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<DIV><FONT face=Tunga>
<H1 dir=ltr style="TEXT-ALIGN: left"><FONT color=#800080 size=5>Decreto Flussi
2008 - Il commento al testo del decreto</FONT></H1>
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size=2></FONT> </DIV>
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<DIV dir=ltr style="TEXT-ALIGN: left"><FONT face=Arial
size=2></FONT> </DIV>
<H2 dir=ltr style="TEXT-ALIGN: left"><FONT size=4>a cura dell’Avv. Marco
Paggi</FONT></H2>
<DIV class=arttesto dir=ltr>
<P class=spip><FONT size=3>IL </FONT><A class=spip_in
href="http://www.meltingpot.org/articolo13702.html"><FONT size=3>Decreto Flussi
2008</FONT></A><FONT size=3> è stato pubblicato il 10 dicembre nella Gazzetta
Ufficiale n. 288.<BR></FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>I dati di carattere
generale</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG><BR><FONT size=3>Innanzitutto è doveroso
evidenziare la scelta del Governo di mettere a disposizione soltanto 150.000
quote. Questo taglio di 20.00 rispetto al decreto flussi del 2007 sembra essere
una concessione anticipata a quanti reclamavano una moratoria sulla
programmazione dei flussi migratori per gli anni 2009 e 2010.</FONT></P>
<P class=spip><FONT size=3>Altro dato molto importante da segnalare è che una
buna parte di queste quote non sarà concretamente utilizzabile o meglio, sarà
molto difficilmente utilizzabile proprio da parte di coloro che provengono dai
paesi a più alta pressione migratoria. E’ il gioco perverso del meccanismo delle
quote riservate. Com’è noto l’art 3 del Testo Unico sull’immigrazione prevede la
possibilità per il governo, in sede di emanazione del Decreto flussi, di
riservare poche o tante quote tra quelle messe a disposizione a cittadini
provenienti da paesi con cui l’Italia ha stipulato accordi di cooperazione in
materia di immigrazione. Si tratta, lo ricordiamo, di quegli accordi che
permettono espulsioni più facili grazie alla cooperazione in materia di
espulsione da parte di alcuni paesi che quindi avrebbero, teoricamente, una
prelazione sulle quote per favorire l’immigrazione dei propri
cittadini.</FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>Le quote riservate sono
limitazioni</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG><BR><FONT size=3>Dal punto di vista pratico
invece, quanto meno negli ultimi anni, il meccanismo delle quote riservate ha
prodotto l’effetto esattamente inverso, un effetto <I class=spip>imbuto</I>.
Facciamo una considerazione pratica, persino banale, se, com’è accaduto con
quest’ultimo Decreto flussi, vengono riservate complessivamente 44.600 quote ai
cittadini provenienti dai paesi che hanno stipulato accordi con l’Italia,
suddivise in sotto quote per ciascuna nazionalità, è chiaro che, rispetto alle
150.000 quote messe a disposizione, saranno solo 44.600 le persone che potranno
entrare pur essendo provenienti da paesi che esprimono il 90% della pressione
migratoria in questo paese. Il 30% delle quote viene messo a disposizione del
90% della reale pressione migratoria. Questo produce l’effetto esattamente
opposto rispetto al concetto di quote privilegiate o riservate.<BR>Le quote sono
poi così suddivise: 4.500 posti per i cittadini albanesi, 1.000 ai cittadini
algerini, 3.000 al Bangladesh, 8.000 ai cittadini egiziani, 5.000 ai cittadini
filippini, 1.000 ai cittadini ghanesi , 4.500 ai cittadini marocchini, 6.500 ai
cittadini moldavi, 1.500 ai cittadini nigeriani, 1.000 ai cittadini pakistani,
1.000 ai cittadini senegalesi, 100 ai cittadini somali, (per inciso è tuttora da
dimostrare come si può verificare la cittadinanza somala visto che il paese dal
punto di vista legale non esiste più e i documenti non sono più riconosciuti),
3.500 cittadini dello Sri Lanka, 4.000 cittadini tunisini.<BR>E’ chiaro che per
le 6.500 quote riservate ai cittadini moldavi avremo una distribuzione a livello
regionale e quindi provinciale di poche manciate di quote per ogni provincia
nonostante sia ben noto che, soprattuto per il lavoro domestico, cittadini e
cittadine moldave sono molto richieste e quindi le domande presentate dai datori
di lavoro italiani prevalentemente, o di stranieri, sono moltissime, a fronte
appunto di pochissimi posti. Paradossalmente un cittadino ucraino o argentino,
proveniente quindi da paesi che non hanno stipulato accordi di cooperazione in
materia d’immigrazione avranno la possibilità di partecipare all’assegnazione di
105.400 quote, pur rappresentando gli altri paesi, che non hanno stipulato
accordi in materia d’immigrazione, una pressione migratoria complessiva di gran
lunga inferiore a quella invece rappresentata dai paesi che hanno stipulato
accordi di cooperazione in materia d’immigrazione. In altre parole, a tutti gli
altri paesi del mondo che esercitano all’incirca il 10 o il 20 % della pressione
migratoria verso l’Italia si vedono riservare le quote maggioritarie, ovvero più
di 100.000.</FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>Priorità al lavoro
domestico</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG><BR><FONT size=3>Dalle premesse del Decreto di
programmazione dei flussi migratori leggiamo che viene presa in considerazione
l’attuale congiuntura economica e l’esigenza di dare riscontro in via
prioritaria ai bisogni delle famiglie consentendo in prevalenza gli ingressi per
lavoro domestico e di assistenza alla persona. A questo riguardo dobbiamo far
presente che in realtà questo Decreto flussi, a differenza dei precedenti, non è
stato preceduto dalle consultazioni prescritte dalla legge, all’articolo 3 del
Testo Unico sull’immigrazione che prevedono appunto l’ audizione delle
organizzazioni di rappresentanza del mondo del lavoro e quindi delle
associazioni e rappresentanze delle imprese e delle associazioni e
organizzazioni sindacali. Certo, è un dato di fatto noto che vi è una crisi
anche nel mercato di lavoro in questi ultimi mesi, ma che questa crisi si
rifletta su determinati settori piuttosto che su altri ancora non è un dato che
risulta, quanto meno nell’ambito delle consultazioni riscontrato da parte delle
organizzazioni di rappresentanza nel mondo di lavoro. <BR>D’altra parte, se è
pur vero che c’è una crisi del lavoro, non è detto che questa crisi
automaticamente rifletta alla ripresa della disponibilità dei lavoratori
italiani a ricoprire le occupazione tradizionalmente ricoperte da lavoratori
stranieri. Questo non vale solo per il lavoro domestico ma verosimilmente anche
per vari settori, pensiamo per esempio all’edilizia, ormai contrassegnata da un’
occupazione pressoché totalitaria di lavoratori immigrati. Considerato comunque,
- dicono sempre le premesse del Decreto flussi - , che l’elevato numero di
richieste d’assunzione inviate agli sportelli unici per l’immigrazione rimaste
non soddisfatte dopo l’esaurimento delle quote relative al 2007 esprime un
fabbisogno socialmente rilevante con particolare riferimento al settore
dell’assistenza domiciliare, si è ritenuto di dover soddisfare proprio questo
settore. Le quote quindi vengono destinate in via prioritaria al soddisfacimento
delle domande di autorizzazione all’assunzione per lavoro domestico. Ed infatti,
mentre all’art 2 le 44.600 quote assegnate ai cittadini provenienti dai paesi
che hanno stipulato accordi di cooperazione con l’Italia potranno essere
utilizzate sia per lavoro domestico sia per il lavoro in altri settori
produttivi, senza ulteriori distinzioni, per quanto riguarda le altre 105.600
quote destinate ai cittadini provenienti dagli altri paesi, potranno essere
utilizzate solo per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona.
<BR></FONT></P>
<P class=spip><FONT size=3>E’ evidente che la combinazione delle quote riservate
per nazionalità alla previsione di ingressi riservati a <I class=spip>qualsiasi
settore</I> per le nazionalità riservate ed al solo <I class=spip>lavoro
domestico</I> per il resto del mondo, distorce l’intenzione di concedere un
canale preferenziale ai lavoratori domestici. <BR>Le cosiddette badanti spesso
provenienti dalla Moldova o dalle Filippine dovranno infatti fare i conti con i
lavoratori di altri settori e gareggiare comunque per pochissimi migliaia di
posti.</FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>Lo scorrimento della
graduatoria</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG><BR><FONT size=3>Com’è noto per il Decreto flussi
di quest’anno non sarà necessario presentare domande, o meglio, non sarà
possibile presentare nuove domande. La possibilità di utilizzare il Decreto
flussi per il 2008 sarà riservata unicamente a coloro che avevano già presentato
domanda in base al Decreto flussi per l’anno 2007 e che non avevano trovato
risposta alla loro domanda. Si andranno quindi a scorrere le graduatorie stilate
in base all’ordine cronologico, per ciascuna categoria o nazionalità, già
predisposte presso gli sportelli unici e le direzioni provinciali del lavoro
provincia per provincia.<BR>Questo sistema eviterà per quest’anno il famoso
click-day, ovvero la gara a chi arriva prima per l’assegnazione delle
quote.</FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>I datori di lavoro
stranieri</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG><BR><FONT size=3>Con questo Decreto flussi per
l’anno 2008 è stato introdotto un ulteriore criterio di selezione di cui si da
contezza nelle premesse del Decreto. Si precisa infatti, nel testo del decreto,
che si è ritenuto di dover introdurre, per l’attuazione di questo provvedimento,
nuovi criteri di selezione rispetto alle richieste di assunzione inviate da
persone fisiche di nazionalità non comunitaria in qualità di datori di lavoro,
accogliendo le istanze solo dalle persone fisiche che dimostrano maggiore
radicamento sul territorio nazionale e che in tal modo possono offrire le
opportune garanzie di stabilità del rapporto di lavoro. Quindi, il cittadino
straniero regolarmente soggiornante che ha già presentato nel 2007 la domanda di
autorizzazione all’assunzione può confermare la validità della domanda solo se,
e questo secondo il decreto del governo, è in possesso della cosiddetta carta di
soggiorno o del permesso di soggiorno Ce dii lungo periodo oppure, se può
dimostrare, alla data di pubblicazione del Decreto, di aver inoltrato la domanda
per ottenerlo. Chi è in possesso di un normale permesso di soggiorno, in qualità
di persona fisica, non potrebbe, secondo questo Decreto, far valere la propria
domanda, quindi confermare la volontà di assumere dall’estero un lavoratore
straniero. Questo criterio selettivo pone parecchie perplessità per un motivo
strettamente legale: il Testo Unico sull’immigrazione, all’art 22, comma 2,
prevede espressamente che il datore di lavoro straniero regolarmente
soggiornante possa, <STRONG class=spip>al pari del datore di lavoro
italiano</STRONG>, presentare una domanda per l’autorizzazione all’assunzione.
Questo è un diritto previsto dalla legge ed il Decreto flussi, che da punto di
vista giuridico e amministrativo può solo stabilire delle quote riservate o dei
criteri quantitativi o delle selezioni per tipologie di lavoratori, non può
certo modificare la legge o andare peggio violarla come ci sembra sia avvenuto
il questo caso, omettendo di consentire la presentazione della domanda di
autorizzazione all’assunzione a soggetti che la legge prevede possano
presentarla. Il datore di lavoro straniero o italiano sono sullo stesso piano,
nel caso dello straniero ovviamente gli si richiede che abbia un regolare
permesso di soggiorno ma senza distinguere tra il “normale” permesso di
soggiorno ed il titolo di soggiorno di carattere più stabile o tendenzialmente
più stabile <BR>Il Decreto flussi non dovrebbe avere la possibilità di violare
la legge trattandosi di una fonte giuridica di grado sotto-ordinato o
addirittura di un provvedimento amministrativo. C’è da immaginare che molti
datori di lavoro stranieri regolarmente soggiornanti, ma che non hanno ottenuto
o non hanno ancora richiesto la carta di soggiorno o il permesso Ce per
soggiornanti di lungo periodo avranno la possibilità di impugnare il
provvedimento amministrativo che rifiuterà l’assegnazione della quota per
mancanza del titolo stabile di soggiorno. <BR></FONT></P>
<P class=spip><FONT size=3>Dobbiamo anche sottolineare come vi sia una
intrinseca disparità nell’ambito di questo stessa discriminazione. Infatti il
decreto prevede la dimostrazione di questi requisiti per le persone fisiche. Le
persone giuridiche invece, per esempio una società a responsabilità limitata
legalmente costituita da un cittadino straniero extracomunitario in possesso di
un normale permesso di soggiorno, non dovranno procedere ad alcuna conferma e
neppure dimostrare il possesso del Pds Ce di lungo periodo.</FONT></P>
<P class=spip><FONT size=3>La conferma dei requisiti deve avvenire entro il 3
gennaio attraverso la pagina web predisposta dal Ministero dell’Interno (vedi la
scheda pratica <STRONG class=spip>[ <A class=spip_in
href="http://www.meltingpot.org/articolo13724.html">>></A> ]</STRONG>. I
campi per la compilazione non offrono la possibilità di conferma anche a chi è
titolare del solo permesso di soggiorno quindi. Chi volesse comunque confermare
la domanda per poi, successivamente, impugnare il diniego, potrà comunque
inoltrare tramite raccomandata un’ espressa dichiarazione di conferma e poi
tentare le sorti di un contenzioso giudiziario in sede
amministrativa.</FONT></P>
<P class=spip><FONT size=3>Le critiche che possiamo muovere a questo decreto non
sono però solo di carattere giuridico. In primis le 150.000 quote messe a
disposizione sono enormemente inferiori rispetto al fabbisogno e rispetto alle
domande pendenti riguardando, per la quasi totalità, persone che di fatto sono
già qui e stanno già lavorando sia pure in condizioni irregolari proprio per
quei datori di lavoro che hanno presentato la domanda
d’assunzione.<BR></FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>I tempi di
attesa</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG><BR><FONT size=3>Una considerazione che poi non
può non essere fatta è quella relativa alla tempistica. Sappiamo che, ad oggi,
il Decreto flussi 2007 è stato concretamente smaltito in misura forse pari o
forse inferiori al 30% delle pratiche. Per il Decreto flussi 2008 si prevede
quindi un tempo che guarda già al 2010. Nel frattempo, come è ovvio, il
lavoratori interessati che sono quasi tutti già qui continueranno a lavorare in
condizioni irregolari e quei datori di lavoro che ancora nel 2007 avevano
chiesto di essere autorizzati all’assunzione non è certo siano disposti ad
attendere tempi così lunghi per perfezionare i rapporti di lavoro per i quali
avevano chiesto l’autorizzazione.<BR>Soprattuto, per tutto questo tempo, i
lavoratori interessati saranno sottoposti alla lotteria degli immigrati, cioè
alla estrazione degli sfortunati che vengono colpiti dal provvedimento di
espulsione che, com’è noto, ha un carattere ostativo, impedisce il
perfezionamento di qualsiasi procedura regolare di ingresso dall’estero. Ecco
che questo sistema si presenta, non solo farraginoso, ma profondamente ingiusto
perché condanna le persone che avrebbero un’attuale opportunità di lavoro
regolare, ovvero un’opportunità di pagare le tasse, le ritenute fiscali e i
contributi al nostro sistema, a continuare a lavorare in condizioni di
clandestinità e soprattuto a rischiare ogni giorno l’espulsione. Tutto questo
grazie al fatto che il governo ha individuato una procedura per gestire le quote
omeopatiche con un sistema inadeguato. <BR>Non ha senso gestire una procedura
del genere con quote così limitate dovendo mettere in conto un ulteriore ed
enorme scarto di domande e quindi l’impossibilità di regolarizzare la condizione
di queste persone grazie ad una procedura così farraginosa e a tempi di attesa
così lunghi.</FONT></P>
<P class=spip><STRONG class=spip><FONT size=3>Vai allo </FONT><A class=spip_out
href=""><FONT size=3>Speciale Decreto Flussi 2008</FONT></A><FONT
size=3>http://www.meltingpot.org/archivio1060.html] di Melting Pot
Europa</FONT></STRONG></P>
<P class=spip><STRONG></STRONG> </P>
<P class=spip> </P></DIV>
<P dir=ltr style="COLOR: #666666; TEXT-ALIGN: left"><FONT size=1>[ lunedì
22 dicembre 2008 ] </FONT><A
href="http://www.meltingpot.org/articolo13784.html"><FONT
size=1>http://www.meltingpot.org/articolo13784.html</FONT></A></P></FONT></DIV></FONT></DIV></BODY></HTML>