<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML xmlns:o =
"urn:schemas-microsoft-com:office:office"><HEAD>
<META HTTP-EQUIV="Content-Type" CONTENT="text/html; charset=iso-8859-1">
<TITLE>Messaggio</TITLE>
<META content="MSHTML 6.00.6000.16705" name=GENERATOR></HEAD>
<BODY>
<DIV><FONT face=Tahoma size=2></FONT> </DIV>
<BLOCKQUOTE dir=ltr style="MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"><SPAN
class=000040820-15122008><FONT color=#000080>su </FONT><A
href="http://zincao.blogspot.com"><FONT
color=#000080>http://zincao.blogspot.com</FONT></A><FONT color=#000080> le
foto di Taranto e della manifestazione</FONT></SPAN></SPAN></DIV>
<DIV>
<P><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"><SPAN
class=000040820-15122008></SPAN></SPAN> </P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">A Taranto si
muore. Per la diossina. Non ci sono più dubbi. </SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">Neonati, bambini, mamme.
Commercianti, avvocati, medici. Studenti, operai e tanta tanta gente comune.
Taranto non ce la fa più. Sta affogando. E ha provato a reagire, a dire
"Basta" con una manifestazione nel centro della città, il 29 novembre. Tutti
in piazza contro l'Ilva, contro la diossina, contro l'inquinamento che sta
negando un futuro ai giovani e ai bimbi. Ventimila persone, molti i piccoli.
"Ci avete rotto i polmoni", è lo slogan principale. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">Non si respira
più nella città pugliese.</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"> O quello che si respira fa
morire. Quando si entra nella città dei due mari, non si può rimanere
indifferenti. Una nuvola nera ti travolge, il colore del cielo è cambiato. E'
grigio. <STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial">C'è qualcosa che non va, e
ora tutti, finalmente, se ne stanno accorgendo</SPAN></STRONG>. Ai balconi
sono appesi striscioni, anche se i balconi hanno cambiato colore. Persino i
palazzi più colorati sono diventati rossastri. Quelle tinte maledette del
veleno. Anche le pecore sono malate. Devono essere abbattute, per forza, sono
malate. Notizia moderna<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">DIOSSINA, IL TRIPLO DI SEVESO -
Perché gli impianti industriali che le sono stati costruiti attorno sono più
grandi della città stessa.</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"> Un problema che esiste da 30-40
anni, ma che ora sta diventando drammatico. La situazione sta degenerando, i
bambini ne soffrono, le mamme hanno la diossina nel latte. Una
sostanza si accumula nel tempo, e a Taranto ce n'è per 9 chili, il
triplo di Seveso per intenderci.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"><o:p> </o:p></SPAN></STRONG></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">Ma ora al via la protesta, grazie
anche ai movimenti dei cittadini, alle trasmissioni tv che si sono occupate
del caso, grazie alle associazioni ambientaliste</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">. Grazie ai giovani. Già, perché
non tutti sanno che a Taranto, nel quartiere Tamburi (a ridosso dello
stabilimento dell'Ilva) tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. A
10,11, 12 anni. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, si
"fumano" i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e
delle condizioni meteoclimatiche. Ed è come se fumassero da anni,
decenni.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">IL BAMBINO MALATO DI TUMORE DA
FUMO E IL BESTIAME ABBATTUTO - E' agghiacciante il caso "unico nella storia
della medicina</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">, neanche al Gaslini di Genova
sapevano che cosa dirmi", come dice il dottor Patrizio Mazza, primario del
reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto, del bambino malato di
adenocarcinoma del rinofaringe. Il medico pensava di aver sbagliato diagnosi.
E invece no. Quel piccolo di 10 anni aveva un "tumore da fumo". Un
<STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial">tumore che colpisce gli adulti, gli
anziani, che hanno fumato per una vita</SPAN></STRONG>. E invece Marco,
che giocava per strada ai Tamburi, aveva respirato la diossina dell'Ilva. Ora
ha 13 anni e si sta curando. "<STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial">La
causa è la diossina che respiriamo tutti i giorni. Qui si muore e basta". I
cittadini sono arrabbiati</SPAN></STRONG>. Ma non è tutto. Cinque adulti hanno
scoperto di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo.
La diossina è entrata anche nella catena alimentare: la Regione Puglia ha
ordinato l'abbattimento di 1.200 pecore e capre. Sono pericolose. Un'emergenza
nazionale.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">IL DILEMMA POSTI
DI LAVORO-SALUTE - Il problema è che Taranto è inquinata. Solo che si è
trattato di un inquinamento</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"> "lento" costruito da 45 anni di
fumi dello stabilimento siderurgico e per questo motivo "silenzioso" perché di
mezzo c'era e c'è un intero sviluppo economico da salvaguardare. E oggi il
prezzo che si paga è altissimo: bambini malati di tumore come fossero fumatori
incalliti, diossina che si rileva persino nel latte materno. Ma il dilemma è
molto più grande di quanto si immagini. Si tratta di un ricatto, un ricatto
sociale. Scegliere tra il lavoro e la propria salute. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">L'Ilva, senza
considerare l'indotto, occupa circa 15 mila persone e rappresenta lo snodo
centrale di tutta l'economia jonica. Per contro la logica del
profitto</SPAN></STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">
applicata dalla dirigenza dello stabilimento ha fatto sì che la sicurezza
ambientale fosse un elemento di secondo ordine. I controlli non sono stati
adeguati. Il risultato? Al di là dei dati relativi alla diossina, sono anche
le emissioni di mercurio, IPA, benzene, PCB, arsenico e piombo a toccare
livelli allarmanti. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">Ma qualcosa è
cambiato</SPAN></STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">. I
cittadini, stanchi, ora hanno dato una risposta al ricatto. Scelgono la
salute. Il lavoro sì, ma con super controlli e zero pericoli per i bambini.
Solo a queste condizioni l'Ilva può c ontinuare ad esistere. E i primi passi
si stanno facendo<STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial">
<o:p></o:p></SPAN></STRONG></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">LA LEGGE
REGIONALE, UNA SPERANZA</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"> - E' la prima volta in
Italia. Una legge regionale disciplinerà in Puglia con limiti più bassi
l'emissione in atmosfera di diossine e furani (specificamente
''policlorodibenzodiossina, policlorodibenzofurani ed altre sostanze'').
<STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial">Il disegno di legge è stato approvato
lo scorso 11 novembre</SPAN></STRONG> dalla giunta regionale. La Puglia
rispetterà una legge europea e non una italiana. La norma è fatta apposta per
lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">L'aspetto più
importante della norma riguarda gli impianti già esistenti e in esercizio che
alla data di entrata in vigore della legge dovranno adeguarsi ai valori limite
precedenti</SPAN></STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">
secondo un calendario che prevede a partire dal 1° aprile del 2009 una somma
di 2,5 nanogrammi al metro cubo e soprattutto a partire dal dicembre del 2010
il limite di 0,4 nanogrammi al metro cubo, come per gli impianti di nuova
realizzazione. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore, i gestori degli
impianti già esistenti devono elaborare un piano per il campionamento in
continuo dei gas di scarico e presentarlo all'Arpa Puglia per la relativa
validazione e definizione di idonea tempistica per l'adozione delo stesso.
<o:p></o:p></SPAN></P>
<P><STRONG><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">L'Arpa provvederà
a effettuare verifiche a campione per valutare l'effettiva attuazione dei
piani di campionamento e la relativa efficacia</SPAN></STRONG><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">. L'elaborazione del piano di
campionamento e la validazione da parte dell'Arpa Puglia sono adempimenti
essenziali per la concessione delle autorizzazioni e l'attivazione di nuovi
impianti. In caso di superamento dei limiti, Arpa Puglia li comunicherà alla
Regione che diffiderà il gestore a rientrare nei limiti entro 60 giorni. Se
ciò non accadesse, il gestore dovrà chiudere l'impianto. Il ministro
dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si è detta "esterrefatta" per la legge
regionale, perché che in questo modo in soli quattro mesi l'azienda è
destinata a chiudere. La battaglia va avanti. Con la piazza, con i giornali.
Taranto deve essere salvata. <STRONG><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial">Non si
respira più. Una speranza ci deve essere. I bambini hanno il diritto di
vivere, di giocare, di non ammalarsi di tumore. Meglio senza lavoro che morti.
E' un fatto</SPAN></STRONG>.<SPAN class=281355308-16122008><FONT
color=#0000ff> </FONT></SPAN></SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial"><SPAN
class=281355308-16122008><FONT
color=#0000ff>Zag(c)</FONT> </SPAN><o:p></o:p></SPAN></P></DIV></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>