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<P>PALESTINA : contro tutti i boia!<BR>Per un mondo senza boia</P>
<P>Anche se limitata negli spazi geografici e nei tempi di realizzazione, ogni
azione militare nel “nuovo mondo” multipolare ha motivazioni ed effetti che
travalicano i protagonisti fisici in campo e le aree geopolitiche coinvolte
direttamente.<BR>E’ uno dei risultati dell’aumento della interdipendenza
capitalistica.<BR>Anche l’ultimo barbaro episodio della “rappresaglia”
Israeliana su Gaza rientra in questa regola generale.</P>
<P>Il pogrom del proletariato palestinese e mediorientale ha molti boia;
risponde a dinamiche elettoralistiche sia Israeliane che Palestinesi, cosi’ come
alla definitiva resa dei conti tra A.N.P. e Hamas ( …..ma Hamas non aveva
democraticamente vinto le elezioni? ).<BR>Contro il legittimo risultato delle
urne palestinesi muovono accordi segreti A.N.P.- Israel<BR>( e magari pure
qualche spiata sulla locazione dei dirigenti di Hamas cosi’ chirurgicamente
colpiti ), ma anche sostegni di statualita tipo l’Egitto di Mubarak o l’Arabia
Saudita.<BR>Dietro di loro, supervisionano gli U.S.A. con un ondivago battesimo
di Obama tra le dichiarazioni contro la tregua della solita Rice e le ultime
dichiarazioni di disponibilita’, e l’U.E. che, tra un finanziamento umanitario (
anche ad hamas….. ) e una campagna antiterrorismo, modula la sua posizione
possibilista in favore della tregua, in accordo col vaticano.</P>
<P>E’ evidente come questi fattori abbiano svuotato di ogni motivazione
realmente liberatoria la causa palestinese, depotenziandola sul campo,
frammentandola, consegnandola al millenarismo fondamentalista e medioevale,
disarmandola prima, utilizzandola per altri fini dopo.<BR>L’antica versione
progressiva delle lotte di liberazione non e’ realisticamente pensabile in un
mondo in cui i veri protagonisti non sono i popoli, ridotti a vittime passive,
ma i gruppi economici, i cartelli capitalistici senza volto che si spartiscono
il mercato mondiale.</P>
<P>L’unica soluzione starebbe in un proletariato mediorientale politicamente
autonomo cosciente di questa realta’ ed attrezzato a
combatterla,<BR>sbarazzandosi di rais, rabbini e mullah.<BR>Ma questo, almeno
per ora, non e’ dato.</P>
<P>Quanto al cosiddetto movimento pacifista, da tempo ( fin dalle 2 guerre in
Irak, e con ben altri numeri ) si e’ trasformato da ecumenico appello
interclassista “per la pace” in vera e propria stampella di sostegno, in
megafono dell’U.E..<BR>Ce ne danno conferma anche le ultime manifestazioni in
solidarieta’ con il “popolo” palestinese, indette con lo slogan FERMATELI!,
indirizzato esplicitamente all’U.E. ed alla nuova amministrazione U.S.A.,
vittime, a detta del comunicato di indizione, dell’unilateralismo Israeliano che
avrebbe messo “di fronte al fatto compiuto” sia americani che europei.<BR>Sulla
stessa linea europarlamentari alla Morgantini e Tavola Per La Pace.</P>
<P>Noi pensiamo non ci sia alcun bisogno di risvegliare un attivismo europeo che
gia’ c’e’, e’ vivo e data diversi anni ( vedasi partecipazione U.E. al Quartetto
di pace in medio oriente e l’attuale missione Sarkozy nei territori ); un
attivismo che risponde al rinnovato slancio unitario europeo figlio della stessa
crisi; un attivismo che si nutre della coperta ideologica della “tregua
umanitaria”e dell’”avvio del dialogo”.<BR>Sulla stessa linea, il vaticano.<BR>Il
pacifismo finisce col sostenere oggettivamente ( ma spesso anche consapevolmente
) i padroni europei mentre l’internazionalismo dovrebbe averli nel mirino, al
primo posto. </P>
<P>Urge una posizione autonoma, moderna, adeguata alla realta’ del movimento
rivoluzionario sull’intero intreccio medio-orientale, quadrante di snodo di
diatribe e competizioni interimperialistiche di derivazione planetaria ; una
posizione che sappia leggere freddamente la rete di interessi e profitti che
strozza l’intera area geografica, alla base delle ricorrenti guerre piu’ o meno
limitate che vi si susseguono.</P>
<P>E’ tempo di respirare forte, compagni, e di avere coraggio.<BR>I dannati
della terra, i senza scarpe di ogni angolo del pianeta meritano di rimettersi in
proprio, a lavorare per la propria rivoluzione.<BR>Il primo passo in questa
direzione e’ togliere ogni delega a tutti i falsi rappresentanti, ovunque
nascosti, parlamenti-stati partito-chiese o moschee che siano.<BR>Noi non
possiamo impedire i moderni massacri capitalistici, ne’ delegare ai massacratori
di fermarli.<BR>Possiamo, e dobbiamo, fare altro: contribuire all’organizzazione
delle forze della trasformazione sociale.</P>
<P>CONTRO LA GUERRA RIVOLUZIONE!</P>
<P>COMBAT<BR></P></DIV></BODY></HTML>