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<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">
<DIV> </DIV></DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>pag 23 SOLE 24 ORE DEL 18 NOV
2008</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2><EM>........la morte dei 7 operai ha coinvolto così
profondamente Torino da rendere del tutto normale che la solidarietà ai
lavoratori giunga da ogni parte. </EM></FONT><FONT face=Arial size=2><EM>Così il
blocco studentesco e casa pound apprezzano il rinvio a giudizio "contro i
vertici di una multinazionale attenta solo al profitto e non alle persone"
.....</EM></FONT></DIV>
<DIV><EM><FONT face=Arial size=2></FONT></EM> </DIV>
<DIV><EM><FONT face=Arial size=2></FONT></EM> </DIV>
<DIV><EM><FONT face=Arial size=2>una solidarietà di cui facciamo a
meno....</FONT></EM></DIV>
<DIV><EM><FONT face=Arial size=2></FONT></EM> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>come operai prendiamo le distanze dalla falsa
solidarietà del blocco studentesco e casa pound realtà politiche impegnate a
propagandare fascismo che da sempre nella storia è stato al servizio dei padroni
e quindi da sempre contro le lotte operaie, popolari e proletarie, dagli
assalti ai picchetti degli scioperi alle bombe e stragi e oggi nelle
manifestazioni studentesche....</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>chi semina odio razziale è nemico giurato degli
operai che al contrario sono una classe che non ha nazione e che è sfruttatata
in ogni paese dagli stesssi padroni</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>per concludere questa dichiarazione: "contro i
vertici di una multinazionale attenta solo al profitto e non alle persone"
dimostra la illusione </FONT><FONT face=Arial size=2></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>del corporativismo-fascista di conciliare gli
interessi antagonisti tra operai e i padroni<FONT face="Times New Roman"> che
avrebbaro la stessa missione :</FONT></FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>
<TABLE
style="FONT-SIZE: 95%; BACKGROUND: none transparent scroll repeat 0% 0%; MARGIN-BOTTOM: 0.5em; WIDTH: 1236px; COLOR: #000; HEIGHT: 76px; TEXT-ALIGN: left"
cellPadding=0>
<TBODY>
<TR>
<TD
style="PADDING-RIGHT: 1.2em; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-BOTTOM: 0px; PADDING-TOP: 0px"><FONT
size=2><SPAN
style="FONT-SIZE: 125%; FONT-STYLE: normal"><B>«</B></SPAN> Chi dice
lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei
campi. Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime ma tutela di
tutti gli interessi che armonizzano con quelli della produzione e della
nazione </FONT><SPAN style="FONT-SIZE: 125%"><FONT
size=2><STRONG>» </STRONG></FONT><FONT size=1>(<SMALL>Dal discorso
pronunciato in parlamento il <A title="16 novembre"
href="http://it.wikipedia.org/wiki/16_novembre">16 novembre</A> <A
title=1922 href="http://it.wikipedia.org/wiki/1922">1922</A> da <A
title="Benito Mussolini"
href="http://it.wikipedia.org/wiki/Benito_Mussolini">Benito
Mussolini</A></SMALL>)</FONT>
<DIV style="FONT-STYLE: normal"><FONT size=2></FONT> </DIV>
<DIV style="FONT-STYLE: normal"><FONT size=2><STRONG>ma è proprio per la
corsa alla produzione ad ogni costo che fa arricchire sempre più i
padroni italiani che si uccidono gli operai ogni giorno
</STRONG></FONT></DIV>
<DIV style="FONT-STYLE: normal"><STRONG><FONT size=2>infatti è prorpio
quello che loro vogliono difendere che noi operai vogliamo abbattere
quello che ci fa mantenere schiavi
salariati.....</FONT></STRONG></DIV></SPAN></TD></TR>
<TR>
<TD
style="PADDING-RIGHT: 1.2em; PADDING-LEFT: 1.2em; PADDING-BOTTOM: 0px; PADDING-TOP: 0px"><FONT
face=Arial size=2></FONT></TD>
<TD
style="PADDING-RIGHT: 1.2em; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-BOTTOM: 0px; PADDING-TOP: 0px"><FONT
face=Arial size=2></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2><FONT
face="Times New Roman"></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2><FONT
face="Times New Roman"></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><EM><FONT face=Arial size=2>buon sangue non mente thyssen and
krupp:</FONT></EM></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>Nel 1933 Gustav Krupp, il proprietario delle acciaierie Krupp, finanziava
generosamente il partito nazional-socialista tedesco e la sua ascesa al potere.
Negli anni successivi la Krupp guida il riarmo della Germania, sviluppando il
famigerato cannone antiaereo da 88 cm ed i primi panzer con motore diesel ma
soprattutto continua a guadagnare e sguazzare nel terzo reich. Alla fine della
II Guerra Mondiale si scoprì poi che Herr Alfried Krupp affittava direttamente
dalle SS prigionieri politici a 4 marchi al giorno. I giudici del processo di
Norimberga infatti lo condannano per uso ed abuso assassino di lavoro forzato a
12 anni di carcere ed alla cessione del 75% degli averi di famiglia. A riprova
ulteriore che i processi siano un mero esercizio di potere, la condanna nei
confronti dell’ariano Alfried non viene eseguita e l’ultimo Krupp in ordine di
tempo ritorna al comando dell’azienda di famiglia. Nel 1999 il gruppo Krupp si
fonde con le acciaierie di un’altra dinastia tedesca di aperti sostenitori della
dittatura nazista: i Thyssen. Un mese fa, a Dicembre 2007 il valore finanziario
del gruppo Thyssen & Krupp per nulla scalfito dal massacro di 7 operai a
mezzo di olio rovente era di 23 miliardi di euro. La salda tradizione famigliare
del profitto a tutti i costi e non certo la mancanza di soldi permette a questi
lugubri personaggi di fottersene delle norme sulla sicurezza è come domandare
l’applicazione delle norme 626 a chi costruisce campi di sterminio........</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
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<DIV> </DIV>
<DIV> * Cronache<BR><BR>l’Armata Rossa era a pochi chilometri da
Rechnitz ma arrivò a massacro <BR>compiuto<BR>Il terribile segreto della
contessa Thyssen Un festino nazista con <BR>strage di ebrei<BR>Il 24 marzo del
’45 nel castello austriaco furono uccise 200 persone<BR><BR>BERLINO — Ci sono
storie che, come i peggiori fantasmi, restano <BR>nell’aria per decenni. Poi,
all’improvviso, si materializzano e lasciano <BR>senza fiato. Questa è una di
quelle. La notte tra il 24 e il 25marzo <BR>1945, le truppe dell’Armata Rossa
erano a 15 chilometri dal castello di <BR>Rechnitz, sul confine tra Austria e
Ungheria, residenza di Margit <BR>Thyssen-Bornemisza, maritata al conte Ivan
Batthyany. Che il Terzo Reich <BR>fosse al crollo era chiaro, ma gli dei caduti
erano più sprezzanti e <BR>mostruosi che mai. Margit organizzò l’ultima festa:
40 persone, tra <BR>Gestapo, SS e giovani nazisti. Fino a mezzanotte, balli,
vino, liquori. <BR>A quel punto, però, serviva qualcosa di speciale che potesse
fare <BR>ricordare quei momenti cruciali. Franz Podezin, un amministratore della
<BR>Gestapo che aveva anche una relazione sessuale con la
<BR>Thyssen-Bornemisza, prese l’amante e una quindicina di ospiti, li armò e
<BR>li accompagnò a una vicina stalla.<BR><BR>In alcuni locali del castello,
erano ospitati (in condizioni tremende) <BR>circa 600 ebrei che avevano il
compito di rafforzare le difese della <BR>zona e Podezin ne aveva presi 200, non
più in grado di lavorare, e li <BR>aveva portati in quella stalla. Raggiuntala
assieme agli ospiti li <BR>invitò a sparare «a qualche ebreo». Cosa che i pazzi
ubriachi fecero <BR>dopo avere fatto denudare le vittime. Un massacro. Un certo
Stefan <BR>Beiglboeck, la mattina dopo, ancora si vantava di averne massacrati
sei <BR>o sette amani nude. Tutti morti, tranne 15 che dovettero scavare le
<BR>fosse e che il giorno successivo furono ammazzati a loro volta. I
<BR>sovietici arrivarono pochi giorni dopo, il 29 marzo, e il 5 aprile
<BR>compilarono un rapporto nel quale dicevano che «in tutto sono state
<BR>trovate 21 tombe» ciascuna delle quali conteneva dai dieci ai dodici
<BR>corpi. «Apparentemente — aggiungeva — sono stati colpiti con bastoni
<BR>prima di essere uccisi» con armi da fuoco. Il documento fu ritenuto
<BR>propaganda comunista e dimenticato.<BR><BR>Poi, negli Anni Sessanta, alcuni
processi per stabilire i fatti finirono <BR>in nulla dopo l’omicidio di due
testimoni chiave. Un giornalista <BR>austriaco, negli Anni Ottanta, abbandonò
un’inchiesta dopo avere <BR>ricevuto minacce. E una registrazione inviata alla
tv viennese Orf, <BR>nella quale una vecchia testimone oculare raccontava la sua
storia, andò <BR>perduta. Margit Thyssen-Bornemisza scappò in Svizzera, dove il
padre <BR>Heinrich aveva vissuto durante la guerra—a villa La Favorita di Lugano
— <BR>e da dove aveva diretto le forniture di acciaio emunizioni che le sue
<BR>fabbriche garantivano al Terzo Reich. Morì nel 1989, mai perseguita,
<BR>dopo essere tornata sul luogo del massacro, per una battuta di caccia.
<BR>Questo è il terribile segreto dei Thyssen-Bornemisza così come lo ha
<BR>ricostruito e raccontato David Litchfield, un autore inglese, qualche
<BR>giorno fa sull’Independent di Londra e, ieri, sulla Frankfurter
<BR>Allgemeine Zeitung, probabilmente il giornale tedesco più
autorevole.<BR><BR>E qui sta la parte interessante dello sviluppo che potrebbe
avere la <BR>storia: per la prima volta, in Germania si parla apertamente di una
<BR>vicenda che tocca il cuore della famiglia Thyssen, una delle più famose
<BR>e ricche d’Europa, industriali, collezionisti d’arte e jet-set di prima
<BR>fila. Che la dinastia si fosse arricchita con le forniture militari
<BR>durante la prima guerra mondiale e poi durante il nazismo è cosa nota
<BR>anche se poco raccontata. Ora, però, le accuse arrivano direttamente in
<BR>casa, in Germania. Ed è quella notte del marzo 1945 che può diventare il
<BR>tragico fantasma dei Thyssen-Bornemisza.<BR><BR>Danilo Taino<BR>19 ottobre
2007<BR><BR><A
href="http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_19/festa_nazista.shtml">http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_19/festa_nazista.shtml</A></DIV><BR><BR>__________
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