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<DIV>L’associazione Legambiente ha presentato, nella mattina del 17 gennaio a
Taranto, il dossier “Mal'aria industriale”, dando il via alla consueta campagna
sulla qualitą dell'aria, questa volta dedicata all'inquinamento da attivitą
produttive. Rispetto alle 14 classiche dell'inventario nazionale delle emissioni
curato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)
relativi al 2006, Legambiente ha stilato una classifica delle aziende pił
inquinati tra le quali l'acciaieria Ilva di Taranto, si aggiudicherebbe la
maglia nera del complesso industriale pił inquinante d'Italia, aggiudicandosi 10
delle 14 classifiche presentate dall’associazione. Come riporta l’Ansa lo
stabilimento siderurgico tarantino ha scaricato in atmosfera ben 32 tonnellate
di Idrocarburi oliciclici aromatici (95% del totale nazionale) e 92 grammi di
diossine e furani (pari al 92% del totale), oltre a 74 tonnellate di piombo
(78%), 1,4 tonnellate di mercurio (57%). Ci sono poi 540mila tonnellate di
monossido di carbonio (80% del totale). Nel mirino anche le aree industriali di
Augusta, Melilli in provincia di Siracusa, Porto Marghera dove sono segnalate la
raffineria Eni, la Simar Spa, gli stabilimenti Syndial e la Ineos Vinyls, ma
anche Priolo con le centrali Erg, la raffineria Esso, gli stabilimenti Syndial,
la centrale Isab Energy, la raffineria Erg e il petrolchimico Polimeri
Europa.</DIV>
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