa linea<BR>darà parere negativo al rilascio
dell'Aia. Anche se il parere regionale non<BR>è vincolante.<BR>Motivo per cui lo
stesso presidente Vendola presenterà al consiglio<BR>regionale una legge che
imporrà all'Ilva e a tutte le altre aziende che<BR>operano sul territorio
regionale la riduzione delle emissioni inquinanti.<BR>Chi non la rispetta dovrà
chiudere.<BR>Intanto i cittadini di Taranto aspettano sfiduciati.<BR>Anche
quelli più maliziosi, che facendo maliziosamente due più due<BR>sospettano che
la sostituzione dei tecnici fatta dal ministero dell'Ambiente<BR>sia stato un
regalino fatto al patron dell'Ilva Emilio Riva, entrato a far<BR>parte della
cordata CAI che ha rilevato Alitalia e nel cui progetto ha<BR>investito
parecchio denaro. I soliti maliziosi.<BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR></FONT><FONT
face=Georgia><FONT size=1>----- Original Message ----- <BR>From:
"bastamortesullavoro" <bastamortesullavoro@domeus.it><BR>To:
"bastamortesullavoro" <bastamortesullavoro@domeus.it><BR>Sent: Monday,
November 03, 2008 9:36 AM<BR>Subject: verso il 6 dicembre da
taranto</FONT><BR><BR><BR><BR> </FONT><FONT face=Georgia><FONT
color=#800080 size=5><STRONG>verso la manifestazione nazionale di torino 6
dicembre ore 9 <BR>concentramento
TyssenKrupp</STRONG></FONT><BR><BR><BR><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia>taranto ilva<BR><BR>Emilio Riva, il padrone dell'Ilva di
Taranto, con il record nazionale di <BR>morti operai e infortuni, ma anche di
inquinamento e morti da tumore della <BR>popolazione di Taranto; la 2° fabbrica
siderurgica in Europa, l'8° nel <BR>mondo; il padrone che in Italia ha fatto più
profitti ed è tra i primi 3 <BR>(insieme a Berlusconi e Del Vecchio-Luxotica)
con maggiore liquidità; Riva <BR>che non si è mai presentato ad uno dei suoi
tanti processi,<BR>il 17 ottobre è voluto scendere a Taranto e si è presentato
in Tribunale per <BR>Margherita Calderazzi coord. Slai cobas per il sindacato di
classe, da lui <BR>denunciata/querelata per una scritta apparsa nel 2006 "RIVA
ASSASSINO" dopo <BR>l'ennesima morte di un operaio all'Ilva. E ha chiesto
100.000 euro di <BR>risarcimento perchè si sente "offeso nella sua dignità"
.<BR><BR>Dal "faccia a faccia" tra Margherita e Riva in Tribunale:<BR><BR>Riva
arriva in Tribunale, verso le 12,30, e subito intorno a lui fanno <BR>quadrato
una decina di polizia/digos (che saranno presenti per tutta <BR>l'udienza) come
a proteggerlo e alla stregua di sue "guardie del corpo" <BR>(anche qui la cosa è
assurda e ridicola, sembra che il grande Golia, debba <BR>essere protetto dal
piccolo Davide); veniamo poi a sapere che è stato lo <BR>stesso giuidice a
ritenere "assolutamente necessaria" la presenza della <BR>Digos...<BR><BR>Il
giudice fa avvicinare Margherita e Riva al suo banco e dice che prima <BR>deve
fare il tentativo di conciliazione, ma che data la "circostanza" è <BR>meglio
farla in una saletta privata. Riva accetta subito, Margherita dice <BR>che per
lei non ci sono affatto problemi a farla in pubblico.<BR>Ma il giudice insiste e
si va nella saletta- e per tutto il faccia faccia ha <BR>un atteggiamento tra
l'intimidito e il referenziale verso Riva.<BR>Chiede, quindi, ad entrambi se
vogliamo conciliare.<BR>Riva: "...ma...veramente...io sono stato offeso e quindi
devo andare <BR>avanti..."<BR>Margherita: "Non ho niente da conciliare con
questo signore! Io non ho fatto <BR>la scritta, nè sono la mandante, e me ne
dispiace...! D'altra parte quella <BR>scritta non ha bisogno di mandanti, tanti
operai, tante famiglie di operai <BR>morti, tanti a Taranto c'è l'hanno nel
cuore e nella testa".<BR>Il giudice insiste sul tentativo di
conciliazione<BR>Riva (indicando Margherita):".ho capito bene quando ha detto:
"mi dispiace", <BR>le dispiace che non ha fatta lei la
scritta..."<BR>Margherita: "giudice, mesi prima, centinaia e centinaia di operai
Ilva <BR>avevano gridato "assassini", durante un grandissimo sciopero e
<BR>manifestazione per la morte dell'operaio Di Leo. Questo signore dice di
<BR>sentirsi "offeso" e come si devono sentire gli operai?"<BR>Il giudice, a
questo punto, rivolgendosi a Margherita: "Signora, ma perchè <BR>chiama il
signor Riva "questo signore", con un tono un pò sprezzante"<BR>Margherita: "E
come lo dovrei chiamare? Proprietario dell'Ilva?"<BR>Riva: "No, io non sono
proprietario dell'Ilva. Sono presidente del Consiglio <BR>di amministrazione di
una Spa. Io nell'Ilva non sono proprietario neanche di <BR>un
cane..."<BR>Margherita (guardando solo per questa volta padron Riva): "ma per
piacere! <BR>Non offenda anche l'intelligenza dei presenti...!<BR>A questo
punto, il giudice, imbarazzato e dispiaciuto, dice: il tentativo di
<BR>conciliazione è fallito. Il processo va avanti.<BR><BR>Si torna in aula e
qui, dopo aver sentito uno dei capi dei vigilanti <BR>dell'Ilva, un fascista,
autore del rapporto contro Margherita, che sul piano <BR>tecnico non porta alcun
elemento di prova, ma fa non volendo una vera e <BR>propria propaganda del ruolo
di Margherita, indicandola come una "notissima <BR>attivista, che interviene
sempre alle portinerie dell'Ilva, con volantini, <BR>iniziative, che partecipa
alle manifestazioni operaie, molto conosciuta da <BR>anni alla fabbrica", il
processo viene aggiornato al 13 GENNAIO.<BR><BR><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT color=#ff0000 size=6 face=Georgia><STRONG>Noi la crisi non la
paghiamo!</STRONG></FONT></DIV>
<DIV><BR><BR><BR><FONT face=Georgia><FONT size=1>----- Original Message -----
<BR>From: "bastamortesullavoro" <bastamortesullavoro@domeus.it><BR>To:
"bastamortesullavoro" <bastamortesullavoro@domeus.it><BR>Sent: Monday,
November 03, 2008 5:01 PM<BR>Subject: lo slai cobas per il sindacato di classe
non aderisce allo sciopero della cgil</FONT> <BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR>un
volantino sbagliato <BR>lo slai cobas ravenna ha emesso questa mattina un
volantino erroneo frutto<BR>di una confusione<BR>lo slai cobas per il sindacato
di classe non aderisce allo sciopero della<BR>cgil del 14<BR>si voleva intendere
che si porta la propaganda della manifestazione <BR>nazionale a torino del 6
dicembre della rete per la sicurezza sui posti di <BR>lavoro<BR>approfittando di
tutte le occasioni per conquistare adesioni<BR><BR>slai cobas per il sindacato
di classe<BR>coordinamento nazionale<BR><BR><BR><BR>Volantino diffuso alla
Marcegaglia di Ravenna nel corso delle assemblee<BR>alla<BR>presenza del
segretario nazionale FIOM, Rinaldini.<BR><BR><BR><BR>Noi la crisi non la
paghiamo!<BR><BR><BR><BR><BR><BR>Lo Slai cobas per il sindacato di classe
aderisce allo sciopero provinciale<BR>del 14 novembre della CGIL e
sostiene lo sciopero generale del 12 dicembre<BR>indetto dalla
FIOM.<BR><BR>Bisogna battere l'arroganza padronale di Confindustria a guida
Marcegaglia<BR>e<BR>del governo Berlusconi che vogliono scaricare la recessione
sui lavoratori<BR>con cassintegrazione, licenziamenti degli operai precari e
licenziamenti<BR>punitivi degli operai combattivi, con la detassazione degli
straordinari,<BR>con l'attacco al contratto nazionale e al diritto di
sciopero!<BR><BR>ORA BASTA! Gli operai non hanno ottenuto nulla prima quando i
padroni<BR>facevano profitti da capogiro e adesso dovrebbero ancora "tirare
la<BR>cinghia", rinunciare all'integrativo aziendale come viene prospettato,
per<BR>una crisi creata dagli stessi padroni?<BR><BR><BR><BR>Allo stesso tempo
dobbiamo batterci per la sicurezza nei luoghi di lavoro,<BR>ancora più
necessaria viste le dichiarazioni e provvedimenti governativi e<BR>l'attacco al
Testo Unico di padroni e governo. Invece che miglioramenti<BR>viene indebolito
l'intervento ispettivo.<BR><BR>Alla Marcegaglia di Ravenna da tempo insistiamo
sulla soluzione di<BR>un'emergenza-infortuni che è diretta conseguenza di un
sistema di<BR>sfruttamento con al centro il comando padronale. Non è un caso che
Steno<BR>Marcegaglia è indagato per concorso in lesioni personali colpose
in<BR>relazione a una serie di infortuni avvenuti allinterno dello
stabilimento<BR>di via Baiona a Ravenna fra il 1996 e il 2003 e per omicidio
colposo<BR>avvenuto il 14 gennaio 2003 in cui perse la vita l'operaio Antonio
Rauso,<BR>di<BR>appena 28 anni, assunto con un contratto di formazione lavoro
nel reparto<BR>zincatura (per questa morte ci costituiamo parte civile al
processo).<BR>Infortuni che sono continuati fino ad oggi e che colpiscono in
particolare<BR>gli operai delle ditte di manutenzione.<BR><BR>Lo Slai cobas per
il sindacato di classe è promotore della Rete nazionale<BR>per la sicurezza nei
luoghi di lavoro che sta organizzando uno sciopero per<BR>la sicurezza per il 5
dicembre e la manifestazione nazionale a Torino per<BR>il<BR>6 dicembre
nell'anniversario della strage di sette lavoratori bruciati vivi<BR>alla
Thyssenkrupp.<BR><BR>A tal fine chiamiamo tutte le organizzazioni politiche e
sindacali che si<BR>richiamano alla difesa dei lavoratori, a partecipare con noi
a questo che<BR>deve essere un momento di aggregazione militante per lottare
realmente, e<BR>non a parole ipocrite, per la sicurezza sul lavoro. A questa
scadenza della<BR>Rete nazionale e degli operai della Thyssenkrupp ha già
aderito il<BR>coordinamento nazionale degli Rls.<BR><BR><BR><BR>SLAI Cobas per
il sindacato di classe<BR><BR>Sede provinciale: Ravenna v. G. Di
Vittorio,32.<BR><BR>Tel: 339/8911853 e mail: </FONT><A
href="mailto:cobasravenna@libero.it"><FONT
face=Georgia>cobasravenna@libero.it</FONT></A><FONT face=Georgia> </FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV><FONT size=2></FONT>
<DIV><BR><BR><BR><FONT face=Georgia> Umbria Olii. Nessun risarcimento al
padrone<BR>Inviato da: "Andrea" </FONT><A href="mailto:a.fiore@libero.it"><FONT
face=Georgia>a.fiore@libero.it</FONT></A><FONT face=Georgia>
fiorettian<BR>Mar 4 Nov 2008 12:26 pm</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><BR><FONT color=#800080 size=5 face=Georgia><STRONG>UMBRIA OLII. NESSUN
RISARCIMENTO DAGLI OPERAI AL PADRONE</STRONG></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Georgia></FONT> </DIV><FONT size=2></FONT>
<DIV><BR><BR><FONT face=Georgia>Oleificio Campello sul Clitunno: dopo la
tragedia, dopo l'incredibile <BR>richiesta di risarcimento del padrone nei
confronti degli operai morti, la <BR>fine della storia giudiziaria con la
restituzione della serenità alle <BR>famiglie. Ma non è sufficiente riportare
l'esito, è bene, per le mille <BR>Thyssen e per gli oleifici e tutti i luoghi di
lavoro fuori sicurezza sparsi <BR>nel Paese che causano tragedie - perché in
esse prevalgono lo sfruttamento <BR>mirante ad accumulare denaro e non a
produrre attività umana lavorativa da <BR>remunerare con giusto compenso -,
abbiamo di seguito, prima della notizia <BR>della sentenza definitiva del
giudice Fornaci, riprodotto passi di cronaca <BR>di quella
tragedia.<BR><BR>CAMPELLO SUL CLITUNNO (PERUGIA) - Sono morti in quattro,
dilaniati dall' <BR>esplosione mentre lavoravano dentro un oleificio. Un boato,
poi altri <BR>scoppi, la colonna di fumo impenetrabile, il rogo, le difficili
operazioni <BR>per recuperare i corpi delle vittime e salvare l' unico
superstite. è la <BR>cronaca di un nuovo incidente sul lavoro, l' ennesima
strage. I quattro <BR>facevano parte di una piccola ditta che aveva l' appalto
per lavori di <BR>manutenzione degli impianti della Umbria Olii, un colosso
europeo della <BR>raffinazione dei prodotti vegetali destinati anche all'
industria cosmetica. <BR>Lo stabilimento è al centro della zona industriale di
Campello sul Clitunno, <BR>lungo la vecchia Flaminia tra Spoleto e Foligno. «Non
ci sono più, i miei <BR>compagni non ci sono più», dice Claudio Denyr, un
giovane albanese, il <BR>quinto della squadra, salvo per miracolo perché era a
qualche passo dall' <BR>apparecchiatura che ha dilaniato gli altri: Tullio
Mocchini, 40 anni di <BR>Massa Martana, Giuseppe Coletti 45 anni di Amelia,
Wladimir Toder, 32 anni, <BR>e il titolare della ditta esterna che aveva in
appalto la manutenzione, <BR>Maurizio Manili,47 anni, residente a Narni, il loro
datore di lavoro. I <BR>quattro sono stati dilaniati e carbonizzati: li hanno
ritrovati due alla <BR>volta, dopo lunghe e dolorose operazioni. Alcuni tecnici
ipotizzano che <BR>tutto sia stato innescato dalle scintille di una saldatrice
elettrica, altri <BR>credono di aver individuata la causa dell' esplosione nello
scoppio di una <BR>caldaia. Ci penseranno i periti e i consulenti, c' è un'
inchiesta aperta, <BR>ma ci vorranno mesi. Il primo luglio 2008 la proprietà
chiede risarcimento <BR>alle vittime La fabbrica che riprende parzialmente l'
attività, le beghe <BR>legali che si incastrano nel solito tran tran e perizie
che all' improvviso <BR>si scontrano: quella della procura che indica le colpe
di Del Papa, quella <BR>civile che dà ragione al padrone: gli operai avrebbero
usato la fiamma <BR>ossidrica e non dovevano. È così che la Umbria Olii va in
contropiede e <BR>chiede quei 35 milioni di risarcimento, cioè la stima del
danno economico <BR>subito. La reazione delle vedove è un grido. «Così hanno
ucciso mio marito <BR>un' altra volta», dice Morena Sabatini, la vedova di
Maurizio Manili, mentre <BR>Fiorella Grasselli aggiunge, insieme alla cognata
Lorena: «Giuro che trovo <BR>tutti i soldi e glieli porto a Del Papa. Ma c' è
una condizione, però: lui <BR>deve riportarmi qui mio marito. Vivo». Giorgio Del
Papa siede in un ufficio <BR>minimal. Una camicia azzurra, niente capelli, fare
giovanile. «Ma ora mi <BR>sento vecchio. Io sono pronto a lasciare tutto. Mi
hanno massacrato. <BR>Assassino, mi hanno urlato. Lo sa che Maurizio Manili era
un a mio amico e <BR>lavorava per me da otto anni? Lo sa che qui sono passati
politici e <BR>ministri, e nessuno di loro si è degnato di parlare un minuto con
me?». Però <BR>dicono che da qui i sindacati restano fuori. Del Papa scuote la
testa: «Che <BR>colpa ho io se i miei operai preferiscono farne a meno?».
Veramente, i <BR>sindacalisti dicono che non ha mai voluto incontrarli. Mario
Bravi, <BR>segretario della Cgil di Perugia, lo descrive come un padrone delle
<BR>ferriere. «Ma io non pretendo davvero quei soldi dai familiari delle
<BR>vittime. Il mio è un messaggio, perché i politici mi hanno abbandonato:
<BR>hanno scelto me come capro espiatorio per le morti bianche. Ma io non ho
<BR>responsabilità per quello che è successo». Oggi, finalmente, senza che si
<BR>possa tornare, con cavilli e lungaggini, sulla tragedia consumata, in via
<BR>definitiva, per quanto attiene la sfera civilistica c'è la
sentenza.<BR><BR>UMBRIA OLII. ANNULLATO IL RISARCIMENTO A CARICO DELLE
VITTIME<BR><BR>Nessun risarcimento potrà essere chiesto da Giorgio Del Papa,
l'imprenditore <BR>della Umbria Olii a Campello sul Clitunno, che in seguito
alla morte di 4 <BR>operai chiese oltre 35 milioni di euro ai familiari delle
vittime. A <BR>stabilirlo è il giudice Augusto Fornaci, il quale ha confermato
che la <BR>perizia in sede civile non è valida ed ha aggiunto che non si potrà
neppure <BR>appellare nuovamente a richieste simili. Una notizia che porta
giustizia <BR>alle famiglie dei quattro uomini, Maurizio Manili, Giuseppe
Coletti, <BR>Vladimir Todhe e Tullio Mattini, che il 25 novembre del 2006
rimasero <BR>carbonizzati in seguito all'esplosione di due serbatoi nei quali
stavano <BR>operando una serie di manutenzioni. Il capo d'accusa in sede penale
resta <BR>invece in piedi proprio contro lo stesso imprenditore che dovrà
rispondere <BR>di omicidio colposo e violazione alle norme per la sicurezza del
lavoro.<BR><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><BR><BR><FONT face=Georgia><FONT size=1>----- Original Message -----
<BR>From: "bastamortesullavoro" <bastamortesullavoro@domeus.it><BR>To:
"bastamortesullavoro" <bastamortesullavoro@domeus.it><BR>Sent: Wednesday,
November 05, 2008 10:52 AM<BR>Subject: genova amianto e
beffa</FONT><BR><BR><BR><FONT color=#800080 size=7><STRONG>amianto e
beffa</STRONG></FONT><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Georgia></FONT> </DIV>
<DIV><BR><BR><FONT face=Georgia>sarebbe interessante sapere se accade anche
altrove in Italia.<BR><BR><BR>da il secolo xix<BR>Amianto, stop alle
pensioni<BR>04 novembre 2008| Graziano Cetara<BR>Matteo Indice<BR><BR>HOME >
GENOVA<BR>CONDIVIDI STAMPA INVIA COMMENTA «Questa sede ha constatato il venir
meno <BR>alla prestazione concessa, per la quale i benefici derivanti
<BR>dall'esposizione all'amianto risultano determinanti, e di conseguenza ha
<BR>provveduto a revocare la pensione di cui lei è titolare. A seguito di tale
<BR>revoca è stato calcolato un debito che ammonta a 76.181,90 euro. Sulle
<BR>modalità di recupero di tale debito questa sede si riserva di inviarle
<BR>successive comunicazioni». L'intestazione del documento è quella dell'Inps -
<BR>Istituto nazionale della previdenza sociale - la firma appartiene al
<BR>direttore provinciale, la lettera è stata recapitata venerdì a un ex
<BR>collaudatore dell'Ansaldo e le banche ieri hanno confermato: da questo mese,
<BR>alcuni pensionati sospettati d'aver fornito certificazioni-truffa
<BR>sull'esposizione all'amianto (raccontando di aver lavorato in ambienti
<BR>contaminati per accelerare l'uscita dal lavoro, senza esserci mai stati) non
<BR>avranno più il loro vitalizio.<BR><BR>È l'ultimo tassello, la chiusura d'un
cerchio che nessuno avrebbe pensato <BR>così rapida e senza fronzoli: dopo le
lettere inviate dall'Inps nelle quali <BR>si dichiaravano «provvisorie» mille
pensioni, dopo le comunicazioni <BR>dell'Inail, che preannunciava i tagli nei
casi di «manifesta irregolarità», <BR>ecco ora nudo e crudo il riflesso
economico d'un bubbone che fa tremare a <BR>Genova migliaia di persone. Se
qualcuno ha dichiarato il falso, il rubinetto <BR>è chiuso. E lo Stato chiede
pure indietro le mensilità corrisposte negli <BR>ultimi anni, denaro destinato a
incidere duramente su un bilancio familiare. <BR>È vero che gli ex dipendenti
possono fare ricorso, percorrere la via della <BR>magistratura civile. Ma non è
più la strada scelta soltanto da chi paventa <BR>l'allungamento dei tempi dopo
il blocco dello "scivolo" (chi insomma un <BR>lavoro ce l'ha e teme di ritirarsi
più tardi); adesso sono obbligati a una <BR>corsa controcorrente coloro che ogni
mese hanno affitto o mutuo da pagare, <BR>sebbene sul conto corrente da
ventiquattr'ore non entri più un euro.<BR><BR>Sono in tutto 30 le comunicazioni
inviate dall'Inps delle quali si ha <BR>conferma. Quindici riguardano lavoratori
il cui assegno è stato <BR>«riconteggiato»: andranno in pensione più tardi o con
un mensile <BR>"alleggerito". Per altrettanti la situazione è assai più critica:
sono <BR>usciti dall'azienda (i casi di cui ha notizia Il Secolo XIX riguardano,
per <BR>ora, esclusivamente l'Ansaldo), ma senza amianto non hanno maturato un
<BR>livello di contribuzione sufficiente. E in teoria, per arrivare alla
<BR>pensione, dovrebbero rimettersi a lavorare.<BR><BR>«Da domani mattina sono
davanti ai cancelli dell'Ansaldo, ci vado alle sei e <BR>gli dico di riassumermi
subito. Io ho solo firmato delle carte, pensavo non <BR>ci fossero problemi e
mai lo avrei fatto se avessi immaginato un epilogo del <BR>genere». Negli uffici
Cgil di via San Giovanni d'Acri a Cornigliano - una <BR>delle sedi "storiche" a
Genova, due passi da quel che resta delle acciaierie <BR>Ilva - sono urla
autentiche quelle che riecheggiano dopo le 15.30 di ieri. <BR>Perché chi non
riesce a contenere la tensione è un ex collaudatore, 57 anni <BR>(l'identità
completa viene omessa), casa con mutuo a Voltri e figlio <BR>studente a carico:
«Se le cose non cambiano, se non si risolve in tempi <BR>brevissimi sono
semplicemente rovinato».<BR><BR>Ai sindacalisti che cercano di capirci qualcosa,
di fronteggiare il preludio <BR>d'un terremoto con ogni probabilità più vasto,
sibila infine una frase <BR>lapidaria: «Ci hanno ingannato, altri dovrebbero
rispondere di questo <BR>casino». A lui (tre anni e mezzo di pensione secondo
l'Inps ottenuta <BR>indebitamente) vengono chiesti oltre 76 mila euro di
risarcimento, a un <BR>collega 87 mila, a un altro 62 mila. E c'è persino un
sessantenne che, senza <BR>aver ancora ricevuto la lettera, s'è visto avvertire
dalla propria banca: <BR>sapeva che la sua era una delle pratiche «riesaminate»
e nel momento in cui <BR>l'impiegato, ieri mattina nel giorno d'incasso a causa
dello slittamento <BR>determinato dal ponte festivo, gli ha comunicato che non
era stato <BR>accreditato nulla, ha capito.<BR><BR>Non solo. I pensionati che si
sono visti materialmente tagliare il vitalizio <BR>non risultano finora
destinatari di avvisi di garanzia nell'inchiesta per <BR>truffa ai danni dello
Stato condotta dalla procura del capoluogo ligure, <BR>segno che gli istituti
previdenziali stanno ormai procedendo a una revisione <BR>in grande stile, e
l'elenco dei casi messi in discussione non ha diretta <BR>aderenza con la lista
degli indagati.<BR><BR>La vicenda ha toccato ieri probabilmente il suo punto più
critico. E forse <BR>non è un caso se questa mattina una delegazione di
Confindustria Genova sarà <BR>ricevuta in prefettura, per fare il punto e
arginare la valanga.</FONT></DIV>
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